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[rant, ma utile][DitV] Cosa vuol dire "creare una Città"

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Renato Ramonda:
Faccio notare una frase di Moreno in merito alla qustione di "usa la TUA morale" (andatevela a rileggere nel contesto, pero'):

Non importa ai fini del gioco (importa nel fatto che verranno storie completamente diverse, ma entrambe funzionano). Adesso, in ogni caso, tocca te.

Vale anche per chi prepara la citta', e' un giocatore anche lui :)

Non importa che tu abbia usato la TUA morale preparando la citta' (anzi, e' utile per creare una citta' che TU (master) giocherai bene). Non importa perche' poi tu non dovrai (non POTRAI) trasmettere e soprattutto imporre tale morale ai giocatori.
Tu potrai presentare la citta', senza le freccine sulla testa delle persone che dicono "peccatore" e "vittima", e sara' il giudizio morale del tutto indipendente da te dei tuoi giocatori che fara' la storia.

Quale sara' la storia non dipende dalla TUA morale, quella puo' solo impostare la premessa e la situazione iniziale :)


Per stare nell'esempio di Moreno: tu crea la citta' con il problema dell'omoessualita' secondo la tua sensibilita'. Non c'e' problema, basta che segui la scaletta del manuale.
Come giudicheranno i Cani, chi sara' assolto, chi si prendera' una pallottola e chi sara' frustato sulla pubblica piazza? Eh, non lo puoi sapere prima, anche se ci hai messo la tua morale: la Storia si fa giocando!

@Riccardo: i Cani possono mondare miracolosamente il peccatore X, certo, anche con lingue di fiamma e luce che scende dalle nuvole. Pensi che per questo il suo vicino, risentito ed astioso, lo odi di meno? Solo perche' gliel'ha ordinato un Cane?  :)

TartaRosso:
Renato se il tuo era un appunto generale va bene.

Ma in relazione a usa la tua morale  (sia master che giocatore) il problema sollevato almeno da me era diverso.

Per come l'avevo capito io era:
Usa la tua morale per giudicare.

E NON: Usa la tua morale per esprimerla nella storia.

Moreno Roncucci:
Simone: in quell'"usa la TUA morale", quel TUA è riferito al GIOCATORE. A TE. Non al personaggio.  E quell'"usa" implica "usa nei tuoi ruoli di giocatore". Non nel senso di "il personaggio deve usare la tua morale per dare i giudizi, non la sua"

Intenderlo come "usa, PERSONAGGIO, nel TUO giudizio, la TUA morale di GIOCATORE" non solo è sbagliatissimo, una vera e propria perversione del senso della frase... ma non vedi che non sta nemmeno in piedi come frase di senso compiuto, se non cancelli a priori la differenza fra giocatore e personaggio? (che è l'errore fondamentale contro cui mi scaglio in questi ultimi post)

E' come dire "tu, Pippo, quando scrivi quell'articolo che parla di Berlusconi, usa il tuo giudizio morale, facendo fare a Berlusconi le cose che tu ritieni giuste. Solo così potrai parlare di Berlusconi in un ottica morale". Ha senso?

Ecco, come utile esercizio: immaginate di giocare Berlusconi, come Cane in Cani nella Vigna (o, se vi funziona meglio, Di Pietro. O Vittorio Sgarbi. Scegliete uno che vi sta veramente antipatico). Leggete di nuovo i miei post che vi mandano in confusione, facendo tutto quello che c'è scritto, specialmente "giudica gli eventi in base alla TUA morale", ma ricordandovi che non giocare un avatar, giocate Berlusconi.

Fategli fare cose da Berlusconi (o da Di pietro, o da Vittorio Sgarbi), nel setting, secondo la vostra visione morale di Berlusconi (o Di Pietro, o Vittorio Sgarbi), a cui qualche pazzo ha dato la pistola e il potere assoluto nel setting su una povera comunità di gente ignorante che ha fede in lui. Interpretate il personaggio.

Vi riesce ancora difficile capire come si possa usare la PROPRIA morale nel descrivere le azioni di un personaggio, anche senza fare di quel personaggio un perfetto duplicato in scala 1:1 della vostra morale? 8)

(l'esempio di Berlusconi crolla da un altro punto di vista: fra giocatore e personaggio deve esserci comunque una certa empatia e comprensione. Non sei tu, ma deve appassionarti quello che fa, anche se con un certo orrore. Non schifarti e basta. Altrimenti a giocarlo ti annoi, diventa una macchietta e non un personaggio a tutto tondo. Ma mi serviva come "ariete" per rompere questo dannato schema mentale che dice "il personaggio sono io e quando dici TU ti riferisci per forza ad entrambi" che avvelena la capacità di comprendere come si gioca a CnV...)

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione ---[cite] Riccardo:[/cite]
Quello che però non mi è chiaro, veramente, è perchè durante una serie di città, non possa avvenire che i Cani veramente usino il loro potere di cani per rendere "non peccato" un "peccato",
--- Termina citazione ---


Possono anche far dire a tutta la Città che il colore Verde ora si chiama Bianco e viceversa...
Ma non possono certo farlo "credere": le Poste dovrebbero essere sui risultati concreti, non sull'interiorità dei PnG o su una metafisica "oggettiva" che nel gioco NON ESISTE.

Cioè: i Cani mondano uno dal Peccato? E che vuol dire? Niente.

Magari hanno fatto una cerimonia in pubblico e impongono alla cittadinanza "nessuno faccia del male a quest'uomo", con tanto di "o passa o fuori i dadi", ecc.
Ma "il peccato" oggettivamente inteso non c'è.

Nel Cattolicesimo, alcuni comportamenti sono oggettivamente peccato, ed il peccato resta oggettivamente sulla coscienza (altro ente metafisico) finchè non viene oggettivamente perdonato (tramite Confessione o altri metodi secondari).

Chi non crede nell'ortodossia Cattolica (e credo di non essere l'unico, qui :P ) può obiettare che non è una cosa "verificabile".
Bene, neanche in CnV il "peccato" è misurabile/verificabile (lo è la Possessione, ma è un altro paio di maniche completamente!).

Mi spiego oppure ho incasinato ancora di più? ^_^;


Anyway, se anche i Cani dichiarano che un certo CONCRETO comportamento in QUELLA situazione "non è peccato", bene, meglio, è il gioco.

Dubito francamente che dicano che un certo princìpio generale "non è mai peccato" andando a contraddire in blocco le aspettative della società dell'ambientazione (capitolo "Creare le Città"). E se anche la sparano grossa, meglio, il GM avrà vita ancora più facile a farli cadere in contraddizione prima! ^_^

Moreno Roncucci:

--- Citazione ---[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
Vi riesce ancora difficile capire come si possa usare la PROPRIA morale nel descrivere le azioni di un personaggio, anche senza fare di quel personaggio un perfetto duplicato in scala 1:1 della vostra morale? 8)
--- Termina citazione ---


Forse mi è venuto in mente un esempio abbastanza esplicativo (anche perchè ormai non so più come spiegarmi).

John è un personaggio, con una SUA morale. TU sei Mario Rossi, giocatore, con una TUA morale.

John giudicherà un peccatore con la SUA morale, e lo fa secco in uno scontro a fuoco durissimo, in cui si becca un certo fallout. Uno dei dadi di fallout fa 1. Mario Rossi decide di usarlo per dare a John un tratto permanente.

Chi lo decide il tratto? Mario Rossi o John?

In base a QUALE morale, DI CHI, si decide se il tratto, in base alla STESSA AZIONE compiuta nella fiction (l'uccisione del peccatore), è "Bastardo sadico assassino 1d6" o "disposto anche a morire pur di proteggere gli innocenti 1d6"?

Fra l'altro, questo è un altro esempio del vantaggio del parlare in termini di Actual Play, e non in generale di "nei gdr".

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