@Mietitore: I giochi nordici sono parte di un "movimento" unitario, quindi sono simili tra loro, oppure li hai categorizzati solo in base alla provenienza (come potrebbe essere "giochi inglesi")?
Premetto, non sono espertissimo di quel genere di giochi, e qualcun altro potrà certamente confermare o smentire quello che ora ti dirò.
Non so esattamente quanto questa categorizzazione sia ufficiale, e se si tratti o meno di un semplice stereotipo. In ogni caso, pare che al nord vada molto di più il live, nelle sue varie forme, e la struttura dei giochi da tavolo ne hanno un po' risentito. Tanto per cominciare trovare dei dadi è raro (Montsegur, ad esempio, non ha dadi), anche se a volte vengono usati altri meccanismi di casualità (sempre in Montsegur hai delle carte, idem per quanto riguarda Arcipelago 2).
Se prendi i Jeepform, comunque, non troverai proprio nulla di casuale (in italia sono arrivati Dubbio e The Upgrade grazie a Narrattiva, ma ce n'è una quantità enorme scaricabile direttamente dal sito degli autori, in inglese:
http://jeepen.org/games/ ). Sono sostanzialmente dei live che fanno leva su meccanismi diversi dal dado o dai suoi vari surrogati per arrivare a un'esperienza di gioco diversa e, spesso, particolarmente toccante (non mi sono ancora ripreso da Fat Man Down...)
Avevo inoltre dato una rapida letta a qualche RPGpoem, delle sorte di mini-giochi di ruolo a breve durata (qui ne trovi un paio:
http://norwegianstyle.wordpress.com/2010/11/13/two-poems/ ), e mi risulta che anche tra di loro la casualità sia stata pressochè eliminata.