Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Cos'è la critica?
vonpaulus:
Sentirsi parte di qualcosa non vuol dire rinunciare a se stessi. Se l'essere parte di qualcosa pensa al mio posto allora perdo la mia identità.
Quando si dice che in alcuni posti non è più possibile parlare di crittiche e sono tutti buoni è perchè l'essere parte di qualcosa impone l'amore collettivo.
Antonio Caciolli:
io personalmente quando voglio vedere un film preferisco leggere i commenti del pubblico piuttosto che le recensioni dei critici. è molto più facile avere una opinione media.
inoltre conta molto la persona. così come nei film anche nei gdr so chi ha i miei stessi gusti e come mi fido di alcuni critici e non di altri mi fido dell'opinione di alcuni giocatori piuttosto che altri.
prendendo esempio dalla recensione di korin del link io uso una recensione del genere per farmi una idea del gioco (la tana di solito ha buoni controlli sulle recensioni e sulla loro affidabilità) ma non mi posso fidare del solo voto del recensore che di solito è un amante del gioco.
La media dei voti invece è un metro di paragone molto più affidabile perché mostra le critiche positive e negative dando la possibilità di riconoscersi in una piuttosto che un'altra.
anche i voti bassi solitamente sono una buona cartina tornasole perché nella loro argomentazione mostrano i difetti (se l'argomentazione è forte) molto più di quanto pssa succedere nelle valutazioni positive.
però la componente umana è imprescindibile e non si può far altro che valutare la recensione in base a come si valuta il recensore perché anche nel caso la recensione sia fatta dalla persona più informata possibile la sua valutazione dipenderà dalle sue preferenze che possono essere le mie oppure no.
poi sui gdr peggio ancora (anche su cani ci sono tantissimi 10 alternati da voti bassi segno che prevale la scelta di design piuttosto che una valutazione solo sul gioco) dove ci sono ancora le barricate. ancor di più il nome del recensore è importante
Davide Losito - ( Khana ):
Io cito una passaggio di una intervista di Ficarra e Picone, fatta a Fratelli d'Italia ieri sera.
I Critici ogni tanto si dimenticano di fare la critica e si concentrano sullo stupire i loro colleghi Critici.
E questo, a mio modo di vedere, succede un po' ovunque e soprattutto in internet dove l'esigenza di auto-assegnarsi lo status di "guru" è molto forte.
Tecnicamente parlando, la critica che distrugge e basta non è neanche una critica, ma è più un qualcosa che oscilla tra lo sputtanamento e lo show.
Le cose che dice Iacopo sono tecnicamente corrette (e sono quelle che ti "insegnano" quando fai i corsi di Critica, all'università...), quello che non traspare dal post di Iacopo è che comunque il prodotto della critica è un'azione "creativa" e quindi intimamente personale e "emotica"; non emotiva, perché "emotivo" significa che produce emozioni, mentre per "emotico" intendo che proviene dalle emozioni... quelle che il critico riesce ad incanalare nella critica, ma che proviene dalle sue emozioni.
Scopo del critico che vuole aiutare un autore (di qualsiasi materia) è individuare il "cuore" dell'opera e far risaltare quali siano i punti dell'opera che oscurano questo "cuore" e quali quelli che lo esaltano, definendo una sorta di "mappa" che secondo la sua esperienza critica può di fatto aiutare l'autore ad esprimere in toto quel "cuore".
E' quindi implicito che due critici diversi potranno produrre due critiche differenti della stessa opera.
Ma questo è un valore aggiunto, perché vuole dire che l'autore ha (oltre al suo) altri DUE punti di vista su cui elaborare.
Perché quello che conta è fornire materiale su cui elaborare.
Troppo spesso invece le così dette "critiche" si traducono in "voti" (neanche giudizi... non c'è tempo per i giudizi, ma per voti e sentenze, sì...) che non servono a molto se non a fomentare il guru-ismo del votante.
Era un problema che evidenziava già Fellini, negli anni '60 e secondo me, in Italia, siamo solo peggiorati.
Antonio Caciolli:
ma se di un gioco secondo il critico non si salva nulla cosa deve fare? non scrivere?
Niccolò:
nulla, nemmeno l'idea, nemmeno l'intenzione? può complimentarsi per la porcaggine della moglie dell'autore, magari.
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