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OT derivato da [Re:Definire l'Astratto (di J.Mark Thompson)]
Manfredi Arca:
Sono d'accordo con la tesi di Niccolò.
Fare il ragionamento "Sono uscite 3 briscole, ne ho 2 medioalte in mano, lui usa sempre la carta che pesca etc etc" tono tatticismi come lo è "sacrifico pedone e cavallo per avanzare con la torre".
Strategico.
Bastoni come picche come torre sono simboli senza relazioni col mondo reale (non segue una logica il bastone picchia il cane) e non hanno un tema come colonie di catan (provato 1 volta ad un gioco pub a roma, fico!)
che non ha relazione con il mondo empirico = astratto.
Si potrebbe dire che la casualità implica una dose elevata di "risolutezza" (altra qualità dell'articolo).
Ma in realtà l'aggiunta della casualità rende risolutezza e drammaticità non più antitetici.
Suna:
Boh, fate vobis.
In genere, nella lingua comune, si distingue tra gioco da tavolo e gioco di carte. non chiedetemi perché. Forse perché è un elemento culturale condiviso anche dai non gamers che gioco da tavolo implichi una plancia o scacchiera.
Non fosse anche così, un gioco di carte ha due elementi che lo escludono dalla categoria dello strategico astratto, ed è il motivo per cui Domon può cavillare sui termini quanto vuole, ma l'uso comune dei termini lo smentirà sempre.
1) elemento casuale. Un gioco da tavolo strategico astratto per definizione minimizza l'elemento casuale, o lo azzera. Perché intralcia l'elemento di strategia.
2) pari risorse per tutti i giocatori. In partenza almeno è così. Ogni giocatore dispone delle stesse risorse del suo avversario. Se peschiamo a caso delle carte, questo assunto viene meno.
3) Informazione perfetta. Rileggete l'articolo che ho postato. "E’ essenziale per la loro definizione che questi giochi abbiano informazione perfetta : ogni giocatore, mentre decide la sua mossa, deve avere conoscenza completa riguardo la posizione attuale sul tavoliere"
Se giochi a carte coperte, elimini questo aspetto.
NOTA.
La definizione di gioco strategico astratto non è esclusiva. Non vuol dire che solo i giochi che soddisfino i requisiti di cui sopra contengono elementi strategici. Quasi qualsiasi gioco ne contiene. Ovunque ci sia la possibilità di effettuare scelte da parte del giocatore esiste una "strategia".
Ma la definizione di gioco strategico astratto è tutt'altra.
L'articolo che avevo postato e che evidentemente Domon nemmeno ha letto spiegava in maniera esaustiva quanto ho appena scritto, quindi se la mia spiegazione è poco chiara, vi invito a rileggerlo.
Ripeto, non metto in discussione l'elemento strategico dei giochi di carte, ma è ridicolo definirli "strategici astratti" in luce di queste definizioni, ergo la mia contestazione riguarda solo l'uso improprio del termine. Spero ci siamo capiti.
Manfredi Arca:
I giochi di carte, secondo me, rientrano in "Gioco di strategia astratto" anche con la casualità.
Qualla con la quale Suna contesta è una definizione data dall'autore dell'articolo, non quella del senso comune.
Il senso comune vuole che:
I giochi di carte sono giochi da tavolo
cfr http://it.wikipedia.org/wiki/Gioco_da_tavolo#Giochi_di_carte
I giochi di strategia, per definizione, sono giochi in cui la vittoria è condizionata da scelte strategiche e quelli astratti non hanno temi.
Il che rende gioco di strategia astratto per "briscola" un termine corretto anche in senso comune.
Che poi non si "usi" è un'altro conto.
NB: è solo il mio parere.
Niccolò:
secondo la definizione di callois, sostanzialmente astratto coincide con "gioco a bassa mimesi". e peraltro non è che tutti i giochi astratti lo siano "totalmente". mentre go, forza4 e dama sono astratti al 100%, scacchi e i suoi infiniti parenti (shogi, per esempio?) hanno una "ruimentale ambientazione", un minimo di tema di fondo. l'astrazione quindi non è una categoria assoluta, ma una scala, e chiamiamo astratti quei giochi che si approssimano al fondo della scala.
Manfredi Arca:
cosi come la componente strategica è una scala!
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