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Definire l'Astratto (di J.Mark Thompson)

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Manfredi Arca:
Col punto di vista dell'articolo da te citato se con una mossa si può letteralmente capovolgere le sorti della partita non credo che il gioco abbia molta "risolutezza".

Suna:
Infatti le quattro caratteristiche sono a due a due antitetiche e il trucco è bilanciarle.
Un gioco tutto sbilanciato verso la risolutezza non sarà drammatico e viceversa.

Manfredi Arca:
Also, proprio per la loro antiteticità, con la mia precedente affermazione intendevo dire che:

il gioco degli scacchi è un'eccezione in cui le quattro qualità coesistono in buona misura anche se sono antitetiche.

Spero si capisca (sono a lav.)

Niccolò:
io purtroppo trovo estremamente noiosi i giochi "a stato fisso" e contemporaneamente senza informazioni segrete o scelte a doppio cieco, tranne nella fase iniziale di scoperta, perchè si basano preponderantemente sulla capacità e profondità di lettura dello stato di gioco e molto poco sulla lettura dell'avversario e del suo stile. (scacchi compresi). per cui i miei personali consigli su come fare un gioco astratto si concentrerebbero moltissimo su come evitare di fare un gioco dove chi ha semplicemente più potenza da calcolo vince, e di trovare modi di infilare nell'equazione l'intuizione, che è più immediatamente divertente e appagante da usare.

(OVVIAMENTE cfr. chess 2.0 di David Sirlin)

Suna:
E qui non concordo affatto con Niccolò Maria, ma è meramente una questione di gusti.
Non so cosa intenda per intuizione, ma mi verrebbe da pensare che in giochi strategici l'intuizione consista in un calcolo veloce e approssimativo, "a naso".
Io trovo piacevole passare del tempo a calcolare mosse, lo trovo rilassante...

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