Chiacchieriamo > Generale
Bomboloni alla creama gay, ok...Ma fuori di qui come li chiamo?
Fealoro:
Nella mia (breve) esperienza di organizzazione di (piccole) CON ho sempre usato il termine "Giochi di Ruolo".
Se uno legge Giochi di Ruolo e capisce DnD o Vampiri, pazienza, se ne rende conto quando arriva.
Per assurdo questo non è un problema di giochi moderni vs tradizionali, ma è/era un problema anche quando dovevamo spiegare GURPS o Richiamo di Cthulhu a chi pensava esistesse solo DnD o Masquerade. Si sa che i gruppi di gdr hanno difficoltà a provare cose nuove.
Io trovo che usare il termine Giochi di Ruolo rassereni gli animi ed eviti inutili estremismi. E penso che alla fine sia molto più comprensibile.
Come dice Rafu, eventualmente aggiungi il nome dei giochi, così crei più interesse che usare etichette e nomignoli.
Anche il disclaimer della GnoccoCON secondo me è molto utile, qualcosa di simile usammo anche noi per UtopiaR.
Paolo "Ermy" Davolio:
Come dice Ezio, la denominazione di "questi giochi" è un problema ormai storico che era stato affrontato ampliamente in passato (e di cui OVVIAMENTE non riesco a ritrovare il link... -.-).
Fondamentalmente sono d'accordo con quello che ti hanno già scritto Ezio e il Rafu.
In particolare, credo che dipenda decisamente da chi sono gli interlocutori con cui parli.
1) Si tratta di gente totalmente "vergine" al gdr? Allora io non li chiamerei nemmeno "giochi di ruolo", è un termine che tende a fare paura, "Una mia amica mi ha detto che chi fa quei giochi li, venera satana!".
Praticamente qualsiasi termine è meglio di "gdr", in questo caso (giochi di storie? Giochi di personaggi? Giochi e basta?).
2) Si tratta di gente che conosce solo i gdr mainstream, da scaffale, cioè il Parpuzio? Allora lasciamo stare del tutto termini e categorie. Zero definizioni, zero etichette, zero teoria. Si parla di singoli giochi. Cani nella Vigna è un gdr, come Avventure in Prima Serata, come Polaris, come D&D, come Vampiri (cioè, noi lo sappiamo che NON sono uguali e perché - ma l'esperienza ci ha insegnato che è un concetto che non si riesce a trasmettere senza una solida prova sul campo).
Sui dettagli dei singoli sistemi poi ci si potrà soffermare in fase di spiegazione (e comunque rigorosamente SENZA termini del Big Model o definizioni di teoria superflue, che fanno più danni che bene, esperienza docet), ma in partenza quello che deve attirare è il colore: Vampiri è un gioco cupo dove i personaggi sono creature della notte dominate dal conflitto tra umanità e bestia; Cani nella Vigna è un gioco a tinte western in cui i personaggi sono adolescenti ancora vergini che non sanno nulla della vita, con la pistola in una mano e la bibbia nell'altra, chiamati a decidere chi merita di vivere e chi di morire, guidati solo da una dottrina imperfetta. E così via.
Poiché bisogna far passare il messaggio che ogni gioco è DAVVERO diverso (dato che Agon è un altro mondo rispetto ad AiPS, che è un altro mondo rispetto ad Universalis, che è un altro mondo rispetto a CnV, ecc ecc ecc...) allora bisogna DAVVERO ragionare solo per singoli giochi.
3) Sei con gente che sa già di cosa parli, cioè gente che ha già provato ed apprezzato diversi giochi indie? Vedi un po' che parola preferisci, a quel punto la terminologia passa in secondo piano, dato che a quel punto il tuo interlocutore sa già di che genere di giochi parli. Io tendenzialmente parlo di giochi indie, altri preferiscono dire funzionali, o coerenti, o forgiti... Con questo tipo di interlocutore un termine vale l'altro, a meno che non stiate facendo delle analisi di teoria o non vogliate davvero essere precisi per qualche altro motivo.
In generale comunque, molti qui ti diranno (e io sono tra loro) che "New Wave" è in assoluto da evitare e da dimenticare come termine.
Si tratta di una parola nata anni fa da alcuni utenti di gcg su di un altro forum, una scelta storica che si è poi rivelata particolarmente infelice. Nelle buone intenzioni di chi l'aveva pensata e promulgata, voleva appunto essere un termine per definire tutti i gdr "che sappiamo noi" in maniera chiara, ad uso e consumo di chi era abituato solo al tradizionale...
Ma nella pratica è stata utilizzata da chi non conosce a fondo i "bomboloni alla crema" per ghettizzare questi giochi e definire un confine illusorio in cui racchiuderli, per allontanarli o per generalizzare dei pregiudizi. "Nei New Wave non si tirano i dadi" "I New Wave hanno i manuali corti e brutti!" "Nei New Wave tutti fanno il master; me a non piace fare il master, io voglio giocare!" "Suggeritemi un gioco nel mio topic, ma non New Wave che mi fanno schifo" "Ho voglia di provare un gioco nuovo, ma dimmi quali sono New Wave così li evito"* e così via.
In pratica, "New Wave" ha fatto più danni che altro, creando un'etichetta per separare i giochi indie dai "veri" gdr (come se, appunto, tutti i giochi indie/forgiti/coerenti ecc ecc. fossero lo stesso gioco).
...ok, credo di avere dette tutto. Spero. ;-)
* quest'ultima me l'ha detta quest'anno un ragazzo nuovo al corso di gdr qui a Reggio - immaginate che salti mortali ho dovuto fare per convincerlo che Cani nella Vigna, che lo ispirava, non faceva venire l'orticaria.
Moreno Roncucci:
Non esiste un termine che comunichi "bene" a tutti (e mica solo in questo ambito, eh, è una cosa generale appena si va su concetti più specifici e non noti a tutti)
Esempio: se ti rivolgi ai giocatori di ruolo di vecchia data, credo che nulla vada meglio di "giochi ruolo nuovi". Non stare ad incartarti sul fatto che alcuni magari sono più vecchi di giochi che hanno comprato loro l'anno scorso, per loro sono NUOVI.
Viceversa, se non ti rivolgi a giocatori di ruolo sfegatati, appassionati, che giocano regolarmente da anni, (cioè, se ti rivolgi a gente normale o a chi ha smesso di giocare di ruolo) evita come la peste di usare "gioco di ruolo". Fa fuggire la gente comunque dà un impressione sbagliata (se vengono ti chiedono dove sono i draghi e le miniature)
Quindi, non esiste una risposta "generica", devi parlare del caso specifico.
Aggiungo qui alcuni problemi di nomenclature più "tecniche":
- "giochi coerenti": a parte il problema di comunicazione (è uno dei termini più incompresi e usati male nelle discussioni via forum), io mica ci metto la mano sul fuoco che tutti i giochi di cui parliamo qui siano coerenti... (no, nomi non ne faccio, nella maggior parte dei casi non sono sicuro manco che non lo siano)
- "giochi forgiti". Anche considerando la "definizione allargata" ("giochi in cui l'autore dice di essersi ispirato alle teorie forgite o sente comunque un senso di appartenenza a the forge") che comunque è quella propugnata da Edwards, tiene fuori Dubbio, the Upgrade, Spirito del Secolo e Esoterroristi, come minimo.
- "giochi indie": tiene fuori Esoterroristi, Mouse Guard, e (forse, non sono sicuro) un Penny per i miei pensieri. Forse anche altri, ma non sono mai andato a fare le pulci ai giochi su questo. Comunque è una categoria economica. non tecnica.
- "giochi Narrativisti". Qui restano fuori Il Gusto del delitto, 1001 Nights, probabilmente Fiasco e lo Spirito del Secolo, Poi il Gumshoe e ovviamente tutti i giochi "di dubbia coerenza" di cui parlavo prima.
- "giochi non tradizionali": lascia fuori il Esoterroristi (e tutto il Gumshoe), e come evoluzione del "tradizionale", si potrebbe discutere di FATE.
Si possono usare queste categorie "tecniche" per delimitare l'offerta (per esempio, al Forge Booth ci vanno solo giochi indie. Non si ha nessuna richiesta sulla coerenza, invece), ma lo trovo poco appropriato per la scena italiana (specie se ci si vuole rivolgere a persone che non masticano queste cose tutti i giorni)
Serenello:
Non so darti un consiglio, quindi ti darò la mia esperienza personale.
Quando me lo si chiede, io mi riferisco a GIOCHI DI RUOLO. Punto. E' un gioco in cui interpreti uno o più ruoli.
Ovviamente il background di chi ho davanti cambia molto il seguito della discussione. Se è un accanito giocatore di tradizionali, farò paragoni con le promesse (non mantenute sic) di D&D o Vampiri.
Se è un novizio completo cerco di spiegare come siano giochi il cui scopo è raccontare la storia del proprio protagonista, e li paragono spesso a giochi da tavolo (sia come durata che come approccio "queste sono le regole, te le spiego").
Se è un veterano che ha smesso metto in luce le cose che in D&D non ha mai visto, come la possibilità in Trollbabe di narrare COME vieni sconfitto, o il ruolo del master a rotazione in Polaris.
Il punto è che di solito dopo 15 secondi di parole dico "vabbè dai, proviamo, hai tempo?" purtroppo 99/100 delle volte è due di picche dai giocatori di tradizionali e ex-giocatori. I novizi invece si sono (con mia assoluta sorpresa) ripresentati tutti volenterosi di provare.
Spero di essere stato utile :)
il mietitore:
Uhm, beh, GDR New Wave credo sia sputtanato da chi frequenta i forum, dato che egli sa il casino che c'è dietro al termine. Ma per il "casual gamer", o per chi proprio un gamer non è, GDR New Wave vorrà dire "Gioco di ruolo più recente della media, che probabilmente si distingue per qualche meccanica differente da quello a cui sono abituato".
Ti dico: quando cominciai a vagare per la rete e mi imbattei per la prima volta sul termine, quello fu più o meno quello che pensai, senza conoscere giochi di quel tipo o altro. Il mio primo GDR New Wave fu In Space, e lo scoprii praticamente per caso, senza che qualcuno mi dicesse prima cosa fosse, come funzionasse, quali fossero i principi base della teoria su cui era costruito.
Quindi ripeto: secondo me "GDR New Wave", se si parla di casual gamer o di non-gamer, va bene: ispira curiosità-modernità-futuro!-surf-azzurro. Se il target è un po' più vicino ai giochi di ruolo tradizionali, allora è meglio trovare altro, dato che in tal caso si potrebbe innescare il processo del "ma perchè devo seguire questa new wave quando io con i tradizionali ci sto così bene".
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