Come dice Ezio, la denominazione di "questi giochi" è un problema ormai storico che era stato affrontato ampliamente in passato (e di cui OVVIAMENTE non riesco a ritrovare il link... -.-).
Fondamentalmente sono d'accordo con quello che ti hanno già scritto Ezio e il Rafu.
In particolare, credo che dipenda decisamente da chi sono gli interlocutori con cui parli.
1) Si tratta di gente totalmente "vergine" al gdr? Allora io non li chiamerei nemmeno "giochi di ruolo", è un termine che tende a fare paura, "Una mia amica mi ha detto che chi fa quei giochi li, venera satana!".
Praticamente qualsiasi termine è meglio di "gdr", in questo caso (giochi di storie? Giochi di personaggi? Giochi e basta?).
2) Si tratta di gente che conosce solo i gdr mainstream, da scaffale, cioè il Parpuzio? Allora lasciamo stare del tutto termini e categorie. Zero definizioni, zero etichette, zero teoria. Si parla di singoli giochi. Cani nella Vigna è un gdr, come Avventure in Prima Serata, come Polaris, come D&D, come Vampiri (cioè, noi lo sappiamo che NON sono uguali e perché - ma l'esperienza ci ha insegnato che è un concetto che non si riesce a trasmettere senza una solida prova sul campo).
Sui dettagli dei singoli sistemi poi ci si potrà soffermare in fase di spiegazione (e comunque rigorosamente SENZA termini del Big Model o definizioni di teoria superflue, che fanno più danni che bene, esperienza docet), ma in partenza quello che deve attirare è il colore: Vampiri è un gioco cupo dove i personaggi sono creature della notte dominate dal conflitto tra umanità e bestia; Cani nella Vigna è un gioco a tinte western in cui i personaggi sono adolescenti ancora vergini che non sanno nulla della vita, con la pistola in una mano e la bibbia nell'altra, chiamati a decidere chi merita di vivere e chi di morire, guidati solo da una dottrina imperfetta. E così via.
Poiché bisogna far passare il messaggio che ogni gioco è DAVVERO diverso (dato che Agon è un altro mondo rispetto ad AiPS, che è un altro mondo rispetto ad Universalis, che è un altro mondo rispetto a CnV, ecc ecc ecc...) allora bisogna DAVVERO ragionare solo per singoli giochi.
3) Sei con gente che sa già di cosa parli, cioè gente che ha già provato ed apprezzato diversi giochi indie? Vedi un po' che parola preferisci, a quel punto la terminologia passa in secondo piano, dato che a quel punto il tuo interlocutore sa già di che genere di giochi parli. Io tendenzialmente parlo di giochi indie, altri preferiscono dire funzionali, o coerenti, o forgiti... Con questo tipo di interlocutore un termine vale l'altro, a meno che non stiate facendo delle analisi di teoria o non vogliate davvero essere precisi per qualche altro motivo.
In generale comunque, molti qui ti diranno (e io sono tra loro) che "New Wave" è in assoluto da evitare e da dimenticare come termine.
Si tratta di una parola nata anni fa da alcuni utenti di gcg su di un altro forum, una scelta storica che si è poi rivelata particolarmente infelice. Nelle buone intenzioni di chi l'aveva pensata e promulgata, voleva appunto essere un termine per definire tutti i gdr "che sappiamo noi" in maniera chiara, ad uso e consumo di chi era abituato solo al tradizionale...
Ma nella pratica è stata utilizzata da chi non conosce a fondo i "bomboloni alla crema" per ghettizzare questi giochi e definire un confine illusorio in cui racchiuderli, per allontanarli o per generalizzare dei pregiudizi. "Nei New Wave non si tirano i dadi" "I New Wave hanno i manuali corti e brutti!" "Nei New Wave tutti fanno il master; me a non piace fare il master, io voglio giocare!" "Suggeritemi un gioco nel mio topic, ma non New Wave che mi fanno schifo" "Ho voglia di provare un gioco nuovo, ma dimmi quali sono New Wave così li evito"* e così via.
In pratica, "New Wave" ha fatto più danni che altro, creando un'etichetta per separare i giochi indie dai "veri" gdr (come se, appunto, tutti i giochi indie/forgiti/coerenti ecc ecc. fossero lo stesso gioco).
...ok, credo di avere dette tutto. Spero. ;-)
* quest'ultima me l'ha detta quest'anno un ragazzo nuovo al corso di gdr qui a Reggio - immaginate che salti mortali ho dovuto fare per convincerlo che Cani nella Vigna, che lo ispirava, non faceva venire l'orticaria.