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[SLOWDOWN] Giocare per la storia o per gli interessi della trollbabe

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Moreno Roncucci:

--- Citazione da: Paolo Bosi - 2011-06-03 13:22:37 ---ma allora anche i Conflitti sono risorse. La mia trollbabe Filofi ha un obiettivo, già dalla seconda scena si è immaginata come sta girando la situazione (adesso) e vuole che si risolva in una determinata maniera. Ma non sono io direttamente a volerlo. Io da giocatore sono stato da questo lato della scheda, ho visto come ha reagito alle situazioni fin'ora (mostrandosi forte con gli uomini e facendo spesso la spavalda, cercando di dominare su tutti e mettendoli in imbarazzo col mix fra femminilità e forza bruta) e so che vuole salvare la ragazza (vi rimando alla mia avventura sul PbF per delucidazioni).
Quindi quando chiedo un Conflitto è perchè ho visto una possibile svolta nella trama a favore del mio obiettivo.
--- Termina citazione ---

No. Dell'Obiettivo della Trollbabe.

Ovvio che poi la trollbabe la giochi tu, ma i due piani "Autore/attore/regista/spettatore/fan della trollbabe" e "giocatore del gioco" sono separati, l'ultimo è subalterno al primo (mentre in un gioco gamista il primo sarebbe subalterno al secondo).

E questo è un ottimo esempio del perchè certe cose bisogna giocarle: guarda la difficoltà di spiegare, a parole, una cosa che gran parte dei giocatori di gdr fa da anni senza nessuna difficoltà, e che gli viene naturale al tavolo...   ::)


--- Citazione ---Sposto la ipotetica telecamera su un particolare che mi interessa e già in quel punto ho investito parte delle mie risorse per spingere la storia nella direzione che voglio. Ovviamente posso perdere il conflitto e dovrò tirarmi fuori dai guai in qualche maniera, forse sarò costretto ad abbandonare il mio obiettivo. Ma prima avrò lottato per ottenerlo.
--- Termina citazione ---

Tecnicamente, "risorse" si usa per cose spendibili, e che una volta spese calano (anche se l puoi recuperare o reintegrare). Poi ci sono le cose che la trollbabe può fare senza che calino (abilità, tratti, etc.) e c'è il posizionamento nella fiction (la trollbabe è diventata capo di una tribù e può dare quindi ordini, usando il suo posizionamento nella fiction. Idem per il +1 nel vecchio D&D se attaccavi dall'alto)

Detto questo...  non ho capito.

Il gdr è una conversazione.

Tu dici "Minni va a destra"
Il GM risponde "A destra vedi un sentiero che si inerpica sulla montagna, passando in mezzo al bosco"
Tu dici "procedi cautamente, e sto in guardia contro eventuali aggressori"
etc etc.

Che cosa c'è in trollbabe che ti pensare che non sia una conversazione? Che devi "spendere" qualcosa per dire "conflitto" invece che "evviva"?


--- Citazione ---io leggo le avventure di Gabrielle e vedo Caleb chiamare Conflitti, cioè investire risorse in un possibile risultato. Quando Caleb qui chiede un conflitto magia per curare il troll, io vedo la sua trollbabe spingere per avere la sua fiducia E avere un alleato in forze. Ma se poi abbandona alla prima difficoltà... io non so più cosa voleva. Come mai ha chiamato quel conflitto?

--- Termina citazione ---

Come "avvocato" di Caleb, ha fatto benissimo a mollare, se la sua "cliente" non voleva andare in causa in cassazione spendendo 200.000 euro di spese legali senza la certezza di recuperarle, per una cosa che per lei non ne valeva più di 500.

Come giudice (lo sei, come tutti gli altri al tavolo) l'avvocato ti ha spiegato bene "no, non andiamo in appello". Ti ha fatto capire quanto la sua cliente tiene a quella cosa.

E' stato un ottimo avvocato, che ha fatto gli interessi della sua cliente, seguendo i suoi (di lei) desideri.

Pensi che sarebbe stato un ottimo avvocato se avesse detto "signor giudice, la mia cliente vorrebbe ritirarsi, ma io in tribunale sono convinto che un avvocato debba sempre andare in cassazione. Le ho estorto una firma, così andiamo in appello anche se lei non vuole..."

E se l'avvocato arriva fino in cassazione per QUALUNQUE COSA, dal conflutto per salvare suo figlio fino al conflitto per arrivare prima alla coda per i formaggi al supermercato.... TU COME CAVOLO FAI A CAPIRE COS'E' IMPORTANTE PER LEI???????

[crosspost con Ezio]

Caleb75:
Scusate il ritardo, ma sono stato molto indaffarato in questi giorni.

Dunque, Aetius e Moreno sostengono che l'importante è immedesimarsi nel personaggio, e su questo io sono d'accordissimo. Infatti, è quello che faccio sempre, nel limite del possibile (ultimamente ho avuto occasione di giocare a D&D con un gruppo di giocatori che lasciano poco spazio all'interpretazione, ad esempio).

Temo di essermi espresso male quando ho detto di "giocare per la storia", ma quel che intendo è che in trollbabe non c'è solo il volere del personaggio, ma anche quello del giocatore! Infatti non è il personaggio a scegliere come fallire i conflitti, bensì il giocatore. Se fosse la volontà del personaggio a scegliere in questo senso, ovviamente sceglierebbe sempre la soluzione più comoda. Quando Gabrielle è stata assalita dal troll alle spalle, e ha perso il conflitto, non era necessario che questi riuscisse a bloccarla, come mi ha fatto notare Spiegel. Ma a me personalmente questa soluzione piaceva. Ho scelto io, non lei.

Riguardo al non ritirare mai sui conflitti, io ritengo che Gabrielle non si sia ancora trovata in nessuna situazione in cui, per lei, valeva la pena di rischiare. E quanto al conflitto magico quando tento di guarire il troll, quello lo ha chiamato il master, non io: Gabrielle non aveva idea che usare l'incantesimo di guarigione fosse una cosa rischiosa (e qua magari sto violando l'ambientazione, ma - scusate - il post sulla magia senza conflitto l'ho abbandonato quando avete cominciato a scrivere in inglese, quindi non so se la magia comporti sempre un grado di rischio oppure no, proprio a livello di ambientazione).

Per concludere vorrei precisare che la mia trollbabe potrebbe anche non essere una scalmanata perturbatrice, ma magari avere anche una certa dose di riflessività. Lo so che personaggi senza tratti caratteristici esasperati sono più difficili di rendere, ma considerate che per il momento sono state scritte proprio due righe di storia in croce.

Ezio:
Facciamo un passo indietro, Alessandro.


Come fa la tua trollbabe, come fa Gabrielle a decidere qualcosa?
Dov'è il cervello di Gabrielle? Dov'è la sua volontà?
Alessandro... Gabrielle non esiste.
Gabrielle è un avatar del tutto dipendente dalla tua volontà. Anche in Trollbabe, anche nella logica del lasciarsi trascinare dal gioco e del "cavalcare la tigre" il personaggio rimane un costrutto della TUA immaginazione. E il pupazzo del ventriloquo a cui lui da una propria personalità e lo immagina vivo, ma, in fin dei conti è sempre lui a decidere cosa succede.


Immedesimarsi significa proprio questo: portare TE STESSO in quel mondo. Chiederti cosa faresti tu IN QUELLA SITUAZIONE. Se tu fossi Gabrielle, cosa faresti? Non "Cosa farebbe Gabrielle", ma "Cosa farebbe Alessandro se fosse Gabrielle". E' così in TUTTI i giochi di ruolo, ma Trollbabe ha il vantaggio di renderlo evidentissimo. Non hai un background o una costruzione complessa di comportamenti predeterminati, sei costretto, nel gioco, a buttarti anima e corpo nella simulazione, oppure non ci salti fuori: non sai cosa fare.
E' questa la differenza tra la classica "interpretazione" (qualunque cosa voglia dire) e il giocare a Trollbabe.


E' anche la ragione per cui Trollbabe e altri giochi sono così emotivamente soddisfacenti. Abbattono ogni filtro tra te e le emozioni del gioco e arrivano a farti mettere in gioco direttamente.
Le risposte che darai nel gioco (quali Conflitti sceglierai, da quali ti ritirerai) diranno molto su di TE, Alessandro.


Una cosa importante da ricordare è comunque non fare queste scelte in base alla "bella storia". La storia non c'è, l'hanno portata via. Stai dalla parte di Gabrielle e falla lottare quando ne senti il bisogno, il resto verrà da sé. Non farla ritirare dal Conflitto perché: "Se perdo ora viene una bella storia", ma limitati a stringere i denti quando vuoi davvero ottenere qualcosa e a non preoccuparti troppo quando non è così.



--- Citazione da: Caleb75 - 2011-06-04 16:29:50 ---il post sulla magia senza conflitto l'ho abbandonato quando avete cominciato a scrivere in inglese, quindi non so se la magia comporti sempre un grado di rischio oppure no, proprio a livello di ambientazione

--- Termina citazione ---


Non preoccuparti.
Le cose importanti emerse da quel thread importanti per questo sono che non necessariamente la magia necessita di un conflitto, ma basta seguire le normali regole: un Conflitto c'è quando qualcuno si oppone a quello che la trollbabe vuole ottenere.
In secondo luogo è importante ricordare che nessun giocatore al tavolo ha il controllo al 100% dei dadi. Ogni singola azione della trollbabe, anche aprire una porta o mangiare un panino potrebbe diventare un Conflitto, ed è necessario accettare questo fatto per giocare.


Cosa succederebbe se il malvagio oste-stregone avesse trasformato sua moglie in un cetriolo che ha servito alla trollbabe in un panino? Se la moglie è la Posta il GM sarebbe obbligato a chiamare un Conflitto per la semplice ragione che il giocatore ha detto: "Mangio il panino".


E' un esempio un po' estremo, ma rende l'idea: ogni singola azione può essere l'inizio di un Conflitto, e questo è il cuore di Trollbabe.

Niccolò:
io non credo che sia "cosa farebbe alessandro se fosse gabrielle?", ma "cosa alessandro crede sarebbe figo che facessee gabrielle?"... (oddio che frase incomprensibile...) ovvero:

in ogni situazione chiediti "cosa posso fare che faccia vedere in modo chiaro ciò che rende fantastico il mio personaggio?"

Caleb75:
Non sono molto d'accordo con quello che dici, Ezio. Se fosse così, allora in qualsiasi gioco si interpreterebbe sempre lo stesso personaggio, e cioè sé stessi trasposti in qualche altra realtà. Lo so bene che in ogni personaggio che creiamo c'è un po' di noi stessi, ma se io interpreto un pirata non mi comporto certo come quando interpreto un bardo.

La mia osservazione era relativa al fatto che le conseguenze dei tiri falliti non le decidi con la "testa" del personaggio, ma con quella del giocatore. Quindi, relativamente a questa scelta, io tendo a decidere in base a quello che mi sembra più stuzzicante per il pathos.

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