Autore Topic: [SLOWDOWN] Giocare per la storia o per gli interessi della trollbabe  (Letto 7628 volte)

Serenello

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Il nostro PbF didattico continua a produrre spunti di discussione interessanti ^^
Partiamo descrivendo la situazione:

Questa è l'avventura di Alessando/Caleb - http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4655.0.html

Ad un certo punto io sono intervento perchè mi sembrava assurdo che non ritirasse mai (Gabrielle è la sua trollbabe, ma io ci sono passato e so com'è facile perdersi nei meandri del "capire il gioco" invece che giocare e basta, e so quanto la prima opzione sia dannosa) - http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4633.msg120404.html#msg120404

Ne è nata una piccola discussione

Leggevo l'avventura di Caleb: perchè non ritiri mai?
Leggevo l'avventura di Caleb: perchè non ritiri mai?
L'unico conflitto su cui finora avrei ritirato, se lo avessi perso, è quello con cui mi divincolavo dalla stretta del troll. Riguardo agli altri conflitti ho avuto l'impressione che avrebbero portato ugualmente a svolte interessanti, anche in caso di fallimento.
Ti dispiace se spostiamo la discussione in Gioco Concreto?
Per quello che penso di aver capito io, stai giocando male. Però si va a parlare di advocacy, che è uno degli argomenti su cui sono meno ferrato.

Il sunto più o meno è che tu devi giocare gli interessi della tua trollbabe. Lei in gioco userebbe tutte le risorse a sua disposizione per raggiungere i suoi obbiettivi, ovviamente col limite del "quanto sei disposto a rischiare?". Però il primo ritiro (ostacolata) è praticamente gratis.
Dei quattro conflitti che hai fato fin'ora, due li hai chiamati tu. Vuoi dirmi che hai chiamato conflitti che non avevi interesse a vincere?
Ti dispiace se spostiamo la discussione in Gioco Concreto?
Per quello che penso di aver capito io, stai giocando male. Però si va a parlare di advocacy, che è uno degli argomenti su cui sono meno ferrato.

Il sunto più o meno è che tu devi giocare gli interessi della tua trollbabe. Lei in gioco userebbe tutte le risorse a sua disposizione per raggiungere i suoi obbiettivi, ovviamente col limite del "quanto sei disposto a rischiare?". Però il primo ritiro (ostacolata) è praticamente gratis.
Dei quattro conflitti che hai fato fin'ora, due li hai chiamati tu. Vuoi dirmi che hai chiamato conflitti che non avevi interesse a vincere?
Non so cosa voglia dire advocacy, ma in effetti io gioco più che altro ai fini della storia che hai fini dell'interesse della trollbabe. Ad esempio, anche se Gabrielle fosse stata catturata, credo che sarebbe stato ugualmente interessante. Magari sbaglio. Apriamo pure una discussione apposita, se vuoi. In questo preciso momento vado un po' di fretta, scusa per la risposta sbrigativa! Ciao
Ti dispiace se spostiamo la discussione in Gioco Concreto?
Per quello che penso di aver capito io, stai giocando male. Però si va a parlare di advocacy, che è uno degli argomenti su cui sono meno ferrato.

Il sunto più o meno è che tu devi giocare gli interessi della tua trollbabe. Lei in gioco userebbe tutte le risorse a sua disposizione per raggiungere i suoi obbiettivi, ovviamente col limite del "quanto sei disposto a rischiare?". Però il primo ritiro (ostacolata) è praticamente gratis.
Dei quattro conflitti che hai fato fin'ora, due li hai chiamati tu. Vuoi dirmi che hai chiamato conflitti che non avevi interesse a vincere?

secondo me, ti sbagli. perdere il secondo conflitto è un inconveniente non da poco, e non dovrebbe mai essere rischiato se non per cose davvero importanti. quando poi decidi di ritirare, dai un'indicaione ben precisa al gm su cosa ti piac davvero, quindi anche per questo non devi farlo troppo liberamente.
Non entro nel merito dell'advocacy. Ma se volete parlare di Advocacy e Trollbabe, spostatevi magari in Sotto il Cofano sotto la supervisione di Moreno. Vi aiuterà molto di più a capire il concetto di Advocacy (per problemi di connessione non apro il thread io).

Un consiglio per Caleb:

per il momento non stai giocando male, i risultati non sono sgradevoli e stai imparando a capire bene le dinamiche del gioco.
Se però è vero che stai prendendo le decisioni in base alla "storia più interessante" provo a darti un consiglio: non lo fare.
Pensa esclusivamente a quello che vuole la Trollbabe.
Magari vuole essere catturata dai nemici per avere un vantaggio dopo (spesso l'eroe si fa catturare per entrare nell'accampamento nemico), ma questa è un'altra storia. Se vuoi riprodurre un effetto come questo (essere catturata perché era un piano)

A - o fa parte di un conflitto Sociale "entro nel loro accampamento", e durante la fase E&T dici "mi faccio catturare e condurre come prigioniera"
B - perdi un conflitto venendo catturata...e poi ti inventi che era tutto un piano!

questi due sopra son solo esempi. Le casistiche possono essere molto maggiori. Sono le prime due idee che mi sono venute in mente.

Ma il mio consiglio generico è: vivi la Trollbabe in base a quello che lei vuole. Se non vuoi ritirare, se non vuoi essere ferita o messa fuori combattimento fallo unicamente perché pensi che la tua Trollbabe non rischierebbe per cose di quel tipo. Non pensare a quanto viene bella la storia.
Le regole si stanno già occupando di far venire una bella storia! Tu preoccupati solo del bene della tua TB.

Tutto questo lo dico sottolineando che "a mio avviso tu fin'ora stai giocando bene". Quello è solo un consiglio. Nel PbF forse non si sente, ma dal vivo ti godrai le giocate 1000 volte di più, te lo dico per esperienza diretta, provata proprio questo finesettimana. ^_^


I consigli che da Spiegel sono già ottimi, ma visto che Alessandro è qui anche per capirne qualcosa (e non solo per divertirsi ;) ) ho pensato facesse bene a tutti un piccolo aiuto su cos'è l'advocacy è perchè è fondamentale in un gioco come trollbabe.

Grazie in anticipo a chiunque interverrà.

Il thread è preventivamente in SLOWDOWN perchè l'argomento è ostico e voglio essere in grado di contribuire e capire al 100% anche se non ho una infinità di tempo libero :)

Moreno Roncucci

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Inizio dall'elefante in mezzo alla stanza.

Ha ragione Alessandro a mollare i conflitti: non solo non viola l'Advocacy, ma potrebbe essere questo fare advocacy in quella circostanza. Paolo,  fare Advocacy non vuol dire "giocare forsennatamente per vincere ogni conflitto". Non è che se fai l'advocacy di una suora, quella combatte fino alla morte contro un parrocchiano che non vuole fare l'elemosina...

Riprendo dal manuale delle giovani marmotte (che ha tutte le risposte) http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4214.0.html
Sezione "Advocacy":

Character Advocacy
[link][inglese] Character Advocacy, in breve  http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,2336
Character Advocacy: cos'è http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4231.0.html
Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy  http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4209.0.html

Tutte le risposte alle domande che saltano fuori sull'advocacy sono lì (ovvio, è il manuale delle giovano marmotte...), in particolare:

--------------
[...]
...si può definire la Character Advocacy come un ruolo  che il sistema di gioco (che è fatto anche dalle abitudini al tavolo - ricordatevi il principio di lumpley) assegna al giocatore per le necessità "drammatiche" (o meglio, narrative) del gioco narrativista

Non è una cosa che "hai fatto una volta".  E' un ruolo che il sistema (il tavolo) ti assegna. Che ti assumi. Lo fai bene, lo fai male, si vedrà dal fatto che il tuo personaggio (o personaggi) diventino veri protagonisti o restino pedine, macchiette, schede, o anche antagonisti (in Contenders succede, per esempio, quando un pugile non ha più speranza di raggiungere i suoi obiettivi, e il giocatore gioca per non farli raggiungere anche agli altri. Non è sbagliato dal punto di vista del gioco, è un effetto normale, che divide i PG in protagonisti  - definiti da quello che vogliono e cosa fanno per ottenerlo - e antagonisti, definiti da come si oppongono ai desideri degli altri)

Parlando di questo ruolo con Simone (Spiegel) per telefono ho usato una descrizione che poi lui ha postato nel forum.  Lo quoto, completando questo circolo vizioso di citazioni...   ;)

"Il personaggio non esiste. Un particolare personaggio non ha voce, non ha pensieri, non ha opinioni. Esiste nella fiction, ma non esiste nella realtà. Quando quel personaggio viene descritto alle persone reali queste potrebbero benissimo sbadigliare e dire «ma a me che me ne frega di questa cosa?», e il personaggio non avrebbe voce in capitolo, non riuscirebbe a far capire perché lui è rilevante. Ha bisogno di una persona vera, reale, che prenda le sue parti, che difenda i suoi obiettivi, che faccia in modo che il personaggio, le sue azioni ed i suoi scopi, abbiano un peso rilevante nella fiction. Tutto ciò che il giocatore incaricato fa per tutelare il PG in questo senso ricade sotto il nome di Character Advocacy".

E' un buon riassunto della conversazione. In pratica, non basta "immaginare Pinco Pallino" per far sì che Pinco Pallino sia il protagonista di una storia. Non basta compilargli la scheda. Non basta tirargli i dadi. Perchè Pinco Pallino diventi un protagonista di una storia bisogna che le sue azioni e le sue scelte abbiano un peso. Siano importanti. Siano importanti e abbiano un peso nello sviluppo sostanziale degli eventi, cioè in quello che avviene nel campo di gioco, nel mondo reale

Prendiamo Topolino, che è il giocatore di Pinco Pallino.  Gioca con Pippo, Pluto e Clarabella.  E immaginiamo che Topolino si immagini nella sua testa le cose che fa Pinco Pallino, ma non parli mai agli altri giocatori delle sue motivazioni, delle sue scelte. Il tipico giocatore "ditemi quando devo tirare i dadi".  Potrà mai Pinco Pallino essere un protagonista della storia? Al massimo sarà "quello in alto a destra sulla foto, di cui nessuno si ricorda mai il nome, ma aveva una gran fortuna con i dadi"

Ma anche il caso corrispondente di un Topolino che fa grandi descrizioni epiche di cosa vuole Pinco Pallino... ma poi nei conflitti lo fa fallire apposta e ride "perchè è divertente" (o si fa serio "perchè è drammatico")..  il suo Pinco Pallino ha un "peso" nella storia o è solo una macchietta, un espediente narrativo?

No, il ruolo di Topolino è di esprimere, rappresentare le azioni e l scelte del personaggio, e di dargli peso (tramite le meccaniche), come un avvocato, davanti alla "giuria" composta da Pippo, Pluto, Clarabella e dal sistema di gioco

Questo non vuol dire che Pinco Pallino deve essere "l'eroe", né che deve vincere sempre.  Il Riccardo III di Shakespeare non è un protagonista? Thelma e Luise non sono protagoniste?

Ma faccio un esempio ancora più clamoroso.  A parte un paio di film davvero brutti in cui è davvero una macchietta...   Fantozzi, non è un protagonista? Specie nei primi due film, in cui si ribella, come una specie di Wile E. Coyote umano, cercando di emanciparsi dalla sua situazione, di conquistare la Signora Silvani...  fa ridere, fallisce sempre, ma comunque riesce a creare advocacy: vorresti che ci riuscisse. Te ne importa di quello che gli succede. Perchè? Perchè ha speranze e obiettivi comprensibili, te li esprime chiaramente e ci prova davvero a raggiungerli.
[...]
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-------------------------
[...]
Quindi, come si fa a fare un buon esempio di Character Advocacy? Devo descrivere una volta in cui ho fatto una cosa contraria agli interessi del personaggio per "interpretarlo meglio"? No. Questo ci dice che l'hai "interpretato", non se hai interpretato un protagonista o una macchietta.

Gli esempi di Character Advocacy fatti bene sono, per me, di due tipi:
1) un SISTEMA DI GIOCO che la usa (parlando quindi del sistema e di come agisce), se vuoi parlare di character advocacy come ruolo di gioco..

2) Se vuoi parlare invece di Characyer Advocacy FATTA BENE, RIUSCITA, allora... non è chi l'ha fatta che ne deve parlare! Dovete raccontare di una volta che UN ALTRO GIOCATORE vi ha fatto davvero appassionare alle vicende del suo personaggio, per tutta una partita / campagna, non solo per una scena! E come ha fatto!
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---------FINE ARGOMENTO ADVOCACY, PASSIAMO AL RESTO----------------------

Ci sono comunque altri problemi in quel play by forum:

Questo conflitto era Sociale (vuole costringere il troll a lasciarla) http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4655.msg118995.html#msg118995
Se voleva liberarsi con il combattimento, doveva farlo veramente di violenza, il troll non doveva mollarla per il dolore, ma perchè (per esempio) gli aveva rotto il polso, o qualcosa di simile.
L'ambiguità di questo conflitto comunque nasce a monte: nel definire come obiettivo il modo per ottenerlo.  Il vero obiettivo è farsi mollare. Poi a seconda del tipo di conflitto sarebbe avvenuto in maniera diversa, ma la narra il GM.

In generale, Caleb all'inizio fa troppo il laconico. Tira dadi, e non descrive un cavolo. Ecco, è LI' che sta violando l'Advocacy!! (O meglio, non segue il regolamento, che spinge all'advocacy. E' un ruolo preciso da regole del gioco, a cui lui cerca di sfuggire). Poi però si riprende in seguito, quando capisce meglio il gioco.

Più preoccupante invece il discorso "giocare per la storia".

Calen, Trollbabe è un gioco Narrativista. Cioè fatto per CREARE UNA STORIA.

Cosa significa? Che lo fa il sistema. Tu gioca e basta. Se giochi il tuo personaggio, avrai una storia appassionante.

Se giochi "per fare una bella storia", come dovresti fare in un gioco non fatto per questo scopo...  semplicemente provochi uno scontro frontale con il sistema. O un continuo attrito. Il sistema rovinerà la tua storia.  Il tuo giocare per la storia impedirà al sistema di funzionare. Finirete a prendervi (metaforicamente) a pugni.

La "regola zero" del gioco narrativista, la prima regola, fondamentale, sopra tutte le altre...  non prepararti una "bella storia" in testa!!! Anche se non sei il GM. Rovina il gioco anche se lo fa un giocatore! 

Gioca, e basta, senza avere tanta paura che se non ci pensi tu, la storia non venga fuori.

Riquoto quindi quello che ti ha già detto Simone, che è da scolpire nel granito:
Citazione
Se però è vero che stai prendendo le decisioni in base alla "storia più interessante" provo a darti un consiglio: non lo fare.
Pensa esclusivamente a quello che vuole la Trollbabe.
Magari vuole essere catturata dai nemici per avere un vantaggio dopo (spesso l'eroe si fa catturare per entrare nell'accampamento nemico), ma questa è un'altra storia. Se vuoi riprodurre un effetto come questo (essere catturata perché era un piano)

A - o fa parte di un conflitto Sociale "entro nel loro accampamento", e durante la fase E&T dici "mi faccio catturare e condurre come prigioniera"
B - perdi un conflitto venendo catturata...e poi ti inventi che era tutto un piano!

questi due sopra son solo esempi. Le casistiche possono essere molto maggiori. Sono le prime due idee che mi sono venute in mente.

Ma il mio consiglio generico è: vivi la Trollbabe in base a quello che lei vuole. Se non vuoi ritirare, se non vuoi essere ferita o messa fuori combattimento fallo unicamente perché pensi che la tua Trollbabe non rischierebbe per cose di quel tipo. Non pensare a quanto viene bella la storia.
Le regole si stanno già occupando di far venire una bella storia! Tu preoccupati solo del bene della tua TB.

P.S.: vedo che la (rventuale) modifica del Passo rallenta il gioco via forum. Beh, allora vi segnalo una cosa. Alla Inc quando ho modificato il passo di un conflitto dichiarato da lui, Ron ci è rimasto di sasso. Era convinto di aver cancellato quella regole, e invece se ne era dimenticato! Nella seconda edizione di trollbabe, nelle sue intenzioni chi dichiarava il conflitto decideva il passo, punto.

Ormai se n'è dimenticato e fa fede il manuale stampato, ma se volete passare alla "house rule di Ron" magari velocizzate il gioco via forum...

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Ezio

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Provo a dare anche io i mie due eurocent.


Quando gioco a Trollbabe, e ad alcuni altri giochi, uno fra tutti Polaris, io... gioco per vincere ^^


Ommioddio! Cosa sta dicendo Ezio! Gioca per vincere in un gioco Narrativista! Eresia! Gamismo! Rane Morte!
Calmi...


Io mi siedo al tavolo, e ho davanti la mia trollbabe. Lei ha degli obiettivi, se li costruisce man mano durante il gioco. Man manco che la storia si dipana io mi lascio prendere dal suo flusso e arrivo ad immedesimarmi molto profondamente in lei, a sentire cosa prova e quello che vuole (nello specifico, giocando Valeria, sono arrabbiato. Mi incazzo e ci do giù per nulla... è catartico). Sento profondamente la sua ansia di vittoria, la sua terribile spinta a voler ottenere i suoi obiettivi, spesso uno fra tutti: voglio arrivare in cima al Tempio, voglio distruggere il Culto del Dio Cornuto, voglio quella trolla come mentore e così via...


Quello diventa il mio obiettivo e io gioco per raggiungerlo. Lo faccio ESATTAMENTE come se avessi davanti un boardgame, con l'unica differenza che qui "la fiction" è una delle risorse a disposizione e uno dei passaggi obbligatori del regolamento. Ho un obiettivo, ho delle risorse: come posso sfruttare le seconde per ottenere il primo?
Questo significa che cerco di vincere ogni conflitto?
Manco per sogno!
Significa che sono costretto, momento per momento, a valutare cosa fare. A valutare se vale la pena spendere una determinata risorsa, se vale la pena continuare a seguire quella strada o piuttosto non conviene cercarne una meno resistita. Mollo più spesso di quanto mi ci impunti.


Qual'è il barbatrucco? Ricordi che ti ho detto che arrivo ad immedesimarmi nel personaggio? Tutti i ragionamenti "tattici" li faccio quindi dal "suo" punto di vista, e mi sono sorpreso, realmente sorpreso, a scoprire che, a volte, non ne valeva la pena. Mi è capitato di entrare a piedi pari in un Conflitto, convinto che fosse fondamentale, solo per scoprire, al primo tiro fallito, che per Valeria non era così importante, e che conveniva spendere le proprie risorse in un'altro modo.
Quella volta che la trollbabe della Lavi (avrò la sua testa, prima o poi), fece in modo che la mia venisse stuprata in gruppo per salvarsi la mia prima reazione fu di farmi uscire vapore dalle orecchie, prendere il dado e dire "Con..." Mi gelai, perché realizzai in quel momento che per Valeria il conflitto non c'era proprio, non ne valeva la pena. La parte grave era l'intenzione della sua "amica", non il resto, e su quello non poteva farci nulla. Inutile spendere risorse su qualcosa che le interessava relativamente (ma come! Non ti importa venire violentata?! No, non tanto, il tradimento brucia molto di più, il resto è appena diventato secondario). La vendetta.


Tieni presente poi che, come dice Moreno, in Trollbabe è assolutamente impossibile farsi i film in testa e capirai come questo genere di valutazioni è in uno stato di flusso continuo, queste valutazioni vengono rifatte tiro per tiro e, ogni volta, impari a conoscere meglio il tuo personaggio.


Ecco, così si crea una storia. Preoccupandosi del proprio compito specifico da giocatore: immedesimarsi nel proprio personaggio e lottando al suo fianco, dandogli voce quando gli serve, prendendo in mano i dadi per lui quando lo chiede, lasciandolo riposare e mollandoci quando non ce la fa più o non gli interessa così tanto.


Non ti sto parlando quindi di freddi calcoli, ma di uno stile di gioco estremamente passionale ed emotivo, che però sfrutta a pieno il sistema e le sue meccaniche per ottenere, come prodotto secondario dell'immedesimazione e dello sfruttamento maniacale e "powerplayer" delle regole, una storia interessante e coinvolgente.
« Ultima modifica: 2011-06-01 11:03:35 da Aetius »
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Serenello

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Grazie ad entrambi, sono due post molto utili e ne traggo sicuramente ispirazione.
Però mi rimane ancora un dubbio.
Partendo da questo passo di Ezio che condivido

Questo significa che cerco di vincere ogni conflitto?
Manco per sogno!
Significa che sono costretto, momento per momento, a valutare cosa fare. A valutare se vale la pena spendere una determinata risorsa, se vale la pena continuare a seguire quella strada o piuttosto non conviene cercarne una meno resistita. Mollo più spesso di quanto mi ci impunti.

ma allora anche i Conflitti sono risorse. La mia trollbabe Filofi ha un obiettivo, già dalla seconda scena si è immaginata come sta girando la situazione (adesso) e vuole che si risolva in una determinata maniera. Ma non sono io direttamente a volerlo. Io da giocatore sono stato da questo lato della scheda, ho visto come ha reagito alle situazioni fin'ora (mostrandosi forte con gli uomini e facendo spesso la spavalda, cercando di dominare su tutti e mettendoli in imbarazzo col mix fra femminilità e forza bruta) e so che vuole salvare la ragazza (vi rimando alla mia avventura sul PbF per delucidazioni).
Quindi quando chiedo un Conflitto è perchè ho visto una possibile svolta nella trama a favore del mio obiettivo. Sposto la ipotetica telecamera su un particolare che mi interessa e già in quel punto ho investito parte delle mie risorse per spingere la storia nella direzione che voglio. Ovviamente posso perdere il conflitto e dovrò tirarmi fuori dai guai in qualche maniera, forse sarò costretto ad abbandonare il mio obiettivo. Ma prima avrò lottato per ottenerlo.
E' questo che mi lascia un pò perplesso.

Come dice Moreno

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2) Se vuoi parlare invece di Characyer Advocacy FATTA BENE, RIUSCITA, allora... non è chi l'ha fatta che ne deve parlare! Dovete raccontare di una volta che UN ALTRO GIOCATORE vi ha fatto davvero appassionare alle vicende del suo personaggio, per tutta una partita / campagna, non solo per una scena! E come ha fatto!
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io leggo le avventure di Gabrielle e vedo Caleb chiamare Conflitti, cioè investire risorse in un possibile risultato. Quando Caleb qui chiede un conflitto magia per curare il troll, io vedo la sua trollbabe spingere per avere la sua fiducia E avere un alleato in forze. Ma se poi abbandona alla prima difficoltà... io non so più cosa voleva. Come mai ha chiamato quel conflitto?

Probabilmente nel mio primo post a Caleb mi sono espresso male, e sicuramente leggere quello linkato da Moreno mi ha aiutato a schiarirmi le idee.

Ezio

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Chiediti, allora, perché Caleb ha mollato. O, meglio, perché la sua trollbabe, Gabrielle, ha mollato, rimanendo nella fiction.
Inizialmente sembrava che ci tenesse tanto a guarire il troll. Era disposto a rischiare ferite, umiliazioni e, forse, la vita, pur di salvarlo, poiché QUESTO significa chiamare un Conflitto in Trollbabe. Gabrielle si è alzata in piedi e ha detto: "IO! Sarò io a salvarti, costi quel che costi!"


Poi, quando ha visto che il prezzo diventava troppo alto, che la situazione cambiava e che gli zombi si avvicinavano (Per inciso: notate come sia IL GIOCATORE ad aver cambiato le carte in tavola) ha deciso che c'era qualcosa di più importante da fare. In realtà Gabrielle non era disposta a subire più di un graffio per il troll (non ha mai ritirato).


Cosa ci dice questo di Gabrielle? Perché si sarà comportata così? Quale giudizio possiamo dare sul suo operato? Quale Conflitto la indurrà a usare tutte le sue risorse?


Non possiamo certo dire, ora, se Caleb sta giocando bene o male. Sta giocando, e sta giocando correttamente. Sceglie le sue battaglie, ci dice cosa è disposto a perdere per vincerle e, attraverso queste scelte, ci mostra la Gabrielle. Arriverà, prima o poi, il momento in cui dirà "No, questa non passa", e se non arriverà allora sì che potremo dire che c'è qualcosa che non va nel gioco.
Per come è strutturato Trollbabe, comunque, è solo una questione di tempo: se ci si immedesima nel personaggio, se lo si "sente" e si parteggia per lui, prima o poi qualcosa che NON PASSA arriva e quando questo succede tutti gli altri Conflitti mollati vengono rimessi in prospettiva.


Una cosa, poi, tengo a chiarirla, ci tengo molto.
Nel mio post paragono un certo tipo di approccio al gioco a quello che ho ai boardgame, ai giochi da tavolo. Questo potrebbe far passare l'idea di un gioco freddo, cerebrale.
Niente di più lontano, si vede che non avete mai giocato ad un boardgame con me :-P
Anche davanti a Risiko io mi incazzo, faccio il tifo e danzo sulle sedie. E, pur essendo un buon perdente, sono un pessimo vincitore, che non riesce ad evitare di vantarsi dopo una vittoria ;-)
Il cervello potrà anche suggerire le possibili strade, ma sono lo stomaco e il cuore a decidere quale scegliere ^^
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Moreno Roncucci

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ma allora anche i Conflitti sono risorse. La mia trollbabe Filofi ha un obiettivo, già dalla seconda scena si è immaginata come sta girando la situazione (adesso) e vuole che si risolva in una determinata maniera. Ma non sono io direttamente a volerlo. Io da giocatore sono stato da questo lato della scheda, ho visto come ha reagito alle situazioni fin'ora (mostrandosi forte con gli uomini e facendo spesso la spavalda, cercando di dominare su tutti e mettendoli in imbarazzo col mix fra femminilità e forza bruta) e so che vuole salvare la ragazza (vi rimando alla mia avventura sul PbF per delucidazioni).
Quindi quando chiedo un Conflitto è perchè ho visto una possibile svolta nella trama a favore del mio obiettivo.

No. Dell'Obiettivo della Trollbabe.

Ovvio che poi la trollbabe la giochi tu, ma i due piani "Autore/attore/regista/spettatore/fan della trollbabe" e "giocatore del gioco" sono separati, l'ultimo è subalterno al primo (mentre in un gioco gamista il primo sarebbe subalterno al secondo).

E questo è un ottimo esempio del perchè certe cose bisogna giocarle: guarda la difficoltà di spiegare, a parole, una cosa che gran parte dei giocatori di gdr fa da anni senza nessuna difficoltà, e che gli viene naturale al tavolo...   ::)

Citazione
Sposto la ipotetica telecamera su un particolare che mi interessa e già in quel punto ho investito parte delle mie risorse per spingere la storia nella direzione che voglio. Ovviamente posso perdere il conflitto e dovrò tirarmi fuori dai guai in qualche maniera, forse sarò costretto ad abbandonare il mio obiettivo. Ma prima avrò lottato per ottenerlo.

Tecnicamente, "risorse" si usa per cose spendibili, e che una volta spese calano (anche se l puoi recuperare o reintegrare). Poi ci sono le cose che la trollbabe può fare senza che calino (abilità, tratti, etc.) e c'è il posizionamento nella fiction (la trollbabe è diventata capo di una tribù e può dare quindi ordini, usando il suo posizionamento nella fiction. Idem per il +1 nel vecchio D&D se attaccavi dall'alto)

Detto questo...  non ho capito.

Il gdr è una conversazione.

Tu dici "Minni va a destra"
Il GM risponde "A destra vedi un sentiero che si inerpica sulla montagna, passando in mezzo al bosco"
Tu dici "procedi cautamente, e sto in guardia contro eventuali aggressori"
etc etc.

Che cosa c'è in trollbabe che ti pensare che non sia una conversazione? Che devi "spendere" qualcosa per dire "conflitto" invece che "evviva"?

Citazione
io leggo le avventure di Gabrielle e vedo Caleb chiamare Conflitti, cioè investire risorse in un possibile risultato. Quando Caleb qui chiede un conflitto magia per curare il troll, io vedo la sua trollbabe spingere per avere la sua fiducia E avere un alleato in forze. Ma se poi abbandona alla prima difficoltà... io non so più cosa voleva. Come mai ha chiamato quel conflitto?

Come "avvocato" di Caleb, ha fatto benissimo a mollare, se la sua "cliente" non voleva andare in causa in cassazione spendendo 200.000 euro di spese legali senza la certezza di recuperarle, per una cosa che per lei non ne valeva più di 500.

Come giudice (lo sei, come tutti gli altri al tavolo) l'avvocato ti ha spiegato bene "no, non andiamo in appello". Ti ha fatto capire quanto la sua cliente tiene a quella cosa.

E' stato un ottimo avvocato, che ha fatto gli interessi della sua cliente, seguendo i suoi (di lei) desideri.

Pensi che sarebbe stato un ottimo avvocato se avesse detto "signor giudice, la mia cliente vorrebbe ritirarsi, ma io in tribunale sono convinto che un avvocato debba sempre andare in cassazione. Le ho estorto una firma, così andiamo in appello anche se lei non vuole..."

E se l'avvocato arriva fino in cassazione per QUALUNQUE COSA, dal conflutto per salvare suo figlio fino al conflitto per arrivare prima alla coda per i formaggi al supermercato.... TU COME CAVOLO FAI A CAPIRE COS'E' IMPORTANTE PER LEI???????

[crosspost con Ezio]
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Caleb75

  • Membro
  • Alessandro M
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Scusate il ritardo, ma sono stato molto indaffarato in questi giorni.

Dunque, Aetius e Moreno sostengono che l'importante è immedesimarsi nel personaggio, e su questo io sono d'accordissimo. Infatti, è quello che faccio sempre, nel limite del possibile (ultimamente ho avuto occasione di giocare a D&D con un gruppo di giocatori che lasciano poco spazio all'interpretazione, ad esempio).

Temo di essermi espresso male quando ho detto di "giocare per la storia", ma quel che intendo è che in trollbabe non c'è solo il volere del personaggio, ma anche quello del giocatore! Infatti non è il personaggio a scegliere come fallire i conflitti, bensì il giocatore. Se fosse la volontà del personaggio a scegliere in questo senso, ovviamente sceglierebbe sempre la soluzione più comoda. Quando Gabrielle è stata assalita dal troll alle spalle, e ha perso il conflitto, non era necessario che questi riuscisse a bloccarla, come mi ha fatto notare Spiegel. Ma a me personalmente questa soluzione piaceva. Ho scelto io, non lei.

Riguardo al non ritirare mai sui conflitti, io ritengo che Gabrielle non si sia ancora trovata in nessuna situazione in cui, per lei, valeva la pena di rischiare. E quanto al conflitto magico quando tento di guarire il troll, quello lo ha chiamato il master, non io: Gabrielle non aveva idea che usare l'incantesimo di guarigione fosse una cosa rischiosa (e qua magari sto violando l'ambientazione, ma - scusate - il post sulla magia senza conflitto l'ho abbandonato quando avete cominciato a scrivere in inglese, quindi non so se la magia comporti sempre un grado di rischio oppure no, proprio a livello di ambientazione).

Per concludere vorrei precisare che la mia trollbabe potrebbe anche non essere una scalmanata perturbatrice, ma magari avere anche una certa dose di riflessività. Lo so che personaggi senza tratti caratteristici esasperati sono più difficili di rendere, ma considerate che per il momento sono state scritte proprio due righe di storia in croce.
Think different

Ezio

  • Membro
  • Ezio Melega
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Facciamo un passo indietro, Alessandro.


Come fa la tua trollbabe, come fa Gabrielle a decidere qualcosa?
Dov'è il cervello di Gabrielle? Dov'è la sua volontà?
Alessandro... Gabrielle non esiste.
Gabrielle è un avatar del tutto dipendente dalla tua volontà. Anche in Trollbabe, anche nella logica del lasciarsi trascinare dal gioco e del "cavalcare la tigre" il personaggio rimane un costrutto della TUA immaginazione. E il pupazzo del ventriloquo a cui lui da una propria personalità e lo immagina vivo, ma, in fin dei conti è sempre lui a decidere cosa succede.


Immedesimarsi significa proprio questo: portare TE STESSO in quel mondo. Chiederti cosa faresti tu IN QUELLA SITUAZIONE. Se tu fossi Gabrielle, cosa faresti? Non "Cosa farebbe Gabrielle", ma "Cosa farebbe Alessandro se fosse Gabrielle". E' così in TUTTI i giochi di ruolo, ma Trollbabe ha il vantaggio di renderlo evidentissimo. Non hai un background o una costruzione complessa di comportamenti predeterminati, sei costretto, nel gioco, a buttarti anima e corpo nella simulazione, oppure non ci salti fuori: non sai cosa fare.
E' questa la differenza tra la classica "interpretazione" (qualunque cosa voglia dire) e il giocare a Trollbabe.


E' anche la ragione per cui Trollbabe e altri giochi sono così emotivamente soddisfacenti. Abbattono ogni filtro tra te e le emozioni del gioco e arrivano a farti mettere in gioco direttamente.
Le risposte che darai nel gioco (quali Conflitti sceglierai, da quali ti ritirerai) diranno molto su di TE, Alessandro.


Una cosa importante da ricordare è comunque non fare queste scelte in base alla "bella storia". La storia non c'è, l'hanno portata via. Stai dalla parte di Gabrielle e falla lottare quando ne senti il bisogno, il resto verrà da sé. Non farla ritirare dal Conflitto perché: "Se perdo ora viene una bella storia", ma limitati a stringere i denti quando vuoi davvero ottenere qualcosa e a non preoccuparti troppo quando non è così.


il post sulla magia senza conflitto l'ho abbandonato quando avete cominciato a scrivere in inglese, quindi non so se la magia comporti sempre un grado di rischio oppure no, proprio a livello di ambientazione


Non preoccuparti.
Le cose importanti emerse da quel thread importanti per questo sono che non necessariamente la magia necessita di un conflitto, ma basta seguire le normali regole: un Conflitto c'è quando qualcuno si oppone a quello che la trollbabe vuole ottenere.
In secondo luogo è importante ricordare che nessun giocatore al tavolo ha il controllo al 100% dei dadi. Ogni singola azione della trollbabe, anche aprire una porta o mangiare un panino potrebbe diventare un Conflitto, ed è necessario accettare questo fatto per giocare.


Cosa succederebbe se il malvagio oste-stregone avesse trasformato sua moglie in un cetriolo che ha servito alla trollbabe in un panino? Se la moglie è la Posta il GM sarebbe obbligato a chiamare un Conflitto per la semplice ragione che il giocatore ha detto: "Mangio il panino".


E' un esempio un po' estremo, ma rende l'idea: ogni singola azione può essere l'inizio di un Conflitto, e questo è il cuore di Trollbabe.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Niccolò

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io non credo che sia "cosa farebbe alessandro se fosse gabrielle?", ma "cosa alessandro crede sarebbe figo che facessee gabrielle?"... (oddio che frase incomprensibile...) ovvero:

in ogni situazione chiediti "cosa posso fare che faccia vedere in modo chiaro ciò che rende fantastico il mio personaggio?"

Caleb75

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Non sono molto d'accordo con quello che dici, Ezio. Se fosse così, allora in qualsiasi gioco si interpreterebbe sempre lo stesso personaggio, e cioè sé stessi trasposti in qualche altra realtà. Lo so bene che in ogni personaggio che creiamo c'è un po' di noi stessi, ma se io interpreto un pirata non mi comporto certo come quando interpreto un bardo.

La mia osservazione era relativa al fatto che le conseguenze dei tiri falliti non le decidi con la "testa" del personaggio, ma con quella del giocatore. Quindi, relativamente a questa scelta, io tendo a decidere in base a quello che mi sembra più stuzzicante per il pathos.
Think different

Antonio Caciolli

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io vorrei aggiungere una considerazione: prova anche a giocare solo pensando a quello che vorrebbe la trollbabe fregandotene se l'esito del conflitto è bello a livello di storia o no. cioé prova a fare qualche conflitto pensando solo a se la TB vuole veramente vincere o no e fai rilanci quando lei vuole vincere. può essere un modo per testare il regolamento (e il pbf è un ottimo modo per testare le possibilità del regolamento)


in teoria trollbabe non può creare storie brutte a prescindere dall'esito e non è pensabile che ci sia un solo esito bello per un conflitto ma ce ne saranno svariati sia che la TB fallisca sia che riesca e di solito abbastanza inaspettati dato il meccanismo di narrazione.


quindi quello che rimane da fare al giocatore è cercare di spingere verso gli interessi della sua trollbabe scegliendo quando e se rilanciare in base a quello che lei vuole e in base a quanto la TB sia disposta a rischiare per ottenerlo


PS: devo ammettere che io è un periodo che scelgo poste che aggirano gli interessi della TB perché tutte le volte che ho giocato con obiettivi importanti la frustrazione di perderli è stata troppo elevata. però è un periodo e anche dipende molto da quello che succede nella storia

Moreno Roncucci

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Alessandro, credo che tu ed Ezio non vi stiate capendo sul concetto di "immaginare sè stessi nei panni della trollbabe"

Ezio intende dire "se fossi nato trollbabe, cresciuto trollbabe, fossi una donna alta due metri con le corna e poteri magici, in un mondo fantasy, e non sapessi manco chi è Ezio, cosa farei in questa situazione?"

Si può chiamare anche "immedesimarsi nel personaggio". Funziona al cinema sia che vedi Clint Eastwood sia che vedi Jodie Foster. Non richiede di giocare sempre lo stesso personaggio. Richiede semplicemente di giocare con passione.

Tu invece mi sembra che l'hai letto come "giocare la trollbabe come se fosse Ezio con la parrucca bionda e le corna finte", ho capito bene?

Il contrario di "giocare per passione" cos'è?

E "giocare annoiati". Si esplica nel giocare con cose tipo "come sarebbe figo se qui la mia trollbabe perdesse, sai che bella storia". Significa giocare un personaggio di cui non te ne frega niente, non ti immedesimi. Il funghetto del monopoli, solo "recitato" con le vocine.

A questo link trovi un sacco di articoli sul concetto di "giocare con passione". Uno è stato tradotto nell'INC Book dell'anno scorso (che puoi scaricare qui)
http://playpassionately.wordpress.com/

[edit: è tanto "non giocare come se fosse Ezio" che, come ha segnalato Niccolò, si può fare anche giocando la Trollbabe "dal di fuori" come se fosse un personaggio epico di cui segui le gesta. Basta che ti ci appassioni]
« Ultima modifica: 2011-06-05 20:29:58 da Moreno Roncucci »
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Serenello

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@ Moreno: si, intendevo l'obiettivo della trollbabe, mi sono immedesimato troppo xD





Io ho un appunto ulteriore da fare.

Caleb (uso il nick invece del nome perchè mi suona meglio, ma tanto è sempre lui ^^) qui dice

Quindi, relativamente a questa scelta, io tendo a decidere in base a quello che mi sembra più stuzzicante per il pathos.

che lascia, a mio parere, aperta una porta enorme: chi decide cosa stuzzica il phatos? Perchè diciamolo, è soggettivo. Proprio per quello non devi preoccuparti della storia. Io di mio mi regolo in questa maniera:
- quando penso una cosa tipo "che figo se il mio personaggio ora facesse XXX" mi do un calcio metaforico. L'ho già provato e ho visto come funziona. In realtà ho preso spunto da un film/libro/evento che ho letto da qualche parte e siccome la maggior parte della gente con cui gioco ha background culturali simili al mio, sa di già visto!
- a quel punto penso "se fossi io li, cosa farei per ottenere LO STESSO OBIETTIVO?" e di solito prendo lo stesso risultato di prima (quello copiato da un film) e lo applico alla mia visione della fiction/setting. Così ci troviamo la mia trollbabe Filofi che si libera delle corde e stende due guardie come un attore di Hollywood, ma dubito che qualcuno abbia colto la citazione ;)

Trollbabe e tutti gli GDR sono scritti per divertirsi. Ogni secondo che spendi a cercare di creare una storia " "migliore" di quella che mi è venuta in mente" sono secondi che togli al divertimento.
La cosa giusta da fare è sempre la più ovvia, quello che la rende "divertente" sono i dettagli che prendi dal tuo background e che inserisci. Per quello due storie non saranno mai le stesse se giocate da due persone diverse: proprio perchè io e te vediamo la stessa cosa in modi diametralmente opposti, e la soddisfazione di rimanere stupiti (e di stupire) facendo una cosa a modo nostro penso sia impareggiabile.

Ma sono andato OT. Non era il tema del thread, cerco di riprenderlo al volo.

Prima di tutto Moreno penso abbiamo una divergenza su un termine: io uso investire nel senso che mi aspetto un ritorno, punto la telecamera sul troll ferito e su di me che lo uro perchè voglio che la relazione io/troll abbia peso nella storia. Tu invece usi "spendere" che ha molto più senso per quello che dici, ma molto meno per quello che dico io. Vorrei essere sicuro che parliamo della stessa cosa.

Relativamente al esempio del tribunale: proprio perchè la trollbabe è andata davanti al giudice 6 volte (di cui 4 su richiesta del avvocato) mi chiedo come mai non lotti per ottenere i suoi diritti. Come mai ha chiesto udienza così tante volte. E chiedere udienza non è gratis, puoi chiedere udienza su un determinato capo di accusa solo una volta per scena.


Simone Micucci

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Caleb mi unisco un secondo alla discussione in qualità di facilitatore.
Non ci sono state infrazioni di alcun tipo, ma vedo anche io che forse c'è qualche difficoltà a livello di comunicazione. Ti garantisco che Ezio non voleva dire che i tuoi personaggi sono uguali a te.

Le prime volte anche io ero della tua stessa idea. Avevo la sensazione che mi si dicesse "devi giocare te, ma in quel mondo".
Niente di più falso. Ogni gioco permette di creare dei personaggi. E quei personaggi potrebbero essere quanto di più lontano possibile ci sia da te.

A questo proposito chiedo anche di aspettare che Caleb risponda onde evitare di dogpilarlo


Ti rispondo un attimo da giocatore invece:
Io ci sono arrivato durante un periodo particolarmente fertile di giocate (ma guarda un pò ^^): cosa significa interpretare? Dare una propria interpretazione. "Show, don't tell".

Tu non dici "Il mio personaggio è un bastardo", ma tu fai agire il tuo personaggio da bastardo. La tua visione di bastardo. La tua interpretazione di bastardo.

Io lo compresi durante una giocata di Cani nella Vigna. Il mio Cane era un ragazzo normale. Si occupava della sua famiglia (era il maschio più grande, vista la morte del padre per incidente) e non aveva grilli per la testa. Un bravo ragazzo volenteroso e per nulla ambizioso. E un bel giorno gli dicono che deve partire per fare il Cane.
Normalmente sarebbe un onore ma per lui non lo era. Doveva occuparsi della sua famiglia, ma sentiva dovere anche nei confronti della sua comunità, che lo chiamava per un ruolo tanto gravoso.

Io forse sono così e forse no. Durante la giocata io interpretai quel PG. Come? Agendo come immaginavo si comportasse quel ragazzo, evolvendo istintivamente il suo carattere e le sue convinzioni durante i conflitti e durante le città. Come normalmente richiesto dal gioco.
Quella era la mia interpretazione dei concetti esplorati tramite quel PG. E come faccio a darla questa interpretazione? Come è possibile trasmettere quei concetti senza parlarne? Con l'unico modo: giocando il personaggio.

Vincere un conflitto o perdere un conflitto servivano ad esprimere meglio quei concetti? No.
La vittoria o la sconfitta erano irrilevanti. Ognuna mi avrebbe in ogni caso permesso di far vedere delle sfaccettature del mio PG. Perché? Perché sono sempre e solo io che porto in campo quei concetti. Che interpreto la natura del mio PG. Sono sempre e solo io il responsabile di COSA il mio PG esprime e di come lo fa.

Ma quando tu crei un PG sai già istintivamente come si comporta in una determinata situazione. Sai se è umile o se è spavaldo. Sai se è un bastardo o un giusto. Sai se è un duro o un vigliacco. Non hai bisogno in genere di rifletterci molto.
Come fai?
Semplice: ti cali nel personaggio e agisci tramite lui, immaginando di essere lui. In quel momento stai dando la tua personale interpretazione di un bastardo (o di un giusto), di un umile (o di un arrogante), di un duro (o di un vigliacco) e la stai dando nel miglior modo possibile: giocandolo.

E quando smetti? Quando improvvisamente fai agire il tuo PG vigliacco come un duro? Stai interpretando male? No. Stai ancora interpretando, facendo vedere quale, secondo te, era il punto di rottura della vigliaccheria del tuo PG, dando un segnale estremamente forte "NO! In questo caso non abbasso la testa. Stavolta lo guardo dritto negli occhi e gli sputo in faccia!!"

Questa è la differenza tra "giocare per la storia" o "giocare gli interessi del personaggio". Non ti preoccupare mai della direzione in cui va la storia (non tu Caleb, ora sto parlando ad ogni ipotetico lettore). Pensa solo ad interpretare il tuo personaggio! Stagli dentro, trattalo con la dignità che merita, perché se lo stai giocando vuol dire che ne merita molta! Cerca di fargli trasmettere qualcosa!

La storia allora si creerà automaticamente, perché le scelte di quel personaggio (che gli fai fare interpretandolo) saranno scelte sentite, che trasmetteranno qualcosa di te! (quantomeno una delle tue opinioni di cosa è un bastardo)

Quello che hai fatto tu finora, Caleb, lo sai solo tu e così dev'essere. Siamo ad un punto troppo giovane per poterlo valutare. Io dal canto mio non trovo fastidioso il modo in cui giochi, e quando hai fatto qualcosa che non mi quadrava te l'ho detto chiaro e tondo (solo quel mio appunto iniziale, insomma).
Però per dare le mie vere impressioni su come giochi aspetto di giocare davvero con te!!
Iscriviti ad una CON o troviamo il modo di incontrarci!! E facciamoci una sacrosanta partita insieme!! ^_^
Simone Micucci - GcG Global Fac - Fan Mail: 70 - Pacche sulla Spalla: 1. "Difficile avere nemici con Caldo+3"

Moreno Roncucci

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Prima di tutto Moreno penso abbiamo una divergenza su un termine: io uso investire nel senso che mi aspetto un ritorno

E io ti avevo fatto notare che quello è un termine GIA' PRESO, se vuoi indicare un altro concetto devi trovartene un altro...   8)

Resource:  A Character Component. An available quantity upon which Effectiveness or Positioning mechanics may draw, or which are reduced to reflect harm to the character. Arguably applicable to non-character components of play as well.

Già che ci sono ti cito (sempre da glossario) gli altri due concetti di cui parlavo in quel post:

Effectivenes: A Character Component: quantities or terms which are directly used to determine the success or extent of a character?s actions during play.

Positioning: A Character Component. Behavioral, social, and contextual statements about a character. Formerly (and confusingly) called Metagame. See also Currency.
Citazione
punto la telecamera sul troll ferito e su di me che lo uro perchè voglio che la relazione io/troll abbia peso nella storia. Tu invece usi "spendere" che ha molto più senso per quello che dici, ma molto meno per quello che dico io. Vorrei essere sicuro che parliamo della stessa cosa.

Credo di no. Quando avrei detto che "spendi" qualcosa per puntare la telecamera su qualcuno? In trollbabe è assolutamente gratuito, non spendi alcuna risorsa. Anche il numero di relazioni che hai non ha limiti, non hai "slot" da spendere (ma dopo che li hai presi diventano risorse da "spendere" per i tiri aggiuntivi)

Citazione
Relativamente al esempio del tribunale: proprio perchè la trollbabe è andata davanti al giudice 6 volte (di cui 4 su richiesta del avvocato) mi chiedo come mai non lotti per ottenere i suoi diritti. Come mai ha chiesto udienza così tante volte. E chiedere udienza non è gratis, puoi chiedere udienza su un determinato capo di accusa solo una volta per scena.

Chiedere udianza è assolutamente gratis.

Trollbabe non è un gioco in cui hai numero limitato di turni, Puoi spendere tutti i turni che vuoi a fare una cosa, non spendi risorse.

All'interno di ogni singolo turno, puoi chiamare tutti i conflitti che vuoi. Non c'è un limite di "una scena - un conflitto". Non ti costano niente.

All'interno di ogni singolo conflitto, decidi tu se spendere risorse per i tiri ulteriori o no.  Se non lo fai, non "spendi" nessuna risorsa. Non puoi nemmeno essere ferita. Gli unici (eventuali) effetti possono essere sul posizionamento nella fiction, non sulle risorse o sulla sua efficacia.

C'è un quote molto illuminante di Ron Edwards, da un thread del 2003 su the forge:
http://www.indie-rpgs.com/archive/index.php?topic=5499.msg55352;topicseen#msg55352
"And this is one of several reasons why I'm always pumping The Pool and The Questing Beast. The ROC games strip out everything except the one, single thing that matters for Narrativist play - how important the current conflict is to you, as a person, and to the other members of the group, as people"

Questa è la base, fondamentalmente, di qualunque gioco narrativista: la misura (e l'effetto) di QUANTO ti importa di un conflitto, come PERSONA REALE AL TAVOLO.

Se levi questo, non c'è più narrativismo, e hai giochi dove combattere il primo coboldo per la strada presenta gli stessi rischi e premi del combattere contro il coboldo che hai allevato da piccolo come un figlio.

Non impegnando risorse (non spendendo tiri e rischi) Caleb sta giocando in maniera perfetta (almeno finchè non si mette a parlare di giocare per perdere e cose simili): sta usando il sistema di gioco per mostrare e capire cosa gli importa veramente, come giocatore al tavolo.

D'altro canto, fare come dicevi, tu, andare addosso furiosamente fino all'estremo su ogni conflitto o "almeno su un conflitto ogni tanto perchè si deve", distrugge alla radice il gioco narrativista. Non sarebbe advocacy e giocare con passione,, sarebbe non interessarsi nemmeno alla partita e tirare dadi alla boia di un giuda indipendentemente da cosa succede nella fiction.
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