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1 - Sheila

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Simone Micucci:


È una notte uggiosa e piovosa quella in cui fai il tuo arrivo. La pioggia scroscia con forza rendendo tutto più freddo e fangoso, e tira un forte vento che rimbalza tra le montagne e gli alberi, dando la sensazione di vederli oscillare e ululare di rabbia.
Non molto lontano da te c'è una foresta, e hai la netta sensazione che delle cose si stiano muovendo al suo interno. È una sensazione che hai col cuore, perché i tuoi occhi in questa tempesta vedono davvero poco.

Eppure qualcosa c'è: non molto lontano, incastrata lungo le pendici del monte, vedi una luce, e la sagoma dell'edificio sembra una torre....


cosa fai?

Domenico Perri:
mi guardo intorno.

"Pioggia, fango e freddo, l'ideale per una bella passeggiata notturna!"

non voglio passare questa notte all'aperto, individuo la luce in lontananza ed accellero il passo in quella direzione.

"Questo fango è davvero fastidioso, spero che quella luce significhi accoglienza, non sono dell'umore adatto per discutere."

Nell'avvicinarmi alla Torre cerco di stare il più lontano possibile dalla foresta

Simone Micucci:
La torre è arroccata ad una cinquantina di metri d'altezza. Un piccolo sentiero è a malapena sufficiente per un mulo. Il terreno è fangoso. Dall'interno della foresta il vento continua a fare strani giochi di rumori. A tratti la foresta sembra bisbigliare, a tratti sembra urlare di sofferenza.

Quando arrivi ai piedi della torre (un piccolo spiazzo di roccia, che quattro persone in contemporanea ci starebbero strette) la luce calda all'ultimo piano ti da un pò di speranza.

Mano a mano che ti avvicini alla porta noti però che c'è qualcuno sdraiato sotto. Il sangue si mescola all'acqua. È un uomo. Morto. Le braccia e le gambe piegate in una  posa innaturale, il volto contorto nel dolore. Grossi segni di morso gli ricoprono buona parte del corpo... a giudicare da come è posizionato sembra sia stato lanciato contro il portone...

Domenico Perri:
"Che mi venga un..."

esclamo a mezza bocca. Immediatamente mi posiziono con le spalle al portone e controllo la strada che ho appena percorso. Col mio bastone da passeggio inizio a bussare (dopo aver controllato se è aperto) furiosamente al portone.

"C'è nessuno? Aprite, credo ci sia qualcosa che dovete vedere qua giù"

Simone Micucci:
Il pesante portone di legno resta chiuso, si apre un piccolo spioncino ad altezza d'uomo. Una luce calda esce ad illuminare un pò di notte. Vedi un occhio dietro alla porta, ed una voce che fatichi a distinguere se maschile o femminile ti risponde "Chi siete? Cosa fate alla nostra torre?"

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