1) Parentesi sul discorso di Davide: anch'io avevo capito quello che aveva capito Ezio, cioè che sostenesse che il GM poteva far fare alla trollbabe quello che il giocatore non voleva che facesse. Chiarito l'equivoco, vorrei considerare ancora questo aspetto, anche se non realmente sostenuto da nessuno in questo thread, per chiarire meglio una cosa.
Il giocatore ha il totale controllo sulle azioni della trollbabe . Non sulle conseguenze (il giocatore non può pre-narrare), non sul fatto che ci riesca a meno (lo diranno i dadi), ma sulle sue azioni? Assoluto.
Se il giocatore dice "vado al Mercato" e il GM fa il framing di un agguato che non si svolge nel mercato (perchè decide lui il framing), questo agguato deve avvenire sulla strada per il mercato. Perchè il GM non può far andare la Trollbabe in una direzione diversa.
Se il GM descrive la trollbabe che vince un conflitto e il giocatore dice "ma no, io questo non lo farei mai!" allora è il caso di fermarsi e spiegarsi, e il GM cambierà la sua descrizione (è comunque segno che ci sono problemi di comunicazione, non dovrebbe accadere mai se entrambi parlano e ascoltano senza chiudersi in loro visioni personali)
Il paragone con il rapporto disegnatore-sceneggiatore è perfetto: compito del GM è far "vedere", un una descrizione vivida e coloeata, quello che il giocatore aveva in mente. Se lo sceneggiatore si vede disegnare qualcosa di diverso dal personaggio che aveva descritto, chiamerà il disegnatore per spiegargli cosa intendeva (e magari fargli ridisegnare le tavole). Il giocatore dovrebbe "sedersi in poltrona" e godersi il racconto delle gesta eroiche e larger.-than-life del suo personaggio, invece di preoccuparsi di cosa il GM potrebbe raccontare...
2) Riguardo al "cavalcare la tigre" (che è diverso dal "personaggio che prende il controllo", il titolo del thread è fuorviante) già altri hanno dato ottime spiegazioni.
Io vorrei aggiungere che entrare in gioco avendo già un idea chiara e fissa di chi è il tuo personaggio, è sbagliato in ogni gioco narrativista. In generale, nei giochi narrativisti, giochi per scoprire CHI E' il tuo personaggio, perchè il persoaggio è tale solo dentro ad una storia, sono due concetti indissolubili: non esiste personaggio senza storia, non esiste storie senza personaggi. E la storia la devi ancora giocare. (nel gdr "tradizionale" parti spesso - non sempre - con personaggi fissi e definiti da mille stat perchè l'idea è che il personaggio abbia GIA' vissuto la sua storia - magari narrata in lunghissimi background pieni di eventi - e adesso "lo stai giocando", come potresti giocare Gandalf in un gioco da tavolo ambientato dopo la Guerra dell'Anello)
Trollbabe non è "solo" un gioco narrativista: è uno dei giochi che hanno definito il concetto stesso di gioco narrativista, e quindi non solo non fa eccezione, ma ne è un caso da manuale. Non solo: va anche oltre. Il fatto stesso che la trollbabe è definita nel "qui e adesso" (il numero è quello che ha ORA, gli oggetti quelli che ha ORA, non ha un background e non ha nemmeno un posizionamento certo delle storie nel tempo, le avventure di due trollbabe giocate in contemporanea potrebbe essere ad anni di distanza) e che siamo tutti al tavolo ad attendere di SCOPRIRE COSA FARA' (pensate a che differenza con il classico gioco "a missioni" dove il dubbio è "se ce la farà"...) enfatizza questo aspetto molto più che non in altri giochi.
Inoltre, il sistema di gioco stesso porta il giocatore a dover improvvisare azioni che non avrebbe narrato altrimenti. La tua trollbabe sta per fallire un conflitto, vuoi fare un tiro aggiuntivo, ti serve un incantesimo ricordato: qual è? Evochi uno spettro? Ma non l'aveva mai fatto prima... chi se lo immaginava, PRIMA, che la trollbabe avesse contatti nel regno dei morti? Nessuno, manco il giocatore. E se devi usare invece un oggetto trovato, potresti lanciare sabbia negli occhi al tuo avversario... ma guarda, e a vederla, ad inizio partita, non sembrava una che combatteva così...
Non solo: vi immedesimate nella stessa maniera a vedere un film di Schwarzenegger (magari quando fa Terminator), o a vedere un film su un vostro coetaneo che vive nella vostra città? Si fa presto a dire "immedesimazione" ma spesso non è tanto un "mettersi nei panni di" ma un "fare il tifo per".
Quando gioco a Trollbabe, il mio rapporto con il personaggio (il mio in particolare, non sto parlando per tutti) non è quello di un "sono io in un altro setting": è una donna. Con le corna (vere). Alta due metri. Che picchia più di Mike Tyson, conosce la magia e sconfigge orde di avversario facendoli a fette. Potrebbe avere mille anni o due, non conosco il suo passato.
Non sono io.
Però se la vedessi in un film, farei il tifo per lei, mi appassionerei all sue imprese e alle sue sfide, e ogni volta che c'è una scena drammatica, mi chiederei "cosa farà adesso?" senza presumere di poter anticipare e prevedere ogni sua mossa.
Anche a questo serve il ritratto e la descrizione. Paradossalmente, non ne hai bisogno se giochi te stesso. Non hai bisogno dello specchio per sapere chi sei. Quando ho giocato per la prima volta una trollbabe all'inizio non avevo idea di chi fosse, poi Claudia ha disegnato la trollbabe sulla scheda in base alle mie scelte e indicazioni, e... BAM! A quel punto, guardando il ritratto, sapevo esattamente cosa avrebbe fatto, ogni volta che si presentava una situazione. Ma senza poterlo prevedere, prima che la situazione si presentasse.
Se quando giochi a trollbabe non ri senti "cavalcare una tigre", se ti senti invece "pienamente in controllo" di un personaggio prevedibile, il mio consiglio è di lasciarti andare di più. Tenere meno strette le redini e di goderti di più il viaggio. Potresti scoprire che ti diversi di più a galoppare che a tenere il piccolo trotto...