Autore Topic: [RavenDeath] Anche nella Grecia mitologica succedevano certe cose  (Letto 6182 volte)

Mr. Mario

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Terza scena, credo che lo sceneggiatore fosse Paolo, Perseguimento della vendetta.

Cassandra cerca Penelope per parlare con lei. La trova nella stanza della tessitura. Le due donne parlano, Cassandra viene a sapere che la regina si sente come se suo marito fosse cambiato durante il suo lungo viaggio, come se suo marito non fosse ancora tornato veramente.

Penelope interroga Cassandra sui motivi del suo viaggio, avendo intuito dal suo sguardo che c'è più di quel che dice.
Cassandra inventa una storia sul fatto che lei stia andando a soccorrere la madre malata, secondo lei malata per colpa del suo compagno, che l'ha fatta sentire sola, se ne è andato ripetutamente e l'ha tradita in continuazione, per vedere come reagisce la regina. Le chiede cosa dovrebbe fare.
Penelope risponde che dovrebbe fare quello che le dice il suo istinto. Cassandra annuisce, lo farà.
Sognatore incorreggibile. Segretario dell'Agenzia degli Incantesimi. Seguace di Taku. L'uomo che sussurrava ai mirtilli.

Mr. Mario

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Quarta scena, dove le cose si fanno roventi. Paolo sceneggiatore, perseguimento della vendetta.

E' notte fonda a palazzo, tutti dormono tranne le guardie. E Cassandra, che ha un piano.

Tramortisce la guardia che sorveglia la stanza in cui dorme il re, e penetra al suo interno. Avvolta nell'oscurità e nel sensuale profumo spartano, sveglia Odisseo, fingendo di essere Penelope che finalmente lo ha perdonato, e fa l'amore con lui. La vera Penelope passa nel corridoio e si rende conto che il marito la sta tradendo. Senza dire nulla se ne va. Quando Odisseo dorme, Cassandra prende il messaggio da Micene, e va nella stanza di Telemaco. Trova Telemaco a letto con Eurinome, evidentemente non hanno voluto aspettare il matrimonio, e per questo Eurinome ha concepito una bambina. Accanto al corpo nudo e dormiente del giovane lascia il messaggio di Agamennone, e per fargli credere che siano gli dei a volere questo, stringe le sue dita intorno alla spada di Achille.

Soddisfatta, con il sogghigno di Ade nelle orecchie, sparisce nell'oscurità.
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Quinta scena. Non mi ricordo chi fosse lo sceneggiatore. Perseguimento della vendetta.

Telemaco, appena sveglio, si accorge di cos'ha tra le mani, e secondo i piani di Cassandra, si convince che sia un segno degli dèi, e corre a dirlo a suo padre.
Odisseo si sveglia di soprassalto, e si rende conto che sua moglie non è più al suo fianco. Telemaco arriva mostra al padre la spada e la lettera. Odisseo si rende conto che la lettera gli è stata sottratta. Arriva Penelope, che si accorge della guardia ancora incosciente. Odisseo la accusa di aver consegnato la lettera a Telemaco e di averlo tradito. Penelope, furiosa, gli rinfaccia che è lui ad averla tradita, quella notte stessa, nella sua casa. Arriva anche Eurinome, che se ne sta in disparte, dietro Telemaco. Odisseo si rende conto che il profumo spartano che ha sentito durante la notte non lo porta Penelope, ma Eurinome, e la guarda sconvolto, gli occhi iniettati di sangue*. Eurinome è terrorizzata, non capisce cosa sta succedendo, pensa di essere capitata in una famiglia di pazzi. Telemaco si rende conto che i suoi genitori sapevano della lettera e gliela avrebbero tenuta nascosta. Non credono in lui. Telemaco ringrazia gli dei che hanno posto rimedio alla situazione, mentre Odisseo li maledice, urlando loro perché non sono ancora sazi, cos'altro vogliono da lui.
Odisseo nel frattempo sta litigando con la moglie. Ammette sì di averla tradita durante il viaggio, ma che quella notte è stato ingannato, che credeva che fosse Penelope, che ama solo lei. Negli occhi di Odisseo, nella follia della situazione, nella dichiarazione a cuore aperto, Penelope intravede finalmente l'uomo di cui si era innamorata così tanto tempo prima.
Ma qualcosa si è spezzato tra Telemaco e i suoi genitori. Telemaco prende Eurinome che sta singhiozzando per la disperazione, la culla tra le braccia, tranquillizzandola, e le promette che la porterà lontano di lì, in un posto dove loro due potranno essere felici. Eurinome si tocca la pancia, e pensa forse non solo loro due.

La scena si sposta al porto, dove Odisseo, che era stato tanto lontano da casa, vede il figlio adorato salpare senza voltarsi indietro. In quel momento il colore del mare richiama la sua attenzione. E' il colore degli occhi della sua ospite. Il colore degli occhi di una principessa troiana che non vede da anni. E capisce cosa è davvero accaduto.



* Quello è stato il momento in cui Paolo, sconvolto dalla malvagità e dall'intricatezza del piano di Cassandra (a quel punto infatti Odisseo avrebbe potuto credere che era stata Eurinome a ingannarlo, e la cosa finire molto male, ma poi nel confronto ha dominato Vita anziché Morte), mi ha detto "Mario, tu sei una persona veramente malata."
Sognatore incorreggibile. Segretario dell'Agenzia degli Incantesimi. Seguace di Taku. L'uomo che sussurrava ai mirtilli.

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Sesta scena. Pago due dadi bianchi e sceneggio io. Perseguimento della vendetta.

Odisseo irrompe nella stanza che aveva ospitato Cassandra, ma lei ovviamente non c'è. C'è solamente la statuetta di legno di un cavallo. Odisseo la prende tra le mani, e si rende conto che si apre. All'interno c'è un messaggio. "Fuori città, c'è un piccolo tempio di Ade. Vieni al tramonto."

Odisseo guarda Penelope. "Dovrò andare." Penelope gli porge il suo famoso arco, quello con cui ha ucciso i Proci. "Questa volta non ti lascio andare da solo." gli risponde lei.
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Settima e ultima scena, confronto finale. In scena ci sono Cassandra, Odisseo e Penelope, ma Penelope non prenderà parte al confronto. Di nuovo spendo due dadi e faccio io lo sceneggiatore.

Odisseo e Penelope arrivano al tempio diroccato di Ade, illuminato dalla luce di diverse lanterne, disposte però in modo da fare del fumo e lasciare molte ombre. Questo perché Cassandra ha preparato delle trappole. Penelope mette il piede in fallo, la gamba le viene presa da una corda e viene issata sul soffitto, da dove non può più intervenire. Cassandra si mostra, accarezzando la corda che tiene in vita Penelope per meglio conversare con Odisseo, un modo silenzioso per dirgli di non fare scherzi.

Odisseo gli chiede perché ce l'ha tanto con lui, che questa guerra non la voleva, e che l'ha pagata moltissimo. Cassandra gli risponde che Troia sarebbe probabilmente caduta lo stesso, ma lui ha fatto sì che cadesse nella vergogna e non nell'onore, ha fatto sì che la sua gente venisse trucidata nel sonno, che non venissero risparmiate donne e bambini. Odisseo protesta che la guerra era la guerra, e lui ha solo fatto quello che poteva per finirla velocemente, che non è responsabile delle atrocità a cui non ha preso parte. Cassandra gli fa notare che se avesse voluto fermare la guerra, l'astuto Odisseo avrebbe avuto un metodo molto più veloce, ovvero usare quello stesso arco che porta adesso per uccidere Agamennone da lontano, senza mai essere scoperto, e fermare così la sua ambizione. Che forse è proprio quello il motivo per cui non ha preso l'arco con sé, per non essere tentato, perché ha scelto il suo onore di re anziché il bene della sua famiglia e dei loro popoli. Odisseo resta per un attimo senza parole, perché parte di ciò di cui lo accusa Cassandra è vero.

Ora però è il suo turno di accusarla di essersela presa con degli innocenti. Per le sue macchinazioni, lui è andato vicino a spargere il sangue della sua stessa famiglia. Cassandra risponde che però non è successo, e d'altronde era loro ospite, e non si sarebbe mai permessa di fare loro del male. "Micene non è stata così fortunata. Ma lì non ero loro ospite." Afferma inoltre che il re ha fatto una scelta. Come ne ha fatte altre durante il suo viaggio. Cassandra lo sfida a dire la verità, ovvero se la passione bruciante che lui afferma lo abbia ricondotto a casa e dalla moglie ci sia sempre stata, o non sia stata invece spesso oscurata da quella più grande per il viaggio, per lo scoprire cose nuove, per l'appagamento della sua curiosità. Odisseo solleva gli occhi verso Penelope, ma è costretto ad abbassarli. Cassandra dice la verità. (Segreto)

La verità va però in entrambe le direzioni. Odisseo fa notare a Cassandra come ciò che fa non la farà stare meglio. Come non le ridarà niente di ciò che ha perso. E Cassandra se ne rende conto per la prima volta, ma non sa fermare il fuoco che le brucia dentro. (Odio)

E' qualcos'altro che la ferma. Il fatto di essere sacerdotessa di Ade le dà la facoltà di mandare nel suo regno quelli che lo meritano. E Odisseo non lo merita. Ha già sofferto, ha già pagato. Con profonda frustrazione, Cassandra capisce che dovrà lasciarlo vivere. (Perdono)

'Molto bene, maestà. Avete scelto bene. Scegliete bene anche adesso.' Cassandra estrae un pugnale, Odisseo incocca una freccia. Cassandra recide la corda che regge Penelope. Odisseo deve scegliere se far partire la freccia, o salvare sua moglie. E non ha esitazioni. Lascia cadere l'arco a terra, e prende la moglie tra le braccia, spezzando la caduta mortale. (Onore)
Penelope gli accarezza il viso. (Vita)

Cassandra approfitta della distrazione per raccogliere l'arco di Odisseo. Dall'entrata del tempio, con il sole alle spalle che le rabbuia i lineamenti, mentre le lanterne si spengono una ad una, ingiunge ad Ulisse e a sua moglie di stare lontani da Ftia. La spada che porta Telemaco è la spada che ha ucciso il re di Micene, e lei non si farebbe scrupolo a spargere la voce e travolgerlo in una guerra. La lontananza da loro figlio è il prezzo che dovranno pagare per la pace. (Disperazione)

Infine, Cassandra se ne va, svanendo alla loro vista come al solito, mentre l'ombra di Ade la avvolge, mentre stringe nella mano l'arco più letale conosciuto sulla terra, un'arma appropriata, visto che il suo prossimo bersaglio è  sacerdote del tempio di Apollo di Delo. Ade è soddisfatto, nonostante nessuno qui a Itaca lo abbia raggiunto nel suo regno, e pregusta quello che deve ancora venire: "Voglio proprio vedere come reagirà mio nipote" sogghigna. (Delizia)

Commenti: questo è stato il confronto più bello in assoluto da che gioco a Ravendeath. Paolo mi ha forzato la mano sul perdono, e da lì, il piazzamento di ogni dado è stato terribilmente strategico. C'era veramente una tensione palpabile. Arrivati alla fine, dove bisognava definire Delizia, lui ha detto, e io non posso che concordare "Oh, se Ade si sta divertendo la metà di come mi sto divertendo io, sta sicuramente apprezzando."

Il capitolo è stato molto meno oscuro del precedente, d'altronde i secondari avevano luminosità parecchio alta, però in certi momenti è stato straziante uguale. Poi nel prossimo capitolo verranno fuori gli scheletri nell'armadio di Cassandra. Non vedo l'ora.
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