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[RavenDeath] Anche nella Grecia mitologica succedevano certe cose
Mr. Mario:
Terza scena, torniamo nel presente. Approfondimento del personaggio.
Cassandra, avvolta dall'ombra di Ade che la rende invisibile (o almeno così crede lei*) arriva nella stanza di Elettra, la figlia di Agamennone. (Non essendo Agamennone in scena, e per di più essendo Elettra una risorsa sulla scheda di Agamennone, in questa scena la gioca il Vellu.)
Elettra è alla finestra che guarda nella notte. Sta canticchiando e parlottando con quello che sembra essere un bambino che tiene fra le braccia. In realtà è solo una bambola, e la piccola e un po' disturbata Elettra le sta parlando come se fosse un bambino, pensando al nome da dare al bambino che sta aspettando.
Cassandra per il momento la ignora, e comincia a cercare tra i suoi vestiti, fino che Elettra non dice "Se sei un maschio, forse Astianatte?". A quel punto Cassandra non può trattenersi, si rivela, e le risponde "Non farlo, è un nome sfortunato".
Da qui parte una piccola danza verbale, con Cassandra che cerca di portare Elettra ad ammettere la sua situazione, ed Elettra che si ritrae, condendo le sue risposte con un pizzico di follia. Alla fine, Cassandra le rivela il fato di suo fratello "Dovresti chiamarlo Oreste." "Ma mio padre ha già un Oreste". "Aveva."
Da qui parte il confronto. Io ho molti più dadi della povera Elettra, il tiro mi aiuta e conquisto Segreto, Vita, e almeno un altro che non ricordo tra Odio e Vendetta.
Cassandra sente (o crede di sentire*) le voci dei morti, in particolare quella del vero padre di Elettra, l'amante di sua madre. Agamennone ha sempre usato i suoi figli, ha sacrificato Ifigenia per poter seguire la sua ambizione, e sua moglie, che aveva trovato conforto nelle braccia di un altro, gli aveva mentito e fatto credere che Oreste ed Elettra fossero suoi. Al ritorno dalla guerra, l'amante e la moglie tentarono di ucciderlo, ma lui uccise l'amante e... non sappiamo cosa fece alla moglie, ma nessuno la vide più al castello. Una volta compreso che quelli non erano figli suoi, in cuor suo cominciò ad odiarli, ed arrivò a introdursi di notte nella camera di Elettra, e a prenderla, quella prima volta, con la forza, cosa che Elettra aveva cercato di negare a sé stessa per costruirsi questa realtà in cui il suo padre e amante la amava davvero.
La rivelazione sulla sua vera discendenza, e sul destino del fratello, portano Elettra a tentare un gesto disperato, salendo sul davanzale della finestra per gettarsi nel dirupo sottostante. Ma Cassandra le prende una mano, e, con dolcezza, la ferma. Ha promesso al suo nuovo signore Ade di portargli coloro che meritano la morte, e né Elettra né il bambino che porta in sé sono colpevoli per lei, che avuto sulla propria pelle l'esperienza delle bassezze che Agamennone ha saputo raggiungere. Le sussurra che deve vivere, che deve far crescere quel bambino per essere il re giusto che Oreste avrebbe saputo essere, e proteggerlo dall'influenza dell'uomo che ha corrotto e distrutto tutto quello che ha toccato.
Mentre Elettra sembra calmarsi, senza aggiungere altre parole, perché ciò che doveva fare a questo punto era evidente, Cassandra le stringe le dita sull'elsa della spada di Achille.
Ecco, a questo punto la sensazione, giocando, era di nuotare nella pece.
* Abbiamo stabilito che ogni manifestazione 'magica', e lo stesso Ade, sono sempre visti nella soggettiva di Cassandra, velati come un'allucinazione. La magia potrebbe essere vera, gli dei intervenire direttamente, o solo il delirio di una donna che ha sofferto al punto di averne la mente offuscata.
Mr. Mario:
Quarta e ultima scena, confronto finale! Sì, una volta che Elettra aveva la spada in mano, abbiamo tutti pensato che i tempi fossero maturi. Ovviamente, perseguimento della vendetta.
Sala del trono di Micene, in scena: Agamennone (Vellu), Cassandra (Mario), Elettra (Katia), Oreste - voce nella testa di Cassandra (Preda), un servitore del re (Paolo).
Tra le cose di Elettra, Cassandra ha recuperato un vestito da principessa, di foggia troiana, che ora indossa. Agamennone siede sul trono, e osserva la Grecia ai suoi piedi. Su ogni sedia un cartellino con un nome. Agamennone guarda verso Ftia, che è senza nome, e ordina al servitore: "Scrivi 'Telemaco'. Manderemo poi una lettera a suo padre."
Entra Elettra. "E ditegli anche di preparare un funerale. I sovrani di Ftia muoiono giovani." Elettra per il momento nasconde la spada, e si mette dietro al trono del padre.
Entra Cassandra, in vesti da principessa. Il moto di sorpresa di Agamennone è quasi impercettibile. "Pare che abbiamo un'ospite. Disponi un seggio per lei, anche se dovrà essere posto su delle rovine." Il servo prende uno scranno da schiavo e lo pone dove sulla mappa dovrebbe trovarsi Troia. Cassandra sorride.
Comincia una schermaglia verbale. Cassandra, per la prima volta da anni, ha il coraggio di alzare il volto verso l'uomo che ha guidato la spedizione che ha distrutto tutto ciò che amava. Agamennone non prende particolarmente sul serio questa donna disarmata di fronte a lui, la schernisce parlandole di suo padre, di come anche lui aveva capito il vero significato del regnare, purtroppo solo dopo che la testa gli fosse staccata dal corpo. Cassandra gli rinfaccia, aiutata da Oreste, anche lui pieno di rancore, tutto quello che i Greci hanno fatto alla sua famiglia, per lui e per la sua cieca ambizione.
Parte il confronto. Io vinco Morte, Vendetta e Onore. Il Vellu vince Amore e Segreto. La Katia vince Disperazione. Il Preda vince Delizia.
Agamennone si infuria. Lui era l'unico che poteva portare ordine, tenere a bada quei piccoli uomini meschini e litigiosi che non vedevano al di là delle mura delle loro città e fare della Grecia un popolo forte e unito. Ovviamente sotto qualcuno in grado di guidarlo con il giusto rigore.
Elettra vede in quelle parole la conferma di ciò che diceva Cassandra, e degli incubi di Oreste, che sognava invece una libertà diversa. Punta la spada contro il padre, che conosce quanto è mortale. Lui guarda la donna che ha di fronte, la futura madre del suo bambino, ma quello è uno sguardo di amore. Lui le dice che quello era il suo piano, il suo dono, per lei, e per il loro bambino. Che ha fatto ciò che ha fatto per lei, perché la amava più di ogni altra cosa. Elettra esita, incerta. Cassandra si infuria. (Amore)
Cassandra si scaraventa su di lui, ordinandogli di non offendere la parole amore pronunciandola con quelle labbra di assassino e traditore. Lui le rinfaccia che nemmeno lei può pronunciarla allora. "Elena non era che un pretesto. Tu conosci i veri motivi dietro alla guerra. Hai forse dimenticato Radamante? Quello che tu stessa gli hai fatto? Puoi davvero parlare d'amore?" (Segreto)
Cassandra, la donna Cassandra, arretra sotto il peso di quelle parole, sotto il peso delle proprie colpe e dei propri tradimenti. Ma non la sacerdotessa Cassandra. Animata da una rabbia e da una forza più oscure, si fa avanti lo stesso. Gli dice che si inganna sulla natura della Grecia, e sul proprio posto nella storia di essa. "Non ho più il dono della profezia che avevo un tempo, ma Ade mi ha donato una nuova prospettiva. La nostra guerra ha poca importanza. La nuova che stai preparando verso oriente, nemmeno, ma in Persia qualcuno si accorgerà della Grecia, e quella guerra sì che cambierà il destino del mondo. Ma tu, tu non sarai nulla. Tu sarai ricordato solo come una piccola nota a piè di pagina nella storia di uomini migliori di te." (Vendetta)
Le parole di Cassandra pesano come macigni, come se la forza degli dèi le facesse risuonare per la rocca, e Agamennone non riesce nemmeno a reagire, mentre Cassandra riprende dalle mani di Elettra la spada che lei non riesce ad usare e gliela pianta nel petto. La lama è talmente affilata che affonda senza provocare quasi alcun dolore. (Morte)
"Permettimi di mostrarti la pietà che tu non hai avuto per me." gli sussurra, mentre la spada gli raggiunge il cuore, le forze lo abbandonano, e lui si accascia, quasi serenamente. (Onore)
E' la voce di Oreste che ha dato a Cassandra la forza di vibrare quel colpo così mortale. Lo sente ancora che ne trae piacere, e ripete "Sì. Così. Ancora." mentre la lama affonda in un istante interminabile. (Delizia)
Nel vedere quell'uomo, quel padre, quell'amante morto ai suoi piedi, Elettra dapprima non reagisce, poi un lacrima scende sul suo volto, trafitta da una perdita più grande di quanto riesca a comprendere. E' molto affannoso il respiro con cui tenta di prendere l'aria per poter finalmente urlare. (Disperazione)
Cassandra, la ferma, di nuovo con dolcezza, chiudendole la bocca con una mano e sporcandole così il viso del sangue di Agamennone, grande re di Micene. "Vivi, amica mia, cresci bene il tuo bambino. Lui sarà molto importante." le sussurra prima di andarsene, mentre il suo urlo richiama le guardie.
Cassandra muove alcuni passi per andarsene, con la spada in mano, mentre l'ombra si addensa di nuovo intorno a lei, facendola sparire alla vista. Dalla spada, gocce di sangue cadono sulla mappa della Grecia. Mentre Cassandra scompare, vediamo l'ultima grossa goccia cadere su Itaca.
Non visto da nessuno, in un angolo, Ade sogghigna.
Fine della prima sessione (e del primo capitolo). Terribilmente intensa, anche se magari da questo riassunto non sembra. Alla fine eravamo tutti stupiti della sensazione di oscurità, palpabile, che ci aveva dato. Notevole, davvero notevole.
Iacopo Frigerio:
storia stupenda, non saprei dirvi di più, grandi giocatori!
Mr. Mario:
Seconda sessione. All'inizio ci sono state diverse scene senza confronti, ma ci stava per preparare un po' il campo, perché gli ultimi tre confronti sono stati davvero notevoli.
Prima scena, sceneggiatore Paolo, approfondimento del personaggio.
Cassandra arriva a Itaca, dove nessuno sa ancora degli avvenimenti di Micene. Itaca è un bel posto, una città dove, dopo un periodo buio, si comincia a respirare un po' di libertà e c'è speranza nell'aria.
Odisseo è un sovrano amato, e il suo popolo è felice, al punto che persino Cassandra per un attimo si sente come se fosse finita in vicoli di Troia che non conosceva bene. E' un attimo, perché poi il re esce dal palazzo per dare un grande annuncio, il fidanzamento tra Telemaco ed Eurinome, principessa di Zacinto. La popolazione tutta è invitata a partecipare alla festa. Cassandra si procura trucchi e un travestimento, afferma di essere una donna del paese dei Feaci, che ha fatto tappa a Itaca per tornare a casa dal lungo viaggio che ha intrapreso dall'Egitto.
Quando il mercante sente così, si sbraccia verso il re che, come enorme contrasto nei confronti di Agamennone, sta girando tra la folla, conversando amichevolmente e scherzando coi suoi sudditi. Odisseo viene loro incontro, e avendo appreso che la donna è una viaggiatrice, la invita egli stesso a palazzo come sua ospite. Qualcosa negli occhi di lei gli sembra familiare, ma ancora non la riconosce.
Cassandra, lieta che avvicinarsi al suo bersaglio sia stato così semplice, osserva che la regina, Penelope, non ha preso parte all'annuncio e alla gioia del popolo, e si chiede il perché.
Mr. Mario:
Seconda scena, pago due dadi bianchi (ne avevo otto, e in generale avevo sempre quasi tutti io i dadi bianchi durante la sessione, ma credo fosse abbastanza dovuto al fatto che antagonista e secondari erano di una risma diversa rispetto alla scorsa volta) quindi sceneggio io e chiamo un'altra scena di approfondimento del personaggio, perché voglio vedere Penelope.
La scena parte verso sera, il sole è tramontato e il banchetto di fidanzamento ormai è agli sgoccioli. sono in scena Odisseo (Paolo), Telemaco (Preda) ormai piuttosto brillo, Eurinome (Katia) e Cassandra (io).
Arriva Penelope (Vellu) con un messaggio. La regina decisamente non ha preso parte ai festeggiamenti, ed è notevolmente fredda verso suo marito. Il messaggio porta notizie da Micene. E non solo. Pare che il servo di Agamennone avesse fatto in tempo a trasmettere il messaggio che nomina Telemaco re di Ftia. La notizia della morte di Agamennone non intristisce particolarmente Odisseo, ma quel messaggio per suo figlio lo terrorizza. Quando Telemaco arriva per chiedere spiegazioni, glielo nasconde.
Cassandra insiste. Agamennone stava preparando una guerra contro l'Oriente, ora chi la condurrà? Odisseo sbotta che Itaca non sarà coinvolta in nessuna guerra finché lui sarà sul trono. Penelope, che ha già sentito una volta queste parole, se va sdegnata.
Eurinome viene a parlare un po' con Cassandra. E' una ragazza molto giovane, che si trova spiazzata dalle sue future responsabilità, dall'idea del matrimonio (Telemaco le piace, ma forse non in quel senso) e dall'atteggiamento della futura suocera. E' la prima volta che lascia la sua isola. Cassandra è un po' intenerita da questa fanciulla, finché non si rende conto che porta un profumo tremendamente sensuale, che lei ha già sentito. Eurinome le spiega che è un dono di suo madre, con cui sperava di compiacere il suo fidanzato e sua madre. Il profumo infatti viene da Sparta, come Penelope.
E Cassandra ricorda dove l'ha già sentito: su Elena. Inghiottendo il suo odio, la sacerdotessa invoca sulla giovane e sul suo matrimonio la benedizione di tutti gli dei. (E qui gli altri giocatori mi hanno guardato davvero male, temendo il peggio.)
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