Autore Topic: [RavenDeath] Anche nella Grecia mitologica succedevano certe cose  (Letto 5908 volte)

Luca Veluttini

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Veniamo alla seconda partita che ho l'occasione di iniziare a questo gioco.

Ci ritroviamo io, Mario, Katia, Paolo, Preda.

Stavolta iniziamo a fare un brainstorming un pochino più lungo viste le varie idee emerse. Alla fine sopravvivono:

Ambientazione: Grecia omerica (quella dell'Iliade per intenderci)
Genere: Mitologico (con molto libertà e rivisitazioni)
Stile: Epico

E qui gli sguardi di tutti cadono su Mario (massimo esperto nerd al tavolo sulla materia). E' suo il Protagonista: Cassandra, la figlia di Priamo che aveva il dono della preveggenza ma anche la maledizione di rimanere inascoltata.

Cassandra, visto il dono che si ritrova, viene mandata dal padre ad essere formata sull'Isola di Delo, dove incontra Radamante, un vecchio sacerdote. Tra i due nasce qualcosa che supera il rapporto maestro-discepola. E' amore. Ma non esiste nessuno status quo (come in Apocalypse World). Ed ecco che quei birichini dei greci decidono di muovere guerra a Troia, la città natia di Cassandra.
Lei abbandona Radamante e torna in città, ma le sue profezie rimarranno inascoltate e assisterà impotente alla caduta e alla distruzione della città.
Radamante, abbandonato, si schiera con i greci e complotta la morte di Achille nel tempo di Apollo. Il dio, adirato, impedisce a Cassandra di avere ancora premonizioni, fino alla caduta della città.
Agamennone la riporta a Micene da schiava, umiliata. Sopravvive al tentativo di omicidio ordito dalla moglie Clitemnestra e deve accettare il "pesante fardello" degli onori della vittoria. Molti generali greci sono caduti davanti alle mura di Ilio e quindi quale miglior occasione per mettere uomini fidati in quelle città ora senza un signore? Chi potrebbe dire di no a colui che porta come trofeo la corona di Priamo (per la felicità di Cassandra)?
Cassandra, passati ormai 10 anni, decide che è ora di farla finita e si suicida. Non può più sopportare questa vita e il dover servire l'uccisore della sua città. Ma qui avviene il bello: Ade ha pietà della ragazza (avete presente che umiliazione quando il dio della morte ha pietà per tutte le brutte vicende che ha passato e che ha dovuto subire?). Ade le da una seconda possibilità. Cassandra accetta e passa da servire Apollo (il sole) a servire Ade (l'ombra del mondo dei morti).

Ma chi sono i simpatici Antagonisti sui quali dovrà ottenere la sua vendetta?

1. Agamennone (Oscurità 4, Luminosità 2, Violenza) [io]: ha promosso la guerra per la sua ambizione e ha distrutto Troia, uccidendo tutto ciò che aveva di più caro al mondo.
2. Odisseo (Oscurità 4, Luminosità 4, Disperazione) [Paolo]: quello che non voleva la guerra, che non voleva combattere, è stato anche colui che ha permesso che la guerra finisse.
3. Radamante (Oscurità  4, Luminosità 3, Odio) [Preda]: Cassandra l'ha lasciato, lui ordisce il piano per uccidere Achille e impedirle di continuare ad avere visioni. Lui che diceva di amarla così tanto.
4. Elena (Oscurità 4, Luminosità 2, Follia): L'unica persona che dalla guerra è uscita senza un graffio. Nulla. Menelao è morto e lei si ritrova anche regina di Sparta, incontrastata, con un popolo "innaturalmente" devoto. La sua maestria nelle pozioni e negli intrugli non ha eguali. Lei ha anche la collana di Andromaca, dono di Ettore alla moglie.

E ci siamo fermati qui. I bambini di 10 anni che erano in noi stavano fremendo alla sola idea di una cosa del genere.

Stupendo!!!! ^^

PS: Nonostante il tema non si vedranno divinità che spuntano come funghi. Solo uomini (e donne).
« Ultima modifica: 2011-04-15 03:16:49 da Luca Veluttini »

Ezio

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Qual è il tema di Elena?
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Iacopo Frigerio

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se non erro Follia :-)
L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

Ezio

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Io, invece, scommetto su Segreto ;-)


E... Iacopo, iniziamo a discutere sul perché il tono "epico" è errato? XD XD XD
« Ultima modifica: 2011-04-14 18:09:55 da Aetius »
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Iacopo Frigerio

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guarda... io purtroppo ho un difetto tale per cui se non mi contengo vado a cadere sempre nell'epico... per cui posso ascoltare e concordare, ma non riuscirei mai a dire di no a una promessa di epicità :-D
L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

Luca Veluttini

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Elena ha Follia.

Mi sono solamente scordato di aggiungere che Andromaca vuole eradicare dal mondo la "povera" Elena perché senza di lei la guerra non si sarebbe fatta.

Citazione
E... Iacopo, iniziamo a discutere sul perché il tono "epico" è errato? XD XD XD

Ezio, ma quando? ^^

Mr. Mario

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E' suo il Protagonista: Cassandra, la figlia di Priamo che aveva il dono della preveggenza ma anche la maledizione di rimanere inascoltata.

Questo è quello che le leggende raccontano di lei. Nella nostra interpretazione le cose sono un po' diverse.

Citazione
Cassandra, visto il dono che si ritrova, viene mandata dal padre ad essere formata sull'Isola di Delo, dove incontra Radamante, un vecchio sacerdote. Tra i due nasce qualcosa che supera il rapporto maestro-discepola. E' amore. Ma non esiste nessuno status quo (come in Apocalypse World). Ed ecco che quei birichini dei greci decidono di muovere guerra a Troia, la città natia di Cassandra.
Lei abbandona Radamante e torna in città, ma le sue profezie rimarranno inascoltate e assisterà impotente alla caduta e alla distruzione della città.
Radamante, abbandonato, si schiera con i greci e complotta la morte di Achille nel tempo di Apollo. Il dio, adirato, impedisce a Cassandra di avere ancora premonizioni, fino alla caduta della città.

Prima di andare a Delo, Cassandra è una sacerdotessa brillante e promettente. E' Radamante che le insegna l'arte della profezia. Quando Elena viene rapita, i Greci non sanno dove sia. Di nuovo, è proprio Radamante a informarli che si trova a Troia nonostante lei lo avesse implorato di non farlo.

Citazione
Cassandra, passati ormai 10 anni, decide che è ora di farla finita e si suicida. Non può più sopportare questa vita e il dover servire l'uccisore della sua città. Ma qui avviene il bello: Ade ha pietà della ragazza (avete presente che umiliazione quando il dio della morte ha pietà per tutte le brutte vicende che ha passato e che ha dovuto subire?). Ade le da una seconda possibilità. Cassandra accetta e passa da servire Apollo (il sole) a servire Ade (l'ombra del mondo dei morti).

Il prologo avrà un momento scatenante molto preciso. Non è perché sono passati dieci anni, è perché accade qualcosa di particolare. E sì, c'è Ade. Ma come in tutto il resto della storia, gli dei non intervengono direttamente. Ade potrebbe essere anche solo una proiezione della mente turbata di Cassandra.

Citazione
Menelao è morto e lei si ritrova anche regina di Sparta, incontrastata

Ah, questo passaggio me l'ero perso. Pensavo fosse vivo e fosse il suo fedele marito cagnolino.
Sognatore incorreggibile. Segretario dell'Agenzia degli Incantesimi. Seguace di Taku. L'uomo che sussurrava ai mirtilli.

Mr. Mario

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Prologo. Dieci anni dopo la guerra di Troia, a Micene. Fuori è il crepuscolo.

In una stanza, un prode guerriero dai capelli rossi, Pirro Neottolemo, figlio di Achille giace nudo, a faccia in giù su un letto, morto per una ferita al collo. L'ultima espressione sul suo volto è di sorpresa, come un ghigno interrotto a metà. Il suo sangue ha macchiato le pareti, per poi raccogliersi sul pavimento in una pozza quasi rotonda. In un angolo della stanza una ragazza, coperta di sangue, lividi, e pochi brandelli di vestiti lacerati, stringe convulsamente tra le dita una fibbia insanguinata, aspettando sconvolta la fine inevitabile di una schiava che uccide un ospite del suo padrone. Ma quando il sole cala del tutto, e le ombre dei cipressi fuori della reggia si allungano come dita a riempire a lambire la pozza di sangue, questo diventa nero come la pece, e da esso un ombra sale come vapore e comincia a prendere forma: è Ade, il dio degli inferi.
Cassandra da anni non sente più la voce degli dei, ed è sorpresa della sua presenza, crede che sia venuto a prenderla. Ma il dio, annoiato a morte nel suo regno di ombre, vede in lei la possibilità di far succedere qualcosa di interessante, che possa scuoterlo per un po' dal suo tedio. La prende come sua sacerdotessa, dandole il dono di udire le voci dei morti, avvolgendola nella sua ombra che la cela agli occhi dei mortali, e la incoraggia a perseguire la sua vendetta, a far giungere nel suo regno coloro che lo meritano, e a rendere la cosa interessante.
Cassandra chiude il mantello di ombra intorno a sé con la fibbia ancora insanguinata, e sparisce dalla stanza.

Edit: Dimenticavo: a fine scena aggiungo come risorsa di Cassandra "Sacerdotessa di Ade".
« Ultima modifica: 2011-05-12 00:24:34 da Mr. Mario »
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Prima scena. L'antagonista del primo capitolo è Agamennone, interpretato dal Vellu, ed è anche lo sceneggiatore.

Chiede un flashback ad alcune ore prima. Avanzamento del personaggio.

La scena si apre sulla sala del trono di Agamennone. Il re di Micene non se ne è stato con le mani in mano dopo la distruzione di Troia, e ha manovrato sempre più per accentrare il potere nelle sue mani. Davanti al suo trono ha fatto scolpire una carta della Grecia sul Pavimento, e fatto installare dei seggi per gli altri re delle città stato ognuno sulla propria città. Accanto al suo trono un altro seggio ancora vuoto, per il comandante in capo dell'esercito. Alcuni seggi sono vuoti. Quello di Sparta è vacante. Quello di Itaca anche, in attesa di ulteriori notizie.

Agamennone si alza. La sala è ricolma di trofei di guerra, ma il più importante è sul suo capo, la corona che un tempo fu di re Priamo di Troia. Comincia a mostrare i segni dell'età ma non li nasconde, al contrario indossa vesti studiate per mettere in risalto le cicatrici delle ferite di guerra. Il re si rivolge alla sala, e annuncia il suo piano, di chiamare Pirro alla posizione che un tempo fu di suo padre, di comandante delle armate greche. Pirro si alza, e vediamo su di lui le armi di Achille, in particolare la sua spada. Il re di Argo (un personaggio terziario improvvisato lì per lì) commenta che allora sono vere le voci per cui Agamennone vuole ora muovere contro la Persia (piccola licenza poetico-storica, perdonatecela). Ovviamente, prosegue Agamennone, questo incarico lascerebbe Pirro troppo occupato per amministrare anche la propria città, Ftia. "Ne sia data dunque la reggenza a mio figlio Oreste." Questo coglie sia Pirro che Oreste di sorpresa, mentre la sala del trono esplode in un brusio.

Pirro (interpretato dalla Katia) non ha alcuna intenzione di sottomettersi in questa maniera, e afferma che Oreste non ne è affatto degno. Oreste, il figlio idealista di Agamennone (interpretato dal Preda) si trova gettato nella situazione suo malgrado, e a dover difendere il proprio onore. Agamennone sogghigna, ogni esito della situazione lo libera di uno scomodo problema.

Parte il confronto e si tirano i dadi. Non mi ricordo esattamente quali sono i temi conquistati, a parte che il Preda conquista Segreto.

I due giovani mettono mano alle armi, ma il conflitto è breve, la ferocia di Pirro è leggendaria, e le armi di Achille superiori. Il sangue di Oreste cade sulla mappa dove un tempo sorgeva Troia, e lascia una scia mentre il ragazzo si trascina verso Micene, implorando l'aiuto del padre. Agamennone è impassibile, non ha pietà per lui, e gli sussurra che è sempre stato una delusione, e che ora non sarà più costretto a tollerare un figlio forse neppure del suo stesso sangue. La risposta di Oreste, con le sue ultime parole, arriva come una sferzata "Spero allora che il figlio che hai forzato nel grembo di mia sorella saprà darti le soddisfazioni che non ti ho dato io." Un mormorio d'orrore si diffonde nella sala mentre l'immagine dell'incesto prende piede. Ma mentre Oreste muore ai suoi piedi, Agamennone ne dà una fredda spiegazione razionale. "Nella mia posizione ci si può fidare davvero solo del proprio stesso sangue." I re della Grecia ammutoliscono, non osando reagire.
Pirro capisce di essere stato manipolato, e non avendo sfogato a sufficienza la sua furia, alza lo sguardo sulle schiave di Agamennone, e ne sceglie una da prendersi nelle stanze stesse del re. A sua insaputa, quella schiava è proprio Cassandra.
« Ultima modifica: 2011-05-11 22:25:26 da Mr. Mario »
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Seconda scena, sempre chiamata dal Vellu sceneggiatore, sempre in flashback, è in pratica il prologo del prologo. Stavolta perseguimento della vendetta.

Pirro fa entrare a forza Cassandra nella stanza, minacciandola con la sua forza e con la sua spada. Cassandra è terrorizzata. Questo è l'uomo che l'ha violentata nel tempio della sua città (altra licenza poetica ndr) e che ha gettato il suo nipotino adorato Astianatte dalle mura di Troia. Divertendosi mentre lo faceva. Lui è compiaciuto del suo terrore e le ordina di spogliarsi. Lei esita. Lui con un colpo veloce della spada le taglia il vestito, senza ferirla. Cassandra abbassa il volto, apparentemente soggiogata. Si slaccia quello che resta della sua sopraveste, ma nasconde nella mano la fibbia che la chiudeva.

Pirro osserva il suo corpo nudo, e riconosce sulla spalla di lei la cicatrice di un morso, un segno che lui stesso le aveva inflitto anni prima. Ride, riconoscendola finalmente. "Visto che sai già come mi piace, mettiti in posizione!"

Lei stringe i denti e si prepara, inginocchiata sul letto, gli dà le spalle. Lui la prende così, con ferocia, e decide di lasciarle un altro ricordino, sull'altra spalla. Ma Cassandra se lo aspetta. Mentre lui porta la testa in avanti, con un movimento rapido e disperato lei gli pianta la fibbia del suo vestito nel collo. Lui si accascia sopra di lei, il suo sangue schizza sui muri e comincia a colare sul pavimento. Quando lei riesce a respirare di nuovo, striscia fuori da sotto di lui e si ranicchia in un angolo, in posizione fetale.

Da lì vede abbandonata sul pavimento, ancora coperta del sangue di Oreste, la spada di Achille.

La scena è stata senza Confronto. Io e Katia eravamo abbastanza d'accordo su come si svolgevano le cose, non lo abbiamo ritenuto necessario. Decisamente da brivido il momento in cui io stavo descrivendo che Pirro buttava sul letto Cassandra con la forza, e lei "No. Ti dice -spogliati-." Era tutto un altro tipo di violenza, e io sono rimasto ammutolito, ammettendo che forse così era ancora peggio.
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Terza scena, torniamo nel presente. Approfondimento del personaggio.

Cassandra, avvolta dall'ombra di Ade che la rende invisibile (o almeno così crede lei*) arriva nella stanza di Elettra, la figlia di Agamennone. (Non essendo Agamennone in scena, e per di più essendo Elettra una risorsa sulla scheda di Agamennone, in questa scena la gioca il Vellu.)

Elettra è alla finestra che guarda nella notte. Sta canticchiando e parlottando con quello che sembra essere un bambino che tiene fra le braccia. In realtà è solo una bambola, e la piccola e un po' disturbata Elettra le sta parlando come se fosse un bambino, pensando al nome da dare al bambino che sta aspettando.

Cassandra per il momento la ignora, e comincia a cercare tra i suoi vestiti, fino che Elettra non dice "Se sei un maschio, forse Astianatte?". A quel punto Cassandra non può trattenersi, si rivela, e le risponde "Non farlo, è un nome sfortunato".

Da qui parte una piccola danza verbale, con Cassandra che cerca di portare Elettra ad ammettere la sua situazione, ed Elettra che si ritrae, condendo le sue risposte con un pizzico di follia. Alla fine, Cassandra le rivela il fato di suo fratello "Dovresti chiamarlo Oreste." "Ma mio padre ha già un Oreste". "Aveva."

Da qui parte il confronto. Io ho molti più dadi della povera Elettra, il tiro mi aiuta e conquisto Segreto, Vita, e almeno un altro che non ricordo tra Odio e Vendetta.

Cassandra sente (o crede di sentire*) le voci dei morti, in particolare quella del vero padre di Elettra, l'amante di sua madre. Agamennone ha sempre usato i suoi figli, ha sacrificato Ifigenia per poter seguire la sua ambizione, e sua moglie, che aveva trovato conforto nelle braccia di un altro, gli aveva mentito e fatto credere che Oreste ed Elettra fossero suoi. Al ritorno dalla guerra, l'amante e la moglie tentarono di ucciderlo, ma lui uccise l'amante e... non sappiamo cosa fece alla moglie, ma nessuno la vide più al castello. Una volta compreso che quelli non erano figli suoi, in cuor suo cominciò ad odiarli, ed arrivò a introdursi di notte nella camera di Elettra, e a prenderla, quella prima volta, con la forza, cosa che Elettra aveva cercato di negare a sé stessa per costruirsi questa realtà in cui il suo padre e amante la amava davvero.

La rivelazione sulla sua vera discendenza, e sul destino del fratello, portano Elettra a tentare un gesto disperato, salendo sul davanzale della finestra per gettarsi nel dirupo sottostante. Ma Cassandra le prende una mano, e, con dolcezza, la ferma. Ha promesso al suo nuovo signore Ade di portargli coloro che meritano la morte, e né Elettra né il bambino che porta in sé sono colpevoli per lei, che avuto sulla propria pelle l'esperienza delle bassezze che Agamennone ha saputo raggiungere. Le sussurra che deve vivere, che deve far crescere quel bambino per essere il re giusto che Oreste avrebbe saputo essere, e proteggerlo dall'influenza dell'uomo che ha corrotto e distrutto tutto quello che ha toccato.

Mentre Elettra sembra calmarsi, senza aggiungere altre parole, perché ciò che doveva fare a questo punto era evidente, Cassandra le stringe le dita sull'elsa della spada di Achille.


Ecco, a questo punto la sensazione, giocando, era di nuotare nella pece.

* Abbiamo stabilito che ogni manifestazione 'magica', e lo stesso Ade, sono sempre visti nella soggettiva di Cassandra, velati come un'allucinazione. La magia potrebbe essere vera, gli dei intervenire direttamente, o solo il delirio di una donna che ha sofferto al punto di averne la mente offuscata.
« Ultima modifica: 2011-05-12 01:05:31 da Mr. Mario »
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Mr. Mario

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Quarta e ultima scena, confronto finale! Sì, una volta che Elettra aveva la spada in mano, abbiamo tutti pensato che i tempi fossero maturi. Ovviamente, perseguimento della vendetta.

Sala del trono di Micene, in scena: Agamennone (Vellu), Cassandra (Mario), Elettra (Katia), Oreste - voce nella testa di Cassandra (Preda), un servitore del re (Paolo).

Tra le cose di Elettra, Cassandra ha recuperato un vestito da principessa, di foggia troiana, che ora indossa. Agamennone siede sul trono, e osserva la Grecia ai suoi piedi. Su ogni sedia un cartellino con un nome. Agamennone guarda verso Ftia, che è senza nome, e ordina al servitore: "Scrivi 'Telemaco'. Manderemo poi una lettera a suo padre."

Entra Elettra. "E ditegli anche di preparare un funerale. I sovrani di Ftia muoiono giovani." Elettra per il momento nasconde la spada, e si mette dietro al trono del padre.

Entra Cassandra, in vesti da principessa. Il moto di sorpresa di Agamennone è quasi impercettibile. "Pare che abbiamo un'ospite. Disponi un seggio per lei, anche se dovrà essere posto su delle rovine." Il servo prende uno scranno da schiavo e lo pone dove sulla mappa dovrebbe trovarsi Troia. Cassandra sorride.

Comincia una schermaglia verbale. Cassandra, per la prima volta da anni, ha il coraggio di alzare il volto verso l'uomo che ha guidato la spedizione che ha distrutto tutto ciò che amava. Agamennone non prende particolarmente sul serio questa donna disarmata di fronte a lui, la schernisce parlandole di suo padre, di come anche lui aveva capito il vero significato del regnare, purtroppo solo dopo che la testa gli fosse staccata dal corpo. Cassandra gli rinfaccia, aiutata da Oreste, anche lui pieno di rancore, tutto quello che i Greci hanno fatto alla sua famiglia, per lui e per la sua cieca ambizione.

Parte il confronto. Io vinco Morte, Vendetta e Onore. Il Vellu vince Amore e Segreto. La Katia vince Disperazione. Il Preda vince Delizia.

Agamennone si infuria. Lui era l'unico che poteva portare ordine, tenere a bada quei piccoli uomini meschini e litigiosi che non vedevano al di là delle mura delle loro città e fare della Grecia un popolo forte e unito. Ovviamente sotto qualcuno in grado di guidarlo con il giusto rigore.

Elettra vede in quelle parole la conferma di ciò che diceva Cassandra, e degli incubi di Oreste, che sognava invece una libertà diversa. Punta la spada contro il padre, che conosce quanto è mortale. Lui guarda la donna che ha di fronte, la futura madre del suo bambino, ma quello è uno sguardo di amore. Lui le dice che quello era il suo piano, il suo dono, per lei, e per il loro bambino. Che ha fatto ciò che ha fatto per lei, perché la amava più di ogni altra cosa. Elettra esita, incerta. Cassandra si infuria. (Amore)

Cassandra si scaraventa su di lui, ordinandogli di non offendere la parole amore pronunciandola con quelle labbra di assassino e traditore. Lui le rinfaccia che nemmeno lei può pronunciarla allora. "Elena non era che un pretesto. Tu conosci i veri motivi dietro alla guerra. Hai forse dimenticato Radamante? Quello che tu stessa gli hai fatto? Puoi davvero parlare d'amore?" (Segreto)

Cassandra, la donna Cassandra, arretra sotto il peso di quelle parole, sotto il peso delle proprie colpe e dei propri tradimenti. Ma non la sacerdotessa Cassandra. Animata da una rabbia e da una forza più oscure, si fa avanti lo stesso. Gli dice che si inganna sulla natura della Grecia, e sul proprio posto nella storia di essa. "Non ho più il dono della profezia che avevo un tempo, ma Ade mi ha donato una nuova prospettiva. La nostra guerra ha poca importanza. La nuova che stai preparando verso oriente, nemmeno, ma in Persia qualcuno si accorgerà della Grecia, e quella guerra sì che cambierà il destino del mondo. Ma tu, tu non sarai nulla. Tu sarai ricordato solo come una piccola nota a piè di pagina nella storia di uomini migliori di te." (Vendetta)

Le parole di Cassandra pesano come macigni, come se la forza degli dèi le facesse risuonare per la rocca, e Agamennone non riesce nemmeno a reagire, mentre Cassandra riprende dalle mani di Elettra la spada che lei non riesce ad usare e gliela pianta nel petto. La lama è talmente affilata che affonda senza provocare quasi alcun dolore. (Morte)

"Permettimi di mostrarti la pietà che tu non hai avuto per me." gli sussurra, mentre la spada gli raggiunge il cuore, le forze lo abbandonano, e lui si accascia, quasi serenamente. (Onore)

E' la voce di Oreste che ha dato a Cassandra la forza di vibrare quel colpo così mortale. Lo sente ancora che ne trae piacere, e ripete "Sì. Così. Ancora." mentre la lama affonda in un istante interminabile. (Delizia)

Nel vedere quell'uomo, quel padre, quell'amante morto ai suoi piedi, Elettra dapprima non reagisce, poi un lacrima scende sul suo volto, trafitta da una perdita più grande di quanto riesca a comprendere. E' molto affannoso il respiro con cui tenta di prendere l'aria per poter finalmente urlare. (Disperazione)

Cassandra, la ferma, di nuovo con dolcezza, chiudendole la bocca con una mano e sporcandole così il viso del sangue di Agamennone, grande re di Micene. "Vivi, amica mia, cresci bene il tuo bambino. Lui sarà molto importante." le sussurra prima di andarsene, mentre il suo urlo richiama le guardie.

Cassandra muove alcuni passi per andarsene, con la spada in mano, mentre l'ombra si addensa di nuovo intorno a lei, facendola sparire alla vista. Dalla spada, gocce di sangue cadono sulla mappa della Grecia. Mentre Cassandra scompare, vediamo l'ultima grossa goccia cadere su Itaca.

Non visto da nessuno, in un angolo, Ade sogghigna.


Fine della prima sessione (e del primo capitolo). Terribilmente intensa, anche se magari da questo riassunto non sembra. Alla fine eravamo tutti stupiti della sensazione di oscurità, palpabile, che ci aveva dato. Notevole, davvero notevole.
« Ultima modifica: 2011-05-12 03:17:22 da Mr. Mario »
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storia stupenda, non saprei dirvi di più, grandi giocatori!
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Seconda sessione. All'inizio ci sono state diverse scene senza confronti, ma ci stava per preparare un po' il campo, perché gli ultimi tre confronti sono stati davvero notevoli.

Prima scena, sceneggiatore Paolo, approfondimento del personaggio.

Cassandra arriva a Itaca, dove nessuno sa ancora degli avvenimenti di Micene. Itaca è un bel posto, una città dove, dopo un periodo buio, si comincia a respirare un po' di libertà e c'è speranza nell'aria.

Odisseo è un sovrano amato, e il suo popolo è felice, al punto che persino Cassandra per un attimo si sente come se fosse finita in vicoli di Troia che non conosceva bene. E' un attimo, perché poi il re esce dal palazzo per dare un grande annuncio, il fidanzamento tra Telemaco ed Eurinome, principessa di Zacinto. La popolazione tutta è invitata a partecipare alla festa. Cassandra si procura trucchi e un travestimento, afferma di essere una donna del paese dei Feaci, che ha fatto tappa a Itaca per tornare a casa dal lungo viaggio che ha intrapreso dall'Egitto.

Quando il mercante sente così, si sbraccia verso il re che, come enorme contrasto nei confronti di Agamennone, sta girando tra la folla, conversando amichevolmente e scherzando coi suoi sudditi. Odisseo viene loro incontro, e avendo appreso che la donna è una viaggiatrice, la invita egli stesso a palazzo come sua ospite. Qualcosa negli occhi di lei gli sembra familiare, ma ancora non la riconosce.

Cassandra, lieta che avvicinarsi al suo bersaglio sia stato così semplice, osserva che la regina, Penelope, non ha preso parte all'annuncio e alla gioia del popolo, e si chiede il perché.
« Ultima modifica: 2011-05-18 18:04:23 da Mr. Mario »
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Seconda scena, pago due dadi bianchi (ne avevo otto, e in generale avevo sempre quasi tutti io i dadi bianchi durante la sessione, ma credo fosse abbastanza dovuto al fatto che antagonista e secondari erano di una risma diversa rispetto alla scorsa volta) quindi sceneggio io e chiamo un'altra scena di approfondimento del personaggio, perché voglio vedere Penelope.

La scena parte verso sera, il sole è tramontato e il banchetto di fidanzamento ormai è agli sgoccioli. sono in scena Odisseo (Paolo), Telemaco (Preda) ormai piuttosto brillo, Eurinome (Katia) e Cassandra (io).

Arriva Penelope (Vellu) con un messaggio. La regina decisamente non ha preso parte ai festeggiamenti, ed è notevolmente fredda verso suo marito. Il messaggio porta notizie da Micene. E non solo. Pare che il servo di Agamennone avesse fatto in tempo a trasmettere il messaggio che nomina Telemaco re di Ftia. La notizia della morte di Agamennone non intristisce particolarmente Odisseo, ma quel messaggio per suo figlio lo terrorizza. Quando Telemaco arriva per chiedere spiegazioni, glielo nasconde.

Cassandra insiste. Agamennone stava preparando una guerra contro l'Oriente, ora chi la condurrà? Odisseo sbotta che Itaca non sarà coinvolta in nessuna guerra finché lui sarà sul trono. Penelope, che ha già sentito una volta queste parole, se va sdegnata.

Eurinome viene a parlare un po' con Cassandra. E' una ragazza molto giovane, che si trova spiazzata dalle sue future responsabilità, dall'idea del matrimonio (Telemaco le piace, ma forse non in quel senso) e dall'atteggiamento della futura suocera. E' la prima volta che lascia la sua isola. Cassandra è un po' intenerita da questa fanciulla, finché non si rende conto che porta un profumo tremendamente sensuale, che lei ha già sentito. Eurinome le spiega che è un dono di suo madre, con cui sperava di compiacere il suo fidanzato e sua madre. Il profumo infatti viene da Sparta, come Penelope.
E Cassandra ricorda dove l'ha già sentito: su Elena. Inghiottendo il suo odio, la sacerdotessa invoca sulla giovane e sul suo matrimonio la benedizione di tutti gli dei. (E qui gli altri giocatori mi hanno guardato davvero male, temendo il peggio.)
« Ultima modifica: 2011-05-20 17:09:53 da Mr. Mario »
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