Autore Topic: [S/lay W/me] La mamma insegna...  (Letto 5782 volte)

Dario Delfino

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[S/lay W/me] La mamma insegna...
« il: 2011-03-08 21:20:28 »
Ho appena finito di giocare una partita completa a S/lay W/me con... mia mamma!

CHI
Ai fini di questo post diremo che mia madre è completamente a digiuno di giochi di ruolo, e non ne capisce il senso, lo scopo o dove sia il divertimento.

Siccome so che mia madre ha una grande fantasia (ha scritto dei copioni teatrali, canzoni, racconti, poesie, romanzi...) e dei gusti compatibili con i miei ho sempre pensato che fosse un gran peccato non poter mai giocare con lei, come se si trattasse di una risorsa preziosa non utilizzata.


COMMENTI
Allora ho un po' forzato la mano e le ho detto di fidarsi di me e di giocare, fosse solo per farmi un favore.
La mia speranza era che il gioco le piacesse tanto da "sbloccarla", ma purtroppo ciò non è avvenuto, anche se ha detto che tutto sommato un pochino si è divertita ed alla domanda "giocheresti ancora?" ha risposto "può darsi".

S/lay W/me è un gioco di ron edwards condensato in 8 pagine. Ho giocato una partita con Meme tramite skype, ed il gioco mi era piaciuto MOLTISSIMO. Recentemente ho fatto un'altra partita (solo nella parte di IO, però) con un'amica piuttosto nuova nel settore, e ci siamo divertiti e tutto è filato liscio come l'olio.

Pensavo che S/lay W/me fosse un gioco fantastico, quindi. In sole 8 paginette c'è il potenziale per ore di divertimento, con avventure complete, appaganti ed anche un certo iter che potremmo chiamare "campagna". L'accento è posto sugli elementi giusti, e grazie a meccaniche semplicissime ma non banali il gioco prosegue alla grande senza difficoltà.

Pensavo.

Ora la mia idea è un po' cambiata...
Il fatto è che ci sono alcune cose che sono lasciate un po' troppo vaghe, o che sono mancanti del tutto. Giocando con Meme, espertissimo del gioco, o con la mia amica (che comunque aveva qualche esperienza di più rispetto a mia madre, anche se magari di tipo tradizionale) queste "lacune" non si erano affatto viste. Tutto veniva risolto con il semplice buonsenso e voglia di andare d'accordo da qualche parte (ma buonsenso è una parola tabù!).

Mia madre, con la sua inesperienza ha invece messo a dura prova il manuale.
Com'è possibile?

L'INIZIO
Ho cominciato, seguendo l'ordine del manualetto, a spiegare brevemente in cosa consisteva il gioco: (creare insieme una storia di un eroe, che si svolgerà in un certo posto in cui ci sarà un mostro che cercherà di ucciderlo ed un'amante che cercherà di farlo restare con sè. )
Ho fatto pronunciare la frasetta (inutile?) "sono me stesso. sono capace, brutale, esperto, ecc."
Mia mamma ha scelto il suo pg (nobile cavaliere), il luogo (l'ultimo luogo sacro a Dio) ed un obbiettivo.

Primo problema: mi dice che l'obbiettivo è trovare la donna della sua vita.
Le dico che non può non va bene, dev'essere un qualcosa di... err... non sapevo nemmeno io come spiegarlo nè perchè l'obbiettivo non andasse bene.
Leggo le parole testuali "qualcosa che devi trovare o che ti serve per fare qualcosa che è decisamente importante per te".
Allora lei cambia obbiettivo: trovare una reliquia.
Le chiedo di dire qualcosina in più e... comincia a descrivere quasi nel dettaglio la pietra e soprattutto che questa serviva per redimere l'umanità visto che sta per scatenarsi una specie di apocalisse.
La blocco: troppe informazioni, dai!
E lei: boh, allora fai tu, decidi tutto tu, io che ne so?

Ouch.

Non erano passati neanche 5 minuti e già c'era un sacco di problemi.
Ripensandoci, forse avrei potuto accettare il suo primo obbiettivo: era un qualcosa di importante che voleva e che doveva trovare. ...Certo non era molto compatibile con l'idea di fare più di un'avventura ma era uno scopo valido.

E per quanto riguarda la descrizione della reliquia: vero che "bastano poche parole", ma il riferimento ad un'imminente apocalisse non ne richiede molte....
Insomma, altre perplessità.


E POI
Poi ci sono stati altri problemi, ma al momento fatico un po' a ricordarli puntualmente anche perchè c'erano alcune difficoltà dovute palesemente alla mancanza di esperienza. Per esempio nella fase di match mia mamma aveva un po' la tendenza a non guadagnare dadi.

Nonostante questo ci sono state un paio di belle scene, quindi il gioco in sè è andato bene, solo che per me che avevo già giocato ho notato come questo fosse un po'... in sordina. Ma non riuscivo ad alzare il volume, ed ancora adesso non mi è affatto chiaro il perchè di tutto questo.

Per quanto riguarda la narrazione ho sentito la mancanza di regole chiare come in Trollbabe. Mi sarebbe piaciuto dire qualcosa come "cavalcare la tigre" "avvitamento" "scena" "conflitto", ma tutto questo non c'era.

In particolare avevo una gran voglia di inserire un capitolo dedicato al conflitto quando ho giocato nella parte di TU.

SECONDA PARTE: NEL RUOLO DI TU
Avevo scelto una specie di bardo, la prima scena mi vede in una sorta di locanda a dover pagare una tassa per essere entrato in città (di ladri). Tre donne mi tentano in tutti i modi, per farmi restare lì, ed alla fine accetto.

Mia mamma descrive di come in quattro e quattr'otto mi levano il mantello, il denaro, le armi, ed il liuto e mi fanno accomodare. Io mi ostino a chiedere del liuto e non voglio mangiare. Mia mamma descrive l'ingresso di un brutto ceffo che pianta un coltello sul tavolo, ad invitarmi a stare buono, ed una ragazza che mi mostra il liuto e mi fa cenno di fare silenzio, facendomi capire che avrò il mio liuto dopo mangiato.
Per fare il figo dico che lancio il coltello e spengo una candela, minacciando il brutto ceffo e invitandolo a farsi gli affari suoi. Il tipo mi lancia un altro coltello e mi taglia una ciocca di capelli, cosa che mi fa molto inca##are (anche a me, Dario, non solo come pg) ed allora lo picchio e lo butto fuori con un calcio nel culo.

Mia mamma lascia perdere, anche se è un po' infastidita e dice che le donne presenti vogliono calmarmi e farmi mangiare ma il mio pg non ne vuole sapere e dico che voglio il liuto subito, ed arrivo a tirare un po' per i capelli la ragazza, cercando di farmi dare il liuto. Ma mia mamma non molla: "dopo!" Allora "mi impadronisco della narrazione"  e dico che entro nella stanza della ragazza e le prendo il liuto. Lei vuole un bacio e alla fine glielo do, più per far contenta mia mamma che per altro. Ma non mi lascio sedurre e... questo mi dà il primo dado: ho rifiutato l'amante.


ANALISI
Sia io che mia mamma eravamo un pochino scontenti del risultato. Lei mi vedeva troppo violento, ed io vedevo lei troppo "prepotente". Ma non ci sono regole chiare sul conflitto.... Avevamo scelto una narrazione di tipo rigido, e credo che paradossalmente questo ha creato più problemi che altro, forse. Ci siamo un po' pestati i piedi, ed ancora non mi è chiaro come questo sia avvenuto. Dov'è lo sbaglio? (ok, correggo, dove sono GLI sbagli?)

Nel dettaglio:
- quando mi levano i miei beni: avrei potuto dire qualcosa tipo "mi levano tutto ma non il mio brei.. liuto?" E se avesse detto che mi distruggevano il liuto?
- quando entra il png posso dire qualcosa per evitare di farmi tagliare i capelli? E se avesse detto che mi tagliava il volto?
- posso pestare un png senza troppi problemi? E lui può pestare me?
- siamo stati troppo prepotenti? Dovevo cedere io, doveva cedere lei o abbiamo fatto bene a fare muro contro muro?
- è giusto prendere il dado in quel modo? oppure la sua proposta doveva essere più diretta?

MATCH
Altri problemi, stavolta nella fase di match:
In fiction ho tirato un coltello al cuore dell'uomo che volevo uccidere (era il mio obbiettivo) e mia mamma ha detto che una delle sue 100 mogli/schiave/guardie del corpo si tuffa e prende la coltellata su di sè, pur di non farlo morire.
E' giusto? Oppure doveva dare per buona la mia intera narrazione (ed avremmo visto poi, eventualmente se, come e perchè era morto)?

Ricordo che nella partita con meme ce le siamo suonate di santa ragione, "senza esclusione di colpi", direi, ma non avevo affatto percepito la cosa come un male, anzi. Stavolta cosa c'era di diverso? Perchè mi sentivo vulnerabile? (E non tirate fuori il complesso edipico, grazie ; ) )

Lo stesso ho fatto io, comunque. Le 100 donne mi avevano legato. Io ho canto una canzone ed una di loro, commossa, mi mette un coltello in mano senza farsi vedere, così che io possa liberarmi. Questa è stata la mia unica descrizione in cui non ho preso il dado per aver agito verso il mio obbiettivo... ma ripensandoci, dovevo prenderlo? Essere libero comunque mi dà la possibilità di finire il mio nemico...
Comunque mia mamma dice che una donna mi pugnala al cuore e tira l'ultimo dado del mostro. Entrando nel climax dico che evito la pugnalata perchè mi sono appena liberato, ed anzi (visto che ho vinto il match), dico che le strappo il pugnale di mano ed uccido il tiranno. Ecco, forse in questo caso va bene perchè eravamo in fase di climax, ma se fosse successo durante il match, avrei dovuto includere la ferita come senz'altro avvenuta oppure avrei potuto descrivere la mia agile mossa?

E visto che ho detto tiranno mi viene in mente un altra cosa. Durante il match il mio nemico mi chiede perchè lo volessi uccidere, ed io gli dico che si tratta di vendetta. Lui mi spiega che in realtà il suo omicidio è stato un atto di carità perchè ha evitato al mio amico di essere torturato. Insomma, mia mamma voleva trasformare il mio supercattivo in un bravo ragazzo!
Questa cosa mi ha dato un po' fastidio, davvero può farlo?
Quando l'ho ucciso ho fatto dire al pg cose che lasciavano intendere che erano tutte balle.

Gli altri due dadi buoni li ho spesi per "imprigionare" il mostro. Siccome il mostro erano 100 assassine, e non avrei saputo giustificare un'ecatombe, anche perchè non volevo ucciderle (ma se avessi voluto? massacravo cento persone da solo?); ed allora dico che canto una canzone che le "sveglia" e fa capire loro che erano succubi di un tiranno e che il loro amore era tutta una menzogna. Siate libere e vivete le vostre vite. Vale come imprigionare?

CONCLUDENDO
Beh, come avete visto ho un sacco di domande dubbi e perplessità. La cosa curiosa è che tutto questo non mi aveva nemmeno sfiorato l'anticamera del cervello nelle mie precedenti giocate... E forse non avrei avuto queste perplessità se non fossi stato "viziato" da Trollbabe, che invece spiega molto molto bene come gestire ogni situazione (o almeno così sembra), e se avessimo giocato a TB non avrei avuto quei dubbi: conflitto qui, conflitto là. I png vogliono questo, falli agire così; Tutto ruota attorno alla posta, qualcuno la vuole qualcun altro no; I png non vivono la trollbabe come neutrale; questo lo puoi dire, quest'altro no; eccetera...

E, ammettiamo che invece tutto sommato abbiamo giocato bene, seguendo le regole, nel senso che puoi dire praticamente quello che vuoi... perchè la cosa mi dà fastidio? Perchè mi fa arrabbiare che in un paio di frasi possano distruggere il liuto, tagliarmi i capelli o cose così?


Grazie e scusate il wall of text!!!


PS

UN PROBLEMA RISOLTO, ANZI NON PROPRIO
Nella primissima versione della scena mia madre descrive dei portuali che minacciano di rapinarmi istantaneamente appena metto piede a terra, a meno che io non riesca a dimostrare di essere un ladro.
Potevo fare qualcosa per evitare QUEL modo specifico per entrare in città (descritta come come un bunker impenetrabile)? Cioè senza dover dimostrare di essere un ladro?

Comunque io decido di fare approdare da un'altra parte e di farmela a piedi, ma mia mamma dice che delle guardie mi fermano e di nuovo mi chiedono di dimostrare di essere un ladro. Per farlo derubo le guardie, poi loro dicono che devo pagare la tassa ed io dico che pago e che poi rubo di nuovo quel che ho pagato. L'idea mi piaceva, ma a mia madre evidentemente no, perchè dice che allora le guardie mi picchiano con un randello e prendono tutto il mio oro.
Ma 'sta roba si può fare? Così impunemente? Ci manca poco che dice "rock falls everybody dies"...

Ma come dicevo questo problema è "risolto" perchè la sensazione di ostilità a 360° che avevo percepito nella fiction era sbagliata: dov'era la mia amante? ; )

Per questo abbiamo ricominciato, e la prima scena si è spostata altrove.
Dario Delfino

Moreno Roncucci

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #1 il: 2011-03-12 21:58:06 »
Ciao, Dario!

Speravo che ti rispondesse qualcuno che ha più esperienza di S/Lay w/me di me. Io non ne ho un esperienza tale da parlarne con sicurezza. Ma visto che pare che non ci sia nessuno, proviamoci.

Prima di tutto, che conoscenza ha tua madre del genere di storie per cui è stato creato S/lay w/me? Molto più di altri giochi, questo è un omaggio esplicito ad un preciso tipo di storia, tanto da prenderne la "forma" precisa: le storie sword and sorcery di Robert E. Howard e altri autori simili. Non solo non è un "generico" ma non è nemmeno un "generico fantasy" e manco un "generico fantasy con un eroe un mostro e una ragazza".  E' un gioco fatto per chi appena vede l'Amante dice "ah, non poteva mancare!" e sa PERFETTAMENTE cosa fare.

La frase iniziale, da dire ad alta voce, ha precisamente questo scopo: dire, dichiarare subito "io voglio essere/giocare un eroe come questi, e non me ne vergogno minimamente"

Lo dico perchè dal tuo racconto, mi sembra che tua madre non fosse molto sintonizzata su quella lunghezza d'onda. Già non è incoraggiante che abbia giocato per farti piacere (molto raramente questi casi non danno luogo a disastri, e in genere l'unica maniera di evitarlo è stupire con il contenuto, non on la forma)

Ai fini di questo post diremo che mia madre è completamente a digiuno di giochi di ruolo, e non ne capisce il senso, lo scopo o dove sia il divertimento.

E già qui partiamo male...

Per invogliare qualcuno a giocare, deve vedere gente giocare. Ma se si solo tu e lei, che sta solo fingendo di giocare per farti piacere... chi è che lei vede giocare, perchè le venga voglia di giocare?

Citazione
Il fatto è che ci sono alcune cose che sono lasciate un po' troppo vaghe, o che sono mancanti del tutto. Giocando con Meme, espertissimo del gioco, o con la mia amica (che comunque aveva qualche esperienza di più rispetto a mia madre, anche se magari di tipo tradizionale) queste "lacune" non si erano affatto viste. Tutto veniva risolto con il semplice buonsenso e voglia di andare d'accordo da qualche parte (ma buonsenso è una parola tabù!).

Ma chi l'ha mai detta questa sciocchezza sul fatto che ne giochi coerenti non servirebbe il buonsenso?

La vera differenza è che se usi DAVVERO il buonsenso, vuoi un gioco fatto bene. Se straparli sempre di buonsenso e poi giochi a Parpuzio, il buonsenso ce l'ha sempre in bocca e mai in testa...   8)

Comunque, tornando al punto precedente: secondo me è mancato soprattutto la consapevolezza di cosa si stava "narrando". La conoscenza del genere, delle sue convenzioni, e quindi, di come si gioca a S/Lay w/Me.

Infatti:

Citazione
Ho cominciato, seguendo l'ordine del manualetto, a spiegare brevemente in cosa consisteva il gioco: (creare insieme una storia di un eroe, che si svolgerà in un certo posto in cui ci sarà un mostro che cercherà di ucciderlo ed un'amante che cercherà di farlo restare con sè. )
Ho fatto pronunciare la frasetta (inutile?) "sono me stesso. sono capace, brutale, esperto, ecc."
Mia mamma ha scelto il suo pg (nobile cavaliere), il luogo (l'ultimo luogo sacro a Dio) ed un obbiettivo.

Primo problema: mi dice che l'obbiettivo è trovare la donna della sua vita.

MAI AL MONDO Howard avrebbe descritto Conan che "cerca la donna della sua vita"...   :P

Meccanicamente, la cosa non comporta problemi: le opzioni sono tantissime, dal dire semplicemente che la sua amata non è lì, ma c'è l'informazione su dove si trova (e quindi, dovrà proseguire in un'altra avventura fino a trovarla) al dire che la sua amata è l'amante (e quindi, resterà lì) o anche dire che la sua amata è il mostro (e magari, al tempo stesso anche l'amante)

Ma dal punti di vista del "mettersi in gioco", cioè di "entrare in gioco"...  no, il problema esiste, e bello grosso: ti ha scaricato addosso la scelta. Ti ha già detto "io mi fermo con questa, decidi tu quando la incontro". Si è data un obiettivo, insomma, da raggiungere.

Se fosse una giocatrice "tradizionale" penserei che sia solo abitudine ad essere "intrattenuta dall storia del GM". Essendo invece una alla sua prima partita, credo che sia piuttosto l'idea che in un "gioco" ci debbano sempre essere obiettivi dichiarati dall'inizio. O forse è altro ancora, è difficile dirlo da qui. Ma la tua giocata era finita già a quel punto.

Citazione
Le dico che non può non va bene, dev'essere un qualcosa di... err... non sapevo nemmeno io come spiegarlo nè perchè l'obbiettivo non andasse bene.

Ragionando su quello che ho scritto sopra, adesso lo vedi il motivo?

Citazione
Leggo le parole testuali "qualcosa che devi trovare o che ti serve per fare qualcosa che è decisamente importante per te".
Allora lei cambia obbiettivo: trovare una reliquia.
Le chiedo di dire qualcosina in più e... comincia a descrivere quasi nel dettaglio la pietra e soprattutto che questa serviva per redimere l'umanità visto che sta per scatenarsi una specie di apocalisse.
La blocco: troppe informazioni, dai!
E lei: boh, allora fai tu, decidi tutto tu, io che ne so?

Ouch.

Continua la commedia degli equivoci: state andando a tentoni, senza avere un idea chiara del gioco (lei, almeno, ma tu non sai spiegarlo)

Poi, sulle domande tecniche, non mi pronuncio, non conosco abbastanza il gioco. Dico solo che è ovvio che in una situazione simile sentivi la mancanza delle spiegazioni di Trollbabe.

Trollbabe è un gioco didattico, che ti spiega una maniera di giocare.

S/Lay w/me ti dà i mezzi che tu, "giocatore da lunghissima data", volevi per fare il tipo di storia che, specificamente, anni di D&D non ti hanno dato.

Ma quante volte lo devo dire, che un manuale di poche pagine è molto più difficile da giocare di uno pieno di spiegazioni? (di solito lo dico su The Pool, ma il discorso è generale. Anzi, The Pool richiede di essere sulla stessa lunghezza d'onda, ma non ti impone QUALE lunghezza d'onda, è più facile)

Quindi, il problema per me non è nei punti che tratti poi, ma proprio alla base: nella scelta di S/lay w/me come gioco per iniziare.
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Mauro

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #2 il: 2011-03-13 11:06:19 »
comincia a descrivere quasi nel dettaglio la pietra e soprattutto che questa serviva per redimere l'umanità visto che sta per scatenarsi una specie di apocalisse.
La blocco: troppe informazioni, dai
Perché "troppe informazioni"? Personalmente lo avrei accettato: l'avventura dopo avrebbe potuto avere come obiettivo "Fermare l'apocalisse", magari, ma in generale non vedo problemi con un simile obiettivo.

Meccanicamente, la cosa non comporta problemi: le opzioni sono tantissime, dal dire semplicemente che la sua amata non è lì, ma c'è l'informazione su dove si trova (e quindi, dovrà proseguire in un'altra avventura fino a trovarla) al dire che la sua amata è l'amante (e quindi, resterà lì) o anche dire che la sua amata è il mostro (e magari, al tempo stesso anche l'amante)
Buone tutte, tranne la prima: meccanicamente, alla fine viene deciso se l'eroe vince o no l'obiettivo; se lo vince... lo ha vinto, dire "No, guarda, non c'è; però lo trovi là" dà contro a questo.
Qui Ron parla di unire l'obiettivo e l'amante.

Ezio

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #3 il: 2011-03-13 14:06:59 »

Breve intromissione

Ma chi l'ha mai detta questa sciocchezza sul fatto che ne giochi coerenti non servirebbe il buonsenso?

La vera differenza è che se usi DAVVERO il buonsenso, vuoi un gioco fatto bene. Se straparli sempre di buonsenso e poi giochi a Parpuzio, il buonsenso ce l'ha sempre in bocca e mai in testa...   8)


Colpevole.
O, meglio, parte dei colpevoli.


Quello del "buonsenso", è un piccolo meme locale che, purtroppo, è andato piuttosto male.
Vedete, nel raggio di 25 km da dove sto scrivendo ora quello che l'appello al buonsenso rappresenta in negativo è chiaro in maniera cristallina. Purtroppo sembra che allontanandosi dalla specifica esperienza reggiana questa chiarezza cristallina si perda per strada e il disprezzo per il "buonsenso" prenda un significato tutto diverso, che negli ultimi anni ha fatto già diversi danni.


Vedete, quando sentite uno di noi reggiani bestemmiare contro il BuonsensoTM sentite qualcuno attaccare specificatamente quell'atteggiamento per cui il BuonsensoTM diventa l'unico strumento degno di un Bravo MasterTM che, in pratica, lo usa per giustificare la preponderanza del proprio arbitrio e senso estetico su qualunque altro elemento del gioco.


L'invito a buttare nel cesso il BuonsensoTM assume quindi senso in un contesto in cui questo viene usato, a sproposito, come il principale scudo del ruolo distorto del GM: "Si, è vero, il sistema di Vampiri fa schifo, ma io ho BuonsensoTM e lo uso solo quando serve", "Io guido i miei giocatori su un'avventura che ho scritto prima e da cui non possono sterzare, ma lo faccio con BuonsensoTM, quindi tutto va bene", "E' vero che avere il potere assoluto sulla storia può rovinare il divertimento, ma se usi un po' di BuonsensoTM questo non succede!"


Frasi del genere sono all'ordine del giorno, in una comunità in cui il BuonsensoTM è diventato il mantra, la supercazzola dietro cui poter nascondere di tutto.


In un senso più preciso il buonsenso (minuscole e senza trademark) è però, chiaramente, uno dei primi strumenti da applicare in un qualunque momento della vita, persino quando si gioca.
Devi avere il buonsenso di non dare fuoco al manuale e di non palpare la tua compagna di gioco (a meno che lei non ci stia).
Quando fai musica devi avere il buonsenso di non suonare i Black Sabbath se il tuo compagno attacca Chopin, quando giochi di ruolo devi avere il buonsenso di seguire le regole. Devi avere il buonsenso di giocare con qualcuno che voglia giocare con te e che sia in grado di seguirti nella narrazione.


La differenza tra il BuonsensoTM come viene abusato (e deriso) nel nostro gruppo ristretto e il reale significato della parola in italiano è un equivoco di cui non mi dispiacerò mai abbastanza.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Dario Delfino

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #4 il: 2011-03-18 10:41:56 »
Probabilmente è colpa mia che ho scritto un post troppo lungo...
Però non sapevo come fare altrimenti, visto che non mi era chiaro dove potesse essere il punto debole della sessione.

Peccato che nessuno abbia saputo dipanare i miei dubbi sui "conflitti"... chissà forse in futuro...
In compenso, chiarito l'equivoco di partenza (Conan!),  confido nel fatto che nella prossima partita sarà più facile puntualizzare i problemi sui "conflitti" (non mi viene un termine migliore) , sulle ferite e sull'imprigionare e che potranno essere analizzati senza dover leggere 5000 parole.


Riguardo l'obbiettivo "fermare l'apocalisse" ho detto a mia mamma che stava inserendo troppi dettagli perchè... lo ha fatto! Non ha detto soltanto "fermare l'apocalise dovuta ad un manufatto che bla bla bla", ma si stava inventando 3 ore di backstory.


Invece sulla spiegazione del Buonsenso TM, bisogna dire che Ezio ha chiarito molto bene il termine, tanto che personalmente lo considero a tutti gli effetti un nuovo termine tecnico di teoria! : )

Però vorrei precisare che avevo capito abbastanza bene il significato di buonsenso... Sto dicendo infatti che S/lay W/me forse presenta più lacune del previsto, che il suo sistema è meno stabile di quanto pensassi perchè sembra richiedere una piccola dose di Buonsenso TM.

Ma forse mi sbaglio, e si tratta di semplice buonsenso (non tm), che è venuto a mancare per la mancanza di sintonizzazione (mia mamma non ha mai letto nulla di Howard ed io non sono stato capace di spiegarle che avremmo giocato un'avventura "alla conan"). Quando giocherò ancora saprò dare un giudizio meno approssimativo.
Dario Delfino

Mauro

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #5 il: 2011-03-18 11:47:37 »
Le 100 donne mi avevano legato. Io ho canto una canzone ed una di loro, commossa, mi mette un coltello in mano senza farsi vedere, così che io possa liberarmi. Questa è stata la mia unica descrizione in cui non ho preso il dado per aver agito verso il mio obbiettivo... ma ripensandoci, dovevo prenderlo? Essere libero comunque mi dà la possibilità di finire il mio nemico
Vista in quest'ottica, qualunque cosa (quasi) ti avvicina all'obiettivo: mangio pranzo? Ho le forze per cercarlo.
Guarda la lista a pagina 13: guadagni un dado se lo cerchi, se ottieni informazioni su di esso, se lo trovi, se lo prendi, se lo salvi da un pericolo, se stabilisci padronanza su di esso; sono tutte cose che ti fanno avanzare concretamente verso l'ottenimento. Secondo te liberarti dalle cento donne rientra in una di quelle cose? Se sí, avresti dovuto prendere il dado; personalmente non lo avrei preso.
 
Sui conflitti: se si gioca senza invasione delle rispettive autorità, Tu/Io dice l'azione e Io/Tu narra le conseguenze su ciò che rientra nella sua autorità; quindi, il PG tira un colpo a un PNG, ma è Io a decidere cosa succede di quel colpo.
Se si gioca con invasione, semplicemente c'è la possibilità di narrare le ferite: quindi Io narrerà il colpo e le sue conseguenze (vedi pagina 21), con le solite limitazioni: l'eroe non può morire, ecc.
 
Citazione
Entrando nel climax dico che evito la pugnalata perchè mi sono appena liberato, ed anzi (visto che ho vinto il match), dico che le strappo il pugnale di mano ed uccido il tiranno. Ecco, forse in questo caso va bene perchè eravamo in fase di climax, ma se fosse successo durante il match, avrei dovuto includere la ferita come senz'altro avvenuta oppure avrei potuto descrivere la mia agile mossa?
Risposta a pagina 15: si possono narrare ferite, l'importante è rispettare alcune limitazioni (non si può uccidere il mostro/eroe, ecc.).
 
Sull'imprigionare: se per voi era valido, allora va bene; io avrei preferito qualcosa di costrittivo, perché "Le libero dall'influsso che le condiziona" per me è il contrario di "Le imprigiono", ma qui sta a voi.

Dario Delfino

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #6 il: 2011-03-18 12:10:00 »
Entrando nel climax dico che evito la pugnalata perchè mi sono appena liberato, ed anzi (visto che ho vinto il match), dico che le strappo il pugnale di mano ed uccido il tiranno. Ecco, forse in questo caso va bene perchè eravamo in fase di climax, ma se fosse successo durante il match, avrei dovuto includere la ferita come senz'altro avvenuta oppure avrei potuto descrivere la mia agile mossa?
Risposta a pagina 15: si possono narrare ferite, l'importante è rispettare alcune limitazioni (non si può uccidere il mostro/eroe, ecc.).
Ok che si possono narrare... ma si devono?

Io dice: una delle donne ti pugnala al petto
Soluzione 1. Tu risponde: evito la coltellata e...
Soluzione 2. Tu risponde: il pugnale entra nel petto, e...
« Ultima modifica: 2011-03-18 12:33:52 da Dario Delfino »
Dario Delfino

Mauro

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #7 il: 2011-03-18 12:20:45 »
A memoria da nessuna parte del manuale obbliga a narrare simili cose, e può benissimo capitare che un colpo vada a vuoto o venga parato; non è che si deve, è una possibilità.

Aggiunta: Nota che l'elenco a pagina 21 dice esplicitamente quello, elencando come dichiarazioni valide sia "Lo ferisco" che "Il mio attacco viene bloccato o contrastato"; eventualmente prova a rileggere il manuale, diverse risposte che cerchi sono già lí.
« Ultima modifica: 2011-03-18 12:22:36 da Mauro »

Dario Delfino

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Re:[S/lay W/me] La mamma insegna...
« Risposta #8 il: 2011-03-18 14:39:34 »
Quindi se ho capito bene la soluzione corretta è la seconda, visto che ogni giocatore può raccontare un'azione come senz'altro avvenuta.
Dario Delfino