domanda mia sugli AP:
il chiarimento di khana al suo precedente (e diciamocelo confusionario post) può essere considerata (prendendo in conto anche il post precedente) un AP in cui viene spiegata la situazione al tavolo e anche l'azione in fiction e le valutazioni dei giocatori/e (mi pare in questo caso che sia importante la scelta di davide stesso e quindi anche quello che lui pensa del suo pg)
Sì, con (finalmente) la descrizione di quello che è avvenuto, fra giocatori, al tavolo, e delle sue motivazioni per le varie scelte, è diventato un esempio di gioco concreto.
Il problema ora, ai fini di questo thread, è che la sua descrizione ancora non scioglie i miei dubbi. Si concentra su cose abbastanza tangenti alla questione:
Il mio fictional interest era rappresentato in game dall'iniziativa. Io -STO- attaccando il drago; non sto "sceneggiando" in attesa che il GM mi risolva la scena. Sto attaccando, lo faccio "veramente": dadi alla mano.
Invoco il sistema per difendere la posizione del mio personaggio, faccio tutto ciò che è in mio potere come giocatore per difendere l'interesse di Evilon (era un elfo ranger), che è Salvare Goldmoon.
[...]
La scelta è stata decidere che salvare Goldmoon era "la cosa più importante" e che Evilon era disposto a morire per farlo, perché se Goldmoon fosse morta, la vita non avrebbe più avuto senso.
Pretendere l'uso delle regole vuole dire "crederci davvero".
Cosa ci dice questo? Che Davide ha ritenuto che "da personaggio" Evilon avrebbe cercato di salvare Goldmoon, anche se questo avrebbe comportato un rischio molto elevato (e infatti, lui è morto e lei si è salvata), E che ha "preteso l'uso delle regole" per avere una chance di riuscirci che non fosse negata a priori dall'arbitrio del GM
In certi giochi potrebbe essere sufficiente per dire che ha fatto Character Advocacy, perchè il sistema permette di, come dicono gli americani, "put your money where your mouth is" in maniera diversa e separata dall'"interpretare il persoaggio". Per esempio in AiPS, Davide avrebbe potuto fare la stessa identica azione, ma in maniera meccanicamente molto diversa in base ad altre scelte di gioco: uso di tratti, scelta della posta, narrazione, etc., decidendo in pratica lui per cosa combatteva e come. E quindi, semplicemente descrivendo le sue scelte in questo campo (per esempio, stessa azione, attacco il drago, ma in un caso la posta è "salvare goldmoon" e in un altro "uccidere il drago" e in un altro ancora "scoprire il tesoro") si capisce con notevole chiarezza la cosa.
In D&D questa chiarezza cristallina non c'è. La questione è offuscata e oscurata da un sacco di cose che si frappongono fra il personaggio e il giocatore. Tutto quello che può fare Davide in quella scena è combattere il drago. In una scena in cui la questione fondamentale non è tanto "salvare Goldmoon" quanto "obbedirai al drago" (perchè la questione è stata posta dal GM a Davide, non viceversa). C'è la notevole mole di Murk tipica di D&D (chi ha deciso che Goldmoon si salvasse? Davide poteva forzarlo con la sua azione?), c'è l'incoerenza del sistema. La descrizione di Davide non è sufficiente a stabilire che si trattasse di Advocacy (e questo è un esempio del perchè parlare di queste cose in astratto, senza fare riferimento a giochi o a situazioni specifiche, è inutile)
Se dovessi fare un ipotesi, SE stavano giocando con una Creative Agenda narrativista (e questa semplice condizione vincola davvero un sacco di cose, cancellando per esempio la regola zero, e assume che le scelte tematiche dei giocatori abbiano rilevanza in gioco) per me sarebbe advocacy (ma senza esserne ancora sicuro al 100%), altrimenti no.
Coda finale: scusate se non risponderò ai prossimi post, ma se continuo a rispondere qui, l'altro thread su cos'è la Character Advocacy non lo scriverò mai...
[edit: crosspost con Mauro e Ivan: forse è meglio spostare questa parte della discussione in un thread separato]