Autore Topic: Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy  (Letto 12944 volte)

Mauro

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #15 il: 2011-03-01 08:52:51 »
Proposta di definizione:

Citazione
Rappresentare il proprio personaggio, in Inglese character advocacy, significa rappresentare al tavolo le sue intenzioni, perseguendo ciò che vuole fare; per esempio, giocare in un simile modo richiede di non spingere per la sconfitta del personaggio, salvo che il personaggio stesso la desideri. Vedi nota 1 per approfondimenti

Oppure (identica, cambia solo che mantengo il termine in Inglese; valuterò come fare: stavo pensando di usare quelli in Italiano perché esiste già la traduzione, ma se è inesatta le cose cambiano):

Citazione
Fare character advocacy significa rappresentare al tavolo le intenzioni del proprio personaggio, perseguendo ciò che vuole fare; per esempio, giocare in un simile modo richiede di non spingere per la sconfitta del personaggio, salvo che il personaggio stesso la desideri. Vedi nota 1 per approfondimenti

Iacopo Frigerio

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #16 il: 2011-03-01 12:42:59 »
Iacopo suggerisce "Procura" ma ha per me gli stessi problemi di "Patrocinio".

In Italiano per me il concetto si esprime meglio con "rappresentare". Tu "rappresenti" il tuo personaggio (o i tuoi personaggi, o dei personaggi) davanti agli altri giocatori, esponendone le ragioni e i desideri con parole e fatti.

Mah, per carità, evidentemente ci sono differenti definizioni in testa. Visto che per me Raiola "rappresenta" Ibraimovic (o Balotelli) di fronte alle società di calcio. E non si accorderebbe che Raiola patrocina Ibraimovic. Quindi continuo a pensare che ci stia bene, per assurdo ci trovo una conferma proprio nel fatto che anche tu poni l'accento sul rappresentare, che sta alla radice del mio pensare il concetto di procura. Buona cosa.

Per il resto, non aggiungo altro, dato che non ho nulla di più costruttivo da aggiungere :-)
L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

vonpaulus

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #17 il: 2011-03-01 13:57:13 »
Diventa una considerazione trascurabile o comunque secondaria fuori dal gioco narrativista.


secondo me è sempre stata importante anche ai tempi in cui si chiamava semplicemente "non barare".

Moreno Roncucci

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #18 il: 2011-03-01 16:20:44 »
Diventa una considerazione trascurabile o comunque secondaria fuori dal gioco narrativista.
secondo me è sempre stata importante anche ai tempi in cui si chiamava semplicemente "non barare".

Quel "non barare" è da prendere in un senso molto preciso. Non è il non barare sui tiri. E' "non barare sul legame fra mondo reale e fiction"

E sì, c'è una certa mitologia del "i gdr sono tutti così, in tutti interpreti i personaggi". Ma a questo serve l'actual play: andare al di là delle dichiarazioni di prammatica (in cui siamo sempre tutti bravissimi e facciamo sempre tutto) e vedere in concreto che si fa

Esempio concreto, D&D (una versione vecchia che le nuove non le conosco):  situazione, un attacco di sorpresa al gruppo da parte di un mostro, i guerrieri sono tutti senza armatura.

Dopo aver visto il danno inferto dai colpi del mostro, il mago del gruppo fa un paio di calcoli e si mette in mezzo, combattendo all'arma bianca, per dare il tempo ai guerrieri di rivestirsi. E loro lo fanno, dandogli poi il cambio, e vincendo lo scontro.

Lasciano stare l'implausibilità della cosa (il mostro era alto tre metri e questi si mettono l'armatura per evitare di essere colpiti), che è un problema di physical engine, concentriamoci sulla specifica azione del mago.  E' stato un protagonista? Solo in termini puramente tattici. Ha compiuto la "mossa giusta", per vincere lo scontro, facendo una cosa inconsueta (e senza senso nella fiction)

Attenzione, non sto dicendo che non l'ha interpretata! Anzi, ha "interpretato" tutto il tempo. O meglio, ha "recitato". Parlando sempre in character. Cioè quello che passa per "interpretare" nell'ambiente del gdr classico (concentrandoci sulle vocine e le mossette e trascura completamente le azioni concrete).

Ma ha fatto Advocacy del personaggio (ha portato al tavolo le istanze del personaggio, fra cui "non voglio farmi bastonare da un mostro alto tre metri!") o ha fatto una scelta tattica vincente (portando nella fiction le istanze del giocatore, fra cui "voglio far sopravvivere il mio personaggio e per far questo mi serve il resto del gruppo in armatura"). La tattica e la strategia sono i corrispondenti dell'advocacy qui.

Al tavolo il consenso è stato unanime. Approvazione e lodi.  Lo so perchè il mago o giocavo io. E con quella partita ho vinto un torneo di D&D come "miglior giocatore", più di 15 anni fa.

E' un riflesso condizionato nel mondo dei gdr leggere di queste cose e dire "ah, ma quello non è interpretare, non è giocare bene, noi non facciamo così". Perchè nel mondo del gdr tradizionale non si ragiona mai su quello che avviene VERAMENTE al tavolo, e si parla sempre i un idea platonica di "gioco ideale" (che ideale in realtà non lo sarebbe per niente) dove si è sempre perfettamente tattici, strategici e si sta sempre in character. Cioè ESATTAMENTE quello che ho fatto io, ma finchè la si guarda come un ideale e non concretamente al tavolo, non lo si vede.

Ho parteggiato per il mio personaggio. Quindi, NON ho fatto advocacy. Era la mossa giusta da fare in quel gioco, altrimenti avrei giocato male. Sono stato premiato dal tavolo, dal GM, dalla giuria,  e dal manuale.

Se avessi fatto advocacy e avessi fatto sterminare il gruppo,  sarei stato io che "giocavo bene" e gli altri male, compresi i GM che avrebbero dovuto "salvare il mio personaggio" contro le regole del gioco? O sarei stato un giocatore tanto sprovveduto e inesperto da non sapere nemmeno a che gioco stava giocando e quali erano gli scopi?

Buttate via, nel cesso, l'idea dell'"ideale di come si gioca un gdr", che quello è il suo posto. Serve solo a bullarsi e vantarsi nei forum. Invece, tenete gli occhi aperti, osservate cosa succede VERAMENTE al tavolo di gioco. E' solo così che si impara davvero a giocare.

@Iacopo:
Il problema del trovare una traduzione per Advocacy è proprio quello: la parola che a me dice qualcosa a te ne dice un altra e viceversa.  Bisogna definire bene i concetti, anche se ci vogliono più di 2 righe.
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Mattia Bulgarelli

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #19 il: 2011-03-01 16:55:55 »
Moreno, credo che il tuo AP possa essere considerato come "buona advocacy" se il presupposto del personaggio era "sacrificarsi per il gruppo è la cosa che davvero desidera".

Ed essendo la partita media di D&D (ora come allora) basata sul presupposto di "personaggi eroi", non è un presupposto strampalato.


Capisco, ovviamente, che il senso del tuo discorso è "fare advocacy vuol dire che se il PG vuole scappare, glielo fai fare". ^_-
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Moreno Roncucci

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #20 il: 2011-03-01 17:28:31 »
Moreno, credo che il tuo AP possa essere considerato come "buona advocacy" se il presupposto del personaggio era "sacrificarsi per il gruppo è la cosa che davvero desidera".

Questo lo chiamo "contorcersi come una biscia per dire che il bianco è nero". Se avessi voluto fare Advocacy e il personaggio desiderava sacrificarsi, avrei dovuto farlo morire...

Insomma, dai, queste sono le basi! Creative agenda? L'idea che si gioca per scopi diversi? Che "giocare bene" vuol dire cose diverse nella stessa situazione con CA diverse? Mai visto?

Se si ragiona in astratto, sull'ipotetico mago nell'ipotetico gruppo che fa ipotetiche azioni per ipotetici motivi, tutto è uguale a tutto e si può dire di tutto.  Può aver agito perchè era suicida, perchè era innamorato del mostro, perchè ha avuto le allucinazioni e si credeva Conan, perchè c'era il 3x2 al supermercato, perchè il Milan ha perso. Ragionando in questo fantastico piano di panna montata, ci si balocca con un idea confusa del gdr come gioco perfetto che fa tutto per tutti, "basta un GM bravo". Se si passano decenni a parlare di zucchero filato nei forum senza mai parlare, nemmeno una volta, di cosa è successo davvero in gioco. Perchè dal racconto della pura fiction NON SI PUO' CAPIRE LA CA AL TAVOLO. E' impossibile.

Ma io al tavolo c'ero. Realtà di gioco, non zucchero filato.  E le motivazioni di cui parlo non sono ipotesi.

E ho visto le stesse identiche cose, in scene diverse, in centinaia di tavoli per anni ed anni

Non vorrei far deragliare troppo questo thread, che parlava di Advocacy e non del concetto di Creative Agenda (che sto in pratica rispiegando da capo da due post), ma questo punto mi pare davvero importante. L'Advocacy ha senso solo se il fatto di essere protagonista in una storia creata dalle tue scelte è prioritario, altrimenti semplicemente non esiste. Considerare l'Advocacy una priorità in Agon o D&D4 vuol dire GIOCARE MALE. Ma questo concetto non ha senso finchè non si ha chiara l'idea che in un gioco ci possono essere priorità diverse e che, data una data situazione, per tavoli diversi "giocare bene" può significare cose totalmente diverse o addirittura opposte.

Dalla fiction non lo capisci. "il mio guerriero ha salvato la principessa" non ti dice niente.  Bisogna parlare di GIOCO CONCRETO.  Cosa succede davvero al tavolo.
« Ultima modifica: 2011-03-01 17:32:06 da Moreno Roncucci »
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Hoghemaru

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #21 il: 2011-03-01 17:41:36 »
non vorrei perpetrare un OT, ma mi sembra il caso di puntualizzare che il reale presupposto di D&D non è "personaggi eroi", ma "strategia vincente"

quindi per forza di cose "giocare bene" a D&D significa fare scelte che massimizzano la combinazione delle capacità del party, il gioco "narrativo" è una sovrastruttura che si è cercato di mettere a forza su un gioco di natura tattica nel corso degli anni

sono un Suino Mannaro - "ci sono solo due persone di cui mi fido: una sono io, l'altra non sei tu!"

Mattia Bulgarelli

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #22 il: 2011-03-01 18:14:50 »
Insomma, dai, queste sono le basi! Creative agenda? L'idea che si gioca per scopi diversi? Che "giocare bene" vuol dire cose diverse nella stessa situazione con CA diverse? Mai visto?

E io che ho detto? ?__?

Moreno, seriamente, hai i nervi MOLTO scoperti, quando si parla di queste cose.
Ti rendi conto che ti sei incazzato mentre ti stavo dando ragione?


Quello che intendevo dire è:
1) il tuo AP parte dall'idea (che è senz'altro corretta, perché eri TU il giocatore, appunto) che IN QUEL MOMENTO (Actual Play) l'advocacy sarebbe andata contro quello che INVECE hai fatto fare al PG

2) che l'advocacy, però, non è opposta alla soluzione tatticamente "giusta". Ne è slegata. Con altri presupposti, il gioco "tattico" e l'Advocacy potrebbero anche portare a risultati simili, in fiction.

EDIT mille volte per formattazione balorda.
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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #23 il: 2011-03-01 21:45:28 »
Beh... se il tentativo è quello di trovare una traduzione per "advocacy", la parola più consigliata dai dizionari è "supporto".
In qualsiasi ambito non ludico, il termine "advocacy" è tradotto come "supportare", "promulgare" (termine che preferisco, ma in Italia le persone sono convinte che si promulghino solo le leggi e quindi che sia sinonimo di "legiferare", mentre il suo significato reale è proprio quello di "essere palesemente a favore della nascita e dello sviluppo" di una teoria, di un'idea e anche di una legge; etimologia [discussa] "pro"+"mulgere" -> "mungere"+"a favore", "schiacciar fuori"+"a favore" ^^), "assistere".


Sono tutti termini che in italiano hanno chiaro il concetto che una persona si sta adoperando al massimo delle sue possibilità per portare avanti un qualche cosa che è "altro" da sé.


Dato che però "promulgare le istanze del personaggio" è una locuzione a dir poco... hm... sborona (seppure la più corretta possibile) :D ... "Supportare" risulta ancora una volta il termine più indicato. "Supportare quello che il personaggio pensa" (attraverso il sistema...).
Cosa che, appunto, produce una fiction che è coerente in linea con il personaggio, ma anche il frutto dell'intervento (unico e irripetibile) di quel giocatore in quel momento.
« Ultima modifica: 2011-03-01 21:47:58 da Davide Losito - ( Khana ) »
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Simone Micucci

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #24 il: 2011-03-01 22:41:08 »
Siamo in Sotto il Cofano e c'è carenza di AP. Secondo me bisognerebbe iniziare a postare degli Actual Play che facciano vedere come il giocatore ha fatto Advocacy per il suo PG, dopodiché si può cercare di riassumere il concetto in poche semplici parole. Ma solo dopo. Prima bisogna farsi chiarezza. Invito chi ha degli esempi di gioco che facciano capire cosa intende per Advocacy a postarli. Il problema non è semantico.


Moreno: del tuo discorso non ho capito  una cosa...hai fatto advocacy per il tuo PG oppure no?

Khana: mi sono perso leggendoti. Il Khanometro è andato un pò fuori giri XD . Cosa intendi per "Cosa che, appunto, produce una fiction che è in linea con il personaggio, ma anche il frutto dell'intervento di quel giocatore in quel momento"? Non riesco a capire la tua conclusione. ^_^

A parte questo, Khana, che è un concetto che mi interessa capire, mi fai un esempio in AP di una volta in cui hai fatto Advocacy per il tuo PG? Mi bastano poche righe. ^_^
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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #25 il: 2011-03-01 23:00:36 »
Non ho capito la domanda... devo produrre un AP per dimostrare che "Supportare" è la traduzione giusta di "Advocacy"?
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Matteo Suppo

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #26 il: 2011-03-01 23:18:16 »
Non ho capito la domanda... devo produrre un AP per dimostrare che "Supportare" è la traduzione giusta di "Advocacy"?


No, l'AP serve per chiarire che state parlando della stessa cosa.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #27 il: 2011-03-01 23:55:02 »
Ah, scusa...
Hm... Dunque... durante le Cronache di Dragon Lance mi sono lanciato da solo contro un drago nero a Pax Tharkas perché teneva in ostaggio Goldmoon, mia promessa sposa. Il drago nero ha gradito... con un bel ruttino.
Ho preteso iniziativa e tiro per colpire.


Nella campagna di Mage, mentre il resto della mia chantry mi teneva sott'occhio cercando di capire se ero intriso o meno di energie qlippothiche (quelle dei nefandi) - con lo ST che mi metteva di fronte a situazioni in cui era molto probabile che io mi lasciassi andare alla violenza gratuita - ho ucciso un ragazzo in una rissa in un bar, utilizzando una rote di Entropy (la sfera più facilmente corruttibile) per tirargli un pugno sul naso, ben sapendo che l'utilizzo della magia si sarebbe visto e che avrebbe dato di me l'esatta immagine che avrei dovuto evitare.
Io giocatore, sapevo che il PG era sotto esame. Il personaggio "no"; alla domanda del ST "se vuoi resistere alla tentazione di usare la magia qlippothica, devi tirare" ho risposto "no, no... la uso".


Durante un live di vampiri, dove facevo un PNG che apparteneva ad una bloodline che per varie ragioni non poteva mentire, ho dovuto raccontare ai giocatori tutti i piani segreti delle varie cariche quando hanno scoperto che non potevo mentire; di fatto andando contro a quelle persone che avevo giurato di proteggere. Per varie ragioni, mentire avrebbe voluto dire morire e in quel momento la mia interpretazione della cosa è stata... "non mentiresti mai... cazzi tuoi, adesso" (< Spiegel, intendevo questo, ad esempio; magari nella mia stessa situazione, un altro giocatore avrebbe giocato diversamente, pur facendo advocacy; ma -io- in quel momento, ho fatto così; e come giocatore-co-master, avevo l'interesse a tenere nascoste un bel po' delle cose che poi "il personaggio ha detto").


In giochi un po' più moderni, la cosa è all'ordine del giorno... Soldati di Cold City che si immolano perché hanno ricevuto l'ordine di difendere "fino alla morte" uno degli altri Personaggi. Agenti di Covenant che cadono vittime dei peggiori ricatti o che perpetrano le peggiori cospirazioni possibili, oppure devono fuggire e nascondersi perché hanno preferito la famiglia alla Fratellanza...


In uno dei tanti playtest di Ravendeath, avevo fatto un personaggio ispirato a quello del Corvo che grida "Fuoco e Fiamme" tutto il tempo e non ho perso occasione di lanciarmi a capofitto alla prima scena contro il protagonista nel tentativo di ucciderlo.
Per chi non conosce Ravendeath... non è possibile, a livello di regolamento, uccidere il Protagonista. Ma il mio personaggio era violento e ha reagito da violento.


In Elar addirittura, le regole sul Conflitto sono tali per cui (nell'idea che ha portato alla meccanica) se stai chiamando Conflitti senza che ci sia una seria Advocacy a sostenerli, sono vetabili. Lo si vede dal comportamento del giocatore... quando un giocatore chiama Conflitto senza "sapere perché", di norma non sa in che ambito chiamarlo ("se non sai in che ambito chiamare un Conflitto, non c'è nessun Conflitto"); se il Conflitto viene chiamato in un contesto di fiction che è palesemente contrario all'Archetipo del Personaggio, il tavolo può farlo notare e pretendere che prima venga fatto un ulteriore Conflitto in cui il PG "lotta contro se stesso" per vedere se riesce ad andare contro alla propria natura.
Al di là di usi sbagliati di tali regole, sono cose pensate per garantire che i Personaggi interagiscano con la Storia in modo "coerente" con il profilo che è stato scelto, e vanno in quella direzione del "non barare" che ha spiegato Moreno.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Moreno Roncucci

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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #28 il: 2011-03-02 00:35:55 »
Premetto che farò (tempo permettendo) un thread che parli, da zero, di Character Advocacy, come concetto, perchè vedo che c'è una confusione ENORME. E parlandone oggi al telefono forse ho trovato una buona maniera di spiegarlo.

Questo thread è specifico sulla traduzione, e secondo me è un problema successivo: PRIMA si capisce cos'è l'Advocacy, POI si traduce.

Il motivo della mia irritazione l'ho capito solo dopo aver postato il post precedente: scusami Mattia, i thread con carenza di actual play mi fanno sempre questo effetto. (che è comunque un atteggiamento sbagliato, invece di incavolarmi dovrei fare come Simone e chiedere esempi concreti.  La loro mancanza in questo thread si vede anche dal fatto che, secondo me...  non stiamo assolutamente parlando della stessa cosa!

Vediamo infatti gli esempi postati da Davide. Premetto che sono molto poco "actual play", perchè prevale troppo il contenuto immaginario, e c'è poco "gioco reale al tavolo". Visto che senza questa parte, essenziale in un actual play, è impossibile distinguere sia la CA che l'Advocacy, questo li rende abbastanza problematici nel trattare queste cose...

Ah, scusa...
Hm... Dunque... durante le Cronache di Dragon Lance mi sono lanciato da solo contro un drago nero a Pax Tharkas perché teneva in ostaggio Goldmoon, mia promessa sposa. Il drago nero ha gradito... con un bel ruttino.
Ho preteso iniziativa e tiro per colpire.

Questa non è advocacy, hai solo preteso il rispetto delle regole. Cioè hai preteso il rispetto per TE, come giocatore.

Citazione
Nella campagna di Mage, mentre il resto della mia chantry mi teneva sott'occhio cercando di capire se ero intriso o meno di energie qlippothiche (quelle dei nefandi) - con lo ST che mi metteva di fronte a situazioni in cui era molto probabile che io mi lasciassi andare alla violenza gratuita - ho ucciso un ragazzo in una rissa in un bar, utilizzando una rote di Entropy (la sfera più facilmente corruttibile) per tirargli un pugno sul naso, ben sapendo che l'utilizzo della magia si sarebbe visto e che avrebbe dato di me l'esatta immagine che avrei dovuto evitare.
Io giocatore, sapevo che il PG era sotto esame. Il personaggio "no"; alla domanda del ST "se vuoi resistere alla tentazione di usare la magia qlippothica, devi tirare" ho risposto "no, no... la uso".

Questa è dubbia.  Potrebbe anche essere semplicemente "l'interpretare il personaggio" (rileggendo i miei post, anche il mio esempio poteva essere inteso così la prima volta)

Anche gli esempi successivi, di vampire, ha lo stesso problema: è quasi tutto solo "contenuto immaginario", e quindi potrebbe essere benissimo solo "interpretare il personaggio"...

Questi più sotto poi ...
Citazione
In giochi un po' più moderni, la cosa è all'ordine del giorno... Soldati di Cold City che si immolano perché hanno ricevuto l'ordine di difendere "fino alla morte" uno degli altri Personaggi. Agenti di Covenant che cadono vittime dei peggiori ricatti o che perpetrano le peggiori cospirazioni possibili, oppure devono fuggire e nascondersi perché hanno preferito la famiglia alla Fratellanza...


In uno dei tanti playtest di Ravendeath, avevo fatto un personaggio ispirato a quello del Corvo che grida "Fuoco e Fiamme" tutto il tempo e non ho perso occasione di lanciarmi a capofitto alla prima scena contro il protagonista nel tentativo di ucciderlo.
Per chi non conosce Ravendeath... non è possibile, a livello di regolamento, uccidere il Protagonista. Ma il mio personaggio era violento e ha reagito da violento

... mancano COMPLETAMENTE di descrizione del gioco al tavolo, sono puro contenuto immaginario!

'Advocacy non è solo "interpretare il personaggio". Garantisco che nel mio esempio del Mago di AD&D, ho interpretato un sacco. Credo di non aver mai parlato out-of-character (all'epoca ci guardavo molto a queste cose), ogni azione era giustificata a livello di fiction (tranne quelle che proprio erano scassate proprio a livello di physical Engine farlocco, quello con D&D lo devi accettare).

Eppure non era Advocacy.

La risposta alla domanda di Simone, sul fatto che abbia fatto o no Advocacy: in una situazione con quella Creative Agenda (assolutamente gamista), NON E' DEFINIBILE IL CONCETTO DI ADVOCACY.  Ne parlavamo prima, il "flusso dati" va in direzione opposta, giocatore---> personaggio e non viceversa.  Il massimo che puoi fare, appunto, è "interpretare il personaggio"

Esempio:

Il GM dice "OK, avete fallito il tiro di sorpresa, siete sorpresi da tre lich, vi attaccano, perdete l'iniziativa, che fate?".
Che Advocacy puoi fare? Il massimo che puoi fare è fare le vocine, le vocette, pronunciare frasi in character tipo "no! Devo riuscire a sconfiggere questi mostri dannati per salvare la mia amata" che ti fanno avere più px per l'interpretazione, giocare in maniera tatticamente efficace, giustificandolo con l'interpretazione a D&D si può giustificare tutto,  coe fai a fare advocacy? Il flusso dati è "il giocatore fa questa mossa favolosa, da applausi"----->"e se è bravo la giustifica a livello di fiction, e prende più xp. Ed è sempre possibile giustificarla". Non è advocacy.

Prendiamo un flusso dati tipico di Advocacy: "personaggio"---"scelta del giocatore". Ma visto che il personaggio non è un protagonista (in senso story now, premise e compagnia bella), QUALUNQUE COSA FAI esprime il personaggio.  Scappa? Lo interpreti. Combatte? Lo interpreti. A livello di "portare il persoaggio" non fa differenza. Non c'è advocacy, perchè manca il cliente.

Ma la spiego meglio da zero, poi...
« Ultima modifica: 2011-03-02 00:43:26 da Moreno Roncucci »
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Re:Parteggiare per il proprio personaggio/Fare character advocacy
« Risposta #29 il: 2011-03-02 01:32:29 »
No Moreno, hai aggiunto interpretazione del tutto tue a quanto io ho scritto, dando giudizi del tutto personali e sbagliati.
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