Aimè però in italia c'è una forte cultura "realistica" che vuole il fantastico fuori dalla porta, per poi prediligere sport (il calcio) e attività sociali VERE (andare al baretto) dove più volte la cronaca ci dimostra che a conti fatti sono attività "altrettanto" pericolose e violente!
Su questo, a pelle, mi vengono in mente un paio di riflessioni:
- Probabilmente interviene anche un problema di familiarità: come osservava Moreno il gdr è un fenomeno talmente marginale e sconosciuto che desta perplessità come molte della attività di nicchia delle quali si ha scarsa comprensione.
- Mi sembra che certe attività dai risvolti negativi (ma anche certi modelli di vita) vengano tollerate o anche incoraggiate perché sono complessivamente ritenute, al netto dei problemi, vantaggiose o produttive per la società.
Ad esempio, non c'è dubbio che tutta la fenomenologia legata alla tossicodipendenza rappresenti un sintomo di forte malessere sia a livello individuale che sociale. Non so se esiste qualcuno che possa negare una tale problematica. Non mi sembra però che vengano fatti molti sforzi a livello poliitico/culturale per andare a intervenire sui disagi (diffusi a "livello della società") che sono all'origine di tali comportamenti autodistruttivi (ma qui sarei ben contento di essere smentito: non ho dati a disposizione e sto semplicemente esponendo quella che è la mia percezione del problema. Se qualcuno che ne sa più di me mi vuole correggere mi fa un grosso favore e mi ridà un po' di fiducia negli esseri umani

)
In ogni caso esistono altre problematiche che probabilmente sono perfino più gravi e coinvolgono un più largo numero di persone. Per quanto ne so ad esempio è ormai piuttosto diffusa la convinzione che l'emergere di molte della malattie cardiovascolari anche gravi che colpiscono quasi invariabilmente le popolazioni dei paesi ricchi siano favorite tra l'altro dai ritmi stressanti della vita moderna. Eppure in giro non mi sembra che si vedano grossi tentativi per promuovere una mentalità che favorisca stili di vita diversi (ad esclusione dell'incoraggiamento a praticare sport e diete più sane e alla "contraddittoria" lotta contro il fumo).
Queste malattie hanno anche un costo sociale ma a me sembra che nel complesso la società sia più interessata alla produttività e all'efficenza che l'individuo può garantire che non al suo stato di salute.