Dopo circa una settimana di viaggio giungete in vista della Sentinella Occidentale e lì il paesaggio cambia bruscamente. L'erba ritorna ad essere verde e viva, e molti più alberi fanno capolino all'orizzonte.
Immagina come una grande ed invisibile linea di demarcazione in cui si passa da una zona desolata (quella appena attraversata) ad una zona fertile.
La Sentinella è un immenso gigantesco acero, delle dimensioni di una grossa torre di difesa di una grande e possente città e sorge a poche decine di mentre dallo strapiombo della scogliera. Le foglie, rosso sangue, catturano quasi innaturalmente i raggi del sole che va a morire nel mare e la corteccia, sempre di un colore rossastro ma meno simile al rubino e più vicino alla terra bruciata, sembra quasi risplendere.
"Eccoci a casa" dice Urlog col sorriso sulle labbra, inspirando forte.
Nei dintorni noti altri troll, maschi e femmina: saranno circa una ventina.
Kats'een e Urlog ti portano fra gli altri, che li accolgono e li salutano.
Passate qualche ora a rifocillarvi e riposarvi mentre i due compari raccontano agli altri la fuga e l'incontro con te. Alcuni sembrano infastiditi dalla tua presenza in quel luogo che evidentemente considerano sacro, mentre altri sono piuttosto incuriositi dalla tua figura.
Quando la sera sta diventando notte un troll si avvicina a voi.
"Kusaxa-Kwaan vuole vedervi" dice.
Vi recate verso l'albero ed entrate in una specie di ferita, di ingresso, che si pare sulla corteccia, "chiuso" da una pelle d'orso.
Varcandola, vi ritrovate in una specie di grande camera circolare, scavata sia nella corteccia che nella terra sottostante l'albero, sufficientemente vasta da poter contenere l'intera popolazione troll che hai visto.
Al centro è acceso un piccolo fuoco, accanto al quale sta scaldandosi un vecchio troll.
Il pelo grigiastro gli cresce a ciuffi sul corpo piuttosto ossuto e smagrito; i denti che spuntano fuori dal muso sono giallastri; le orbite dei suoi occhi sono vuote.
Appena entrate gira il muso verso di voi, annusa un po' l'aria e poi dice, con voce roca "Ben tornati fratelli".
Poi annusando ancora l'aria e scoprendo i denti come in una specie di sorriso aggiunge "Sento che mi avete portato un dono".