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Prima Avventura

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Marco Costantini:
Kalima

I tuoi piedi ti hanno portato fino a Tonnhofn (che in valkoviano significa Zanna di Fuoco), una città di legno e pietra grigia piuttosto grande che sorge in cima ad un altissimo fiordo a strapiombo su un mare scuro e burrascoso. Tutt'intorno il paesaggio è assolutamente ed innaturalmente piatto; un'immensa pianura a perdita d'occhio costituita da scuro terreno roccioso e praterie di un'erba giallastra.
Fra le basse e sparute case, ora in pietra e legno ora solo in legno, spicca un'imponente costruzione: un'alta torre collocata proprio sulla punta del fiordo, sulla cui sommità sembra essere accesa una maestosa pira. Un faro!
Mentre passeggi fra le abitazioni, la città ti pare piuttosto animata: gli abitanti, uomini e donne dalla carnagione pallida e dalla pelle resa coriacea dall'aria salmastra, sono affaccendati nei più disparati lavori e sembrano quasi non notarti, sebbene ti capiti più di una volta di sentirti addosso sguardi penetranti.
Ad un certo punto, sbucando da dietro l'angolo di una di queste case, ti ritrovi in una specie di piccola piazza. Al centro di essa si trova un "palco" montato alla bell'e meglio: un paio di casse messe una sull'altra. Su di esso sta un piccolo uomo, piuttosto impettito che sta dicendo a gran voce ad una piccola folla radunata sotto di lui "e Runar, signore di Tonnhofn, si impegna personalmente a ricompensare con immensa generosità chiunque gli porti il Bruciato! Vivo o morto!".
Proprio in quel momento, una donna urla terrorizzata, indicando nella tua direzione: "Sono tornati!!!" esclama.
L'attenzione è su di te e molti uomini, piuttosto minacciosi, cominciano a stringertisi intorno.


Mirna

Seguendo il placido fiume che viene da nord, giungi infine al grande lago che domina il centro di questa vasta vallata verdeggiante. Il vento agita i teneri fili d'erba allo stesso modo di come agita le acque del lago. Il villaggio troll di Gooch-hit (Tana del Lupo), sorge proprio nel luogo dove il fiume si getta nel grande specchio d'acqua. Basse capanne di legno e giunchi sono disposte a cerchio, in modo da formare un perimetro. Addentrandoti fra le prime abitazioni non incontri nessuno, sebbene tu percepisca e noti l'attività che evidentemente gli abitanti stavano portando avanti fino a poco tempo fa.
Finchè, sbucando da dietro una casa , giungi nello spazio interno, dove i troll devono essersi radunati.
"Non dovevi prendere mia figlia!!!" grida rabbiosa una troll, mentre un troll la trattiene con forza.
La donna è rivolta ad un possente troll che se ne sta coi piedi ben piantati sopra uno sperone di roccia appuntito e piatto che sorge al centro dello spiazo -gli altri troll sono tutti intorno.
La situazione pare evidentemente tesa.
"Queste sono le nostre leggi, Tutàn. Sono secoli che le rispettiamo e continueremo a farlo!" tuona il troll, e mentre dice così posa lo sguardo furente sugli astanti.
"Bhe, forse queste leggi sono sbagliate" esclama un giovane troll che è a fianco a Tutàn.

Simone Micucci:
Interrompo la discussione dicendo allegramente: «Da dove vengo io le leggi dei troll dicono di offrire cibo agli stranieri, se sono onesti e affamati» li guardo tutti, in special modo quelli al centro della disputa, e mi avvicino al giovane troll sorridendo alle sue parole «...spero che almeno questa legge non sia messa in discussione, perché io sono onesta e affamata»

vediamo che aria tira rompendo i maroni ad una tribù di troll... XD

Marco Costantini:
Le tue parole ed il tuo tono sembrano distruggere la tensione come un tuono squarcia il silenzio.
Il giovane troll ti fissa con disprezzo, palesemente irritato dalla tua ilarità.

Il grosso troll sulla roccia ti fissa socchiudendo gli occhi e ben presto tutti gli occhi sono puntati su di te.
Ha il torace ampio e massiccio e zampe con artigli che sembrano rostri; il copro è interamente coperto da una pelliccia fulva -colore che domina su tutta la popolazione, nelle varie sfumature; il muso è allungato, simile a quello di un lupo, con la bocca munita di zanne affilate; due piccole corna nere partono da una placca ossea che spunta fuori appena sopra agli occhi.
Cogli lo sguardo del grosso troll che va ad intercettare quello di un troll molto vecchio, dal pelo grigiastro, che sembra essere l'unico abbigliato. "Indossa" numerose strisce di cuoio, legate in varie parti del corpo (testa, bicipiti, polsi, caviglie, gambe), su cui sono fissate strisce di stoffa colorate, ramoscelli, campanellini tintinnanti. E' evidentemente uno sciamano.
Lo sciamano annuisce allo sguardo del grosso troll, assicurandogli che non c'è nulla da temere nella tua presenza.
"La straniera dimostra di conoscere le nostre tradizioni meglio di molti di voi" prosegue il troll sulla roccia. Con un balzo scende.
"Sarai mia gradita ospite" ti dice.

Vuoi continuare qui? Saltiamo direttamente al "pranzo" col trollone?

Simone Micucci:
e pranziamo col trollone
Mangio come un toro, sopratutto carne. Essendo dei troll immagino non ci sia roba raffinata come vino o birra, ma ho motivo di credere che almeno al fuoco ci siano arrivati. Quindi un bell'arrosto non me lo toglie nessuno.
Durante la nostra chiacchierata chiedo, interessata ed incuriosita «Di che parlavate prima, con il ragazzo? Quali tradizione non condivide con voi?»

Antonio Caciolli:
Kalima avanza strisciando la gonna nera a terra. Da essa sporgono fuori solo i calzari quando avanza a grandi passi, ma molti rimangono più inebetiti dal tintinnare del corpetto sul torso nudo della donna o forse dai suoi occhi bianchi striati da cicatrici. Avanza appoggiandosi ad un bastone e gioca con la palla di cristallo che ha in mano.
Quando viene circondata: "non ho intenzione di farvi male se non me lo imporrete. Arrivo da un lungo viaggio per mare e chiedo solo di riposare. Faccio divinazioni sul futuro e rimuovo maledizioni ... se c'è qualche bella ragazza che vuole sapere se troverà marito prima della nuova luna non ha che da chiedermelo ..."

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