Chiacchieriamo > Generale
Che ne pensate dell' associazionismo italiano [Split da larp symposium bla bla]
Ivano P.:
In generale ^^
Personalmente ho un ottima opinione del concetto di associazione, che poi qualcuna non funziona è normale.
Daniele "fenna" Fenaroli:
Faccio fatica a capire cosa si voglia di preciso ottenere dallo split del discorso, quindi mi permetto di chiedere a Grifone di dare una direzione allo stesso.
Questo per chiarezza, perché se è una disamina dell'associazionismo di tipo ludico di impronta live sono impreparato, conosco la realtà dell'associazione antro del drago di brescia, visto che ne faccio parte, ma poco quella generale; ci tengo però a portare la mia piccola esperienza e fare alcune considerazioni del caso.
Più in particolare so che, per dimensioni e tipo di organizzazione, l'associazione riesce ad organizzare 3-4 live fantasy all'anno e fra i partecipanti hanno trovato posto persone che poco avevano a che fare con il gdr e grazie anche all'aspetto di costruzione del materiale "di scena" e al tipo di gioco offerto, si sono appassionati alimentando, forse inaspettatamente il bacino d'utenza degli afecionados dei live fantasy in quel della ludoteca.
Alcuni degli utenti storici dei live partecipano anche ai live di TerreSpezzate ed è capitato, quest'estate che ci fossero loro amici conosciuti in TerreSpezzate che venissero a giocare a Brescia, dimostrandosi, fra l'altro, particolarmente simpatici e disponibili, ma riesco a capire che questo possa non corrispondere, ne a qualcosa che possa rappresentare la regola, ma a questo e a giudizi in merito mi rimetto a chi, sicuramente, ha un esperienza molto superiore alla mia.
Per quanto riguarda invece la "litigiosità" o il parlarsi alle spalle che le associazioni fanno una con l'altra, anche qui, credo dipenda molto dalla storia delle stesse, d'altro canto, pensando alla situazione bresciana, si possono notare come le associazioni sono per lo più fisicamente distanti fra loro anche parecchi chilometri, e come, di fatto siano più dei presidi territoriali che danno la possibilità, sia organizzando eventi che diventando i luoghi fisici dove i giocatori, non parlo unicamente di gdr, ad esempio la comunità dei wargamisti nella ludoteca antro del drago è una presenza decisamente più costante e radicata dei giocatori di ruolo tabletop, specie in declino -.
Il fatto di essere presidi e di essersi costituiti come persone fisiche - almeno per le associazioni riconosciute e registrate - rende i responsabili delle stesse dei rappresentanti politici a tutti gli effetti, cioé i presidenti delle associazioni e i consiglieri sono chiamati a farsi carico di rappresentare le istanze degli iscritti nelle sedi istituzionali, dove, per non essere sfrattati, devono contare i numeri degli iscritti, frequenza e magari decidere di non fare eventi che potrebbero essere considerati controversi.
Un esempio di come essere rappresentante di un'associziane sia esattamente questo l'abbiamo avuto a Verolanuova, dove il Monfa è stato letteralmente preso a caldi nel didietro.
Quindi non mi stupisco più di tanto dell'impressione che si ha di stare a parlare con dei politici, perché, se si vogliono avere spazi, se si vuole essere riconosciuti, bisogna avere anche quella dote con tutte le controindicazioni del caso.
Ivano P.:
--- Citazione ---Faccio fatica a capire cosa si voglia di preciso ottenere dallo split del discorso, quindi mi permetto di chiedere a Grifone di dare una direzione allo stesso.
--- Termina citazione ---
Ho sentito spesso la gente parlare male del concetto di "associazione" in modo transversale, la curiosità da cui nasce il topic è vedere un po' come sono percepite da altri.
Semplicemente è un topic di confronto su un tema amplissimo, da cui potrebbero anche venir fuori temi più specifici, come no.
Tendenzialmente io ho avuto anche pessime esperienze con delle associazioni, ma le considero un ottimo mezzo organizzativo e di aggregazione.
Non è possibile che tutti in un gruppo magari numeroso si informino di persona su tutto, un minimo di organizzazione serve, peccato che in certi casi si formino delle pseudodittature, ma vedere le associazioni come causa di attriti perché "creano confini" mi pare poco realista.
Riccardo Rossi:
Dunque, a questo punto posso ampliare il discorso, ti posso dire come mi sento dalla parte dei politici.
Sono il "Presidente" di un'associazione di promozione sociale, mi sono proposto perche' volevo salvare l'associazione che dirigo dalla chiusura.
E' un ghetto, di sicuro ci saranno dei Presidenti che si sono laccati la casa d'oro ma qui ti riporto il mio actual play.
Tutti hanno grandi idee ma le braccia scarseggiano quando si passa al realizzare, sentito con le mie orecchie "ma se gli altri non lavorano io non lavoro", immagina se facessero tutti cosi'.
Delle volte ci si ritrova a dover fronteggiare proposte fatte in buona fede che rischiano di far passare tutti come satanisti, riuscire a conciliare l'esigenze di facciata con quello che vogliono gli associati e' piu' arte che altro.
In comune ci devi fare il solco se servono aiuti di qualsiasi tipo, ad esempio evitare di vedersi tolto l'unico spazio gioco (3,5x7 metri) dalla Societa' Rionale adiacente che lo vuole come magazzino per dei tavoli.
Si deve cercare di avere un clima di partecipazione quando magari (chiarifico prima, associazione per gdr classsici, wargames, giochi di tavolo) la media dell'interesse e' "voglio lo spazio il mercoledi'" e se passi il giovedi' ci sono cartocci di patatine ovunque tranne che nel secchio.
Insomma, ho visto altre associazioni a cui ho partecipato avere problemi, e' facile avere incompresioni tra gli associati, antipatie e quant'altro quando non si e' Lord inglesi.
Un clima simile e' anche piu' facile averlo verso associazioni vicine, magari organizzano una mostra e nemmeno ti chiamano, stessa citta', un buco di paese, ci si conosce tutti di nome e niente, c'e' chi se le lega al dito certe cose.
L'ambiente stesso, quello del gdr regola zero e' portato a questo, tutti si sentono dei santoni con le tavole del gdr sotto l'ascella.
Mi sono chiesto per anni il motivo dei microgruppi e anche grazie a questo sito mi sono dato una risposta.
In breve e stacco per motivi di tempo, c'e' chi fa il messia/santone/politico ma c'e' anche chi decide cosa e' realizzabile, lascio da parte il discorso giusto/sbagliato, dico solo realizzabile.
E' impossibile far contenti tutti, ci sara' attrito per forza con qualcuno, ci ho provato, alla fine mi sono detto, se devo sputarci il sangue mentre la maggior parte guarda che si faccia almeno qualcosa che piaccia anche (anche) a me.
Ecco, questo puo' creare antipatie ma ripeto, se c'e' chi vuole sputare sangue su qualcosa di diverso lo spazio c'e' e l'appoggio pure.
Concludendo, chi fa comanda e mi sembra anche giusto.
vonpaulus:
le associazioni formalizzate servono esclusivamente ad avere una struttura organizzata che permette di interfacciarsi con il mondo esterno laddove la quantità e tipologia di iniziative lo richieda. Non sono in se ne meglio ne peggio di un gruppo di amiche/amici che operano insieme.
Ho fatto parte di moltissime associazioni, formali ed informali, ludiche e rievocative con ruoli variabili dal presidente al semplice socio.
Qui come altrove se la gente scopa (ovvero ha una vita felice) non ci sono problemi, se la gente non scopa (o lo fa male o ha una vita infelice) scarica la merda nell'associazione sfruttando il fatto che è più difficile allontare un associato che un conoscente.
Diffidate di chi dedica più del 10% del suo tempo all'associazione. Probabilmente non scopa.
Così come spesso gli amori e le relazioni sono temporanei trovo normale che anche le associazioni siano tali e che siano legate alle persone che le hanno ideate. E' più sensato che i nuovi arrivati propongano le loro nuove idee, anche in modo antagonista in nuove associazione che incastrarsi in quelle vecchie. L'ovvia banalità "siamo in pochi non dobbiamo ulteriormente dividerci" serve principalmente alla conservazione muffosa dello status esistente. Pensate alle associazione più antiche che ci sono e datene un giudizio. Enormi, potenti, conservatrici e mummificate.
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