Non ho chiaro il contesto dell'affermazione, quindi parto dal presupposto che si stia parlando di portare il "dire sempre di sí" dell'improvvisazione nel gioco di ruolo e non faccio altri assunti.
Attenti a una cosa: "dire sempre di sí" non significa... dire sempre di sí. "Ti uccido il personaggio" "Sí" non rientra (necessariamente) in quel concetto. L'accettare è qualcosa che fanno
gli attori, non
i personaggi: significa che, se tu stavi interpretando un elettricista e l'altro capisce che sei un idraulico e ti dice: "Finalmente è arrivato! Venga, mi si sta allagando la casa!", non devi dire: "No signora, io sono l'elettricista" (e, se tu hai fatto capire che sei un elettricista, l'altro non deve trasformarti in idraulico solo perché si era immaginato la scena cosí). Se io ti dico: "Tesoro, come va?" pensando che tu sia mia figlia, e tu capisci di essere la mia compagna
e lo rendi chiaro al pubblico (tipo dicendo: "Ci sposiamo domani, come vuoi che vada? Sono nervosa!") bene: non sei mia figlia, sei la mia compagna. "Dire di sí" significa che
non devo dire: "Ma sei mia figlia, non posso sposarti!" o cose simili (come sempre: regola generale, il caso specifico può differire).
Se però il tuo personaggio cerca di uccidere il mio (nell'interpretazione come nel gioco di ruolo) posso - magari
devo - oppormi: il dire di sí significa accettare che il tuo personaggio - che magari pensavo fosse il fratello che tanto mi amava - ce l'ha con me e cerca di uccidermi;
non significa che accetto automaticamente di morire.
Nel campo del gioco di ruolo inoltre, come giustamente dice il mietitore, la cosa assume un'ulteriore sfumatura:
[cite]Autore: il mietitore[/cite]Nel gioco di ruolo, a volte si legge del dire SEMPRE sì, perchè la regola viene citata direttamente dall'ambiente dell'improvvisazione. In verità nei GDR il significato assume un "non fossilizzarti su quello che pensi tu, ma ascolta le proposte degli altri e accetta l'idea che queste possano essere migliori delle tue"
Questo perché c'è la possibilità di discutere gli interventi, cosa che, sul palco, non c'è. Ma questo
non deve trasformarsi né in una sottomissione, né in una discussione per decidere cosa avviene, mettendo da parte il sistema.
[cite]Autore: Antonio[/cite]Un input può essere anche quando narro che il png tizio prende la moglie del tuo pg e la butta fuori dalla finestra mentre io come giocatore di guardo e ammicco sui dadi. Se tu accetti la mia narrazione in realtà ti opponi al mio tentativo di creare un conflitto... no?
"Dire di sí" non significa "accettare la narrazione". Estendo un po' l'esempio: quel personaggio era ancora anonimo e io pensavo fosse un mio grande amico,
ma non l'avevo comunicato in nessun modo; "dire di sí" significa che accetto che quel personaggio non è un mio amico (o che comunque ha motivazioni per buttare mia moglie fuori dalla finestra),
non significa che mia moglie voli fuori dalla finestra.
Nel gioco di ruolo, si apre la sfumatura di cui sopra: magari dico: "Ma io pensavo fosse mio amico" e da lí si parte a riallineare ciò che i singoli immaginavano; però dire di sí non toglie il conflitto, anzi può supportarlo.