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Perchè "dire sempre di sì" (NON) ammazza il play passionately?

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Iacopo Benigni:
Ovvero perchè accettare sempre gli imput che vengono da altri giocatori può rendere un gioco non appassionato? Ho forse capito male quel "dire sempre di si"?

Andrea Angotti:

--- Citazione ---[cite]Autore: IacopoBenigni[/cite][p]Ovvero perchè accettare sempre gli imput che vengono da altri giocatori può rendere un gioco non appassionato?[/p]
--- Termina citazione ---

Beh in base alla mia esperienza direi che alla lunga rende il gioco sicuramente molto più scontato, e chi ne paga sono gli stimoli che ci si aspetta in gioco.

il mietitore:
A DIR MIO

hai capito male solo il "sempre". Il resto è tutto sommato ok.

Come dicevo nell'altra discussione, il dire sempre sì nell'improvvisazione deriva dal non poter prendere una pausa, dal dover ragionare di pancia, dal dovere agire all'istante, e dunque ragionare come un'unica mente accettando le proposte di chiunque.

Nel gioco di ruolo, a volte si legge del dire SEMPRE sì, perchè la regola viene citata direttamente dall'ambiente dell'improvvisazione. In verità nei GDR il significato assume un "non fossilizzarti su quello che pensi tu, ma ascolta le proposte degli altri e accetta l'idea che queste possano essere migliori delle tue, dunque non escludere quello che ti propongono gli altri ma ascolta SEMPRE quello che hanno da dire".
Ma questo non vuol dire che ora la tua voce non conti, e al contrario: tu stesso devi essere propositivo, altrimenti non si tira avanti.

Il fatto che possa ammazzare il gioco appassionato non so cosa possa voler dire nello specifico. Probabilmente si intende che dire sempre sì si riassume in un farsi trascinare degli eventi, in modo totalmente indifferente, il che in effetti elimina la componente ruolistica ("che me ne frega di chi sono e cosa faccio nel gioco? tanto mi basta dire sempre di sì alle proposte degli altri...").

Antonio Caciolli:

--- Citazione ---[cite]Autore: IacopoBenigni[/cite][p]Ovvero perchè accettare sempre gli imput che vengono da altri giocatori può rendere un gioco non appassionato? Ho forse capito male quel "dire sempre di si"?[/p]
--- Termina citazione ---


perché non raccogli gli input ma accetti la narrazione di altri. Un input può essere anche quando narro che il png tizio prende la moglie del tuo pg e la butta fuori dalla finestra mentre io come giocatore di guardo e ammicco sui dadi. Se tu accetti la mia narrazione in realtà ti opponi al mio tentativo di creare un conflitto... no?

Mauro:
Non ho chiaro il contesto dell'affermazione, quindi parto dal presupposto che si stia parlando di portare il "dire sempre di sí" dell'improvvisazione nel gioco di ruolo e non faccio altri assunti.

Attenti a una cosa: "dire sempre di sí" non significa... dire sempre di sí. "Ti uccido il personaggio" "Sí" non rientra (necessariamente) in quel concetto. L'accettare è qualcosa che fanno gli attori, non i personaggi: significa che, se tu stavi interpretando un elettricista e l'altro capisce che sei un idraulico e ti dice: "Finalmente è arrivato! Venga, mi si sta allagando la casa!", non devi dire: "No signora, io sono l'elettricista" (e, se tu hai fatto capire che sei un elettricista, l'altro non deve trasformarti in idraulico solo perché si era immaginato la scena cosí). Se io ti dico: "Tesoro, come va?" pensando che tu sia mia figlia, e tu capisci di essere la mia compagna e lo rendi chiaro al pubblico (tipo dicendo: "Ci sposiamo domani, come vuoi che vada? Sono nervosa!") bene: non sei mia figlia, sei la mia compagna. "Dire di sí" significa che non devo dire: "Ma sei mia figlia, non posso sposarti!" o cose simili (come sempre: regola generale, il caso specifico può differire).
Se però il tuo personaggio cerca di uccidere il mio (nell'interpretazione come nel gioco di ruolo) posso - magari devo - oppormi: il dire di sí significa accettare che il tuo personaggio - che magari pensavo fosse il fratello che tanto mi amava - ce l'ha con me e cerca di uccidermi; non significa che accetto automaticamente di morire.

Nel campo del gioco di ruolo inoltre, come giustamente dice il mietitore, la cosa assume un'ulteriore sfumatura:
--- Citazione ---[cite]Autore: il mietitore[/cite]Nel gioco di ruolo, a volte si legge del dire SEMPRE sì, perchè la regola viene citata direttamente dall'ambiente dell'improvvisazione. In verità nei GDR il significato assume un "non fossilizzarti su quello che pensi tu, ma ascolta le proposte degli altri e accetta l'idea che queste possano essere migliori delle tue"
--- Termina citazione ---

Questo perché c'è la possibilità di discutere gli interventi, cosa che, sul palco, non c'è. Ma questo non deve trasformarsi né in una sottomissione, né in una discussione per decidere cosa avviene, mettendo da parte il sistema.


--- Citazione ---[cite]Autore: Antonio[/cite]Un input può essere anche quando narro che il png tizio prende la moglie del tuo pg e la butta fuori dalla finestra mentre io come giocatore di guardo e ammicco sui dadi. Se tu accetti la mia narrazione in realtà ti opponi al mio tentativo di creare un conflitto... no?
--- Termina citazione ---

"Dire di sí" non significa "accettare la narrazione". Estendo un po' l'esempio: quel personaggio era ancora anonimo e io pensavo fosse un mio grande amico, ma non l'avevo comunicato in nessun modo; "dire di sí" significa che accetto che quel personaggio non è un mio amico (o che comunque ha motivazioni per buttare mia moglie fuori dalla finestra), non significa che mia moglie voli fuori dalla finestra.
Nel gioco di ruolo, si apre la sfumatura di cui sopra: magari dico: "Ma io pensavo fosse mio amico" e da lí si parte a riallineare ciò che i singoli immaginavano; però dire di sí non toglie il conflitto, anzi può supportarlo.

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