In realtà, anche se di mia natura difficilmente mi esprimerei così, penso di poter essere d'accordo...
Nel senso che fare un gioco (serio, interessante, ben strutturato, coerente etc.) non è affatto una cosa semplice... Non è un caso che Elar sia stato in test 4 anni e RavenDeath 3, o che Moonfolk stesso (nonostante piaccia) sono convinto che necessiterà ancora di molto playtest...
Non ci si improvvisa game designer (personalmente poi non considero veri game designer chi fa hack, soprattutto di colore, sì sono game designer, ma i Game Designer sono altri... Czege, Prince, Donogue, anche Perrin, anche Khana) serve, comunque non sapere la teoria forgita, ma comunque avere una propria teoria in testa. Una delle poche cose che tutti dovrebbero tenere conto da the forge (ma che poi in ogni altro campo è stata scoperta da altri) è che i giochi devono avere coerenza tra ciò che promettono e ciò che sviluppano una volta in moto...
E poi serve tecnica e "cultura ludica", non tanto essersi letti Callois o Huinziga (li cito a memoria potrebbero essere scritti sbagliati), come non serve nemmeno essersi letti Castagna o la Care Boss, ma serve aver letto i giochi, quanti più possibile. Leggere e giocare AD&D per anni mi portò al massimo del mio sviluppo ideare un adattamento di razze e classi per Dragonball. Scoprire come funzionavano Heroquest, Cyberpunk, Exalted, Mage, Druid, Lex Arcana, D&D 4th, La leggenda dei 5 anelli, Uno sguardo nel buio, Il signore degli anelli (Coda), On stage, Amber, Weapons of the gods, Nobilis, Cani nella vigna, Polaris, La mia vita col padrone, Psirun, Avventure in prima serata, Annalise, Non cedere al sonno, Lo spirito del secolo, Agon, 3:16, Cold City, Solipsist, Sulle tracce di Cthulhu, quello si mi ha aperto la mente e mi ha permesso di scrivere qualcosa di nuovo come RavenDeath o qualcosa di copiato ma innovativo come Moonfolk...
Serve, come dice Ezio, che si leggano e giochino giochi diversi, che si impari una lingua che non si trova in un solo gioco...
Comunque, forse è qui il punto in cui mi distanzio un po' dall'opinione di Ezio, non trovo così tanti sedicenti game designer, al massimo vedo il rischio che prendano piede, ma tutti sono ancora in tempo a rendere i loro giochi belli, funzionali e seminali...
E soprattutto, questi rimbrotti non devono essere una pressione sociale a farvi desistere dallo scrivere, ma spronarvi a dedicarvi ancora con più cura e zelo a rendere il gioco bello e interessante. Se non siete Game Designer, come dice Ezio, potete comunque diventarlo, dovete solo applicarvi un po' di più... Inoltre uno come me, un consiglio, non ve lo nega mai!