[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Ma è davvero difficile che un azione della trollbabe magica, plateale e che porta una creatura in gioco sia completamente "neutra" rispetto alla posta.[/p][p]Per esempio, il fatto che la trollbabe si faccia un potente servitore magico, è contro gli interessi di tutti quelli che la vogliono influenzare, no?[/p]
Beh in effetti è vero che difficilmente una plateale azione magica sia "neutrale", nel senso di non essere in conflitto con nessun personaggio in gioco, però non è la discriminante tra conflitto e non conflitto. Per quanto plateale, una magia è solo una magia fino a quando nel compierla una Trollbabe non sia in conflitto di interessi con un altro personaggio. Il "potente servitore magico" (non ho parlato di questo però), a me non pare altro che colore (ovviamente se NON è un personaggio) fino a quando non verrà "usato". Non concede nemmeno un reroll (deve esserci un conflitto), e quindi ha la stessa valenza "meccanica" di una mela colta dall'albero. Non è una situazione di crisi.
Secondo me poi, dire che c'è un conflitto se una azione della Trollbabe è contro gli interessi di tutti quelli che la vogliono influenzare esistenti al mondo rende conflitto qualsiasi cosa: affilare la spada ad esempio.. ma anche mangiare (una trollbabe sazia magari è più difficile da influenzare di una affamata), dormire (stessa cosa del mangiare.. forse anche più amplificata), scalare un albero (si ottiene comunque una informazione visiva migliore della zona.. un vantaggio, quindi contro gli interessi di chi vuole influenzarla), e via dicendo. Insomma è troppo vago.
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]GM: conflitto!
trollbabe: ok, quindi?
GM: i[del]l fuoco è improvvisamente posseduto da una volontà propria e non vuole assumere la forma del tavolo: ti si butta addosso per bruciarti![/del]""e allora dimmi come fai ad animare il tavolo, e poi tira il dado. Il conflitto è di tipo magico"
Questo credo non sia nemmeno legale secondo le regole. ;-)
Se non c'è un conflitto evidente e tu gm lo chiami ugualmente, sei
obbligato a dire cosa avviene dopo (cosa si oppone) perché questo abbia senso (pag. 57 in fondo e pag. 58).
trollbabe: scalo l'albero
GM: conflitto
trollbabe: ok e quindi?
GM :e allora dimmi come fai a scalare l'albero, e poi tira il dado.
Non sono simili? :-)
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]trollbabe: creo con la magia del fuoco ardente sotto il mio controllo mentale, e gli dò la forma di un tavolo[/p][p]Perchè? Che vuol fare? Qual è l'obiettivo? Questa qui si fa dei tavoli di fuoco per sport? Avrà uno scopo questa cosa, no?[/p][p]Diamo per scontato che questo scopo contrasti con gli interessi di qualcuno, che in quel momento sta sciando a 10km di distanza e non ha la minima idea di cosa sta facendo la trollbabe. E' un conflitto lo stesso. (hai letto l'esempio della torre nel manuale?) Non serve un avversario che ti ostacoli per fare un conflitto in trollbabe.[/p]
Una cosa però: qualsiasi azione che fa la trollbabe avrà uno scopo, no?
- Cammino lungo il sentiero .. perchè? per arrivare al villaggio.. conflitto!
- Mangio.. perchè? per non morire di fame... conflitto!
- Saluto i passanti... perchè? per essere educata... conflitto!
Ora, anche in questo caso, ogni cosa detta potrebbe contrastare con gli scopi di un tizio che scia a 10km di distanza ma che non sta facendo nulla a riguardo e non è nemmeno consapevole dell'esistenza della Trollbabe e di ciò che sta accadendo. Quindi come potrebbe essere un conflitto salutare un passante? Può esserlo solo se esiste qualcosa che rappresenti il conflitto di interessi (la torre dell'esempio è la proiezione della volontà attiva di contrastare un ben specifico interesse).
Ad esempio, il tizio che scia a 10km di distanza potrebbe aver messo un cancello a bloccare il sentiero per il villaggio (e solo a questo punto può esserci un conflitto.. ma non sul cammino lungo il sentiero, ma sul "passo il cancello", e solo se ciò costituisce un punto chiave dell'avventura che coinvolge la posta)... ma qualcosa ci deve essere! Non può inventarselo il giocatore se fallisce.
L'esempio della torre poi dice anche un'altra cosa:
- la torre è una cosa legata alla posta, è importante perchè io gm l'ho messa lì per uno scopo preciso (che poi, nell'esempio specifico, contrasterà con lo scopo della trollbabe di scalarla)
- il conflitto e l'opposizione sarà contro le guardie che la controllano, contro la torre stessa (che sarà stata costruita per essere inviolabile, poichè è un
punto chiave dell'avventura che ho preparato che sia "di guardia"), ecc...
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Non ragionare in termini di conflitto, ragiona (1) in termini di posta e (2) in base a quello che vedi succedere nella fiction.[/p][p]La trollbabe riesce SEMPRE ad arrampicarsi su un albero se non viene ostacolata. Ma deve tirare lo stesso se sale sull'albero per rubare le pesche sacre del tempio (vedi esempio della torre).[/p][p]La trollbabe non ha nessuna assicurazione di questo tipo quando lancia incantesimi. Ed è molto, molto difficile che un incantesimo non abbia alcun effetto che possa influire sulla posta.[/p]
Ma è proprio quello che intendevo io (ed ho sempre sottolineato quanto sia importante ragionare in termini di fiction): esattamente come la Trollbabe riesce sempre ad arrampicarsi su un albero se non viene ostacolata, riuscirà sempre a lanciare un incantesimo se non verrà ostacolata. Poi, che la magia avrà sempre un effetto di stress sulla posta è una cosa a mio avviso opinabile. Dipende, appunto, dalla fiction. :-)
Ad esempio, per evitare di parlare sempre in astratto (come giustamente dici anche tu) forse è meglio portare qualche esempio di AP. Presa da una mia partita (facevo la Trollbabe), una scena inizia con il mio personaggio che giunge nei pressi di un lago, e dall'altra parte, sulla riva, c'era un uomo che stava inzuppando degli stracci da porre sulla fronte di un ragazzo che stava male. A questo punto, io ho semplicemente detto che andavo da loro.. attraversando il lago (camminandoci sopra). E' ovviamente un uso della magia, ma io non ho chiamato alcun conflitto e nemmeno il gm. Arrivo dall'altra parte e il tizio mi guarda con occhi increduli... e dice: "sei lo spirito del lago?!"...
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Se trasformi "la trollbabe può scalare qualunque albero" in "la trollbabe non tira per un conflitto quando scala un albero", hai eliminato la fiction, gli interessi di chi possiede quell'albero, il sistema di conflitti, e sei tornato a task resolution: ti sei basato solo su quella per stabilire se tirare o no. "ha percentuale 100%, niente tiro".
Non era quello che volevo dire, però ;-)
Forse mi sono spiegato male... quello che voglio dire è che una azione, per quanto plateale, non è mai un conflitto a prescindere, indipendentemente dalla sua natura (sociale, magica, fisica, ecc..).
Il punto è: quando si tirano i dadi esattamente?
Sempre, quando si lancia un incantesimo? NO.
Sempre, quando si scala un albero? NO.
Sempre, quando c'è un conflitto? SI
E cos'è un conflitto in Trollbabe? Cito da pag. 56:
Il sistema di gioco si occupa di Conflitti di interesse fra personaggi in Scena , senza tener conto di ogni singola azione immaginaria che avviene nel mondo di gioco. Quindi non può esserci un conflitto se manca il conflitto di interessi, che questo sia rappresentato da un personaggio in scena o da qualcosa in scena che agisca per gli interessi del personaggio. Non posso dire in astratto che creare un fuoco a forma di tavolo va in contrasto con gli interessi di qualcuno e quindi è un conflitto. Non basta. Primo, devo specificare cosa in
concreto si oppone attivamente in
scena alla Trollbabe.
Non posso semplicemente dire che essendo difficile lanciare l'incantesimo (o troppo potente) allora è richiesto il tiro di dadi .. non è D&D. Non devo temere la creatività dei giocatroi con la magia, perchè se non c'è un conflitto ora, magari ci sarà dopo.. immagina la Trollbabe che entra in città con un fuoco ardente a forma di grosso lupo... :-)
Il punto che volevo sottolineare in conclusione, è che i conflitti non servono per superare gli ostacoli, lanciare incantesimi, ottenere lo scopo e via dicendo. I conflitti sono "solo" interessi contrapposti che "agiscono" in una data scena. Ed è a mio avviso un errore considerarli diversamente. Infatti, quello che volevo evitare con i miei interventi era proprio questa interpretazione:
[cite]Autore: Talos 2.0[/cite]Quindi, se il giocatore narra l'impiego di qualcosa che potrebbe potenzialmente essere un ostacolo c'è il conflitto altrimenti no?
Se narra semplicemente che la magia da lui richiamata gli infonde la conoscenza del nascondiglio non ci sarebbe stato nessun conflitto ulteriore oltre a quello per trovare il Troll?
In questo caso, il conflitto ha come obiettivo quello di trovare il Troll (sempre che lui non voglia essere trovato e si stia appunto nascondendo): l'incantesimo in questo caso è equivalente a trovare le tracce nel bosco per arrivare a lui. Da una parte ci sei tu che vuoi trovare il Troll, dall'altra il Troll che non vuole essere trovato: questo è un conflitto.. poi in concreto le azioni che farai influiranno sulla fiction in vari modi. Ma se usi un incantesimo per "divinare" la posizione del suo nascondiglio, allora è già un conflitto.