Mentre è all'angolo, Marco non sente le parole di Ronnie. Non si accorge nemmeno che l'allenatore gli sta parlando. Ricorda il giorno che se n'è andato di casa dicendo a suo padre: "Io non sono come te." Il vecchio aveva sorriso, un sorriso da lupo, e gli aveva risposto: "Sei mio figlio. Sei cresciuto in questa casa. Tu sei come me." E adesso eccolo lì, un pugile senza arte né parte, che bara per cercare di vincere e vede la vittoria allontanarsi sempre di più. No. Questo no.
Quando suona il gong Vito si fa avanti baldanzoso. Sa che Marco ha subito danni consistenti: Basterà poco per metterlo al tappeto, ecco quello che gli si legge in faccia. Salta addosso a Marco tempestandolo di pugni al corpo, con lo scopo evidente di fargli abbassare la guardia e scoprire la faccia. Marco assorbe un pugno dopo l'altro, il dolore è talmente forte che non lo sente quasi più e sa che non è un buon segno. Ma non cede. Si allontana da Vito, cerca di trovare il momento giusto per colpire, accennando qualche sinistro senza scoprirsi. Vito ghigna e, buttatosi nuovamente contro Marco, gli calpesta violentemente il piede sinistro per impedirli di ritirarsi. Marco lo vede caricare il sinistro e pensa che ormai è finita. Stordito, non sa se dopo dovrà vergognarsi o meno: ha imbrogliato due volte, sì, ma alla fine è caduto onestamente.
Ma quell'ultimo colpo di Vito non arriva. Le mani dell'abritro separano i combattenti e Marco, anche se non capisce bene le parole, ne intuisce il significato: Vito è stato colto in fallo per la terza volta ed è stato squalificato. L'arbitro gli solleva un braccio e lo proclama vincitore. Il pubblico grida di giubilio e di rabbia e in mezzo a tante voci Marco riconosce quella di Tammy, che per lui grida più forte di tutte. Ma non può fare a meno di pensare: è così che si vincono gli incontri? Barando un po' meno dell'avversario?
Ditemi voi se la narrazione giustifica la perdita di un punto due punti di Speranza e il guadagno di un punto di Dolore. ^^