Marco lotta e, mi pare di aver capito, mi consumi anche lo Sfinimento per aver perso (me lo confermi? Dimmi tu)
i ragazzi non si fermano e fanno a pezzi l'altro.
Odio essere ignorato. Lo odio con tutte le mi forze.
«e allora, che diavolo fate?»
Mi dirigo a passo svelto verso di loro, che torturano imperterriti il ragazzo di giornale.
Afferro per la spalla quello che mi si era rivolto prima e faccio per voltarlo verso di me, ma esplode in un gavettone di liquido puzzolente.
Gli altri si fermano per un istante, poi mi saltano addosso. E lottiamo. Sento i loro colpi passarmi attraverso man mano che il mio corpo passa da liquido a solido, e ad ogni mio pugno parti del loro corpo si liquefano al suolo, lasciandoli doloranti e spesso uccidendoli.
Dopo secondi sono circondato e coperto di liquido.
Parti degli edifici si vanno squagliando e qua e là sui tetti si aprono dei buchi grondanti.
Mi avvicino al ragazzo. Immobile. Le parole sulla sua carta sono ormai dilavate via dai liquidi degli altri squagliati. Non si muove.
«Dannazione» impreco.
Eppure qualcosa di strano c'è. Questo posto...perché non mi sembra per niente assurdo? Perché non sono sconvolto difronte ai poveracci liquefatti?
Sembra tutto un trip, ma non sono mai stato così lucido nei miei rari trip.
E c'è una strana sensazione, mista all'adrenalina e al sapore della coca. Il liquido schifoso di quei teppisti mi è entrato in gola, e ora sento il loro sapore nel mio alito. E lentamente cominciano a formarsi dei ricordi non miei nella mia mente.
Mad City...questa è Mad City. E mi serve una porta per tornare nella mia città. Ora.
Mi metto a cercare un'uscita tranquilla. Anche per andarmene verso un luogo di Mad City più civilizzato.