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DUBBIO , ovvero dei giochi che fanno PAURA!

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Michele Gelli:

--- Citazione ---[cite] Hasimir:[/cite]Perdonate lo spudorato OT ma...quali sarebbero questi gdr "estremi" che vi fanno paura?
Sono curiosissimo! :roll:
--- Termina citazione ---


Uno è sicuramente La mia Vita col Padrone. Quando fai il padrone gli ordini orribili ti vengono così, praticamente senza sforzo. Nella foga della partita non ci fai attenzione, perché è tutto perfettamente "ragionevole". Ma a ripensarci dopo...

Se si va a ruota libera c'è la fondata possibilità che i conflitti diventino parecchio disturbanti. Soprattutto se lo giocate con estranei, mi raccomando, andate di "nobody gets hurt".

Ma quello in un certo senso più spaventoso di tutti è Dubbio. Non solo per la seconda legge di Claudia (che recita "Fa più paura una storia d'amore che un drago rosso"), ma perché è scritto magicamente bene e TI COSTRINGE a metterci del tuo. Non ho ancora capito bene come fa, ma in qualche modo ti risucchia. Alla fine il confine fra personaggi e giocatori diventa molto sbiadito, e si gioca "everybody gets REALLY hurt". E' da provare per capirlo...

[edit: questo messaggio era stato postato nel thread http://forum.narrattiva.it/viewtopic.php?p=3839#3839, ma effettivamente lì era off-topic]

Claudia Cangini:

--- Citazione ---[cite] MicheleGelli:[/cite]
Ma quello in un certo senso più spaventoso di tutti è Dubbio. Non solo per la seconda legge di Claudia (che recita "Fa più paura una storia d'amore che un drago rosso"), ma perché è scritto magicamente bene e TI COSTRINGE a metterci del tuo. Non ho ancora capito bene come fa, ma in qualche modo ti risucchia. Alla fine il confine fra personaggi e giocatori diventa molto sbiadito, e si gioca "everybody gets REALLY hurt". E' da provare per capirlo...
--- Termina citazione ---


Ti basti pensare che Michele ha dichiarato che non lo giocherà mai più con me ^__^ (nel senso "entrambi nel ruolo di giocatori").

Non avrebbe problemi a dirigerlo mentre io gioco o a giocare mentre io dirigo, ma giocarlo insieme mai più...

Gabriele Pellegrini:
Io non l'ho giocato ma ho letto qualcosa a riguardo e capisco perché si chiama Dubbio! Mi intrigherebbe giocarlo con la mia ragazza, ma allo stesso tempo ho un po' paura.. perché sì, è un gioco infondo, ma sai mai... e se poi appunto t'insinua il Dubbio? ^^
Non dico che questo gioco possa mettere in crisi una coppia -anzi forse può svolgere un importante strumento di crescita- ma ... ditemi voi che ci avete giocato :)

Eishiro:
sinceramente anche per me dubbio è un gioco "malato" nel senso che la tematica è assolutamente dannosa alle mie cellule cerebrali :P

qualche altro titolo estremo?

Claudia Cangini:

--- Citazione ---[cite] Gabriele Pellegrini:[/cite] Mi intrigherebbe giocarlo con la mia ragazza, ma allo stesso tempo ho un po' paura.. perché sì, è un gioco infondo, ma sai mai... e se poi appunto t'insinua il Dubbio? ^^
Non dico che questo gioco possa mettere in crisi una coppia -anzi forse può svolgere un importante strumento di crescita- ma ... ditemi voi che ci avete giocato :)
--- Termina citazione ---


Premetto che la mia risposta vale esclusivamente per me: a me ha fatto un’impressione diversa rispetto a Michele  e le sensazioni che ha dato a lui è giusto che sia lui a descriverle.

Io, per esempio, non avrei problemi a rigiocarlo con lui MA solo in determinati ruoli.

Se hai letto il manuale sai che c’è una fase di Casting in cui vengono create due coppie random che giocano una breve scena fuori della storia principale in base a una premessa stringatissima. Una cosa che serve a “scaldare i muscoli”.

Caso volle che, la prima volta che giocammo, io e Michele finissimo abbinati a giocare la scena che verte sugli amanti di vecchia data che realizzano di non conoscersi poi così bene.
I personaggi di questa scena non sono descritti PER NULLA, quindi è ancora più difficile allontanarsi da se stessi giocando.
È una innocente scena di “riscaldamento”, ma io, giocandola, ho provato un certo disagio perché mi riusciva difficile interpretare una coppia insieme al mio compagno separando la finzione dalla realtà.
Cioè, io mi trovavo davanti Michele e mi riusciva difficile sovraimporre alla sua persona il personaggio con cui avrei dovuto interagire.
E sì, trovarmi ad avere problemi di coppia CON MICHELE piuttosto che con un personaggio fittizio lo trovavo piuttosto disturbante.

Non per niente, dopo questa scena, ho chiesto al master di NON abbinarmi a Michele e sono stata prontamente accontentata.

Personalmente non ho più avuto altri problemi nel corso del gioco: io interpretavo Julia e i miei problemi di coppia li avevo con un personaggio interpretato da Moreno.
Michele interagiva con me interpretando una “tentazione”  (John, l’agente immobiliare) e non avevo difficoltà a vederlo sotto questa luce :P .
Io interpretavo poi anche Maude, ossia “la donna dei sogni” del Peter interpretato da Michele, e anche questo tipo di interazione non mi creava problemi (spero nemmeno a lui :shock:).

Tra l’altro questo tipo di casting ha portato anche dei vantaggi dal punto di vista della resa di alcune scene (magari mi decido finalmente a finire la traduzione del mio vecchio actual play e lo posto, così è più chiaro) e adesso, quando arbitro, se mi capita una coppia fra i giocatori, e le persone mi sembrano adatte per le parti, spesso faccio il casting con la ragazza su Julia/Maude e il ragazzo su Peter/Tentazione-maschile-di-turno.
È vero anche che, memore della mia esperienza, non casto mai le coppie come tali.

Onestamente nessuna delle coppie che ha giocato con me finora mi ha riferito di problemi e mi sembra che si siano sempre divertiti.

Però quello che ha detto Michele, che il gioco “ti risucchia”, è vero. Credo dipenda da una serie di fattori: i temi vicini alla sensibilità e all’esperienza di chiunque, la storia coinvolgente e ricca di spunti che riesce a creare e, da non sottovalutare, il fatto che le cose non le racconti, ma LE FAI.

Io sono una sostenitrice dell’importanza del corpo nella comunicazione, penso quindi che faccia una bella differenza quando, anziché stare seduti a un tavolo e raccontarci delle cose, ci muoviamo nello spazio e usiamo le nostre potenzialità di comunicazione, tutto il nostro body language a “piena potenza”.
Anche se chi abbiamo davanti e noi stessi “stiamo facendo finta” credo non si possa fare a meno di avere una reazione particolarmente sincera e direi viscerale al nostro interlocutore. É un tipo di comunicazione poco razionale e molto “di pancia” e va a colpire parti del cervello davvero primordiali, per questo risulta tanto coinvolgente.

Insomma, Dubbio è una vera montagna russa emotiva e, come nelle montagne russe, non può fare a meno di spaventare quando si prova la sensazione di venire trascinati verso una meta incerta senza essere in totale controllo del percorso.  :twisted:

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