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[AP][Montsegur 1244] Risate (troppe) a Montsegur
P:
Secondo me non e' tanto questione di scegliere un termine o l'altro, senza oltretutto eliminare il rischio di fraintendimento, ma di chiarire per bene che questo tipo di timore/paura/imbarazzo/vergogna/* e' una reazione del tutto normale e comprensibile.
E' normale e comprensibile, nella situazione di dover dare un contributo creativo, avere timori sulla sua ricezione. Penso che sia capitato a tutti, in una situazione o in un'altra. Succede spesso e volentieri anche a chi della creativita' ha fatto un mestiere, ed ha molta esperienza nella forma creativa in cui e' chiamato ad esprimersi: anche gli attori professionisti sono tesi per un provino o per la sera della prima, o gli scrittori attendono nervosamente il responso dell'editor o dei lettori (per non dire del panico da pagina bianca). Persino in quegli ambienti e' del tutto normale, e mi pare che la maggioranza dei professionisti lo ammetta senza problemi. A maggior ragione non c'e' motivo di considerarlo disonorevole per qualcuno che non abbia l'abitudine ad esporsi pubblicamente ne' tecniche espressive affinate e consolidate a propria disposizione.
Allo stesso modo e' normale e comprensibile che certi temi e certe situazioni possano a volte mettere a disagio. "Linee" e "Veli", o le safeword nel caso del larp nordico, sono proprio tecniche pensate per trattare le situazioni in cui questo disagio e' diventato, sta diventando, o addirittura si ha solo la sensazione che potrebbe diventare, troppo forte.
Inoltre un tema puo' non interessare (qui, in gioco, in questo momento) per tanti motivi, non tutti legati a paure o traumi psicologici; anche semplicemente perche' non e' serata e si ha voglia di rilassarsi. E' normale, e' comprensibile e non c'e' niente di male. In teoria basta dirlo e cambiare gioco; in pratica, purtroppo, non e' sempre cosi' semplice, specie se quando ci si accorge di non essere ben predisposti la sessione e' gia' iniziata.
Mi sembra che in fondo tutti gli equivoci generati dall'uso di "paura" e simili nel discorso di sopra derivino dal non tenere presente (da parte magari solo di chi legge) le premesse di sopra; per cui il discorso rischia di essere scambiato per "non ti e' piaciuto un gioco che a me invece piace moltissimo? E' perche' sei un CODARDO, gne' gne' gne'. " o, se fatto in altre sedi, per "E' perche' e' LA PRIMA VOLTA che vedete IL CIELO, e a voi PARPUZIENTI la LIBERTA' fa PAURA!!! MWAHAHAHAHAHAHAHA!!!" quando invece, chiaramente, non e' ne' l'una ne' l'altra cosa.
Al merito del discorso, invece, aggiungerei che secondo me la risata continua in un gioco serio deriva si' in generale da un sostanziale rifiuto del gioco proposto al tavolo, ma non e' necessariamente rivolta a sciogliere il tipo di ansie - normalissimo - di cui sopra. Semplicemente non si e' coinvolti e si cerca di salvarsi dalla noia driftando tutto in cazzeggio, atto che per qualche strana ragione sentiamo piu' socialmente accettabile che dire "scusate, ma mi sto rompendo i coglioni" e lasciare la stanza.
E, per quanto a me Montsegur piaccia e non faccia ridere, non mi sembra nemmeno giusto escludere a priori che qualcuno possa aver trovato ridicolo qualche dettaglio, e non averlo usato come scusa per coprire un qualche disagio del quale, ripeto, non ci si deve vergognare. (*)
Esempio pratico: a me il WoD fa cagare, proprio come ambientazione. Anche altre persone che hanno un giudizio meno radicale del mio trovano particolarmente ridicolo che ci sia una famiglia di Vampiri che di cognome fa Giovanni, e' guidata da un certo Giovanni Giovanni e ha come sede principale un grattacielo nero invisibile a Venezia. E questo fa ridere perche' e' un concentrato di kitsch pazzesco, non certo per esorcizzare le paure dei profondissimi temi implicati dal vertiginoso concetto di un gruppo di vampiri necromanti italiani che vive in un grattacielo fantasma. O da quello di un nome uguale al cognome.
Certo, non vado a fare battute nelle partite di chi non ci trova niente da ridere: evito semplicemente di giocarci, dato che so che mi fa cagare. Pero', se penso alla possibilita' di trovarmi dettagli del genere mio malgrado (in certe con e' successo), o di scoprirlo comprando il supplemento... Ah, l'orrore... l'orrore...
(*) E, conoscendo Andrea, se veramente i dettagli che lo fanno ridere sono una inconscia foglia di fico, mi sembra piu' probabile che sia per un'idiosincrasia alle tecniche tipiche del tabletop che non ai temi o ai contenuti personali.
Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
Sono d'accordo con la perfetta analisi di Moreno. Montsegur (al di là dell'ambientazione storica che io trovo molto stimolante e non vincolante.. non è un gdr di celebrazione di un canone) è fondamentalmente una tragedia, dove i giocatori sono chiamati ad investire molto: c'è una tematica molto forte che non lascia indifferenti... e l'unico modo per diventarlo è smettere di giocare .. ovvero le risatine che sono il meccanismo di difesa principale.
Mi è piaciuta molto anche l'analisi di Ezio sugli elementi storici e la religione catara. In effetti mi ci ritrovo pienamente, ed io l'ho giocato sempre così.
Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
--- Citazione ---[cite]Autore: p[/cite]Esempio pratico: a me il WoD fa cagare, proprio come ambientazione. Anche altre persone che hanno un giudizio meno radicale del mio trovano particolarmente ridicolo che ci sia una famiglia di Vampiri che di cognome fa Giovanni, e' guidata da un certo Giovanni Giovanni e ha come sede principale un grattacielo nero invisibile a Venezia. E questo fa ridere perche' e' un concentrato di kitsch pazzesco, non certo per esorcizzare le paure dei profondissimi temi implicati dal vertiginoso concetto di un gruppo di vampiri necromanti italiani che vive in un grattacielo fantasma. O da quello di un nome uguale al cognome.
--- Termina citazione ---
Paolo il discorso che fai, in generale potrebbe anche essere condivisibile, ma nello specifico caso che stiamo affrontando e da quanto riportato, mi pare il classico esempio di timore a giocare unsafe e metterci del proprio.
Se poi il gioco non ti piace e te ne accorgi a metà serata.. non rovini il divertimento agli altri facendo continue risatine come fossi a scuola con la maestra che spiega la migrazione degli uccelli.
P:
--- Citazione ---[cite]Autore: Lord Zero[/cite]Paolo il discorso che fai, in generale potrebbe anche essere condivisibile, ma nello specifico caso che stiamo affrontando e da quanto riportato, mi pare il classico esempio di timore a giocare unsafe e metterci del proprio.
--- Termina citazione ---
Pare a te, pare a Moreno, ma la persona che puo' dire cosa fosse davvero e' solo Andrea.
Io ho gia' detto che, supponendo che si sia scazzato per un motivo diverso da frasi poco riuscite come "secondo i catari il dio dell'antico testamento e' satana" (che fa, in Giobbe, le scommesse con se' stesso?), e volendo proprio fare il totoscommesse sul motivo dello scazzo, punterei conoscendolo piu' sulla sua idiosincrasia allo stare al tavolo a raccontare (non l'ho ancora sentito parlare bene di un gdr tabletop di qualsiasi genere) che non sulla paura di vedere giudicato il proprio contributo creativo o di affrontare temi pesanti, dato che ama scrivere, organizzare, presentare a concorsi e giocare live dai temi pesanti.
Non ritengo che l'ipotesi tua e di Moreno sia ne' impossibile ne' offensiva nei suoi confronti, e mi sembra di essere stato piuttosto comprensibile in questo quando mi sono espresso. Non ritengo nemmeno che sia improbabile in altri scenari.
Semplicemente, riguardo alle possibilita' generali ho detto, oltre a ricordare che di certi timori non c'e' da vergognarsi (tema su cui mi sembra di essermi soffermato anche troppo) che:
1) Il buttarla in cazzata non e' sempre sciogliere la tensione. Nella mia esperienza non solo ludica spesso e' un tentativo, peraltro anche socialmente accettato nel momento in cui gli altri ti vengono dietro, di proporre un'attivita' diversa - lo sparare cazzate - da quella che si stava tentando di fare in precedenza e che non ti sta soddisfacendo. Si', ho detto proporre, per quanto sia un meccanismo quasi inconscio: perche' se non ti viene dietro almeno parte del gruppo, tutti ti guardano male e finisce li', a meno che tu non sia veramente cretino. (*)
2) I motivi per cui uno vuole cambiare attivita' non sono necessariamente timori di quello o altro tipo. E' possibilissimo che semplicemente qualcosa non ci piaccia o non ci trovi temporaneamente in vena senza. A me sono successe entrambe le cose, in gioco o in altre attivita'.
3) Anche il trovare ridicolo qualcosa non e' necessariamente una scusa per coprire dei timori che ci suscita. A volte una cosa ci fa ridere e punto. Probabilmente ho fatto male a citare qualcosa di difficilmente difendibile come il Clanbook Giovanni, e avrei dovuto citare qualcosa su cui le opinioni sono piu' miste, come ad esempio Polaris (sistema fighissimo, ambientazione per me e qualcun altro kitsch. Tutta la vita TABAW, o volendo potrei giocare anche a un'ambientazione simile a quella originale ma privata dei dettagli che mi fanno ridere).
e sul caso specifico di Andrea ho provato a spiegarmi sopra. Ripeto, senza alcuna pretesa di avere ragione. Le sue motivazioni puo' saperle soltanto lui. Pretendere di leggergli nella mente, per di piu' a distanza e attraverso un racconto parecchio generico fatto da un altro, mi sembrerebbe a dir poco presuntuoso.
(*) Da quello che ho capito dal racconto di Michele, quello che e' successo qui e' proprio che una parte del gruppo si e' messa a cazzeggiare mentre un'altra cercava di restare seria.
--- Citazione ---[cite]Autore: Lord Zero[/cite]Se poi il gioco non ti piace e te ne accorgi a metà serata.. non rovini il divertimento agli altri facendo continue risatine come fossi a scuola con la maestra che spiega la migrazione degli uccelli.
--- Termina citazione ---
D'accordo, infatti per me non bisognerebbe nemmeno fare continue risatine in classe (e nel caso della classe non solo da soli ma nemmeno in dieci), per quanto da ragazzino ne abbia fatta anch'io la mia dose, come tutti. All'universita' non e' piu' successo: se trovavo noioso un corso non ci andavo.
Sono tanto d'accordo (sulle risatine continue) che quando ho scritto che fare risatine e' trovato piu' socialmente accettabile che alzarsi e abbandonare la partita, stavo per aggiungere "inspiegabilmente".
Poi ci ho ripensato, e mi e' sembrato che in realta' sia spiegabile, e parte del motivo l'ho detta sopra. Andarsene e' interrompere l'interazione sociale, buttare li' una cazzata e vedere se gli altri ti seguono e' segnalare che preferisci fare altro, ma sempre con le stesse persone. Non e' nemmeno troppo dannoso, se ti seguono tutti o se viceversa non ti segue nessuno (situazione in cui le persone normali smettono): si cambia attivita' o si continua sulla stessa, tutti insieme. I problemi sorgono se qualcuno ti segue e qualcun altro vuole continuare: hai due gruppi di persone che tirano in direzioni opposte. In quel caso la cosa giusta da fare e' provare a fermarsi e parlarne: non c'e' niente da perdere, dato che si stanno gia' facendo cose diverse...
[Tengo a sottolineare, a questo punto, che nella maggioranza dei casi in cui mi sono scoglionato a sessione iniziata (il che poteva dire anche dopo dieci minuti: non ti ci vuole molto di piu' ad accorgerti che quel "gioco narrativo" a cui ti sei iscritto in convention in realta' e' un railroad...) piu' che buttarla sul ridere mi sono tendenzialmente infilato in modalita' di interazione minimale: facciamo quel tanto che basta per arrivare in fondo a questo incubo. ]
P:
Ah, aggiunta: le precisazioni dei miei post sono fatte pensando all'AP di Andrea/Michele e a situazioni che mi sono capitate. Riguardo all'AP che ha iniziato il thread, quello di Mauro, non ho nulla da aggiungere a quello che hanno gia' detto gli altri, Mauro compreso.
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