Di base, credo che in ogni caso una "lettura sbagliata" dipenda dal lettore — è una tautologia. Ciò non discolpa l'autore di un testo dall'aver fatto un cattivo lavoro, ma l'unico lavoro "oggettivamente" cattivo va giudicato sulle capacità e le intenzioni: trascuratezza, frettolosità, mancanza di professionalità fanno di un libro (un manuale di gioco è un testo d'istruzioni, un tipo di libro) un "cattivo libro". Al di là di questo, però, possiamo difficilmente stabilire quale sia un modo migliore o peggiore di trasmettere delle istruzioni (quante volte ripetersi, per esempio, solo per rimanere nell'ambito dei libri) se non in riferimento all'esperienza soggettiva dello specifico lettore.
La conseguenza, per quanto riguarda più specificamente noi, è a mio parere che l'apprendere le procedure di un gioco dalla lettura di un testo d'istruzioni è sempre una sorta di sforzo di collaborazione fra autore e lettore, sebbene mediato dall'assenza fisica di una delle due parti e dall'essere differito nel tempo. In quanto sforzo collaborativo, richiede fiducia da entrambe le parti, e comunque non è mai un processo "garantito" nei suoi risultati.