Domenica pomeriggio, Mario, Moreno, mio fratello/+1 e io abbiamo giocato a
Steal Away Jordan. Per chi non lo conoscesse, parla di schiavi. I personaggi sono schiavi, padroni nemmeno del loro nome (che è l'ultima cosa segnata sulla scheda, e viene imposto dal master), che lottano per ottenere quello a cui tengono in un mondo che li opprime e in cui la loro vita può venire spezzata per il capriccio di un sedicenne idiota (sí, me la sono legata al dito). Ma sono comunque eroi: schiavi, senza nulla, obbligati a servire o a rischiare la vita per aver disubbidito, ma nel loro piccolo comunque eroi.
Una meccanica peculiare del gioco è il Dado del Teschio: disponibile a chiunque, ma se lo si tocca lo si deve tirare. Solitamente, due e tre sono risultati negativi, quattro è neutro, cinque un po' positivo, sei positivo. Con l'uno, sei morto, o comunque pesantemente ferito. Due personaggi su tre sono morti per l'uno. Il mio personaggio è stato salvato dal bordello, grazie a quel dado; ma poi è stato condannato da un suo tiro.
Non è equo, e non lo è in un mondo non equo, in cui il tuo padrone può tirare tre volte i tuoi dadi solo perché è bianco e ricco. Ma, se fosse equo, il gioco non varrebbe un decimo di quello che vale. Perché sí: piaccia o no, la vita di uno schiavo non era equa, e poteva finire per caso o capriccio.
Il mio personaggio era una ragazzina di quindici anni, chiamata Lemon dal padrone, troppo esile per lavori fisici ma con un attaccamento feroce alla vita; cercava di non fare casini, di fare ciò che le veniva detto anche se oltre le sue forze, pur di non finire in quei campi che ne avrebbero inesorabilmente segnato la morte.
Era la schiava adibita al figlio del padrone, e purtroppo questa è stata la sua rovina: scambiando il desiderio per amore, un ragazzino talmente deficiente da andare a dire alla madre "Ma io la amo!" l'ha condannata; scampata per miracolo a un destino in un bordello, è stata condannata a morte e salvata da un altro schiavo, ma poi ricatturata e fustigata a sangue. Sopravvissuta, come non si sa, per pura voglia di vivere, è stata mandata nei campi.
Lí è morta. Non sotto il giogo del padrone, per arricchirlo ancora, ma nel tentativo di guadagnarsi la sua libertà, scappando con quel poco che era riuscita a mettere da parte.
Riposa in pace, Lemon: sei morta per la tua inesperienza e per la piccolezza di persone che non valevano un tuo mignolo.