Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Conflitti contro gli oggetti troppo facili/Conflitti sulla percezione (CNV-AIPS)
Mattia Bulgarelli:
Eestiquatzi pensa che Moreno è duro in parole, ma giusto in concetto.
Aggiungerei solo che in un gioco EUMATE puro ci sta, la trappola-a-sorpresa: il concetto del gioco è di "risolvere" il dungeon con minore spreco di risorse possibili.
Ma allora non stai giocando "per la fiction", ma stai giocando "per vincere contro il problema preparato dal GM", e della fiction te ne strasbatti i capasisi e vivi felice. ^__^
Francesco Berni:
in un gioco EUMATE(D&D 4) una trappola è un elemento in un conflitto, il combattimento, non è un avversario in un conflitto.
Ezio:
Mi aggiungo al coro: perché stai giocando a Cani (o ad AiPS) se stai cercando "quel brividino del personaggio che potrebbe morire senza alcun significato nella sua storia ma all'improvviso ucciso da una trappola da una trappola anonima"?
Andiamo... alla fine Cani e AiPS servono a raccontare storie tutti assieme, storie che non siano semplicemente un'insieme di azioni slegate tra di loro, ma che seguano un tema, che rispondano a una premessa.
Quand'è stata l'ultima volta che uno sceneggiatore o un romanziere ha fatto morire un suo protagonista a metà di un racconto ucciso a caso? L'Orco casuale Numero 5 tira una freccia, il master chiama un tiro "per il brividino" e... Frodo muore. Ottimo modo di mandare in vacca un racconto.
Facciamo così: prova.
Prova a vedere quanto migliora una partita di AiPS o di Cani se si iniziano a fare Conflitti "per il brividino" di vedere se ce la si fa o meno.
Vuoi "il brividino" in AiPS? Metti un Protagonista davanti ad una scelta tra l'affrontare di petto il suo Problema o perdere qualcosa di caro. In Cani? Metti un Cane davanti alla necessità di sparare e uccidere o la bambina bionda muore.
Vedrai la differenza di brividi e in semplice bellezza del prodotto...
Non parliamo per massimi sistemi. Parliamo di qualcosa che abbiamo visto in gioco, per favore.
Vuoi il "brividino" per vedere se ce la fai o meno? Agon è un tentativo semi-abortito di dare questo. D&D4 si difta facilmente (una volta rimaneggiate le skill challenge) in questo senso. Tecniche diverse per risultati diversi per giochi diversi.
Antonio Caciolli:
vabbé però non crocifiggiamo qualcuno se mette domande a caso appena gli vengono in mente e magari mentre sta aspettando di poter giocare ad aips con i suoi amici. anche io ho passato anni a fare domande farlocche senza rendermene conto perrché con i tradizionali funzionava e perché avevo questa abitudine.
il problema è che fino a che uno non gioca le domande valgono zero perché nessuna domanda e nessun esempio sarà mai lontamnamente vicino ad un effettivo problema in gioco
Ezio:
Non crocefiggiamo nessuno, davvero.
Potremmo tutti essere mooooooolto più cattivi.
Solo che la risposta è quella: "Per la nostra esperienza non funziona, o lo accetti a scatola chiusa o lo provi" ;-)
Io, per esempio, ricordo la mia prima partita a Cani in cui un paio di personaggi lanciarono un Conflitto per "cercare tracce", ovvero per risolvere l'indecisione se si trovava o no quello che si cercava. C'era il brivido dell'incognito ("Troveremo il colpevole che ha lasciato le tracce?") ma mancava tutto il resto, e per tutto il resto intendo "Cani nella Vigna". Quando ho imparato che creare assieme una storia concentrandosi sui contrasti e antagonismi che aiutassero a svolgere i temi della stessa il gioco è migliorato davvero tanto e ha iniziato a darmi molte più emozioni di qualunque meccanica applicata a una side-scene che non aggiunge e non toglie davvero nulla al personaggio e alla storia.
È più che possibile che il personaggio di una storia fallisca (Frodo alla fine fallisce, ricordate?) ma anche questo deve essere a causa di qualcosa di significativo e importante: nulla come la morte di un personaggio ci informa sulla sua natura e sulla sua storia. Se questa morte non è legata a un momento topico, invece, si interrompe solo una storia a metà, senza possibilità di chiuderla degnamente e senza risolvere le questioni in sospeso. Un vero e proprio coitus interruptus, che chiunque sia stato costretto a lasciare un libro a metà conosce bene.
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