Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Una passaggiata nel SIS
Daniele "fenna" Fenaroli:
Aloa!
[edit]
[size=18]Come da suggerimento, grazie Gabriele, per SiS si intende Spazio Immaginato Condiviso.
[/size]
Da una costola di questo topic >(almeno della pagina quattro)
http://forum.narrattiva.it/viewtopic.php?t=364&postdays=0&postorder=asc&start=45
Mi stavo chiedendo se esiste (quindi vi invito a postare i link di analisi in merito) qualche analisi di cosa sia e che qualità abbia il SiS.
Quello che scriverò in seguito deriva da conoscenze tratte dai miei studi, che ho cercato di incrociare con quello scritto nel
BM, negli articoli che ho avuto la fortuna di leggere e in buona parte dalla mia sudicia menete :D; buona parte di quello che scriverò potrebbe non venire utile per scrivere un gioco, ma piuttosto per capire le implicazioni testuali e psicologiche che sottintende parlare di uno spazio immaginato condiviso.
Ben conscio che l'approccio di Eco, Hills e di Winnicot non siano gli unici approcci possibili alla questione, ritengo anche ceh siano i più funzionali alle mie istanze, pertanto invito chi volesse rispondere tentando di confutare le tesi proposte a non portare un generico "ma sono solo delle tesi fra tante", ma a rispondere confutando quelle asserzioni argomentanto e portando tesi di pari autorevolezza.
Grazie.
___________________________________________
Una premessa doverosa è definire cosa fanno per me i giocatori durante Durante la sessione i giocatori esplorano un testo in divenire: il SiS.
Ma che caratteristiche ha questo spazio?
Rubando la definizione ad Eco[1] SiS è
Gabriele Pellegrini:
Per rendere maggiormente leggibile l'articolo ti consiglio di specificare l'acronimo SIS: Shared Immagined Space ;)
PS: ma sono io che arrivo sempre per ultimo o questo sito non si era ancora visto?
http://www.bigmodel.info/wiki/Shared_Imagined_Space
Moreno Roncucci:
--- Citazione ---[cite] Gabriele Pellegrini:[/cite]
PS: ma sono io che arrivo sempre per ultimo o questo sito non si era ancora visto?
http://www.bigmodel.info/wiki/Shared_Imagined_Space
--- Termina citazione ---
No, non l'avevo mai visto... ma so cos'è! La famosa "off-line resource" curata da Larry Lade a cui Edwards ha accennato alcune volte nel 2007, e poi mai più! Come hai fatto a trovarla? :shock:
Cavolo, è fantastica... le definizioni sono più dettagliate, ci sono i link (persino il diagrama con le spiegazioni passandoci sopra il mouse), è proprio quello che si potrebbe far vedere a tutti quelli che si lamentano del doversi leggere decine di threads... e sembra abbandonata dal 2007! :?
Sembra uno di quegli ospedali nuovi mai entrati in attività che vedi ogni tanto in TV... Tutto il lavoro per niente mentre rimane lì a far ruggine (cioè, a diventare sempre più obsoleta)... chissà perchè è stata abbandonata...
Moreno Roncucci:
Non serve nemmeno aspettare un giorno che qualcun altra risponda, eh? Sempre a me le patate bollenti... :evil:
Non ho proprio le basi teoriche di semiotica per seguire una discussione come questa, c'è qualcun altro che ne sa niente? Nessuno? Vabbe'...
Posterò qualche link, che fino a lì ci arrivo...
--- Citazione ---[cite] fenna:[/cite]
Mi stavo chiedendo se esiste (quindi vi invito a postare i link di analisi in merito) qualche analisi di cosa sia e che qualità abbia il SiS.
--- Termina citazione ---
Il sito trovato da Gabriele ha descrizioni abbastanza dettagliate sia della SIS che dell'Esplorazione (sono termini corrispondenti e complementari, l'esplorazione è quello che fai, e nasce dalla SIS e la crea)
http://www.bigmodel.info/wiki/Exploration
http://www.bigmodel.info/wiki/Shared_Imagined_Space
Non ho conservato i link a molte discussione che trattano la SIS su The Forge... ho qualcosa che la tocca, come per esempio questa discussione che parte dal fenomeno del gioco mother-may-I ma che quando arriva Edwards è già passata alla confusione in gioco riguardo agli elementi della SIS, e descrive un caso di impossibilità di condividerne veramente una:
Mother-May-I and 20 questions: Games GMs play
Fuori da The Forge, c'è questa discussione su knife-fight (spero sia visibile ai non iscritti, altrimenti magari copio e incollo i post più importanti) in cui il concetto viene spiegato molto bene da Baker e Valamir:
The thing(s) about Shared Imagined Space
--- Citazione ---
Quello che scriverò in seguito deriva da conoscenze tratte dai miei studi, che ho cercato di incrociare con quello scritto nel BM, negli articoli che ho avuto la fortuna di leggere e in buona parte dalla mia sudicia menete :D; buona parte di quello che scriverò potrebbe non venire utile per scrivere un gioco, ma piuttosto per capire le implicazioni testuali e psicologiche che sottintende parlare di uno spazio immaginato condiviso.
Ben conscio che l'approccio di Eco, Hills e di Winnicot non siano gli unici approcci possibili alla questione, ritengo anche ceh siano i più funzionali alle mie istanze, pertanto invito chi volesse rispondere tentando di confutare le tesi proposte a non portare un generico "ma sono solo delle tesi fra tante", ma a rispondere confutando quelle asserzioni argomentanto e portando tesi di pari autorevolezza.
Grazie.
--- Termina citazione ---
Prima di "confutare" (?) faccio qualche domanda per capire meglio... 8)
--- Citazione ---
Una premessa doverosa è definire cosa fanno per me i giocatori durante Durante la sessione i giocatori esplorano un testo in divenire: il SiS.
--- Termina citazione ---
Ecco, leggendo il link da knife-fight, pensi che corrisponda come concetto, o quello che chiami testo in divenire è piuttosto la fiction come definita da Valamir?
Comunque, ti dovresti divertire con Spione: non solo crea una storia (un "testo"?) ma.. permette pure di fare revisioni al testo già prodotto, cancellando o modificando (o "fissando" come punto fermo non più modificabile) parti della fiction già descritte nei turni precedenti... :wink:
--- Citazione ---
Ma che caratteristiche ha questo spazio?
Rubando la definizione ad Eco[1] SiS è
Daniele "fenna" Fenaroli:
Ciao Moreno,
Ho bisogno di tempo per leggere gli articoli, quindi prendi per sommarie alcune risposte, fammi però il piacere di mettere subito in evidenza le cose che non ti tornano, così, alla luce anche di quanto letto possiamo parlarne e discuterne.
Allora l'indirizzo di knife fight non si visualizza (ci sono i soliti problemi), quindi non ti posso rispondere, confido nel fatto che nei meandri del tuo PC si possa trovare la discussione :wink:
Se vuoi riassumerla, facciamo prima.
Però posso risponderti ad altro.
Ad esempio che cosa intendo per testo:
In semiota l'accezione del termine testo è piuttosto allargata (tanto che attraverso una data logica, quasi qualsiasi cosa potrebbe essere adottata come testo). In semiotica il testo comprende testi verbali, scritti, visivi fissi (bi-tri dimensionali), visivi mobili, senza contare i testi sincretici quei testi in cui sono in atto contemporaneamente più linguaggi (verbali, musicali, gestuali).
A questo vanno aggiunte almeno altre due caratteristiche, caratteristiche ricavate da un confronto con la nozione di messaggio:
a) La nozione di testo a differenza di quella di messaggio comporta il riferimento a più codici e sostanze (verbale + mimica + visiva ecc), al contrario la nozione di messaggio è esclusiva (o verbale, o mimica, o visiva)
b) Il messaggio, riferito al codice, esaurisce la sua significazione (il modo in cui crea significato), cioè tutto ciò che vi è veicolato si rende esplicito unicamente grazie al codice; il testo ingloba in se anche il non detto, cioè, ad esempio: le presupposizioni e le argomentazioni implicite degli emittenti; le argomentazioni che gli emittenti attribuiscono ai riceventi e viceversa; le tracce del processo di produzione del testo.
Questa è una definizione abbastanza dettagliata di quello che io intendo quando scrivo testo.
Quando dico che per me il GDR è l'esplorazione di un testo non faccio altro che riferirmi a tutta la serie di studi legati alla semiotica del testo di culto, che sono andate ad indagare la posizione dello spettatore di fronte a questi testi [Eco con Casablanca ne è un esempio).
Ad un certo punto, nelle materie umanistiche, ci si è accorti che lo spettatore (lettore, ascoltatore) non era immobile, ma interagiva con il testo (bella scoperta dite voi, ma mica pizza e fichi, ve lo assicuro), questa iterazione diventava più forte e pregnante in alcuni testi.
Pensa al Padrino, alla facilità e alla quantità di citazioni che trovi in altri media, piuttosto che alle citazioni che tu o i tuoi amici potete fare pensando alla figura di Marlon Brando.
Queste citazioni sono sintomo di un elaborazione del testo e di una "interattivita" che il testo permette al lettore.
Perché in alcuni testi si ed in altri no?
Perché, almeno così la pensa Hills (io concordo) esistono delle caratteristiche del testo che sono quelle che ho inserito:
- Autorialità
- Iperdiegesi
- La narrazione è costruita su un costante differimetno che genera un ermeneutica perpetuata
Hills a differenza di Eco però non prende in analisi i film, quanto più le serie televisive di culto, testi che per la loro durata ed estensione nel tempo hanno creato dei fenomeni di fandom interessantissimo.
Ad esempio i fan di Buffy facevano qualli che noi chiameremmo live (challenge per la rpecisione), ipotizzando situazioni nella serie dove gli appartenenti potevano interpretare anche il ruolo dei protagonisti.
Eppure Buffy è tutt'altro che un GDR.
Però è un testo, che ha quelle determinate caratteristiche che permettono di fare questo.
Vuoi una mia definizione meno ufficiale e precisa del tutto?
Immaginati una serie televisiva (se ti piacciono, fra tutte quella che ha una comunità on line di fan magari) come un puzzle; il puzzle è completo al 70%, la restante parte dei tasselli mancanti però sono lasciati in posizioni talmente strateghiche che ti puoi immaginare buona parte il disegno senza quei particolari.
Questo immaginare significa da parte tua giocare a riempire gli spazi vuoti del testo, quindi prevede un attività da parte tua nel testo.
Ma è veramente quello che hai immaginato tu? Cosa c'è veramente li? Chissà l'altro come se lo immagina.
Il vuoto causa un costante differimento, tematico, di argomento, ma anche di significati: se nello spazio vuoto ci fosse qualcosa che modifica radicalmente il significato dell'immagine?
Per visualizzare l'ultima domanda, immaginatevi semrpe il puzzle, questa volta vedetelo come l'immagine di uno sorcio di una grande città vista abbastanza in alto da poter vedere le persone per strada. Su una delle strade c'è un buco. Fino a quel momento abbiamo considerato il tutto come uno scorcio. Riempiamo i tasselli e li, al posto della normale strada dove passano le figurine dei passanti c'è un morto ammazzato. In questo caso l'immagine del puzzle parlerà di un omicidio, non del panorama.
Ecco perché non mi torna quando dici questo:
--- Citazione ---
Il sito trovato da Gabriele ha descrizioni abbastanza dettagliate sia della SIS che dell'Esplorazione (sono termini corrispondenti e complementari, l'esplorazione è quello che fai, e nasce dalla SIS e la crea)
--- Termina citazione ---
Perché per me i confini del testo (e il relativo mobilio) sono gia presenti.
Ora l'obiezione potrebbe essere per quei giochi dove non è prevista un ambientazione.
La risposta è che i limiti e i contorni del testo vengono o definiti da qualcuno: master, o il principale detentore dell'autorità narrativa (parpuzio ed altri); ridefiniti (ecco perché in divenire) continuamente: è il caso più radicale di narrazione condivisa senza premesse; o appoggiarsi ai codici di genere (D&D ad esempio sfrutta esattamente questo principio).
AiPS ad esempio stabilisce è un misto fra il secondo caso eil terzo, perchè priam di iniziare la sessione fa in modo che i giocatori stabiliscano i limiti e le caratteristiche del testo mondo ( praticamente fa arredare a loro), ma queste caratteristiche vengono definite attraverso la ripresa di codici di genere e da altri testi (riferimenti ai generi fantasy ecc ecc e ad altri testi come fumetti, anime, serie televisive).
Spero di aver risposto in minima parte ad alcune delle tue perplessità, oppure, cosa ancora migliore averti fatto sorgere molti dubbi, così ci si diverte di più!
Aloa!
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