Autore Topic: Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.  (Letto 39213 volte)

Giovanni Gugliantini

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #90 il: 2007-11-20 12:58:27 »
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[cite] marco.costantini:[/cite]Recandoci a Lucca, la suddetta ragazza ha notato (come anche io ed il mio amico avevamo già fatto in passato) come una buona fetta dei partecipanti di Lucca presentassero delle caratteristiche simili riconducibili allo stereotipo "nerd". In particolare (ed intressante) la ragazza notava il "pallore" di molte persone (segno di quel "rinchiudersi nello scantinato"?).


La cosa ha numerose analogie (e molto facilmente è storicamente collegata) al mondo dei wargames.

Ai tempi quando a Roma Strategia & Tattica era ancora un buchetto a via del Colosseo (prima dell'avvento dei GCC), ero appassionato di wargame di aviazione (Air Force/Dauntless, Aces High etc.). Nella mia esperienza era un ambiente totalmente ed esclusivamente maschile, e fortissimamemente nerd.

Unica eccezione, Blue Max ( http://www.youplay.it ). Otto pagine di regole invece di 128 di media, durata della partita 1 ora scarsa invece di 3.  L'unico gioco a cui ho visto giocare e divertirsi anche le ragazze (risiko è l'esempio corrispondente per i wargame terrestri).

E' evidente che parte di questo bacino d'utenza è stato ereditato dal GdR, specialmente pensando all'ascendenza di D&D...
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Gugliandalf »

Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #91 il: 2007-11-20 13:29:44 »
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Significa invece pubblicare giochi che puoi presentare ai tuoi amici e dire "proviamo? E' per una sola sera", o giochi che puoi giocare al bar, o in un pub. Giochi che non richiedano di studiarsi duecento pagine di tabelle.


Vangelo  :mrgreen:  la resistenza rimane alta comunque, tra i non giocatori, basta parlare di gioco di ruolo e via che schiavano, basta cambiare un po' i termini e sono subito interessati (sempre che non ci sia stata la champions la sera prima :evil: ), indice che il gioco di ruolo è ancora visto come qualcosa da "Nerd", l'idea generale del giocatore, al meno in america (ma non solo :? ) è quella del filmato (devo citare shrek terzo o ci limitiamo a schifarci in privato :( )
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da nameless »
"Noi siamo sempre dalla parte giusta!" "Pure quando sbagliamo?" "Soprattutto quando sbagliamo, è facile stare dalla parte giusta quando si ha ragione"

Renato Ramonda

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #92 il: 2007-11-20 13:34:18 »
Un trucchetto semplice? Non chiamateli giochi di ruolo. Simple as that.

Se non ricordo male PTA non usa mai il termine, nel manuale. E' un gioco per creare le serie tv. punto

Quando racconti a qualcuno di un gioco che ti piacerebbe fargli provare non dire "prova questo gioco di ruolo, che bla bla bla", ma piuttosto "prova questo gioco, che bla bla bla"

Non cambia nulla, il gioco e' sempre lo stesso, ma puo' funzionare.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Giovanni Gugliantini

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #93 il: 2007-11-20 14:25:10 »
E una volta che l'ignaro è assimilato fai outing: "è un gioco di ruolo!" :twisted:
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Gugliandalf »

Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #94 il: 2007-11-20 14:45:50 »
Citazione
è assimilato


Praticamente una comunità borg :shock:
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da nameless »
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Renato Ramonda

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #95 il: 2007-11-20 14:46:47 »
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[cite] nameless:[/cite]
Citazione
è assimilato


Praticamente una comunità borg :shock:


Ma piu' divertente :)

Spero :-P
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #96 il: 2007-11-20 17:23:26 »
Citazione
Ma piu' divertente Smile

Spero Razz


Diciamo Zerg allora 8)

OK, basta così altrimenti mi picchiano.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da nameless »
"Noi siamo sempre dalla parte giusta!" "Pure quando sbagliamo?" "Soprattutto quando sbagliamo, è facile stare dalla parte giusta quando si ha ragione"

Reckall

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #97 il: 2007-11-21 05:47:06 »
Sul camaleontismo morenico diro' solo questo:

Se davvero non volevi separare "chi si veste da elfo" dai VERI giocatori, ma semplicemente far notare come un giocatore possa essere chiunque, e vivere l'esperienza in qualunque modo, perche' non hai scritto cosi'?

Non hai neppure considerato che il tuo ipotetico amico, che non sa nulla di GdR, potrebbe esserne attratto proprio perche' scopre che questo mondo gli da' *anche* la possibilita' di vestirsi da elfo. Una volta di piu’, interpretare una parte in una storia = nobile e artistico – immergersi anche fisicamente = ridicolo.

Detto questo, sul perche' il GdR, rispetto a altri hobby conduca alla tendenza di fare distinzioni, penso che qualcosa di interessante da dire ci sia.

Citazione
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Non vi è mai capitato, a voi o a persone che conoscete, di parlare di "giocatori" e "non giocatori" come se il mondo fosse diviso in PG e NPG? Come se il fatto di giocare ai gdr fosse una caratteristica che distingue una precisa categoria di persone? Con gli altri, "fuori", i "babbani", che "non ci capiscono"?

Beh, vi pare normale?


Partiamo dal presupposto che e' un fatto della vita: ovvero una cosa che c'e' e della quale possiamo, tutt'al piu', cercare le cause. La risposta che posso dare io e' questa.

Nella attivita' della nostra societa', anche e soprattutto in quelle professionali, *esiste gia'* una macroscopica distinzione: quella tra chi ha un hobby o un lavoro normali e "l'artista".

Banchieri, ingegneri, muratori, metalmeccanici, panettieri, medici, piloti d’aviazione civile e altri sono persone che fanno "lavori normali". Attori, pittori, compositori, cantanti, fumettisti e altri sono "artisti". E, per chi artista non lo e', questo universo appartiene a una sfera quasi magica e sovrannaturale: "Ma dove prendi le idee?" e' la domanda che credo mi sono sentito fare piu' spesso come fumettista - mentre quasi nessuno si sognerebbe di chiedere a mio padre come gli e' venuto in mente di progettare una certa macchina o un tale gasdotto.

Ora, e' mia opinione (opinabile  :D ) che il GdR scaturisca da un bisogno interiore di espressione artistica - e che *sia*, in se', una forma di espressione artistica. Ma c'e' una differenza fondamentale tra le forme d'arte narrativa accettate, come il teatro, il cinema o un libro, e il GdR: che la fruizione delle prime e' aperta a tutti; tutti possono andare a teatro e godersi i risultati del lavoro di Pirandello, cosi' come tutti possono andare al cinema, godersi i risultati del lavoro di Peter Jackson, e non trovare nulla di strano se Orlando Bloom e' vestito da elfo o da pirata.

Ma l'atto del GdR, per sua natura, e come fai notare tu, resta misterioso e settario: coinvolge un "master" e i suoi 4-6 giocatori. Anche a una convention  con 200 tavoli avremo comunque 200 eventi settari. E la settarieta', soprattutto in aspetti che coinvolgono l'anima e la psiche, genera sfiducia, se non paura e allontanamento. E' questo, per rispondere alla tua domanda, che impedisce di "giocarci e basta".

L'ironia del fatto e' che un bravo narratore potrebbe trarre un film o un libro dalla sua campagna a un GdR - magari "Elisa di Rivaombrosa" - e tutti ne beneficerebbero senza neppure sapere che l'origine e' stato un GdR.

Detto questo, vorrei far notare pero’ come, per vie del tutto autonome, il GdR *gia’* si stia sdoganando (e lo abbia fatto in passato) dal “buio scantinato” – in attivita’ che vanno dal teatro (in particolare in quelle compagnie sperimentali che recitano a soggetto), alle Costellazioni Familiari (“Una forma di terapia di gruppo…. Brrrr! Magari e’ roba strana per malati o che ti cambia il cervello!”), a quelle tutte attivita’ extrascolastiche che faccio anch’io per varie classi elementari, in cui si procede insieme ai bambini dallo sviluppo di una trama, dei personaggi e del mondo che li circonda (con un “master” che coordina il tutto) a, nell’arco di un anno, la trasformazione dell’elaborato in un libro, una manuale di background e una recita scolastica. Potrei postare i risultati dell’ultimo lavoro che ho fatto in tal senso, ed avreste un picccolo GdR, completo di ambientazione, illustrazioni e prima avventura, scritto da bambini di 8-10 anni. Con maestre estasiate.

E, tutto quanto visto sopra, anche - perche’ no? – con i costumi.

E, ho il vago sospetto, senza che tali costumi, impediranno un giorno a molti di loro di accostarsi al GdR come “lo intendiamo noialtri che sappiamo”. Probabilmente e’ proprio il contrario.

No, mi spiace, ma perfino nello “sdoganamento puro del GdR come lo intendiamo noi (virgola) quello GIUSTO! (punto)” sono d’accordo con Rafman quando scrive:

Citazione
Cosplay, Live, Murder Party non sono rappresentativi del GdR "come lo facciamo noi"? Poco importa, l'importante è farci conoscere e distinguere i target.

Se l'obiettivo è far interessare persone già adulte e vaccinate ai GdR si organizzerà un murder party o una classica giocata a tavolino.

Se l'obiettivo è far interessare ragazzini con la testa rivolta unicamente a videogiochi e cartoni ci si traveste e si fa i buffoni o si organizzano pseudo-live in piazza con il regolamento di AiPS.

Se l'obiettivo, invece, è dire: "io ce l'ho più lungo del tuo" oppure "chi fa così è rappresentativo e chi fa cosà non lo è" allora mi tiro fuori, perché sono tutte boiate.


Perche’, personalmente credo che se dobbiamo "far uscire il GdR dallo scantinato" allora dobbiamo anche chiederci "dove lo portiamo", e rispettare le caratteristiche del nuovo ambiente: una scuola, un teatro, una grande festa... E perche' credo (e ho perso il conto delle volte che l’ho ripetuto), che il primo passo verso “illuminare gli altri verso l’apertura mentale” sia fare qualche sforzo per almeno dare l’impressione averla noi l’apertura mentale. Il resto e’ solo credere di essersi accidentalmente imbattuti nella Verita’ Rivelata, che quindi va Spiegata. Su questo mi tiro fuori anch’io.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Reckall »
Vincenzo Beretta - "'Interessante' non e' ne' buono ne' cattivo, ne' giusto ne' sbagliato, ne' bello ne' brutto. 'Interessante' e'... Interessante." (Dr. Gregory House)

Moreno Roncucci

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #98 il: 2007-11-21 08:31:05 »
Perchè avrei dovuto dire diversamente quello che era chiaro dall'inizio? Se guardi quella frase, la tua interpretazione non ci sta proprio. Come ti sei inventato un tuo significato strampalato per quello che ho scritto li', avresti potuto farlo qualunque altra cosa avessi scritto.

Il punto è che, se vivi con tanta amarezza la "discriminazione del fumetto d'autore verso i cosplayer" (e non raccontiamoci storie, è questo discorso, che va avanti nei ng di fumetti da dieci anni, che stai portando qui adesso in questo forum prendendo una scusa qualsiasi. I gdr c'entrano poco o nulla), un appiglio a cui attaccarti l'avresti trovato comunque.

Quindi non penso proprio sia il caso di stare a controllare con il bilancino tutto quello che diciamo qui per evitare di dire qualunque cosa che tu possa prendere a spunto per una polemica. Troppa fatica, e sostenzialmente inutile.

E l'inutilità è sancita proprio dai tuoi quote "malandrini". Se quello che ho scritto era tanto "offensivo" per te perchè hai sentito la necessità di farmi dire parole e cose diverse nei tuoi messaggi?

Riguardo alla presunta "divisione fra artisti e babbani", mi pare una visione molto legata ad un certo "divismo d'autore" che effettivamene impera in italia, con gli "autori veri" che guardano dall'alto in basso i profani che provano a "fare arte", considerandoli al massimo "fanzinari" o cose simili.

Il problema è che è una visione che non ha nulla a che vedere con l'arte, ma solo con il commercio e il costo (e quindi la limitazione d'accesso) dei mezzi di produzione e diffusione. E' questo che divide fra "produttori" e "fruitori". Se vai (ancora) a vedere le persone VERE, non ne trovi nessuna che non faccia mai, proprio mai nulla di artistico, fosse anche solo lo strimpellare una chitarra o fare qualche disegnino sul block notes.  

Perchè mai una partita ad un gdr dovrebbe essere piu' "settaria" di una band che suona in un garage? O di una recita scolastica? O della scrittura di un blog?

Credo che stai aggiungendo un velo di pregiudizio (nel senso di quella visone del gdr come di una cosa strana e mistica) che è solo nello sguardo  di troppi che lo praticano, ad una cosa naturale e normalissima come raccontare storie.

Riguardo al "il gdr si sta già sdoganando", messo come una forte confutazione ad un post in cui dicevo che il gdr si sta già sdoganando, mi limiterò ad aggiungerlo al mucchio di prove sulla tua lettura diciamo....  "immaginifica" dei miei post.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Moreno Roncucci »
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Max_23

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #99 il: 2007-11-21 14:27:10 »
Mi sono collegato oggi per la prima volta a questo sito, con la sincera intenzione di vedere come si sta muovendo questa nuova casa editrice, che ha in mano prodotti innovativi e interessanti... e cosa trovo? Una discussione di 7 pagine (la seconda piu' lunga di tutto il forum) su quanto siano sfigati e segaioli i giocatori di D&D.

Sono basito.

Non sto nemmeno a rispondere alle varie considerazioni (che ho letto peraltro al volo): e' tempo perso.

Citazione
[cite] MicheleGelli:[/cite]Nota a scanso di equivoci: in questo messaggio NON si parla di D&D ma della campagna promozionale che la Wizard of the Coast sta facendo per D&D 4° edizione


Questo poi è il disclaimer più strano che abbia mai letto!
"Non si parla di D&D..." MA "...della campagna WotC di D&D."
(Immagino fosse sottinteso "al regolamento" di D&D, ma non e' chiaro; rimane il fatto che non cambia il senso: i destinatari del subject si sa già quali sono.)

EDIT: Rileggendomi probabilmente ho esagerato con i toni, e mi scuso, però, scusate, si può parlare tranquillamente di AiPS e CnV senza PER FORZA dovere tirare fuori come metro di paragone D&D e le politiche della WotC.

Max
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Max_23 »

Renato Ramonda

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #100 il: 2007-11-21 14:38:11 »
Noterai che nessuno ha detto ba su DnD (anzi, sono sicuro che piu' di uno su questo forum vede di buon occhio la quarta edizione, nel suo genere).

L'oggetto del contendere di *questo* thread (e solo di questo, che io sappia) e' il fatto che la WOTC ha dato degli sfigati ai giocatori di dnd.

E cmq questo thread seppur lungo e' l'unico che io ricordi dove si siano infiammati un po' i toni, o dove non si sia parlato di AiPS, CnV, o di altri giochi narraTtivi... ignoralo se ti urta :)

...anzi, Michele, Claudia... che ne dite di lockarlo questo thread?  Non penso possa uscirne piu' molto di buono. Piu' il thread si allunga e piu' si e' invogliati, arrivando da "fuori", a leggerne solo due o tre righe, incacchiarsi, postare sull'onda del momento, e magari fare figure, o incavolarsi per nulla, o farsi un'idea sbagliata di questo forum (che e' il posto piu' civile che conosca su internet, assieme a story-games.com).
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Max_23

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #101 il: 2007-11-21 14:44:32 »
Citazione
[cite] renatoram:[/cite]L'oggetto del contendere di *questo* thread (e solo di questo, che io sappia) e' il fatto che la WOTC ha dato degli sfigati ai giocatori di dnd.


Ma, dico, ci credi veramente?

Citazione
[cite] renatoram:[/cite]
E cmq questo thread seppur lungo e' l'unico che io ricordi dove si siano infiammati un po' i toni, o dove non si sia parlato di AiPS, CnV, o di altri giochi narraTtivi... ignoralo se ti urta  


Che significa? Questo è un forum, e nella misura in cui io non infrango le regole, posso rispondere come meglio credo. Sinceramente mi sembra che il limite del bon-ton si sia sorpassato... non credo che permetterei sul forum 25 Edition o altrove di scrivere che i giocatori di CnV o AiPS siano degli sfigati.

Rileggendo indietro...

Citazione
[cite] renatoram:[/cite]E si', forse i tavoli di dnd americani sono soprattutto di sfigati di quel genere... o che comunque QUELLO e' il target a cui vogliono vendere.


 :shock:

Max
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Max_23 »

Renato Ramonda

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #102 il: 2007-11-21 14:49:14 »
Citazione
[cite] Max_23:[/cite]
Ma, dico, ci credi veramente?

Rileggendo indietro...

Citazione
[cite] renatoram:[/cite]E si', forse i tavoli di dnd americani sono soprattutto di sfigati di quel genere... o che comunque QUELLO e' il target a cui vogliono vendere.



Nota il forse, e non quotare selettivamente, please.
Io ero basito del fatto che la wotc facesse una campagna del genere, proprio perche' la trovo offensiva nel suo dare degli sfigati (bianchi, socially inept, ecc.) ai giocatori tipo di dnd. Ma visto che Hasbro e WotC lo fanno per fare soldi, evidentemente sono LORO convinti che quello sia il loro target.

Mica l'ho fatto io lo spot razzista e offensivo, vediamo di riprendere un po' le prospettive.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Leonardo

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #103 il: 2007-11-21 15:29:59 »
Guarda Max_23, penso tu abbia frainteso... Questo thread è stato motivato proprio dall'indignazione di fronte ad uno stereotipo di giocatore di ruolo "maschio, sfigato e segaiolo" che la Wizards ha "elevato a testimonial" per pubblicizzare la nuova edizione di D&D, stereotipo in cui nessuno su questo forum si riconosce. E' proprio perché non si ritiene che i giocatori di D&D (e più in generale i giocatori di ruolo complessivamente) siano degli sfigati che la reazione è stata di indignazione.

Ciao
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Leonardo »

Leonardo

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Maschio, sfigato e segaiolo? No, grazie.
« Risposta #104 il: 2007-11-21 15:59:21 »
Forse il contributo dell'esperienza personale di Ron Edwards può essere utile anche a questa discussione. Qualche spunto può essere interessante.
Scrive Edwards nell'articolo A Hard Look at Dungeons And Dragons

Hip to geek
The following is strictly a personal reflection from my own experiences of late 1970s and early-1980s role-playing, as a hobby culture. I was 13-14 years old in 1977-79 when I discovered the hobby, and through the age of, roughly, sixteen, I battered my head against (A)D&D in a variety of groups. They fell into the following categories:

    * Mainly older people with a sprinkling of teens who tried to do adult things as much as possible. The adults were usually Army guys, with some hip types who ran kids' groups or community-course programs. The latter ran some damn good games, as I recall.
    * Fellow teens - these get-togethers were often the least satisfying, on the one hand due to individuals who owned "special" rules that no one else did (brrrr ... what one guy armed with an Arduin Grimoire can do to a Social Contract ...), and on the other because of the perfectly reasonable assessment by many that the textual game itself wasn't particularly fun.
    * I also knew of several college groups during this time, up through the early 1980s, mainly playing RuneQuest. I burned with jealousy and desperately wanted to be in college and to play with folks like that.


Significantly, many groups, even the teen ones, included women in their late twenties who were interested in role-playing and not at all concerned about the propriety of hanging out with boys ten years younger. This was the late 1970s, after all. I remember quite a few such individuals.

By 1983, things had changed drastically; in some ways, it mirrored a general subcultural shift across the entire country (see the film Boogie Nights if you didn't live through it). I'd realized that D&D had become a "pube" activity, meaning 10-13-year-olds exclusively, most of whom played once and then walked.

The content resembled video games of the time: lives, levels, and skyrocketing success scores, with no real loss at all. It was utterly divorced from fantasy or mythic literature, and the comics and fantasy authors of the day disavowed the hobby en masse. Successful play became more and more a matter of who could break the game fastest, and the social gamer became more and more consistently the social-outcast gamer. Gaming communities weren't an edifying bunch, actually; they'd been transformed socially and procedurally by the Cargo Cult context into a rabidly-abusive, nitpicky bunch, in which the Social Contract actually included making others upset.

It had lost its cool factor entirely, just in time for me to go to college in the fall of that year. The aforementioned Willing Female Factor had vanished like smoke, and, my priorities firmly in place, I swore off the hobby. The oath didn't last long, of course. I did find a lot of people to role-play with, including women my own age, but always on the basis that we "weren't like those gamers." Conversations about role-playing ceased instantly if anyone nearby evinced interest in D&D. We played Champions and Stormbringer, and looked forward to the buzz of GURPS.


Ovviamente Edwards parla di una esperienza personale. Ma l'aspetto interessante secondo me è questo suo costante guardare al gioco di ruolo come attività sociale, al punto che si trova ad ipotizzare che il cambiamento nel modo di giocare questo D&D degli esordi possa essere espressione di cambiamenti socio-culturali di più ampia portata. Se a questo si aggiunge il fatto che magari molti giocatori hanno conservato brutte esperienze delle proprie partite ai GDR si può magari avere una ulteriore parziale chiave di lettura del "fenomeno dello scantinato".
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Leonardo »

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