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Gente che gioca male...
Paolo "Ermy" Davolio:
Quoto in pieno. Un esempio (Actual Play non di gdr):
qualche volta io e i miei amici rigiochiamo a Monopoli. Sì, il caro vecchio Monopoli, quello con i segnalini bizzarri e le lire.
E, tutte le volte che facciamo un tavolo con gente nuova, c'è sempre qualcuno che si ricorda le regole in maniera diversa: c'è chi non ha mai ritirato i dadi se esce il numero doppio - chi costruisce case e alberghi soltanto se finisce sopra la proprietà in cui vuole farlo - chi raccoglie il valore di ogni sua ipoteca ad ogni passaggio dal via - chi sbaglia regolarmente i buoni da dividere tra i giocatori a inizio partita - eccetera eccetera eccetera...
...eppure il regolamento di Monopoli sta in due facciate A4. Credo sia piuttosto chiaro e molto sintetico.
E allora perché la gente sbaglia? Non sono capaci di leggere due paginette di regole che ci si mette dieci minuti a scorrerle e poco di più a leggerle attentamente?
Evidentemente no.
Se questo vale per il "depliant" di regole di monopoli, figuriamoci con giochi con sistemi più articolati, come appunto un Cani nella Vigna.
A volte ci sono giochi il cui manuale è scritto obiettivamente male - vedi Agon, tanto per fare un esempio noto - ma il più delle volte ho scoperto, per esperienza, che sono i giocatori a non volere/riuscire a leggerli con attenzione, a prescindere da come sono scritti.
Non ne faccio una colpa a nessuno, sia chiaro (per esempio, uno dei miei più cari amici ha evidentemente un qualche impedimento fisiologico a leggere quello che c'è scritto sul manuale di un gioco - legge quello che pensa di vederci, si fa dei voli pindarici pazzeschi riguardo le meccaniche e costruisce il personaggio di conseguenza... Poi io passo un pomeriggio al telefono a spiegargli come si faceva davvero... Ma gli vogliamo bene anche per questo ;-) .
Però, da qui a dire che è colpa degli autori di The Forge che non sono capaci di scrivere manuali per un pubblico che non abbia il loro background, ce ne passa un po', direi. :-)
Io, provando più giochi, ho semplicemente dovuto reimparare ad imparare. Non credo di aver mai fatto una prima sessione ad un gdr qualsiasi senza che sbagliassimo qualche regola.
Ma proprio mai:
nemmeno la prima volta in vita mia che provai D&D 3a, andò tutto bene. Continuammo a sbagliare regole su regole per anni.
Il nostro GM di M&M 2a edizione applicava le regole decisamente alla C-d-C, credo per ignoranza più che per malizia (e chi glielo faceva notare? Passava per maleducato, per rulelawyer - e si torna al post iniziale di Moreno).
I LARP? Mi imbarazza pensare a tutte le volte che sbagliavo a interpretare delle regole e delle chiamate - probabilmente se mi avessero scoperto sarei andato in negativo a forza di decurtazioni di PX.
...e lo stesso vale per tutti i giochi indie. CnV, AiPS, Agon, Solar System, persino con TQB (che di regole ne ha poche) le prime sessioni sbagliavamo sempre qualcosa. Proprio come i primi tempi in cui imparavamo a giocare con "i nostri primi gdr".
In questo senso, cos'è cambiato per me dai miei "gdr da svezzamento" agli indie più recenti? Nulla. Si sbaglia, ci si confronta, si riprova sperando che vada meglio. E avanti così finché non va tutto ok. Il tutto con una certa serenità di fondo.
Una cosa è cambiata da quando gioco agli indie: che ho imparato sulla mia pelle che, se seguo pedissequamente il manuale, e faccio lo sforzo di comprendere tutto... Poi le regole (quasi) sicuramente funzionano, e mantengono le promesse che ti venivano fatte in 4a di copertina. Ma questo sarebbe un altro discorso.
Mi sono anche accorto, dopo aver provato qualche manciata di giochi indie, che un sacco di tecniche si riciclano nella maggior parte dei giochi: framing aggressivo, metodi per stabilire le poste, veti, suggerimenti liberi... Solo per fare alcuni esempi (e, a scanso di equivoci: non tutti i giochi indie hanno queste tecniche, e anche se ce le hanno le possono applicare in maniera diversa).
Una volta che le hai capite a fondo, è una "knowledge base" che puoi tramandare quasi tale e quale di gioco in gioco - quindi, alla fine, non è che ogni volta devi davvero imparare a rigiocare daccapo, dato che molte delle tecniche che avevi già capito ci saranno ancora.
Ma questo è un "surplus" che viene con l'esperienza - come per tutti i giochi. Non ci si può nascere imparati: bisogna giocarli, giocarli e ancora giocarli. Quindi, prima di potersi permettere il lusso, derivato dall'esperienza di gioco, di dare per scontate certe cose, bisogna "fare lo sforzo" di leggere attentamente i manuali.
Anche quello del Monopoli, va. ;-)
Daniele "fenna" Fenaroli:
Mi permetto di intervenire perché ho aperto il topic sulla tanta, dove senza troppe velatura "a guy on an Italian forum" stava andando OT, non conoscendo il gioco e accusandomi di essere stato scorretto, anche se, nel primo post avevo scritto palesemente che quello doveva essere un topic aperto a tutti e di chiarimenti sul gioco. Sassolino tolto :D
Cani è un bel gioco, ma per prenderci le misure bisogna giocarci per un po', o giocarci con gente che ti fa vedere un po' come fare. io per primo, del resto, ho questo limite o c'è qualcuno al tavolo, la prima volta, che è sicuro di come si giochi, o di mio non farei demo ne sessioni del tal gioco. E' un limite mio che son poraccio :)
Proprio per questo non mi sento di accusare chicchessia se sbaglia, semplicemente reputo più interessante far emergere eventuali errori, che possono pure non esserci, o le difficoltà incontrate, senza incazzarmi o altro, semplicemente perché preso atto del problema - giocare a cani dopo anni di parpuzio - trovo maggiormente illuminante chiedere cortesemente e rilassatamente spiegazioni e poi eventualmente esporre i miei dubbi in merito.
Cani nella vigna potrebbe tranquillamente fare cacare come gioco, ma proprio tanto, anche giocato giusto, anche con Moreno a garantire il controllo qualità 9001, anche con amici con cui si sta bene al tavolo e si gioca da una vita, ma l'importante è discutere dei problemi in maniera aperta, senza che ci siano i fucili pronti a sparare o accusare di "ma tu hai giocato ad un altro gioco".
Senza dita puntate è meglio no?
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: fenna[/cite]l'importante è discutere dei problemi in maniera aperta, senza che ci siano i fucili pronti a sparare o accusare di "ma tu hai giocato ad un altro gioco"
--- Termina citazione ---
Non è questione di essere pronti con i fucili puntati, semplicemente... se il problema è che, di fatto, si è giocato a un altro gioco, discutere del problema implica dire che si è giocato a un altro gioco. Non si tratta di puntare il dito, ma semplicemente di identificare il problema, prima di discuterne.
Daniele "fenna" Fenaroli:
Mauro,
su internet la nostra coscienza di persone per bene e poco rissose va a farsi benedire, se io devo recepire che tu mi stai dando del cretino io riesco a leggere in "secondo me il gelato del bar centrale è più buono" un insulto a mia madre.
Ora, per ovviare a questo problema reputo un metodo migliore armarsi di pazienza e, senza alcuna coda di paglia - che non mi pare ci siano, ma meglio essere certi -, andare a chiedere spiegazioni e chiarimenti nella maniera più civile possibile
Se tizio ha giocato a Parpolaris o a Cani nel parpuzio e ha voglia di capire come dovevano andare le cose, bene, altrimenti è bile sprecata per qualcuno che comunque non aveva voglia ne di provare, ne di giocare: meglio l'aperitivo con gli amici o lo strinù alla sagra.
Inoltre, scusami, ma io ho aperto sulla Tana, il sito dove il problema è nato, un topic dove voglio appunto che si parli dei problemi riscontrati giocando a Cani e ho espresso i miei dubbi, molto apertamente, sul report della giocata.
Non mi pare che la mia posizione possa essere fraintesa in qualsiasi maniera no? :D
Mauro:
Premettendo che non sto parlando specificamente di quanto hai fatto tu:
--- Citazione ---[cite]Autore: fenna[/cite]se io devo recepire che tu mi stai dando del cretino io riesco a leggere in "secondo me il gelato del bar centrale è più buono" un insulto a mia madre
--- Termina citazione ---
Vero, ma non è colpa di chi ha detto quella frase; è sicuramente vero che si deve cercare di ridurre al minimo il rischio di fraintendimento, ma se si vuole fare, da entrambe le parti, un discorso costruttivo, ci dev'essere, da entrambe le parti, la volontà di non leggere insulti in ciò che viene detto.
Quello che dicevo non è che va bene limitarsi a dire "Hai giocato a un altro gioco", ma stante che ci sia, appunto, un discorso piú articolato non vedo nulla di male nel fare una simile affermazione, se nei fatti è cosí (se per esempio non è stata seguita una regola).
Altrimenti, se per paura di offendere l'altro non si può esprimere direttamente e chiaramente il problema (ripeto: non sto parlando di te nello specifico), non si potrà discuterlo.
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