Archivio > General

[rant]il Modo Giusto di giocare (Bravo master inside)

(1/8) > >>

Ferruccio A.C.:
Credo sia la prima volta che mi lancio in un mega rant "ufficiale", ma stavolta credo di avere la spinta necessaria per farlo.
Son passati mesi da quando mi sono unito a questa community. Postavo poco seguivo molto le discussioni, pur trovandomi ad avere posizioni diverse(in fondo anche io ho avuto il primo impatto traumatico con (i vari? XD ) Domon). Lentamente leggendo, prima, e provando , poi, le mie idee sul gioco sono cambiate radicalmente: tanto per fare un esempio, il termine Parpuzio prima mi dava molto fastidio, ora lo uso anche io di quando in quando.
La vera svolta del mio pensiero è arrivata quando ho avuto modo di toccare con mano l'esperienza proposta negli ultimi anni dal panorama indie. Tutte quelle obiezioni sull'immedesimazione e quant'altro son cadute di fronte all'evidenza.
Ieri sera parlavo di teoria con un amico(lo so, non andrebbe mai fatto, ma io e lui lo abbiamo sempre fatto indipendentemente dal giocare o meno) e sono emerse delle coseche mi hanno messo angoscia.
Il discorso verteva sul livello di controllo del master sulla storia e sulla frustrazione che esso comporta. Io sostenevo che se un po' di controllo del risultato di una azione passa la giocatore quella specifica frustrazione viene meno.
La sua risposta mi ha gelato il sangue nelle vene: lui, infatti, ha sostenuto che per il bene della storia e soprattutto perchè l'immedesimazione sia completa quel tipo di frustrazione è inevitabile. Insomma per la buona riuscita della storia il divertimento deve venire a mancare, capito? il resto della discussione verteva sul fatto che il Bravo Master era necessario e barare ai dadi e cambiare le regole era giusto e meglio di così non si poteva giocare perchè se no i giocatori non si immedesimavano e che in fondo i giochi di nuova concezione erano giochi "col girello" per chi non era un Bravo Mastertm.(PS naturalmente barare era necessario solo sui giochi di ruolo perchè avevano la storia di mezzo, non si poteva fare lo stesso discorso che su un qualsiasi altro tipo di gioco) Il concetto che la buona riuscita di una campagna debba passare per l'insoddisfazione dei giocatori mi ha lasciato senza parole. Non riesco a capire come si possa sostenere una cosa del genere, è l'antitesi del concetto stesso di gioco. A volte mi chiedo come la gente possa sostenere certe cose o se si renda conto di quel che dice.
In qualsiasi gioco la mancanza di divertimento e il barare sono evidenti storture, ma nel GDR devono essere la norma perchè è quello il modo giusto di giocare.

Scusate il mega(o mini, visto che non è tra i più lunghi :P) ma era da mercoledì che questa cosa mi stava in gola e dovevo condividerla.

Renato Ramonda:

--- Citazione ---[cite]Autore: Mr Sick[/cite]Il concetto che la buona riuscita di una campagna debba passare per l'insoddisfazione dei giocatori mi ha lasciato senza parole. Non riesco a capire come si possa sostenere una cosa del genere, è l'antitesi del concetto stesso di gioco.
--- Termina citazione ---


Non solo. E' un ossimoro.

Francesco Berni:
più che un ossimoro è un dannatissimo paradosso da manuale

Simone Micucci:
E questo tu lo chiami un Rant?
Avanti Ferruccio, puoi fare di meglio. XD

a parte gli scherzi, un paio di commenti utili:

--- Citazione ---[cite]Autore: Mr Sick[/cite]La vera svolta del mio pensiero è arrivata quando ho avuto modo di toccare con mano l'esperienza proposta negli ultimi anni dal panorama indie. Tutte quelle obiezioni sull'immedesimazione e quant'altro son cadute di fronte all'evidenza.
--- Termina citazione ---


Il tuo amico l'ha avuta questa svolta? Tutti ne hanno bisogno.
Poi dal poco che dici del suo discorso mi sembra di notare alcuni sintomi che ho già visto:

La Teoria delle Stampelle per Master: i giochi nuovi servono per chi è un master alle prime armi. Chi è esperto non ne ha bisogno.
La Sindrome del Giocatore Gnagno: giocatori che provano difficoltà a fare qualcosa se non hanno un master che li imbocca.
La Pratica dello Scrittore Master: per fare una buona storia non serve un buon gioco, serve solo un buon master.

Potenzialmente queste convinzioni sono insmontabili. In genere perché chi le appoggia sta cercando di evitare attivamente la novità (e se non ci gioca davvero non vede la differenza), oppure perché considera il fare da master un motivo di orgoglio (faccio più fatica degli altri che mi vogliono bene; vengono belle storie e ho soddisfazione perché me lo dicono; chiedono sempre a me di far da master e ci vuole per tutto la mia approvazione ecc ecc). I motivi non sono solo questi...o meglio non sono mai questi, a parole. Serve un pò di sana autocritica e un pizzico di sarcasmo/cinismo per riuscire ad arrivarci.

La cosa dello Scrittore Master poi è devastante. Ormai c'è un sacco di gente convinta che una buona giocata equivalga ad una bella storia, e invece non è vero un cazzo. Le due cose semplicemente non sono collegate.
Alcune mie giocate mi son piaciute un casino, ci tenevo pure alla trama, ma poi a raccontarle agli altri non fregava niente. È soltanto la partecipazione alla partita che restituisce una sana dose di divertimento. Ma già, lui non cerca il divertimento, cerca di fare una bella storia, e infatti sostiene che pilotare i giocatori sia indispensabile per ottenerla. No?

Kagura:
Forse, Mr Sick, facendo giocare il tuo amico con un master più imbroglione di altri, che la renda proprio evidente e sporca, potrebbe iniziare a riflettere se é davvero ciò che vuole...
Qualcosa del tipo:
Giocatore:- Casto "Teletrasporto"
Master:- Eh, ma Teletrasporto non ti permette mica di essere in un altro luogo istantaneamente! (Sennò finisce che superi i 17 incontri boss che ho previsto lungo la strada...)

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

Vai alla versione completa