Gente Che Gioca > Sotto il cofano
Commercializzazione&Arte (Era: Parpuzio in via di Estinzione?)
Moreno Roncucci:
Fermatevi un secondo, che bisogna stabilire di cosa parla il thread...
Robur, vuoi fare un discorso GENERALE e non legato specificamente ai gdr, o vuoi parlare di gdr?
Nel primo caso sposto il thread in "gente che chiacchiera" e può proseguire tranquillamente come adesso, nel secondo caso bisogna iniziare a parlare concretamente di gdr, possibilmente con esempi
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][div class=CommentHeader][span][/span][/div][div id=CommentBody_86304 class=CommentBody][p][span style=color: royalblue;]Fermatevi un secondo, che bisogna stabilire di cosa parla il thread...[/span][/p][/div]
--- Termina citazione ---
Concordo, forse è il caso di definire un po' meglio il topic e splittare "a cascata" il resto dei contributi futuri, per fare un po' di ordine.
Da utente, ho capito che fosse, dal titolo del thread, un discorso "generale".
Michele Pupo:
L'intento inizialmente era generale, poichè ravviso un atteggiamento comune in vari campi diversi, o meglio, nei campi che seguo e che quindi ho citato e nel caso del quote ho voluto fare un intervento. Tuttavia mi va benissimo parlare anche restringendo la discussione al campo dei gdr e larp, anche se qui conosco meno le diverse realtà e avrei meno esempi da fare e per lo più relegati al larp. Vorrei però poter tenere un riferimento generale, ed in particolar modo all'attività di scrittura, visto che anche nei giochi si tratta di scrivere, se pur con finalità e modalità diverse.
Ma andiamo a monte. Qualcuno ha citato il famigerato carretto delle mele, tuttavia nelle mie intenzioni ci troviamo ad un gradino diverso, non si parla del mito di fare soldoni vendendo gdr, ma di pensare e sopratutto scrivere avendo in mente il destinatario finale piuttosto che la bellezza intriseca del sistema o del setting.
A questo punto, per andare sul pratico, penso sia veramente utile capire il caso di "Running on the Edge", e qui starebbe bene che parlassero i diretti interessati
Lollo:
Discorso molto interessante. Cito en passant il fatto che un dibattito simile è in corso in alcuni importanti blog legati a romanzi e narrativa:
http://www.carmillaonline.com/archives/2010/07/003552.html#003552
Per parte mia, capisco il dissidio tra pubblicabilità e autorialità. Certo che con gli strumenti di oggi, se vuoi pubblicare una tua opera ci metti davvero trenta secondi. Più interessante è se vuoi provare a infilarti nei canali commerciali, rispettandone le regole e le esigenze di mercato; ma al contempo, penso che si possa anche provare sempre a "spingere il discorso un po' più in là".
Mi risulta anche - ma se mi sbaglio gradirei essere corretto - che tutti i quadri del Rinascimento che studiamo sui libri di storia dell'arte vengono per buona parte da committenti che richiedevano un certo soggetto ed erano disposti a pagarlo. Eppure chi li ha dipinti non si è certo adagiato sugli allori, ma ha sfruttato l'occasione (restrictions foster creativity, appunto) per sperimentare e metterci del loro. Secondo me si può fare - senza pretendere di cambiare il sistema da un giorno all'altro, chiaro.
Ciao
Lorenzo
Michele Pupo:
Il problema è questo:
--- Citazione ---Fossi in lui "pubblicherei" solo online una Extended Version contenente il gioco VERO e non mutilato... a pagamento o no... ma ovviamente anche questo cozzerebbe con le "necessità della pubblicazione" >_>
--- Termina citazione ---
Perchè il gioco vero è quello pensato non per le necessità della pubblicazione? Per me sarebbe il contrario, un'opera la considero tale quando è finita non quando è allo stato grezzo. La mutilazione è rifinitura. In particolare in quella frase ho letto quanto dicono alcuni scrittori in erba che credono che il romanzo vero sia quello ideato e scritto dall'autore da solo prima di passare nelle grinfie di editor ed editori. Insomma trovo problematico il concetto dell'idea geniale, che si "contamina" dovendo rendersi leggibile/pubblicabile.
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