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[S/Lay w/Me] PbF - Moreno & Claudia

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Moreno Roncucci:

--- Citazione ---[cite]Autore: Claudia Cangini[/cite] Però nota che ho detto come ha saputo della cosa ma nulla sulle sue intenzioni. Probabilmente però hai ragione e dovevo lasciare a te di parlare del tuo obiettivo... E' questo che intendevi?
--- Termina citazione ---


Anche, ma da quello che ho capito del gioco il passato è meglio lasciarlo fluido, così che al momento opportuno posso dire "ho nascosto 200 libbre di argento in una cassa a cento metri dal castello" ed è vero...


--- Citazione ---[cite]Autore: Claudia Cangini[/cite]Sai che non ho capito? Puoi elaborare?
--- Termina citazione ---


Questo:


--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Mi tengo nascosto, e li osservo
--- Termina citazione ---


In pratica ti dico "vai avanti con la scena, non hai ancora descritto la città o un luogo in cui io possa entrare"

Claudia Cangini:

--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]In pratica ti dico "vai avanti con la scena, non hai ancora descritto la città o un luogo in cui io possa entrare"
--- Termina citazione ---
[/color]

Che tu debba entrare in "una città" piuttosto che in "uno spiazzo davanti alla tana del leone" è un'idea tutta tua. Non hai pensato che la nostra storia potrebbe svolgersi in un territorio più vasto o magari può interessarti entrare in un gruppo umano piuttosto che un luogo fisico? :P
Comunque no problem, io vado anche avanti. A frappè :)

P.S. Non è per far polemica, è che anch'io sto imparando il gioco, eh!

Claudia Cangini:
Per Kroll non è difficile seguire il gruppo mentre si allontana. Nel farlo ha occasione di osservarli meglio. Molti di loro hanno la fronte marchiata col segno degli schiavi della teocrazia.
La restituzione di uno schiavo fuggito comporta una lauta ricompensa a Sol. E anche restituire solo la parte marchiata, anzichè lo schiavo intero, significa comunque una bella cifra... l'uomo si rende conto che sta guardando marciare davanti a sè un piccolo capitale.

Il gruppo si avvicina alla catena di colline rocciose che costeggia il deserto e a un certo punto sembra venire inghiottito da una di esse. Le orme sulla sabbia stanno già iniziando a scomparire, cancellate dal vento che spira di continuo nel deserto di Naq, ma un occhio attento può vedere che finiscono nel punto in cui una serie di massi sono crollati lungo il fianco della collina. Solo da una certa angolazione si vede che tra i massi c'è uno passaggio stretto ma più ampio di quanto appaia a un'occhiata superficiale. Un uomo può riuscire a infilarcisi.
Oltre quel budello scuro appare nuovamente la luce del deserto, ma attenuata dal rilievo della collina che circonda completamente una sorta di cratere. Addossati alle pareti, costruiti e insieme scavati nella roccia, sorgono piani su piani di edifici, un tempo splendidi e ora in rovina. La sparuta popolazione di questa città diroccata lascia le sue attività e si fa incontro ai cacciatori festeggiandone il ritorno. Il belare di alcune capre in un recinto spiega probabilmente il perchè di tanto entusiasmo per la loro impresa.

Kroll, celato dall'ombra del tunnel di roccia, ha davanti a se Ruann e coloro che attualmente la abitano.

Moreno Roncucci:
Kroll stringe i denti. E' il momento di vedere se le sue ricerche, e la cifra che ha pagato a quel vecchio bibliotecario nella capitale sono servite a qualcosa. Se si sbaglia, se l'hanno ingannato... ma non può tornare indietro adesso, non dopo aver trovato la città...

Si fa avanti, uscendo dal cunicolo, le mani alzate nel segno del Primo Dio.  All'inizio si fa un silenzio innaturale, mentre tutti man mano si accorgono di lui e lo fissano. Poi, un fragore di voci, fra uomini che corrono verso di lui armati, donne che fuggono e gente che grida avvertimenti agli altri abitanti.

Quando arrivano vicini a Kroll i guerrieri si arrestano, perplessi, di fronte al suo gesto. A quel punto, sperando di non sbagliare a pronunciare quelle parole di una lingua ormai estinto, l'uomo declama l'antica formula. Gli astanti non sembrano capirlo, allora lui la ripete, più forte. Uno dei presenti, forse un capo, si avvicina con aria interrogativa, e ne ripete una versione cantilenante, una filastrocca in cui le parole non sembrano aver più conservato alcun senso.

Kroll ripete le parole cercando di imitare la pronuncia dell'uomo. E gli porge la mano. L'altro la guarda, poi con lo sguardo sembra cercare qualcuno fra la folla per avere consiglio. Kroll ripete la frase, con voce più ferma e imperiosa. Dhan dal lungo pugnale a quel punto cede, stringe la mano dell'assassino e gli dice, nella lingua degli uomini "Benvenuto a Ruann, fratello. Ti condurrò dal capo sacerdote"

Claudia Cangini:
In breve, Kroll viene condotto davanti alla ragazzina dallo scialle rosso che ha ammansito il leone. Dall’atteggiamento rispettoso che tutti tengono nei suoi riguardi è chiaro che, malgrado l’età, lei è una figura molto autorevole qui. “Ru parla attraverso di lei”, spiega sottovoce Dhan mentre accompagna il visitatore al suo cospetto. “Saya è la nostra guida”.
Una piccola folla si è radunata intorno a fissare con aspettativa la scena.

La ragazza si volge verso Kroll con un sorriso. “ È questo il nuovo arrivato?” la sua vocina sottile cambia improvvisamente e si fa più profonda mentre gli occhi le si velano. “Benvenuto fra noi, Kroll”, dice. Le parole escono dalla sua bocca ma è chiaro che non è lei a parlare. Subito dopo il suo viso perde ogni traccia di gravità e ritorna il sorriso lieve di poco prima.

Intorno tutti sembrano sollevati e lieti dall’esito dell’incontro. Pacche amichevoli e frasi di benvenuto circondano l’assassino. Qualche passo più in là, Dhan viene preso da parte dalla donna che ha ucciso il leone e i due hanno un breve scambio. Parlando, lei guarda Kroll con sospetto mentre Dhan sembra spazientirsi in breve alle sue parole. Infine è lei stessa a farsi largo fra la gente fino a trovarsi davanti al nuovo arrivato.
“ E dicci, amico, cosa ti ha condotto fino al nostro rifugio? Di certo non la fuga da un padrone crudele...”, conclude fissando la fronte liscia dell’uomo.
Il marchio della schiavitù spicca su molte fronti qui, compresa quella di Dhan ma non su quella della donna.
“Kerah...”,sussurra Dhan con tono di rimprovero affiancando la donna e afferrandola per un braccio. Lei non si libera della presa ma neppure si muove. Resta in piedi davanti al suo interlocutore fissandolo con intensità negli occhi.

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