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Sabotaggio
Niccolò:
--- Citazione ---[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite], i GdR possono generare comportamenti devianti anche nel giocatore occasionale
--- Termina citazione ---
il cosa? ;)
vonpaulus:
--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: vonpaulus[/cite][p]L'elemento rivoluzionario, non il solo, della teoria forgita e' l'asserzione della necessita' di condivisione della CA.
E' questa consapevolezza che permette la definizione di un percorso collettivo di definizione e selezione della CA e degli strumenti ad essa funzionali[/p]
--- Termina citazione ---
[p]è più di questo. la speranza è che ci conduca al punto in cui saremo in grado di assumere una CA diversa in base al gioco e alle persone, senza pregiudizi. uscendo dalla necessità di trovare un "nostro" modo di giocare e intestardirci su di esso.[/p]
--- Termina citazione ---
splendido ma ho il timore che questo rapppresenti un'utopia mentale. ma è figo pensarci
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione ---[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]Nonostante abbia sentito tante storie "dell'orrore" sui GdR, non arrivano nemmeno lontanamente al livello di quelle che ho sentito (e purtroppo anche vissuto in prima persona) nei boardgames. Ma se volete proseguiamo il discorso in privato, perché si tratta di cose un tantinello delicate che non mi fido a raccontare pubblicamente.
--- Termina citazione ---
Neanche togliendo nomi, date e luoghi?
P:
--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite][p], i GdR possono generare comportamenti devianti anche nel giocatore occasionale[/p]
--- Termina citazione ---
[p]il cosa? ;)[/p]
--- Termina citazione ---
Per onor di cronaca, la mia osservazione era:
"contrariamente al gdr risiko ha anche un utenza mainstream che ci giochera' si e no due volte l'anno e non nota le situazioni perverse" :)
Il resto e' da attribuirsi ad Andrea.
E poi, a dirla tutta, il giocatore occasionale di GdR nella mia esperienza esiste (ai tempi del liceo avevamo un paio di persone che si facevano una one-shot ogni tanto): e' solo molto piu' raro del giocatore hardcore. Io stesso adesso sono un ibrido strano: ho molta piu' cultura ludica di molti giocatori hardcore che giocano allo stesso gioco tre volte alla settimana da vent'anni e mi mantengo aggiornato come posso sulle novita' - o meglio, sulle novita' che possono interessarmi, ma gioco solo occasionalmente quando ho una convention che presenti anche giochi che mi interessino sotto mano.
Nel Risiko immagino che sia il contrario, ed era questo un po' il succo dell'osservazione: cioe' che la maggioranza delle persone che ce l'hanno in casa lo tiri fuori poche volte l'anno per una partita ammazzatempo con gli amici, e non noti nulla di strano. Infatti non a caso il Risiko non ha questa brutta nomea, e mi sembra che i cenni che fa Andrea stupiscano tutti come hanno stupito me.
Ezio:
In pratica, Seneca, dici esistono persone che non vogliono giocare a quel gioco con quelle persone, e con queste non si riesce a giocare.
Be' "Gioca ad un gioco a cui vuoi giocare, con persone con cui vuoi giocare" è un po' la regola base di qualunque gioco, in quanto attività elettiva.
Purtroppo questa regola viene spesso ignorata, vuoi perché si scambia il gioco per una leva sociale, vuoi perché si ritiene scioccamente possibile limitare il rapporto al gioco, senza che i rapporti interpersonali tra i giocatori influiscano.
Credo che l'unica soluzione, in questi casi, sia non giocare. Non con quella persona. Appena si nota la tendenza disfunzionale si ferma il gioco e al tavolo, davanti a tutti, lo si fa notare e se ne parla. Se lo sta facendo in maniera inconsapevole cambierà o addurrà le sue motivazioni e o cambierà atteggiamento o, di comune accordo, si cambierà (quando possibile e voluto) il gioco per andare incontro a tutti.
Se non è possibile (o desiderabile) cambiare gioco o se il tizio lo fa con malizia allora gli si potrà tranquillamente dire: "Non vuoi giocare a questo con noi, non vuoi divertirti con noi in questo modo. Ci si vede quando abbiamo finito di giocare".
In entrambi i casi se il rapporto di amicizia è sincero e reale non dovrebbero esserci problemi: si è amici al di là di quello che si gioca e allontanarsi "dal gruppo" per un paio di settimane non reciderà nessun cordone ombelicale e nessuna amicizia.
Se invece è il classico rapporto farlocco, basato solo sul gioco e su ragionamenti disfunzionali del tipo "io sono un giocatore di ruolo, devo giocare per forza, per giocare sopporto anche gente che mi sta sulle palle", allora verrà rotto... e non sarà una gran perdita.
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