Chiacchieriamo > Generale
[Video] I Play WOW!
Michael Tangherlini:
No, davvero: http://www.youtube.com/watch?v=ltM5jHIJFw4&feature=fvw
-MikeT
Emanuele Borio:
...
Matteo Suppo:
Stupendo!!!!
Leonardo:
C'è un'analisi sociale più profonda in questo video di quanta non ce ne sia in un qualunque articolo di Repubblica preso a caso (non che ci voglia molto intendiamoci...). Questa è forse la prima volta nella storia dell'umanità in cui si verificano in contemporanea due circostanze che permettono più o meno sistematicamente ad una parte, numericamente non del tutto trascurabile, della popolazione di "ritirarsi" dalla realtà per considerevoli lassi di tempo: un benessere diffuso in certe fasce demografiche che consente di non dover dedicare 24 ore al giorno a generare risorse per la propria sopravvivenza e la relativa facilità con cui si possono fruire* mondi virtuali piacevoli nell'aspetto e sempre più attenti a fornire strumenti migliori per tessere vaste e dinamiche reti di rapporti sociali tra simili. Il Cyberpunk è già tra noi da almeno un lustro.
Oggi lo studente "autoisolazionista" giapponese (e non solo) cui è rivolto il messaggio di Neon Genesis Evangelion, oltre a chiudersi in camera e dedicarsi alla lettura di manga ha anche la possibilità di connettersi alla rete ed entrare in contatto con chi magari sta vivendo esperienze di alienazione simili alla sua. E sono anche convinto che in certi casi la scelta di ritirarsi in un mondo virtuale sia molto più che non una semplice decisione di evadere: è una vera e propria forma di protesta contro un mondo reale sempre meno a misura d'uomo, un mondo in cui sempre più persone faticano a trovare il bandolo della matassa e in cui probabilmente si riconoscono sempre meno.
*sempre nell'ambito del mondo ricco ovviamente
Iacopo Frigerio:
cacchio... considerazione molto profonda e che mi trovo a condividere in toto...
Tra l'altro c'è questo sistema paradossale che sebbene paia portare a una sempre maggiore socialità, dall'altro porta a una atomizzazione sempre più massiccia...
Si pensi anche ai social network, o anche ai reality show, dove le persone sembrano connettersi, assistere, relazionare (e relazionarsi) con una sempre maggiore fetta di popolazione, ma il tutto diventa illusorio, quando poi si nota che il contatto viso a viso (unico attualmente davvero capace di garantire vera esperienza sociale) si fa sempre meno presente. Quiasi bastasse incontrarsi per chat, leggere il wall di un altro o guardare cosa fanno nella "Casa" per surrogare il bisogno dell'altro.
Un bisogno che esiste, ma che è sempre più fragile per via delle condizioni di realtà così incerte, ma che viene surrogato, per non scoprirsi (davvero) con la propria fisica persona reale, l'unica che davvero non possiamo in toto cambiare o controllare...
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