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[AP] La mia vita col padrone - La mia vita con Zippolo/Gretchen
Matteo Suppo:
La regola zero
Sappiamo tutti come La mia Vita col Padrone si basi sull'accumulare frustrazione per poi sfogarla quando riesci finalmente a resistere all'ordine e ammazzare il padrone. Le meccaniche svolgono egregiamente il loro lavoro. Ignorarle non solo non ti permette di ottenere una esperienza migliore, ma rischia di rovinartela.
Sapete già cos'è la Regola Zero: una toppa che alcuni master applicano quando le meccaniche di un gioco non funzionano. Una toppa che appiattisce il sistema usato al tavolo. Non c'è bisogno di toppe a La mia Vita col Padrone. Vediamo un Actual Play:
La padrona aveva dato degli ordini precisi a Isabella: tagliare la lingua al suo vecchio padre che le aveva rovinato la festa. Eleonora era riuscita a fermarla, e assieme lo avevano portato nelle sue stanze. Io descrivo dei passi col tacco che si avvicinano in maniera sostenuta. Loro si barricano dietro la porta. Descrivo la padrona che dice incazzata che alla festa stanno tutti andando via e che il padre non se ne uscirà mai più dalla sua stanza. E ordina a Eleonora di spaccargli le gambe. Eleonora cerca di resistere, prendendosi il dado sincerità dicendo che per lei è come il padre che non ha mai avuto. Io mi dico "E' fatta. Ora resiste, ha abbastanza amore da entrare nell'endgame."
Il dado sincerità fa basso (forse 1, non ricordo). Non riesce a resistere. Io guardo i dadi. Il tempo si blocca e una vocina da dentro mi dice "Dì che va bene lo stesso, che ci sta bene, dai. Che ti frega? E' il dado che ha fatto basso, lei si è impegnata". Poi scuoto la testa, decido di fidarmi del sistema, e descrivo la padrona che le ordina di farlo, e che si allontana.
Successivamente Isabella riesce a fermare Eleonora. Il personaggio è in lacrime, il padre la consola (aumenta l'amore con entrambe, arriva a 7 di amore totale). Poi Isabella decide di andare a cercare Sara, e lascia Eleonora sola a proteggere il padre. Descrivo un forte bussare alla porta, e poi una chiave che gira nella toppa. La padrona è lì, furiosa, disumana. Ha un coltello in mano. Lo porge a Eleonora. Le dice "E' ora di finirla. Ora lo ammazzi, qui e davanti a me". Lei lancia il coltello per terra, dice che non può fare una cosa del genere. Le fa un altro discorso bellissimo, dicendole che se lei lo avesse ascoltato, se lo avesse fatto suonare, se gli avesse permesso di farle da padre, la sua festa avrebbe funzionato, i suoi problemi non ci sarebbero stati e ora non sarebbe stata così disperata. Sincerità nei confronti della padrona. Wow. Questa volta tira. E ce la fa. Si entra nell'endgame. La padrona le dice "Non puoi farlo perché sei debole! Non hai il coraggio!". Lei raccoglie il coltello e lo punta verso di lei "Ho il coraggio per fare quello che si deve fare". E si scaglia su di lei. Nella scena della morte, la padrona con un ultimo sforzo tende la mano verso di lei, che le dà un calcio.
Se avessi dato ascolto a quella vocina nella mia testa, questa scena stupenda non ci sarebbe stata. E c'è stata proprio perché figlia della frustrazione generata dal precedente tiro fallito. La mia vita col padrone funziona. Ci si può fidare della mia vita col padrone. La regola zero non serve.
Matteo Suppo:
Il linguaggio del corpo
A manifesto on mastery dà alcuni suggerimenti per instillare soggezione nei giocatori. Dice di torreggiare su di loro, utilizzare un prop per simboleggiare il padrone, far sentire la presenza del padrone col linguaggio del corpo.
Nella seconda sessione la padrona doveva ordinare al personaggio di Sara di evirare Adam, lo stalliere colpevole di aver violentato una ragazza (per ordine della padrona). Giocavamo in una cucina, ero già in piedi, ho afferrato un coltellaccio dal porta coltelli e l'ho sbattuto davanti a Sara, dicendole a pochi cm dagli occhi "Sai cosa fare".
E' stato molto d'impatto. Sara era chiaramente intimidita (e io non sono minaccioso, normalmente, quindi ha funzionato \\o/).
Analogamente, ho preso l'abitudine ad alzarmi in piedi nelle scene con il padrone, al punto che verso la fine, quando era il turno di una scena di Sara, ne ho approfittato. Aveva appena fatto un legame con Benjamin, l'uomo di cui era innamorata. Le ho chiesto che aveva intenzione di fare e ha risposto che sarebbe andata con Benjamin a soccorrere il personaggio di Eleonora, che era rimasta ustionata dall'olio bollente. Ho descritto che andavano per il corridorio del castello. Poi mi sono alzato, lentamente. Lei ha sgranato gli occhi e ha detto "No". Ed a tutti gli effetti è arrivata la padrona, furente. "Tutti se ne stanno andando, Frederick se ne vuole andare. Ma... resterà, se ci sarà il suo paggio qui morente, vero?"
Vorrei porre l'enfasi sul fatto che questo linguaggio del corpo non rientra nella "recitazione". La padrona non ha sbattuto il coltello sul tavolo, perché non c'era un tavolo. La padrona non si è alzata in piedi, stava camminando. Questi sono espedienti di comunicazione. Il linguaggio del corpo è un modo per comunicare che a mio parere è molto importante. Questo è uno dei motivi per cui le giocate dal vero sono più efficaci.
Anche la posizione del tavolo influisce, probabilmente. In tutte e tre le giocate Sara era vicino a me, potevo torreggiare su di lei, invadere i suoi spazi personali. E infatti è stata quella più martoriata. Nella seconda giocata Isabella era quella più distante, irraggiungibile, tra il muro e la finestra. Probabilmente è anche per quello che non sono riuscito a impormi su di lei. Nella terza sessione infatti lei era vicina a me, ho potuto afferrarle un braccio e urlarle addosso.
Emanuele Borio:
Posso solo dire: "Ma anche quando fai il Padrone ne LmVcP devi giocare una donna? WTF!!!"
Comunque, benvenuto nel club "Capelloni sotto i trent'anni che giocano di ruolo in gruppi di sole donne".
Stiamo lavorando alla spilletta(Io, me, me stesso, ciccio[la mia ciccia], e panza[la mia panza])
E sì, riesumo il Topic perché oltre a essere d'obbligo il commento mi piace vederlo in prima pagina U_U
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