Autore Topic: Vampiri ed emotività  (Letto 3062 volte)

Alessandro Piroddi (Hasimir)

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Vampiri ed emotività
« Risposta #15 il: 2010-06-28 16:09:32 »
Mauro, no.
O mi citi i passaggi esatti dai manuali, o non arriviamo da nessuna parte.

Prendendo come base l'edizione Masquerade nella sua 3a ed ultima incarnazione, posso cirarti millemila esempi di vampiri che si divertono, amano, sono fedeli, provano amicizia, etc.
Ed ovviamente, altrettanti esempi di vampiri che odiano, che si incazzano, che provano delusione, etc.

Dai vampiri che amano l'arte (e non sono solo i Toreador) a quelli che si struggono per un amore mortale, da quelli che provano orrore per la propria condizone dannata e (soprav)vivono unicamente perchè hanno troppa paura di morire per suicidarsi, a quelli che pur provando lo stesso orrore vivono (dannati) nella notte perchè hanno un forte ideale che li sorregge ... sia proteggere un caro mortale, sia preservare qualcosa a loro caro, sia per un qualche principio in loro fermamente radicato, sia per un bruciante desiderio da appagare ore che sono (non)morti e non hanno più nulla da perdere.

Non esiste alcun fattore soprannaturale che spinga i vampiri ad esistere.
Chi si deprime semplicemente si lascia morire e/o scompare dal mondo.
Tantissimi hanno contemplato un'ultima alba.
Tanti altri si sono dati a spirali autodistruttive di molto breve durata (il mondo vampirico non conosce mezze misure ... come ben sai fra predatori immortali la punizione per quasi tutto è "morte")

Senza cose come la speranza non esisterebbe nemmeno il concetto di redenzione (tema sempre presente in svariate filosofie vampiriche, fino all'idea di Golconda).
Eccetera...

NESSUN manuale parla mai del fatto che il semplice "essere vampiro" produca uno stato di depressione soprannaturale :P
Amore, amicizia, fede, speranza, altruismo, gioia ... nulla di tutto ciò è precluso o anche solo sminuito nel vampiro.

Se vuoi sostenere il contrario, allora citami specifici brani dai manuali, con tanto di pagina relativa.
Altrimenti stiamo parlando sul nulla :P
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Mauro

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Vampiri ed emotività
« Risposta #16 il: 2010-06-28 16:33:42 »
Se riesco a ottenere i manuali di Vampiri e il tempo (e la voglia :P ) di leggerli, cercherò eventuali brani in merito.
« Ultima modifica: 2010-06-28 16:34:00 da Mauro »

Emanuele Borio

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Vampiri ed emotività
« Risposta #17 il: 2010-06-28 16:41:52 »
Ti vendo il mio, se vuoi. Dovrei averne ancora in magazzino :P
Ciao, sono Meme! - Fanmail 64 - DN=2 - Ingegnere delle Scienze Agrarie, Contadino, Nerd di Professione.

Vampiri ed emotività
« Risposta #18 il: 2010-06-28 17:35:59 »
Io però mi ricordo che tutte queste emozioni erano "un'imitazione perversa di quelle umani e reali", come una sorta di imitazione parodistica di una cosa che non si può più avere.
E il fondamentale substrato di frustrazione nei confronti dei vivi che invece possono provare emozioni vere.
Solo che non ricordo in che manuale è detto...
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Alessandro Piroddi (Hasimir)

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Vampiri ed emotività
« Risposta #19 il: 2010-06-29 05:22:33 »
Attenzione ... forse confondi Masquerade con Requiem.
E c'era anche una cosa che ingannava molti: il Vincolo.

Nel testo si dice più o meno che il vincolo sia la cosa più vicina all'amore che un vampiro possa provare, ma poi continuando a leggere salta fuori che tale condizione non si basa sul fatto che un vampiro sia incapace di amare, ma semplicemente la società vampirica è talmente piena di traditori ed arrivisti che è quasi impossibile fidarsi di qualcuno (e quindi esserne innamorati) senza ricorrere alla soprannaturale certezza offerta dal Vincolo.

Inoltre si aggiungeva la questione fisica.
Il vampiro percepisce tutti, ma il suo corpo morto ha una limitata sensibilità ai piaceri mortali ... laddove un semplice sorso di sangue è paradisiaco, e l'estasi del bacio è un istantaneo orgasmo.
Paragonate a ciò, semplici baci e carezze impallidiscono non poco :P
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Francesco Berni

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Vampiri ed emotività
« Risposta #20 il: 2010-06-29 09:58:08 »
qua perdiamo di vista una cosa.
i manuali di vampiri dicono tutto e il contrario di tutto.
triex dal manuale interpretò la staticità di un vampiro morto.
hasimir tu hai interpretato il dinamismo di un essere umano infilato in un contesto di creature millenarie.



non dico che discuterne non sia interessante, ma andare a chiedere lo stralcio di manule mi sembra eccessivo, dato che non lo chiariscono minimamente e se lo fanno in un altro manuale si contraddicono
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Alessandro Piroddi (Hasimir)

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Vampiri ed emotività
« Risposta #21 il: 2010-06-29 13:53:32 »
non è eccessivo, perchè dire che i manuali sostengono "tutto e il contrario di tutto" è un qualunquismo.

A LIVELLO DI GIOCO è vero.
Ma non è così A LIVELLO DI FICTION.

Allo scopo di giocarci dentro, l'ambientazione è certo ambigua, dispersiva, piena di mille cose ognuna che tira ad un mulino diverso ... ed il regolamento, poi, è come la Bibbia: interpretabile :P
Ma allo scopo di immaginare un mondo fittizio il setting è assolutamente univoco e chiaro (salvo alcuni atti di revisionismo storico perpetrato in alcune edizioni >_<).

Se ti chiedo "ma un vampiro sente caldo o freddo?" la risposta è nei manuali, UNIVOCA.
Se ti chiedo "ma un vampiro teme le croci e l'aglio?" la risposta è nei manuali, UNIVOCA.
E lo stesso vale per il discorso che stiamo affrontando.

Discorso che, guarda un pò, per me è un enorme e fastidioso dejavu di altri tempi ed altri forum.
E ogni sacrosanta volta tutti parlavano per "sentito dire" ricordandosi più o meno cose che gli sembrava forse di aver intravisto sfogliando sottosopra un qualche manuale che non ricordo e non sò.

Nell'istante in cui si citavano pagine esatte e paragrafi rilevanti ... PUFF ... le mille interpretazioni svanivano come neve al sole :P
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