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Tematiche Delicate
Luca Veluttini:
--- Citazione ---[cite]Autore: 3evil[/cite]Perché secondo voi lo fanno?
--- Termina citazione ---
Su questo punto mi sono fatto una piccola opinione personalissima, basata sulla mia esperienza di parpuzioidante.
Tutti i "tradizionali" sempre hanno trattato di eroi, super-pg con poteri fighi che vanno oltre la nostra comprensione, grandi e potenti esseri che illuminavano il mondo, ecc. Non hanno mai parlato di PERSONE, quasi come se si avesse paura di parlarne, come un tabù.
"Scherzi? Fare un gdr dove faccio una persona normale? Ma sei matto?"
Ora, soprattutto grazie al Narrativismo e ai gdr che hanno una CHIARA direzione e un insieme di strumenti per cavalcare questa via, per me si sente molto di più questa "voglia" di puntare a certe esperienza.
Sinceramente se mi chiedono a cosa vorrei giocare e mi lasciassero carta bianca di sicuro scarterei a priori certe tipologie non NAR. Per una semplice voglia di giocare a qualcosa di molto coinvolgente e che so mi fornirà una grandissima esperienza di gioco.
Anche i Jeepform non scherzano in quanto a esperienza emotivamente coinvolgente. L'ho sentito in Dubbio la prima volta che l'ho fatto da giocatore. Non ha minimamente raggiunto l'esperienza che ho provato a A Flower for Mara, ma devo dire che non è stato male. Decisamente.
--- Citazione ---[cite]Autore: 3evil[/cite]Cosa avete provato quando avete toccato simili argomenti in un Gdr?
--- Termina citazione ---
Dipende ovviamente dall'esperienza del singolo gioco. Faccio esempi di stralci di AP.
A Flower for Mara
A parte ribadire il concetto che NON è un gioco nel senso che noi infimi italiani legati ai termini siamo soliti dare (a play in four acts) e che non ci si diverte, ma al massimo si condivide insieme, si fornisce una potentissima valvola di sfogo, ciò che dice Ezio relativamente alla prima partita è giustissimo.
Condividere certe cose con persone più o meno sconosciute, attraverso un'intensità mai provata è stato liberatorio, in tutti i sensi.
E chi mi conosce sa che normalmente sono completamente chiuso a riccio.
Eppure quell'esperienza ha portato a creare un'implicita fratellanza in tutti i partecipanti a quella serata, tanto che ben 4 di quelle 6 persone ad ora formano anche un gruppo più o meno stabile di incontro per giocare e anche parlare.
Grey Ranks
Questa è stata la stessa partita di cui ha parlato Ezio nel suo post. Io avevo il capo della brigata di giovani. Ragazzo che si assumeva responsabilità e che praticamente è stato la causa dell'apatia, nella sua giovinezza, del suo primo amore, una giovane ragazza ebrea che aveva salvato, sacrificando però i suoi genitori.
Si era innamorato e provava qualcosa per la giovane della Lavi (del quale ad ora non ricordo il nome). Nella terza sessione, finalmente, preso atto che non avrebbe probabilmente più rivisto il suo primo amore (che si era lasciato catturare durante la pulizia del ghetto di Varsavia), decise di tentare la dichiarazione dopo una missione andata particolarmente male e di baciare. Beh ho minacciato tre "Cose tenute care", tra cui la mia, pur di riuscirci, ma è stato tutto inutile. L'aver perso quella scena personale mi rode un sacco, perché diamine, ci tenevo un sacco. Volevo che andasse bene. E invece il finale di Mustang (il mio personaggio) è stato completamente dominato da quel fallimento, quell'esitazione.
Matteo Suppo:
Disclaimer: Qui parlo di temi, non di emozioni.
--- Citazione ---Perché secondo voi lo fanno?
--- Termina citazione ---
All'autore e ai giocatori quei temi stanno a cuore. Perché vengono scritti libri sulle malattie mentali, sugli orrori della guerra, sulle cose brutte? Perché l'autore ha qualcosa da dire su quei temi.
--- Citazione ---E' giusto parlare di certe cose tramite un gioco?
--- Termina citazione ---
E' un mezzo come un altro per affrontarli. E' un grande mezzo per metterli in discussione. A differenza di un libro, infatti, in un gioco ci metti qualcosa di tuo. La domanda che emerge in un libro trova la risposta nel libro. La domanda (la premise?) che emerge in un gioco trova la risposta soltanto nell'istanza di gioco.
--- Citazione ---Cosa avete provato quando avete toccato simili argomenti in un Gdr?(Aka postate AP in materia!)
--- Termina citazione ---
Zippolo ha parlato di parecchie cose ormai. Parliamo di Cani nella Vigna, e di una domanda: "E' giusto il suicidio?". Ovviamente non è il tema del gioco, ma ciononostante è una domanda che mi sono posto durante la città giocata con -Spiegel- e 3evil. In questa città lo stregone amava ricambiato una ragazzina, al punto di ucciderle il padre che impediva loro di frequentarsi e di sparare al ragazzo che voleva violentarla. Quando noi cani abbiamo rivelato a lei che era lui l'assassino del padre, lei è fuggita, gli ha urlato che non voleva più vederlo, e lui ha cercato di spararsi. C'è stato un conflitto, perché io volevo impedirglielo. Sentivo di dover fare qualcosa, ma quando mi ha sparato ho lasciato la posta.
Perché ho lasciato la posta? Perché ho lasciato che si uccidesse? E' stata la scelta giusta?
Queste sono state le domande venute fuori in quella giocata. Le ripercussioni sul personaggio sono state tali da renderlo più silenzioso e meno certo di quanto è bello il mondo.
Le risposte alle domande erano "Mi ha sparato", "Non sarei mai riuscito a impedirglielo", "Sì". Risposte mie personali, ovviamente, e riferite solamente a quella particolare situazione.
Ho messo in dubbio delle mie convinzioni personali e ne sono uscito con una esperienza in più. Che sia un libro, un film, una esperienza reale o un gioco, che sia bella o brutta, è una esperienza. Ti fa maturare.
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