Autore Topic: Tematiche Delicate  (Letto 2183 volte)

Tematiche Delicate
« il: 2010-06-08 22:00:40 »
Nel precedente topic ho fatto un casino, chiedo scusa a tutta gente che gioca.
Ho sbagliato nell'inserire determinate premesse che poco centravano con l'argomento di cui volevo parlare.

I moderni sistemi di gioco affrontano tematiche controverse e delicate come: stupro, lutto, bambini soldato, violenze domestiche, religione, ecc...
Perché secondo voi lo fanno? E' giusto parlare di certe cose tramite un gioco? Cosa avete provato quando avete toccato simili argomenti in un Gdr?(Aka postate AP in materia!)

Rispondete solo al mio messaggio iniziale. Se volete commentare, approfondire o chiarire un determinato punto di vista cliccate su "Nuova Discussione". Questo 3d vuole essere una raccolta di esperienze e opinioni.
Trevor Devalle - Programmer and unanonymous alcoholic

Tematiche Delicate
« Risposta #1 il: 2010-06-08 23:05:14 »
Rispondo, sperando di essere utile, e porto la mia esperienza con un Larp di Andrea Castellani, "La ferrovia scarlatta".
Siccome non so quanti lo conoscono espongo quello che riguarda questo topic, avvertendovi però che tutto ciò è uno SPOILER sullo scenario

Il tema è la guerra e le ferite che produce sulla popolazione civile, protagonista ne è una famiglia distrutta, in cui una manciata di PG giocati nella prima parte del gioco nella seconda viene a mancare, portate vie dal conflitto. Non si parla solo di violenza subita, ma anche di violenza inflitta, visto che il mio personaggio nel conflitto si era occupato di pulizia etnica. Su cosa verteva il tutto? Sul confronto tra chi la violenza l'ha subita e chi la violenza l'ha procurata, restando all'interno della famiglia, quindi di un contesto in cui i personaggi sono vicini e positivamente disposti tra di loro.

Citazione
Perché secondo voi lo fanno?

Per poter "parlare" di tali temi in modo più intenso e permante di quanto potrebbe fare un media diverso.

Citazione
E' giusto parlare di certe cose tramite un gioco?

Giustissimo, per quanto il termine "giusto" è sbagliato in questo contesto, in quanto rimanda ad una serie di valori morali. La domanda corretta è "si può giocare su questi temi?" e la risposta rimane si, o almeno lo rimane finchè lo scopo è far passare il tema e farlo capire, finchè non c'è BLEED, finchè le energie negative non sono fine a sè stesse, finchè non lo si usa come strumento per far passare una particolare visione, finchè si fa giustizia al tema delicato senza stravolgerlo e/o ricostruendolo accuratamente.

Citazione
Cosa avete provato quando avete toccato simili argomenti in un Gdr?

Come personaggio sono ho vissuto sconforto, amarezza, rimorso, senso di impotenza. Come giocatore tengo un ricordo di cosa ha vissuto il mio personaggio, non essendoci stato bleed (non avendo io un passato da rifugiato) non ho avuto risvolti negativi sulla mia persona.

Ezio

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Tematiche Delicate
« Risposta #2 il: 2010-06-08 23:40:07 »
Sono abbastanza d'accordo con Michele, ma spezzo una lancia a favore del Bleeding. Non è sempre negativo. Mi è capitato che mettere me stesso in gioco mi aiutasse fortemente. Da un lato si rafforza un sentimento di amicizia sincera (che dev'essere già presente) tra i partecipanti, dall'altro mi consente di vedere me stesso da un'altra prospettiva, aiutandomi a conoscermi. Ci tengo a precisare comunque che io sono una persona estremamente votata all'introspezione: sono abituato a "guardarmi da fuori" e a giudicarmi anche piuttosto duramente. Per me, quindi, il bleeding in un gdr non è altro che un ulteriore strumento per fare ciò che ho sempre fatto.

Provo ad aggiungere qualche considerazione personale

Citazione
Perché secondo voi lo fanno?


Per la stessa ragione per cui non si scrivono solo feuilleton romantici e non si girano solo film con Massimo Boldi. Affrontare temi "seri" serve a capirli, serve ad analizzarli e serve a riflettere. Giocando a Gray Ranks di Jason Morningstar ho provato le stesse sensazioni che mi ha dato leggere Se questo è un uomo di Primo Levi. Una partita a Spione di Ron Edwards, una volta, mi diede le stesse sensazioni che mi dette leggere I miei sette figli, di Alcide Cervi (e vi ricordo che sono di Reggio Emilia), ma ad un livello ancora più personale e coinvolto.

Citazione
E' giusto parlare di certe cose tramite un gioco?


Lo è tanto quanto scrivere un romanzo che parli degli stessi argomenti. Qui è la lingua che ci ostacola. Gioco in italiano ha un significato diverso di play in inglese. Molti "giochi" non sono, forse, realmente giochi (secondo il termine italiano), pur essendo pienamente plays.
Gioco è un termine che porta con sé l'infanzia, il disimpegno e la vacuità (tant'é vero che, ormai, non è più neanche sinonimo di sport; non si dice quasi più "il gioco del calcio"), play no.

Citazione
Cosa avete provato quando avete toccato simili argomenti in un Gdr?(Aka postate AP in materia!)


Vedi sopra. Posso aggiungere che giocare al famigerato A Flower for Mara mi ha permesso di aprirmi e conoscere davvero alcune persone che ora sono tra i miei migliori amici (e per questa singola esperienza difenderò sempre a spada tratta questo tipo di gioco: ha avuto per me un valore troppo positivo per dimenticarmene).

Giocando a Gray Ranks una sequenza che mi ha fatto stare davvero male è stato lo stupro del mio personaggio (un'ebrea di 16 anni e, alla faccia dell'unsafe, era una scena che mi ero creato da solo u.u) da parte di due soldati tedeschi. Sono arrivato a chiamare una scena di flashback per far sì che almeno non fosse stata la sua prima volta, che avesse già potuto fare sesso con un ragazzo con cui stava istituendo un rapporto, fallendo nell'intento.
La vicenda mi ha colpito allo stomaco, mi ha fatto sinceramente stare male per la povera Danuta.

Qualche giorno fa passeggio per il centro di Reggio e vedo una serie di cartelli, con ritratti e poche righe a delineare le storie di 11 persone che si intrecciavano nel Ghetto di Reggio durante l'ultima guerra. Ovviamente non erano storie allegre. Mi hanno fatto ripensare a Danuta e alla sensazione che ho provato e in quel momento mi sono sentito prendere allo stomaco dall'umanità reale di quelle vicende. Non posso dire di aver vissuto il dramma della deportazione e della shoa, certo, però, grazie a Gray Ranks, l'ho capita un po' meglio, ho compreso più da vicino la dimensione umana di quelle vicende, o almeno credo. Non potrò mai esserne sicuro, ma sicuramente ora mi colpiscono a un livello più intimo.
Non è un progresso personale cui rinuncerei volentieri.

Giocare a Spione, invece, mi aiuta a capire la mia stessa storia familiare, il mio passato prossimo. Ne parlo diffusamente in questo post.
« Ultima modifica: 2010-06-08 23:41:31 da Aetius »
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Alessandro Piroddi (Hasimir)

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« Risposta #3 il: 2010-06-09 01:06:27 »
Penso che tali argomenti vengano affrontati perchè sono temi umani, reali e toccanti anche se solo immaginati attraverso un gioco.
Io certi giochi li faccio per mettermi alla prova, perchè puoi passare anni a chiederti "ma io cosa farei in quel caso?" senza MAI trovare una risposta, o dandoti risposte del tutto farlocche ... solo affrontando davvero la situazione puoi conoscerti e scoprire le tue sensazioni, emozioni e reazioni in quel frangente.

Ovvio che un gioco ha i suoi enormi limiti, in quanto esperienza simulata, ma resta comunque un'esperienza sufficentemente "forte" da darti un segnale, da toccare, da scuotere.
Io amo il Bleed nei giochi, perchè rende possibile tutto questo.
E forse farebbe bene a tanta gente affrontare un pò di più le proprie emozioni, piuttosto che fuggire e distrarsi e negare ... lo vedo un pò come costruirsi degli anticorpi emotivi.
Ovvio che poi le VERE emozioni che si provano vivendo sono di un impatto e magnitudine del tutto incomparabili, ma avere affrontato già certi problemi, certe tematiche, non so secondo me aiuta... fa maturare, anche solo un pochino...

Almeno io è questo che cerco in questo genere di esperienze: esplorazione personale.
Per questo ho inseguito strenuamente la partita di La Mia Vita Con Angelica... per questo al tavolo ho cercato di creare un PG il più identico a me che potevo (cosa che pare aver lanciato una moda ^_^)...

Alla fine il gioco non è praticamente partito (per me) ... ma anche solo così ne è venuto fuori qualcosa di eccezionale.
Era un momento di pausa perkè Korin era dovuto assentarsi un momento non so dove, e parlottavo con Adam, e lui candido candido ha tirato fuori un commento sul mio personaggio che mi ha lasciato DI SASSO.
Era qualcosa a cui non avevo neppure minimamente pensato mentre creavo il PG, e così a tradimento uno arriva e commentando innocentemente sul PG mi sbatte in faccia una grossa verità su di me ... e la cosa mi ha colpito, e mi ha fatto riflettere, su me stesso, la mia situazione di qualche tempo fa, e di adesso, ecc.

...ma potrei dire lo stesso della mia prima partita a Dubbio, giocata con emeriti sconosciuti (all'epoca ^_^).
...etc

Gang Rape mi attira perchè non riesco nemmeno ad immaginare SE riuscirei a giocarlo.
Io che mi sento prudere le mani quando in uno stupido cartone animato succedono le tipiche "ingiustizie" da favoletta, come diamine reagirei nel contesto di quel gioco? ...cosa farei e come mi sentirei da vittima? ...e da violentatore?

...

Per me è come l'arte.
C'è uno sbratto di inchiostro su una tela... e tu lo guardi... e senti qualcosa dentro.
Lo scopo della cosa è SENTIRE, ed in base a tale sentimento/sensazione sentire se stessi in relazione a tale esperienza.

Si dice che il cuore sia un muscolo anche in senso emotivo.
Ecco, questi per me sono tutti esercizi utili a non farlo atrofizzare... utili a sviluppare la capacità di coinvolgere e farsi coinvolgere... di farsi emozionare, di essere empatici e soffrire PER gli altri e CON gli altri.
Perchè siamo tutti buoni a ridere e scherzare con gli altri, quando tutto va bene... ma quando le ombre si allungano, spesso gli amici diventano estranei.

E parlare, esternare, comunicare.
Sento tanto parlare di "i cazzi miei i cazzi miei" ... ma sono proprio le cose più intime e gelosamente custodite quelle che più di tutte NECESSITANO di venire fuori per non rischiare di farcele incancrenire dentro!
E siccome io sono assolutamente convinto che cavarle fuori a forza sia solo un male, allora a maggior ragione si dovrebbe imparare un pò di più ad aprirci di nostra iniziativa, a essere NOI ad avere l'impulso verso l'esterno.
E di contro imparare anche a RICEVERE ed ascoltare le cose altrui.

Non so, io farei passare Gang Rape in versione "Bullismo" nelle scuole medie, proprio da programma scolastico ... forse poi ci sarebbe meno vera violenza fra sti ragazzini di oggi, che nemmeno arrivano a 15 anni e già si seviziano fra di loro, con violenze sia fisiche che psicologiche concrete!

Troppe cose oggi giorno ci desensibilizzano.
Ogni giorno assumiamo dosi massicce di anestetico per la coscienza.
Se imparassimo tutti a soffrire un pò di più per il dolore altrui... ed a condividere il nostro senza farcelo incancrenire dentro... forse la gente sarebbe un pò migliore.

Meh!
Misantropia portami via >_>
www.unPlayableGames.TK ...where game ideas come to die

Mauro

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« Risposta #4 il: 2010-06-09 08:38:10 »
Fan Mail a Hasimir.

Luca Veluttini

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« Risposta #5 il: 2010-06-09 09:07:42 »
Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]Perché secondo voi lo fanno?


Su questo punto mi sono fatto una piccola opinione personalissima, basata sulla mia esperienza di parpuzioidante.

Tutti i "tradizionali" sempre hanno trattato di eroi, super-pg con poteri fighi che vanno oltre la nostra comprensione, grandi e potenti esseri che illuminavano il mondo, ecc. Non hanno mai parlato di PERSONE, quasi come se si avesse paura di parlarne, come un tabù.

"Scherzi? Fare un gdr dove faccio una persona normale? Ma sei matto?"

Ora, soprattutto grazie al Narrativismo e ai gdr che hanno una CHIARA direzione e un insieme di strumenti per cavalcare questa via, per me si sente molto di più questa "voglia" di puntare a certe esperienza.
Sinceramente se mi chiedono a cosa vorrei giocare e mi lasciassero carta bianca di sicuro scarterei a priori certe tipologie non NAR. Per una semplice voglia di giocare a qualcosa di molto coinvolgente e che so mi fornirà una grandissima esperienza di gioco.

Anche i Jeepform non scherzano in quanto a esperienza emotivamente coinvolgente. L'ho sentito in Dubbio la prima volta che l'ho fatto da giocatore. Non ha minimamente raggiunto l'esperienza che ho provato a A Flower for Mara, ma devo dire che non è stato male. Decisamente.

Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]Cosa avete provato quando avete toccato simili argomenti in un Gdr?


Dipende ovviamente dall'esperienza del singolo gioco. Faccio esempi di stralci di AP.

A Flower for Mara
A parte ribadire il concetto che NON è un gioco nel senso che noi infimi italiani legati ai termini siamo soliti dare (a play in four acts) e che non ci si diverte, ma al massimo si condivide insieme, si fornisce una potentissima valvola di sfogo, ciò che dice Ezio relativamente alla prima partita è giustissimo.
Condividere certe cose con persone più o meno sconosciute, attraverso un'intensità mai provata è stato liberatorio, in tutti i sensi.
E chi mi conosce sa che normalmente sono completamente chiuso a riccio.
Eppure quell'esperienza ha portato a creare un'implicita fratellanza in tutti i partecipanti a quella serata, tanto che ben 4 di quelle 6 persone ad ora formano anche un gruppo più o meno stabile di incontro per giocare e anche parlare.

Grey Ranks
Questa è stata la stessa partita di cui ha parlato Ezio nel suo post. Io avevo il capo della brigata di giovani. Ragazzo che si assumeva responsabilità e che praticamente è stato la causa dell'apatia, nella sua giovinezza, del suo primo amore, una giovane ragazza ebrea che aveva salvato, sacrificando però i suoi genitori.
Si era innamorato e provava qualcosa per la giovane della Lavi (del quale ad ora non ricordo il nome). Nella terza sessione, finalmente, preso atto che non avrebbe probabilmente più rivisto il suo primo amore (che si era lasciato catturare durante la pulizia del ghetto di Varsavia), decise di tentare la dichiarazione dopo una missione andata particolarmente male e di baciare. Beh ho minacciato tre "Cose tenute care", tra cui la mia, pur di riuscirci, ma è stato tutto inutile. L'aver perso quella scena personale mi rode un sacco, perché diamine, ci tenevo un sacco. Volevo che andasse bene. E invece il finale di Mustang (il mio personaggio) è stato completamente dominato da quel fallimento, quell'esitazione.

Matteo Suppo

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Tematiche Delicate
« Risposta #6 il: 2010-06-09 09:51:19 »
Disclaimer: Qui parlo di temi, non di emozioni.

Citazione
Perché secondo voi lo fanno?

All'autore e ai giocatori quei temi stanno a cuore. Perché vengono scritti libri sulle malattie mentali, sugli orrori della guerra, sulle cose brutte? Perché l'autore ha qualcosa da dire su quei temi.

Citazione
E' giusto parlare di certe cose tramite un gioco?

E' un mezzo come un altro per affrontarli. E' un grande mezzo per metterli in discussione. A differenza di un libro, infatti, in un gioco ci metti qualcosa di tuo. La domanda che emerge in un libro trova la risposta nel libro. La domanda (la premise?) che emerge in un gioco trova la risposta soltanto nell'istanza di gioco.

Citazione
Cosa avete provato quando avete toccato simili argomenti in un Gdr?(Aka postate AP in materia!)

Zippolo ha parlato di parecchie cose ormai. Parliamo di Cani nella Vigna, e di una domanda: "E' giusto il suicidio?". Ovviamente non è il tema del gioco, ma ciononostante è una domanda che mi sono posto durante la città giocata con -Spiegel- e 3evil. In questa città lo stregone amava ricambiato una ragazzina, al punto di ucciderle il padre che impediva loro di frequentarsi e di sparare al ragazzo che voleva violentarla. Quando noi cani abbiamo rivelato a lei che era lui l'assassino del padre, lei è fuggita, gli ha urlato che non voleva più vederlo, e lui ha cercato di spararsi. C'è stato un conflitto, perché io volevo impedirglielo. Sentivo di dover fare qualcosa, ma quando mi ha sparato ho lasciato la posta.

Perché ho lasciato la posta? Perché ho lasciato che si uccidesse? E' stata la scelta giusta?

Queste sono state le domande venute fuori in quella giocata. Le ripercussioni sul personaggio sono state tali da renderlo più silenzioso e meno certo di quanto è bello il mondo.

Le risposte alle domande erano "Mi ha sparato", "Non sarei mai riuscito a impedirglielo", "Sì". Risposte mie personali, ovviamente, e riferite solamente a quella particolare situazione.

Ho messo in dubbio delle mie convinzioni personali e ne sono uscito con una esperienza in più. Che sia un libro, un film, una esperienza reale o un gioco, che sia bella o brutta, è una esperienza. Ti fa maturare.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

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