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Tematiche Delicate - È giusto affrontarle?

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Mattia Bulgarelli:
Volevo soltanto aggiungere che se una persona si sente a disagio in un momento di gioco "unsafe", può, nell'ordine, riportare il gioco ad una fase più "safe" con Lines e Veils (che sono uno strumento di sicurezza fondamentale) o anche chiedere, se proprio non ce la fa, di smettere (o continuare senza di lui).

Ora, una soluzione così forte e radicale come "smettiamo di giocare" non l'ho mai vista. Ok, scusate, l'ho vista. Nei peggiori momenti di Parpuzio-versione-unsafe. Non sono a mio agio nel parlarne, perciò rispettate la mia laconicità, grazie.

Torniamo a noi: non ho mai visto casi in cui Lines e Veils applicate come si deve (cioè in buona fede e senza questionarci sopra) non abbiano risolto (o non AVREBBERO risolto) la questione. E se anche, ognuno deve essere libero di giocare o non giocare ogni singolo gioco secondo il suo sentire, anche solo assaggiare e smettere se non piace, finché non diventa una scusa per dire "ok, l'ho provato 30 secondi e fa schifo" (vedi anche questo articolo in inglese, ma sto divagando) ma qui siamo proprio alle basi delle basi di quella cosa che si chiama "rispetto".

Trevor Devalle:
CHIEDO A TUTTI DI SMETTERE DI POSTARE PER UN PAIO D'ORE, Grazie!

Giusto il tempo di capire quello che sta succedendo nella MIA discussione!

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]cosa credete che sia il game-design, se non una branca della psicologia?
--- Termina citazione ---

Il game-design è una branchia di qualsiasi cosa, basta vederlo dal punto di vista di quel qualsiasi cosa e può spaziare da "branchia dell'ingegneria produttiva" a "branchia della politica".
Evitiamo il riduzionismo, perché è una delle poche cose che è sempre sbagliata: porta all'ottusità e alla chiusura ideologica.

Il discorso di Blerpa invece secondo me è molto chiaro ed è una posizione che condivido; è la stessa posizione che VUOLE prendere le distanze da sedicenti teatranti e attorucoli che si rifugiano in strane forme pseudo-ruolistiche per darsi la parvenza di grandi star.
Il gioco di ruolo NON è teatro.
Il gioco di ruolo NON è psicodramma.
Il gioco di ruolo NON è una teoria narratologica.
Il gioco di ruolo HA un tot di cose provenienti da queste (e da altre!) "robe", ma questo non lo rende paritetico.
E' GIOCO in prima istanza, basato sui concetti dello scambio di ruoli, ossia devi fare finta di essere qualcun altro per poter giocare.
Il gioco di ruolo è "giochiamo a dottori", è "facciamo che io ero...", è "guardia e ladri", è "giochiamo alla famiglia bradford..." o "se fossimo i ragazzi del muretto io sarei...".
Il gioco di ruolo è svago per sua stessa natura, perché è gioco.
Ognuno ha il diritto di svagarsi come crede, quindi se lo svago è "rivivere" uno stupro per poterlo esorcizzare, va bene lo stesso; ma -DEVE- rimanere nell'ambito dello svago, dichiaratamente.
Altrimenti ad ogni seduta di gioco sareste obbligati per legge a chiamare uno psicologo iscritto all'albo per presenziare.
Lo psicodramma lo fa lo psicologo, che deve, per legge, essere abilitato dall'albo della professione.

L'esperimento di Milgram è affascinante.
Ma lo si fa in un laboratorio e in situazione controllata, con apposite persone che possano seguire e "monitorare" gli sviluppi dello stress emotivo.

Il gioco di ruolo, secondo me, deve avere con la realtà lo stesso distacco che c'è tra il campionato di calcio italiano e: subbuteo, fantacalcio, partitella a 5 con gli amici, calcio all'oratorio e tutte quelle forme di "svago" che imitano o copiano il campionato di calcio italiano senza esserlo davvero.
Quando si supera la linea di demarcazione dello svago, in questo caso interviene il CONI e la FIGC; perché quando l'agonismo puro supera lo svago, si rende necessario, per legge, la presenza di osservatori che garantiscano l'estraneità degli atleti dal doping e un'assicurazione contro gli infortuni di gioco.

Poi ognuno sceglie quello che vuole, ma lo deve scegliere sulla base di un contratto sociale -chiaro- e forte.
Contratto sociale da cui chiunque deve essere in grado di separarsi e, mi spiace dirlo, per il quale chiunque può tranquillamente dare qualsiasi tipo di giudizio morale personale.
Se un gruppo sceglie di giocare di ruolo solamente a vampiri, ognuno qui si sentirebbe in dovere e nella posizione di fare commenti, pesanti, fino all'insulto.
La stessa identica possibilità dovrebbe essere lasciata a chi da fuori guarda (e -quindi- giudica) chi gioca solo a GdR "realistico-emozionalisti" spacca budella.

Se sono "pazzi" i primi, cosa rende meno "pazzi" i secondi?
Si tratta in entrambi i casi di monomanie compulsive.
Per quanto riguarda me, credo che ognuno abbia il diritto di avere le proprie manie e coltivarsele. Fino a che queste manie non risultino lesive fisicamente o psicologicamente per qualcun altro...

Insomma: giocate a quello che vi piace e fatevi li cazzacci vostri ^^ ma GIOCATE.

Francesco Berni:
e l'OP ha chiesto di fermare la discussione per un paio d'ore, 20 minuti fa. @_@

Davide Losito - ( Khana ):
Sì, ma (20 - 6) minuti fa, non c'era ancora neanche il post di Korin e Trevor ha già ricevuto le mie scuse privatamente.
Adesso anche pubblicamente.

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