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il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
Trevor Devalle:
--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Il fatto che siano storie "realmente accadute" non le rende più vicine a noi, in nessun modo.
E' solo una differenza di sensibilità personale nel recepire queste cose.
--- Termina citazione ---
Sono d'accordo, e ho capito dove sei andato a parare.
Ma... mi manca un pezzo. In risposta cosa è nato questo 3d e le sue conclusioni?
Edit: Sul discorso storico ci sarebbe da parlare un bel po', ma questo è un altra storia, thread.
Davide Losito - ( Khana ):
--- Citazione ---[cite]Autore: 3evil[/cite]Ma... mi manca un pezzo. In risposta cosa è nato questo 3d e le sue conclusioni?
--- Termina citazione ---
Al problema riferito all'immedesimazione a al fatto che (pareva, prima delle dovute spiegazioni dell'ultima mezz'ora) che inserire elementi "fantastici" in una storia, la rendesse meno "realisitca" e quindi più incline al whis-fullfilment.
Che questo quindi rendesse il color di un GdR (perché alla fine di quello parliamo) responsabile della possibilità o meno di produrre personaggi di spessore e "sentiti", mentre oggettivamente parlando il color è solo in grado di selezionare un tot di tematiche possibili all'interno di un genere che viene descritto, mentre la profondità è sempre e solo un prodotto di character*situation, nel modo in cui il giocatore riesce a renderli al tavolo.
Avere un personaggio con l'enorme spadone non lo rende automaticamente più stupido e più superficiale di un bambino col mitra o di un bambino senza mitra.
I personaggi in un GdR diventano profondi quando il giocatore è in grado di esprimere questa profondità attraverso il suo modo di giocare passionale e il Play Passionately non è -MAI- riferibile al color, ne tantomeno al setting.
Perché comunque, dato che stiamo giocando "noi", stiamo parlando di "noi" e sono le nostre emozioni e le nostre esperienze che mettiamo in gioco quando si gioca passionately.
Quindi la conclusione è molto banale ed è: il limite è sempre e solo nel giocatore.
P.S: il racconto iniziale è la trama del primo film di Conan.
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Il fatto che siano storie "realmente accadute" non le rende più vicine a noi, in nessun modo
--- Termina citazione ---
Su questo, faccio una nota: stavo pensando che il fatto di essere realmente accadute le renda focalizzate, non piú vicine; in altri termini: se leggo Don't Tell Mummy pensando sia una storia inventata, e mi incazzo, mi sto incazzando contro un inesistente personaggio; se so che è vera, mi sto incazzando contro una specifica persona.
Il fatto che questa persona esista può acuire la reazione, ma in generale forse la focalizza semplicemente.
--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Al problema riferito all'immedesimazione a al fatto che (pareva, prima delle dovute spiegazioni dell'ultima mezz'ora) che inserire elementi "fantastici" in una storia, la rendesse meno "realisitca" e quindi più incline al whis-fullfilment
--- Termina citazione ---
Per quanto mi riguarda, non piú incline al wish-fullfilment; esplicito questo solo per togliere un possibile equivoco, in caso approfondirò in futuro (dai miei messaggi in altre discussioni può nascere un equivoco su cosa penso, quindi prima di dire altro preferisco chiarirlo).
Mattia Corsini:
[cite]Autore: khana[/cite]
--- Citazione ---[p]Avere un personaggio con l'enorme spadone non lo rende automaticamente più stupido e più superficiale di un bambino col mitra o di un bambino senza mitra.
I personaggi in un GdR diventano profondi quando il giocatore è in grado di esprimere questa profondità attraverso il suo modo di giocare passionale e il Play Passionately non è -MAI- riferibile al color, ne tantomeno al setting.
Perché comunque, dato che stiamo giocando "noi", stiamo parlando di "noi" e sono le nostre emozioni e le nostre esperienze che mettiamo in gioco quando si gioca passionately.[/p][p]Quindi la conclusione è molto banale ed è: il limite è sempre e solo nel giocatore.[/p][p]P.S: il racconto iniziale è la trama del primo film di Conan.[/p]
--- Termina citazione ---
Khana, hai parlato come un libro stampato.
Mr. Mario:
Arrivo in ritardo, e nonostante gli sforzi di Khana avevo riconosciuto Conan a metà storia, quindi a quel punto la domanda era un po' viziata. In generale, sì, mi ci potrei immedesimare. Non dico che ne farei un buon ritratto, ne farei un ritratto personale. Credo che attingerei dalle emozioni dentro di me che credo assomiglierebbero alle sue, e, con l'immaginazione, le aumenterei di intensità. Poi, dal sentire al saper esprimere passa un mare, ma questa è un altra storia.
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