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C'è Fantasy e Fantasy...

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Niccolò:
secondo me non puoi paragonare documentario e film. puoi paragonare al massimo due film, uno fantasy e uno "documentaristico"

Marco Costantini:

--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Tu pensi che questa differenza sia oggettiva (ossia dal lato dell'opera) o soggettiva (ossia sei -tu- che hai bisogno di vedere il "vero")?
--- Termina citazione ---

C'ho pensato non poco e mi sono aiutato con i tuoi esempi.
La conclusione è che la domanda non sia risolvibile ed ora ti spiego perchè: la mia risposta sarebbe che è comunque una differenza dovuta all'opera, a quel particolare testo. Ma questo è, appunto, un mio giudizio personale e quindi è possibile che sia io a considerare quel "vero" più importante. Siamo in un circolo (vizioso o virtuoso).

A parte questo però, ribadisco, personalmente credo di essere più colpito quando il racconto è più "vicino".

...

uhmmmm....mentre scrivevo, sono stato folgorato da una cosa: io ho amato BSG (diciamo in particolare le prime tre stagioni). Ed è fantascienza, non c'è dubbio.
Però questo mi permette di fare una considerazioni: nel caso di BSG le vicende fantascientifiche sono uno smaccato (ed evidentissimo) strumento per parlare dei personaggi e dei loro problemi. Ho l'impressione netta che la stessa storia avrebbe potuto essere ugualmente narrata in un contesto molto più realistico, mantenendo lo stesso effetto.

Sono un po' confuso :p

Leonardo:

--- Citazione ---[cite]Autore: 3evil[/cite]Ho apprezzato molto anche Elric di Melibonè, Conan e chi ne a più ne metta.[p]Ho apprezzato meno quella schifezza de "Mondo Emerso e compagnia".[/p][p]Ogni personaggio fantasy può avere un grande sviluppo, possono esserci drammi che incollano i nostri occhi ad ogni lettera del libro, ecc, ecc...[/p][p]Ma non mi dite che un eroe fantasy affronta problemi che puoi sentire vicini che mi mangio un cavallo.[/p]
--- Termina citazione ---


Tanto per fare un esempio, Conan affronta (o meglio, si fa relatore) quasi in ogni storia di un tema che personalmente sento abbastanza vicino: quello dell'appartenenza e dell'identità (e quindi, di riflesso, quello dell'alienazione). Un barbaro che si inserisce in ogni comunità civilizzata che visita come un corpo estraneo, senza mai integrarsi veramente, rivelandosi un acuto osservatore di usi e costumi tanto artificiali da non essere mai in grado di interiorizzarli. Una persona in grado di riconoscere istintivamente le sovrastrutture convenzionali e talvolta ipocrite che una società può acquisire evolvendosi. Non assomiglio minimamente a Conan (ovviamente), eppure nelle riflessioni che scaturiscono da alcuni passaggi in alcune delle sue avventure riconosco problemi universali, alcuni dei quali mi stanno a cuore.

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