Autore Topic: C'è Fantasy e Fantasy...  (Letto 7802 volte)

Niccolò

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C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #30 il: 2010-06-08 23:52:44 »
scusa, questa osservazione:

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Non ho la necessità di "vedere" un uomo pseudo-reale per "sentire qualcosa". Montsegur, coi catari del 1250 ha lo stesso effetto degli omossessuali iraniani, così come ha lo stesso effetto dei katraveplizky di Saturno.

C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #31 il: 2010-06-09 01:11:13 »
era riferita a me. :)
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Suna

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C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #32 il: 2010-06-09 09:56:11 »
Citazione
[cite]Autore: Domon[/cite]
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite][p]Domanda suLost(senza particolari approfondimenti, basta anche un "sì" o un "no"; ricordo che non ho ancora visto la serie, e già qui ci sono state anticipazioni non segnalate): agli eventi che capitano si cerca di dare o viene data una spiegazione scientifica?[/p]
[p]la risposta migliore è "ahahaha"[/p]


Quoto.

@khana Dragonball parodistico? Avendo visto di persona Toriyama ti posso assicurare che non c'è niente di parodistico. La sua mente è davvero fatta così.

Marco Costantini

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C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #33 il: 2010-06-10 16:04:32 »
Carino l'esempio che ha fatto Khana!
Rispondo a pelle: le prime due mi hanno dato tutta un'altra sensazione; in particolare la seconda.
E, purtroppo, non rispondo così per cercare di tirare acqua al mio mulino...perchè paradossalmente ero più o meno convinto che anche un certo fantasy ma scritto/raccontato bene, potesse produrre quelle sensazioni.
Dopo il tuo esempio ho la certezza di essermi sbagliato.
Ed ora mi sembra molto chiaro perchè: situazioni che sono a noi più vicine, che potrebbero accadere/accaderci o che sono davvero accadute, ci toccano naturalmente più da vicino.
Un buon narratore può magari riuscire a trasmettere una parte (anche buona) di quelle sensazioni, ma un fatto vero, crudo, reale, mi pare molto più in grado di colpire.
Ad esempio: un documentario (con riprese in diretta...sapete, immagino quelle robe da giornalismo d'assalto fatto con camere nascoste ecc) che dovesse mostrarmi le sevizie e le sofferenze di alcuni uomini mi colpirebbe certamente di più che non un film ambientato nella terra di Cippuz che dovesse farmi vedere le stesse sevizie.
Il motivo, per me, è che nel primo io posso riconoscere persone reali, vere. Posso dire e pensare "cazzo, quella roba è davvero successa!", mentre nell'altra questo passaggio viene a mancare.

In questo senso, ad esempio, un racconto allegorico di una situazione reale è tanto più incisivo quanto più scoperto (cioè quanto più si capisce che è un'allegoria).
Escalo a Fisico: ti abbraccio.

C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #34 il: 2010-06-10 17:19:21 »
Grazie dell'intervento Marco ^^

La domanda che ti faccio (e che è solo una "domanda", non un tranello per dimostrare chissà cosa) è questa:

Citazione
[cite]Autore: Marco Costantini[/cite]Il motivo, per me, è che nel primo io posso riconoscere persone reali, vere. Posso dire e pensare "cazzo, quella roba è davvero successa!", mentre nell'altra questo passaggio viene a mancare.


Tu pensi che questa differenza sia oggettiva (ossia dal lato dell'opera) o soggettiva (ossia sei -tu- che hai bisogno di vedere il "vero")?
Cioè, è il genere (in questo caso fantasy) che non è in grado di trasmettere le emozioni, o è il lettore/giocatore (in questo caso Marco) che non è ricettivo a quel contesto?
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Niccolò

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C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #35 il: 2010-06-10 17:27:42 »
secondo me non puoi paragonare documentario e film. puoi paragonare al massimo due film, uno fantasy e uno "documentaristico"

Marco Costantini

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C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #36 il: 2010-06-12 15:27:57 »
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Tu pensi che questa differenza sia oggettiva (ossia dal lato dell'opera) o soggettiva (ossia sei -tu- che hai bisogno di vedere il "vero")?

C'ho pensato non poco e mi sono aiutato con i tuoi esempi.
La conclusione è che la domanda non sia risolvibile ed ora ti spiego perchè: la mia risposta sarebbe che è comunque una differenza dovuta all'opera, a quel particolare testo. Ma questo è, appunto, un mio giudizio personale e quindi è possibile che sia io a considerare quel "vero" più importante. Siamo in un circolo (vizioso o virtuoso).

A parte questo però, ribadisco, personalmente credo di essere più colpito quando il racconto è più "vicino".

...

uhmmmm....mentre scrivevo, sono stato folgorato da una cosa: io ho amato BSG (diciamo in particolare le prime tre stagioni). Ed è fantascienza, non c'è dubbio.
Però questo mi permette di fare una considerazioni: nel caso di BSG le vicende fantascientifiche sono uno smaccato (ed evidentissimo) strumento per parlare dei personaggi e dei loro problemi. Ho l'impressione netta che la stessa storia avrebbe potuto essere ugualmente narrata in un contesto molto più realistico, mantenendo lo stesso effetto.

Sono un po' confuso :p
Escalo a Fisico: ti abbraccio.

Leonardo

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C'è Fantasy e Fantasy...
« Risposta #37 il: 2010-06-14 22:45:17 »
Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]Ho apprezzato molto anche Elric di Melibonè, Conan e chi ne a più ne metta.[p]Ho apprezzato meno quella schifezza de "Mondo Emerso e compagnia".[/p][p]Ogni personaggio fantasy può avere un grande sviluppo, possono esserci drammi che incollano i nostri occhi ad ogni lettera del libro, ecc, ecc...[/p][p]Ma non mi dite che un eroe fantasy affronta problemi che puoi sentire vicini che mi mangio un cavallo.[/p]


Tanto per fare un esempio, Conan affronta (o meglio, si fa relatore) quasi in ogni storia di un tema che personalmente sento abbastanza vicino: quello dell'appartenenza e dell'identità (e quindi, di riflesso, quello dell'alienazione). Un barbaro che si inserisce in ogni comunità civilizzata che visita come un corpo estraneo, senza mai integrarsi veramente, rivelandosi un acuto osservatore di usi e costumi tanto artificiali da non essere mai in grado di interiorizzarli. Una persona in grado di riconoscere istintivamente le sovrastrutture convenzionali e talvolta ipocrite che una società può acquisire evolvendosi. Non assomiglio minimamente a Conan (ovviamente), eppure nelle riflessioni che scaturiscono da alcuni passaggi in alcune delle sue avventure riconosco problemi universali, alcuni dei quali mi stanno a cuore.
« Ultima modifica: 2010-06-14 22:46:59 da Leonardo »

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