Autore Topic: Percezioni  (Letto 1098 volte)

Percezioni
« il: 2010-05-31 21:29:36 »
Ti prego Moreno di non prendere questo come critica, ma è proprio una richiesta di spiegazioni pura e semplice:

Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]proprio la dimensione umana (che fra l'altro è anche il perchè L'odissea mi colpisce più dell'Iliade).

Mi aveva colpito oggi questa frase, ma non ho commentato prima di essere andato a controllare un paio di cose di cui non ero sicuro.
Riesci a dare una spiegazione del perché pensi che l'Iliade sia lontana dalla dimensione umana, mentre l'Odissea ne è vicina?
« Ultima modifica: 2010-06-01 19:00:04 da Moreno Roncucci »
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Moreno Roncucci

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Percezioni
« Risposta #1 il: 2010-05-31 23:43:31 »
Prima di tutto, è una questione di gradi, non prenderei l'odissea come esempio perfetto di storia "umana" né l'iliade come esempio perfetto di storia senza agganci alla condizione umana (a parte che credo che fare una storia simile credo sia impossibile, non sarebbe una storia)

Però l'Iliade è strapiena di questi eroi (anzi, supereroi) larger than life, che fanno imprese incredibili, duelli e battaglie. Ci sono i momenti in cui l'attenzione si sposta sull'uomo oltre la corazza, tipo nell'incontro fra Achille e il padre di Ettore quando quest'ultimo va a chiedere il corpo del figlio, ma sono pochi.

L'Odissea è un ritorno a casa. E non credo che sia un caso che la parte meno ricordata, meno citata, meno famosa, sia la fine quando Ulisse tende l'arco con la Superforza e fa strage di Proci.  L'Ulisse naufrago che continua nel suo lungo viaggio di ritorno è meno Supereroe ma è più Protagonista.
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Percezioni
« Risposta #2 il: 2010-06-01 01:19:40 »
Anche secondo me è una questione di "gradi", ma di gradi percettivi; ossia c'è qualcosa nella figura di Ulisse che ti tocca più da vicino di quella di Achille (che non è un difetto ^^).

La presenza del "larger than life" credo sia uguale, sia nell'Iliade che nell'Odissea... non è che Ulisse si mette in nave e arriva ad Itaca perché sa usare la bussola; di super-nats ne incontra e sconfigge molti più di Achille, che di fatto combatte solo uomini un sacco arrabbiati.

L'eroicità di Achille è il modo che Omero ha di oggettivizzare la sua "bellezza", come oggi si sceglierebbe un attore "fico" anche in un film drammatico. A quei tempi, un personaggio meno eroico non avrebbe attirato le attenzioni di nessuno. E' rappresentativo dei valori in cui il popolo si riconosceva.

L'Iliade parla dei 51 giorni della guerra di Troia che sono stati caratterizzati dalla rabbia con cui Achille si vendica della morte di Patroclo, sceso in campo "mascherato" da Achille per ridare morale alle truppe Achee nella guerra contro Ilio (Troia).
Achille aveva abbandonato la lotta perché sdegnato dall'essersi visto portare via Briseide da Agamennone, che a sua volta aveva dovuto accettare di ridare Criseide al padre, sacerdote di Apollo, per placare le ire degli déi che erano intervenuti a rompere le palle agli Achei.
Ricodiamoci che tutta la guerra nasce da un rapimento, quello di Elena, moglie di Menelao, che Paride non accettava di non possedere.

Io direi che di "materiale umano" ce n'è a pacchi, proprio nei presupposti, senza andare a toccare poi i momenti drammatici come i dialoghi.

L'Odissea invece, è piena di occulto, mostri, streghe e incantesimi, che nell'Iliade non ci sono.
E personalmente, non so se la scena finale dell'arco è quella che ci si ricorda di meno... ma comunque non lo tende con la super-forza, lo tende perché è il suo arco, che era stato costruito apposta per lui anni prima e lui è il solo che conosce la tecnica per tenderlo.

L'Iliade parla di vendetta. Che è il sentimento umano più "potente" in assoluto.
Non a caso sarà uno scenario consigliato per Ravendeath.
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