[size=8]Tratto da
http://www.gentechegioca.it/vanilla/comments.php?DiscussionID=2812[/size]
Il linguaggio del corpoA manifesto on mastery dà alcuni suggerimenti per instillare soggezione nei giocatori. Dice di torreggiare su di loro, utilizzare un prop per simboleggiare il padrone, far sentire la presenza del padrone col linguaggio del corpo.
Nella seconda sessione la padrona doveva ordinare al personaggio di Sara di evirare Adam, lo stalliere colpevole di aver violentato una ragazza (per ordine della padrona). Giocavamo in una cucina, ero già in piedi, ho afferrato un coltellaccio dal porta coltelli e l'ho sbattuto davanti a Sara, dicendole a pochi cm dagli occhi "Sai cosa fare".
E' stato molto d'impatto. Sara era chiaramente intimidita (e io non sono minaccioso, normalmente, quindi ha funzionato \\o/).
Analogamente, ho preso l'abitudine ad alzarmi in piedi nelle scene con il padrone, al punto che verso la fine, quando era il turno di una scena di Sara, ne ho approfittato. Aveva appena fatto un legame con Benjamin, l'uomo di cui era innamorata. Le ho chiesto che aveva intenzione di fare e ha risposto che sarebbe andata con Benjamin a soccorrere il personaggio di Eleonora, che era rimasta ustionata dall'olio bollente. Ho descritto che andavano per il corridorio del castello. Poi mi sono alzato, lentamente. Lei ha sgranato gli occhi e ha detto "No". Ed a tutti gli effetti è arrivata la padrona, furente. "Tutti se ne stanno andando, Frederick se ne vuole andare. Ma... resterà, se ci sarà il suo paggio qui morente, vero?"
Vorrei porre l'enfasi sul fatto che questo linguaggio del corpo non rientra nella "recitazione". La padrona non ha sbattuto il coltello sul tavolo, perché non c'era un tavolo. La padrona non si è alzata in piedi, stava camminando. Questi sono espedienti di comunicazione. Il linguaggio del corpo è un modo per comunicare che a mio parere è molto importante. Questo è uno dei motivi per cui le giocate dal vero sono più efficaci.
Anche la posizione del tavolo influisce, probabilmente. In tutte e tre le giocate Sara era vicino a me, potevo torreggiare su di lei, invadere i suoi spazi personali. E infatti è stata quella più martoriata. Nella seconda giocata Isabella era quella più distante, irraggiungibile, tra il muro e la finestra. Probabilmente è anche per quello che non sono riuscito a impormi su di lei. Nella terza sessione infatti lei era vicina a me, ho potuto afferrarle un braccio e urlarle addosso